BUONE E CATTIVE NOTIZIE: PERIZIE, SALUTE E SINDACATI.

BUONE E CATTIVE NOTIZIE:
PERIZIE, SALUTE E SINDACATI

 

BUONE E CATTIVE NOTIZIE:

PERIZIE, SALUTE E SINDACATI.

 Buona notizia.

E’ stato depositato, in questi giorni, ”un esposto sulle presunte responsabilità collegate al funzionamento, ai controlli, alle autorizzazioni e alle emissioni della centrale termoelettrica di Vado Ligure- Quiliano”.

 L’ha depositato, alla Procura della Repubblica di Savona, la Rete Savonese Fermiamo il Carbone e sottoscritta da  Greenpeace, WWF, Legambiente e ARCI, e da numerose associazioni locali, primi tra tutti Uniti per la Salute, che con grande  impegno e sacrifici economici  si  prodiga, da tempo, in ricorsi amministrativi sempre a difesa della salute, dell’ambiente e della legalità.

 

Buona notizia.

L’esposto depositato viene a sommarsi alla perizia che, con buona pace dell’ingegner  Gosio, esiste.

Depositata in aprile in Procura e contenente anche lo studio sui licheni, sta sul tavolo del procuratore Granero, che aveva a suo tempo avviato l’inchiesta.

Non contiene notizie fasulle o inutili allarmismi ma dati terribili, che da anni già conosceva chi si è occupato dell’emissioni nocive della centrale a carbone di Vado: un disastro ambientale di dimensioni inquietanti.

 

Omicidio colposo si comincia a ventilare da più parti: un aspetto terrificante che non lascia dubbi a chi, da anni, protesta contro la combustione del carbone nella centrale di Vado e contro l’ulteriore ampliamento della stessa.

Una centrale osteggiata solo dai cittadini e dalle organizzazioni ambientaliste proprio come Greenpeace, WWF, Legambiente e Arci, ma ben sopportata e, nella peggiore ipotesi addirittura, sostenuta da tanti, troppi che dovevano invece tutelare la salute di un intero territorio.

Cattiva notizia.

Quello che si è verificato a Vado è una storia tutta italiana.

Una delle peggiori. Il nesso tra inquinamento prodotto dai camini della centrale e le malattie e morti di tumore che, nella provincia di Savona, sono da troppo tempo sopra la soglia, non è stato mai analizzato da chi poteva e doveva farlo.

ASL, Arpal, Sindaci, Regione e Provincia, per anni e anni, sono stati colpevoli di “distrazione”.

La mancanza di finanziamenti era l’alibi sbandierato da più parti, per giustificare la mancanza di mezzi per controllare chi era stato lasciato a controllarsi da sé, mentre l’ingegner Gosio dichiarava, trionfante, in un’intervista” la realtà savonese ha fatto squadra!!”
Solo l’Ordine dei Medici di Savona si è esposto, inascoltato, dichiarando la pericolosità delle emissioni per la salute umana. L’ha fatto pubblicamente per bocca del Presidente  dott. Trucco che, affiancato da numerosi  studiosi, ha da tempo evidenziato i rischi sanitari connessi con l’esposizione a polveri fini e ultrafini emesse dai camini della centrale.

Quelle stesse polveri su cui l’ing. Gosio dichiara : “non essendo misurabili non sappiamo quanto possono essere….”  Ammettendo pubblicamente quello che da tempo , chi si oppone alla combustione del carbone asserisce, e cioè che Tirreno Power non conosce la gravità dei danni alla popolazione provocati dalle sue nano polveri, le più pericolose per la vita e la salute di generazioni.

Una lacuna sottolineata anche dall’IST di Genova che, in un documento, denuncia “Nella relazione presentata da Tirreno Power vi sono gravi lacune metodologiche che mettono in discussione le tranquillizzanti conclusioni del documento. In sintesi: errori ed omissioni nelle stime delle emissioni di polveri fini primarie e secondarie; sottostima delle emissioni di gas serra; sottovalutazione dei dati derivanti da studi su bioindicatori; errori metodologici sull’impatto sanitario…”

Cattiva notizia.

Tirreno Power dichiara che nell’ampliamento della centrale saranno adottate le migliori tecnologie, ammettendone, di fatto, l’attuale mancato utilizzo.

Mentre invece la legge prescrive che le migliori tecnologie debbano essere applicate da subito, nella combustione, mentre i vecchi gruppi funzionano da sempre con tecnologie che producono sforamenti  di ossidi di zolfo e monossido di carbonio e questi gruppi, nell’ambito del progetto di ampliamento, dovrebbero ancora funzionare per anni, in deroga alle prescrizioni, con ulteriori gravi ripercussioni sulla morbilità e mortalità dei cittadini.
Gervino (Uniti per la Salute) e Durante (Arci)
consegnano l’esposto in Procura

L’ingegnere, invece, dopo il recente incontro con le amministrazioni di Vado e Quiliano, si mostra sicuro di sé e afferma che, in quella sede, si sia percepita, finalmente, la bontà del progetto, forte del sostegno di consiglieri comunali  come De Benedetti, Pdl e Giuliano, PD che nella più totale non-curanza di quanto stia accadendo, parlano di confronto sereno, di progetto chiaro, di investimenti da non perdere  e di processi di sviluppo su cui non si possono avere più incertezze.

