Casa Batllo Barcellona

CASA BATLLO’ BARCELLONA 

CASA BATLLO’   BARCELLONA

 

Antoni Gaudì (1852 – 1926) riceve l’incarico di ristrutturare un palazzo di proprietà di Josep Battlò, facoltoso industriale tessile di Barcellona, nel 1904.


 Il palazzo, sul Paseo de Gracia, sorgeva su un’area lunga e stretta; la “ristrutturazione” dell’architetto catalano trasformò completamente l’aspetto originario dell’edificio. Casa Batllò (1904- 07) rappresenta il momento del passaggio dalle prove eclettiche giovanili alla libertà stilistica assoluta dell’ultima fase dell’attività artistica di Gaudì. Le forme naturalistiche e organiche impiegate a profusione nel nuovo edificio non sono elementi decorativi sovrapposti alle superfici murarie ma parti strutturali della costruzione stessa; vediamo infatti colonne a forma di osso, una facciata ad andamento ondulatorio rivestita di mosaici in maiolica e vetri colorati che riflettono la luce come la scaglie iridate dei pesci. Il tetto è ricoperto di embrici in ceramica vetrificata a forma di squame che richiamano le laminette cornee dei rettili.


Altri elementi fantastici e organici della Casa Battlò sono le finestre che vanno dal secondo al quinto piano: si aprono su balconi a forma di conchiglia, con ringhiere in ferro battuto che evocano la mascherina delle bautte veneziane. Nella parte interna troviamo il cavedio, completamente rivestito anch’esso di maioliche colorate con diverse sfumature di azzurro, che prende luce da un grande lucernario; dal cavedio salgono le rampe sinuose della scala comune. Gaudì volle imprimere il suo sigillo stilistico  così all’esterno come all’interno del palazzo e degli appartamenti (da cui sono eliminati spigoli e angoli retti): dalle porte alle finestre, dalle maniglie ai lampadari, dalle ringhiere alle vetrate, dai bagni ai campanelli, dai caminetti ai comignoli. La casa aveva anche un’ascensore, la cui cabina era ovviamente disegnata, o meglio, scolpita nello  stile “modernista” interpretato dal grande artista catalano.


La cabina originaria, di cui fino al settembre scorso si erano perse le tracce,  venne poi sostituita da quella che si può vedere attualmente all’interno dell’edificio spagnolo quando, sotto il regime franchista, venne dichiarata fuori norma. Il caso, o la fortuna, ha fatto ritrovare il prezioso manufatto a Palermo, in casa di un imprenditore che ha deciso di venderlo a un collezionista, previa perizia da parte di un esperto; ed è così che viene chiamato a Palermo Andrea Speziali, il quale, sulla base dei materiali usati e degli elementi stilistici dell’opera, la attribuisce al maestro catalano: “I vetri soffiati, l’andamento segnico-coloristico delle decorazioni e le giunture sono le medesime che si trovano nella casa progettata da Gaudì. Uguali anche il legno, lo stesso di finestre e porte, così come i metalli utilizzati per le maniglie. E ancora, le misure della cabina, considerando lo spessore d’incastro della sua base destinato a livellare la cabina al pavimento” (da “la Repubblica.it” del 23/09/2015).

 FULVIO SGUERSO

 

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