BORDEL LINE

BORDEL LINE

BORDEL LINE

 Dicesi “Border line” una persona o un fenomeno al margine dei propri fattori costitutivi.  Un partito politico, per esempio, come la “Lega Nord per l’indipendenza della Padania” (ilarità) viaggia ai limiti del concetto “Partito” (contrapponendosi come un tutto alle altre parti politiche); ai limiti della storia (affermando l’esistenza di personaggi, fatti e dati storicamente inesistenti:  Alberto da Giussano, Pontida,  Federalismo, Padania); ai limiti della Democrazia identificando se stessa con un leader indiscusso ed indiscutibile (Bossi); ai limiti del Diritto (affermando la strategia della “secessione”, crimine previsto e punito dall’art. 241 del codice penale – vedasi Bellamigo 27 marzo 2011- dalla cui imputazione i suoi membri si salvano solo in forza  dell’inidoneità dei propri atti a determinare la secessione stessa.

 Sarebbe come  se dicessero:  “ Non fateci caso la nostra eruttata volontà di secessione non ha alcuna possibilità concreta di affermarsi, altro non è, usando termini forensi, che un flatus vocis, un venticello parolaio);  ai limiti della palese presa per i fondelli della folla di seguaci, più o meno cornucopiati, delle adunate di Pontida cui i dirigenti sbrodolano, demagogicamente, promesse irrealistiche.

         L’ultima presa di posizione delle problematiche intestine della Lega è quella sventagliata dalla profonda pancia del movimento: torniamo alle origini !

         Sennonché ce le ricordiamo bene le origini, o meglio le originarie posizioni della Lega: il razzismo anteimmigrazione era tutto interno ai nostri confini, teso al rigetto dei terroni. Ce l’avevano, insomma, con il Sud Italia, posizione rivisitata spesso, e recentemente con violenta acrimonia, per contrastare la soluzione dei problemi di Napoli, cui il cosiddetto  Nord, abusando con  propri rifiuti  speciali e non delle discariche meridionali, complice la “camorra”, ha tanto contribuito. Adesso si rispolvera l’anti terronismo dei figuri che infiorano la compagine “padanica” (si fa per dire).

         C’è stata l’evoluzione governativa, evidentemente, ma il rigurgito razzista e paranazista della Lega affiora con violenza persino a livello ministeriale. Abbiamo un Ministro dell’Interno, un Ministro d’Italia  che ha giurato sulla Costituzione della Repubblica Italiana , il quale  ha proposto, per i profughi cosiddetti “clandestini”, la costituzione dei “Campi di concentramento”, che altro non sono  i CIE  ( centri di identificazione ed espulsione), con durata di detenzione fino a diciotto mesi,  facendo regola dei casi eccezionali previsti in sede europea.

         Tale era il periodo della ferma obbligatoria, anni fa, per il servizio militare di leva, e ci sembrava  assai lungo malgrado il  rancio a base di “pastasciutta”. C’è chi ha vissuto intervalli inferiori di tempo persino a Mathausen.

Ma sono proprio sicuri i berleghisti al calor bianco che cotali misure, cotali inumane minacce, simili nazistiche proposizioni siano quelle volute dalla cosiddetta base della quale tanto temono la reazione? Che invece non vada ricercata altrove la matrice delle paure scomposte e delle grida manifestatesi nella loro penosa adunata di Pontida?

Hanno seminato per anni odio e divisione, hanno predicato male e razzolato peggio, avvoltolandosi nei centri del potere politico ed economico  proprio tanto bistrattati ( a parole),  raccolgono ora i frutti  della loro bieca predicazione: sono amari bocconi e lo saranno, è facile prevederlo, ancora di  più andando avanti di questo passo, segnato dall’impotenza a governare e dalle frustrazioni della cosiddetta base.

         “Ciü fôea, ciü fôndô”, ci ha detto il vetero compagno Pistarino.