Buona notizia.

I consumi di energia diminuiscono.

L’ing. Gosio dichiara, preoccupato, che i consumi di energia a Savona, sono inferiori al 2008 e si rischia l’implosione!

Sicuramente la riduzione di richiesta di energia sarà anche  legata alla scomparsa di molte realtà produttive, chiuse o delocalizzate altrove, ma è anche vero che da anni si lavora, a livello internazionale (anche in quella Germania che lo stesso ingegnere porta ad esempio), alla riduzioni dei consumi e al risparmio energetico.

 

Il Piano d’Azione Europeo per l’Efficienza Energetica (PAEE) 2011,  del Ministero dello Sviluppo Economico con la consultazione del Ministero dell’Ambiente e la Conferenza Stato Regioni, evidenzia il ruolo dell’efficienza energetica come strumento imprescindibile di riduzione dei consumi nell’ambito dei Paesi membri, nel raggiungimento dell’obiettivo più ambizioso del -20% al 2020 e pone le basi per la predisposizione di una pianificazione strategica delle misure di efficienza energetica e di reporting su tutti i risparmi, non solo in energia finale.

Ridurre il consumo di energia e prevenirne gli sprechi sono, da sempre, obiettivi prioritari dell’Unione Europea che vede nel  miglioramento dell’efficienza energetica,  un contributo alla competitività, alla sicurezza degli approvvigionamenti e al rispetto degli impegni assunti nel protocollo di Kyoto sui cambiamenti climatici.

Invece Tirreno Power, mentre supporta il progetto di ampliamento della centrale a carbone, promettendo anche l’ utilizzo di una quota di energie alternative, dichiara che:

“A seguito del mutato scenario energetico nazionale si è determinato una riduzione degli utili nel primo quadrimestre 2013, causati da:

• Un forte incremento in campo energetico delle fonti rinnovabili incentivate.

• Riduzione della domanda di energia, a seguito della crisi economica e industriale.

• Incremento della capacità termoelettrica installata.”

Non lo fa per comunicare un cambio di rotta sul carbone ma per giustificare gli immancabili licenziamenti.

Cattiva notizia.

Così mentre si continua a parlare di ampliamento, non più giustificato dalla richiesta di energia, si prospettano tagli al personale.

L’azienda che solo qualche tempo fa prometteva 300 nuovi posti di lavoro, convincendo il Sindacato, che per il posto di lavoro dovesse passare anche sopra il diritto alla salute, oggi parla di ristrutturazione aziendale finalizzata a ridurre i costi.

Mentre anche  lo stesso progetto di ampliamento  parla di una ristrutturazione integrale della centrale che diventerà  uno dei più avanzati in Europa, perché migliore sotto il profilo ambientale, perché concilia i criteri di sempre maggiore efficienza e sviluppo tecnico richiesti dal mercato dell’energia che richiede competitività e maggiore produzione (!?), oggi si ammette il contrario e quindi viene a mancare la motivazione che sta alla base dell’ampliamento.
L’Ingegnere Gosio 

Cattiva notizia

 

Il 16 maggio presso il sito di Vado Ligure, si è svolta un’assemblea dei lavoratori, nella quale i rappresentanti sindacali hanno illustrato quanto presentato dai vertici aziendali  che dando la colpa al mutato scenario energetico nazionale (mutato da tempo) e alla riduzione degli utili nel primo quadrimestre 2013, comunica la necessità di licenziare 69 lavoratori.

 Difficile da giustificare la posizione di un sindacato da sempre appiattito alle istanze dell’azienda, da sempre prodigato a convincere  che quella  fosse la strada giusta, supportata da un accordo del 2009 che blindava i lavoratori in 224 unità, disposti a scioperare anche contro i cittadini che si opponevano all’ampliamento che tante risposte all’occupazione.
 
Difficile ora digerire questo ennesimo boccone amaro della politica industriale savonese.
Difficile oggi continuare a contestare chi asseriva che il ricatto del posto di lavoro fosse solo un alibi per l’azienda, che la classe politica  e il sindacato miopi e incompetenti non ha saputo gestire in maniera critica ed efficace.

Così anche alla centrale di Vado parte lo stato di agitazione e l’ennesima richiesta dell’ennesimo” tavolo di confronto, sull’importanza strategica del sito”, scaricandone anche la responsabilità agli enti locali.

Ma anche a Vado i sindacati si stanno eliminando da soli, la storia, purtroppo, parlerà chiaro, e nessuno potrà dire che non sapeva o che non aveva capito.

Cattiva notizia.

A Vado Ligure il delirio è arrivato al culmine, tra dramma  ambientale e  diritti,  come quello alla salute e al lavoro, stracciati, mentre la classe politica è inerme e quella industriale, morta.

 

ANTONIA BRIUGLIA

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