Buco della Sanità
A chi giova chiudere la “centrale acquisti” di Ferrando anziché potenziarla |
A chi giova chiudere la “centrale acquisti” di Ferrando anziché potenziarla |
Savona – Sui quotidiani di questi giorni si è scritto molto del buco della sanità in Liguria e come coprirlo. La riduzione delle spese – diminuendo il numero degli ospedali – e la centrale di acquisti sembrano le ricette più consistenti. |
Recentemente, nel savonese, con grande ostilità delle comunità pietrese e loanese, si è eliminata l’Azienda sanitaria S. Corona per unificare tutto il sistema sanitario sull’ASL n. 2 del savonese che ora si trova a gestire quattro ospedali . Ma l’unico risparmio sino ad ora ottenuto e quello relativo al costo del manager dell’azienda assorbita. Se bisogna tagliare occorre eliminare i doppioni e quindi eliminare molti primari e molti posti letto loro assegnati. La concorrenza fra il nuovo ospedale di Albenga e il S. Corona non ha senso ed occorre, con coraggio intervenire a fondo. La confusa situazione venutasi a creare tra il S. Paolo e l’ospedale di Cairo rischia di produrre effetti negativi per la cittadinanza assistita. E’ stato deciso che per ricoveri di alta complessità alcuni primari del San Giuseppe vengono “ospitati” al S. Paolo. Ma viene da chiedere se per i ricoveri di elezione come venga scelto il primario che dovrà operare ? In base alla residenza od in base ad una preferenza oppure sceglie l’ufficio che riceve la prenotazione ? Non è un problema di poco conto per la confusione che si crea tra le diverse equipe costituite da medici ed infermieri che si intersecano nelle stesse corsie dello stesso reparto. Maggiori complicazioni, rischi di potenziali disguidi (alcuni purtroppo sono già accaduti ) e di deresponsabilitazione degli operatori sono le conseguenze però senza alcun risparmio di gestione e senza miglioramento della qualità del servizio offerto. Venendo alla questione del “centro acquisti” . E’ una tema che si dibatte dai tempi delle costituzione delle USL della Liguria Molti di noi erano convinti che sarebbe stato molto facile scoprire, mettendo a confronto i costi degli acquisti di beni e servizi tra le varie USL, chi spendeva troppo e male per cui la Regione avrebbe potuto efficacemente intervenire e ridurre gli sprechi. Osservo che ci sono voluti tre lustri per iniziare ad operare con tale servizio ma si è fatto con una struttura (quella di Lionello Ferrando appunto ) che è del tutto inadeguata alle necessità operative. E per giunta qualcuno la vorrebbe chiudere ! Ricordo quando nel 1992 a Savona venne deliberato, con l’approvazione del Collegio dei Primari, un prontuario terapeutico per acquisti di farmaci ad uso ospedaliero, come proposto dalla specifica commissione all’uopo istituita, si passò da seimila tipi di farmaci acquistati a soli cinquecento. Cinquemila e cinquecento prodotti cancellati perché evidentemente inutili . Le stesse proprietà terapeutiche per il trattamento di una patologia offerte in tanti prodotti con costi che si differenziavano tantissimo e, caso strano, chi vinceva le gare non sempre erano quelle aziende con i farmaci meno costosi. La deliberà fu molto apprezzata dall’assessore alla sanità, ma poi, per diverse ragioni, di tale prontuario, nel tempo, si è perso traccia. Io capisco le difficoltà “politiche” a chiudere i piccoli ospedali ed a eliminare i doppioni inutili e costosi, ma almeno si intervenga con decisione sugli acquisti e quindi invece di pensare di eliminare la attuale “centrale” di Ferrando la si potenzi, magari scontentando qualche direttore e qualche primario, ma almeno così si potranno risparmiare decine e decine di milioni di euro all’anno, recuperando il deficit del 3%, cercando, nel contempo, di fare gli investimenti necessari per ridurre i tempi di attesa per le visite specialistiche e per gli accertamenti diagnostici che sono rimasti nel tempo incivilmente lunghi. Savona, 20 aprile 2010. Luciano Locci Ex Amministratore USL di Savona |