         “ E poi, ha continuato, cosse ti me vegni a dī de ‘Border line’ , ti e ô to inglese dô beliscimô. T’o u digô mi cômme ti devi ciamalli: “BORDEL LINE”, che ciü che bôrdellô i nô san fâ.  E, pe’  piaxei, Bersani, D’Alema e Cacciari i nô ne vegne a côntā a môssa de üna faccia a sinistra da Lega. I sôn destri che pezô ô nô  se poeû”.

         “Pista sei ingiusto, Bersani ha precisato bene l’avversione nei loro confronti”.

         “Sci, ma doppô che Vendola l’ha tiòn pe’ a giacchetta. Nô gh’è ninte da spartī con quella gente lì, bezeûgna sôlô combàttili e mandāli a ramengô”.

         “Sei sempre il solito comunistaccio”.

         “Ti è vistô a lite intestinale tra e scignôe da Lega Fadel e Guarnieri pe’ a questiôn di uspiè? Ogniduna tira l’acqua al suo mulino e se ne batte l’anima della Lega padanica, armenô in te questa battaggia si mette il campanile davanti a tutto, meggiô côsci!

         “Ma cosa dici, Pista! Prima vengono gli interessi dei cittadini, dei pazienti, la  buona organizzazione territoriale e coordinata della Sanità, come, in sostanza, hanno detto l’ex Sindaco Tabbò e il Presidente della Provincia Vaccarezza”.

         “A prôpoxitô, ti è vistô che ô Secolo ô l’ha tôrna (pag. 24 di domenica 26/6) misciô a foto de Angelo, Ti che ti te lamentavi, t’han detô a mentô, e vixin gh’han misciô Mattea e Fadel ,  tutte e due di Pietra! E nôiātri de Löa sempre ommi, donne ninte.”

   “ Ma come, abbiamo donne in Consiglio comunale.”

   “Nô cômandan ün bellô b…!”

   “Pista non essere volgare!, non è vero, svolgono le loro funzioni consiliari con costanza e disciplina.”

   “Dagghene di nômmi, e sôn gregarie te  digô! Invece , cômme ô l’ha ditô Angelo  (Il Secolo del 29 giugno) a Rosy a cômanda tüttô e  a l’è prônta a ‘battere moneta’ perché a se cômporta cômme se Arbenga a füisse una repübblica indipendente( Uspeà, schöeue ecc.): federalismo vero! Ansi, i han ditô che a Zecca d’Arbenga a mettià in giô a neûva mônea che a se ciamma ‘Céntaro’, in ônôre da sciummèa e perché ün ô l’ha ô valore de centô euro: colore  rosa in ônôre de Rosy pe’ ô bigiettô da ün centaro , verde pe’ quello da dexe, in ônôre da Lega, e gianô pe’ quellô  da cinquanta in ônôre dô côlôre de braghe de Calderoli;  pe’  aôa se ferman lì.  A parte i fan e mônâee de rammô pe’ i çenteximi con ô prôfī de Rosalia scindicô e scritô in tôndô ‘Rosalia prima’ da üna parte, e töre côn scritô  “Res publica ingaunorum”  da l’âtra parte.   ‘Sta mônea, pe’ ô centeximo, se ciamma “Rosalino” e a l’ha ô valore de ün euro”.

“ Pista, ma cosa dici?  I Comuni non possono battere moneta”.

A sci? Invece fare le scuole sotto bandiera verde si può? Dire che si vuole l’indipendenza della Padania si può? Fare i campi di concentramento si può? Impedire di risolvere il problema nazionale di Napoli si può? Investire il figlio della successione politica si può? Famme ô piaxē, bravô! Meggiô che i batte mônea.

Poi ti me spieghi cômme i fan di  zenezi, savônesi o arbenganesi a esse leghisti, côn tütto ô terronismo chi han in te ô DNA.( Belan Pista, come parli difficile!)

     BORDEL LINE, te digô!”

        

  BELLAMIGO

 

3 luglio 2011

 

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