Finale Coppa Italia 1922. Vado-Udinese 1-0
FINALE COPPA ITALIA 1922 VADO-UDINESE 1-0 |
FINALE COPPA ITALIA 1922 VADO-UDINESE 1-0 Che centrattacco è una canzone cantata al Festival di Sanremo del 1959, e fu un vero omaggio del Quartetto Cetra al figlio di un calzolaio che avrebbe voluto vedere il suo pargolo studioso e non calciatore: Virgilio Felice Levratto, uno dei migliori attaccanti italiani degli anni ’20, bronzo nel 1928 alle Olimpiadi di Amsterdam in un torneo che gli valse il soprannome di sfondareti per averne bucate due contro Spagna e Uruguay.
Un’azione di gioco di Felice Levratto Sei anni prima, a soli diciotto anni, era stato il protagonista di una finale incredibile, la prima della storia della Coppa Italia. Nell’albo d’oro, il nome che rimane più oscuro è quello che apre il grande libro del torneo: 1922, Vado. La prima edizione della Coppa Italia fu disputata nel 1922 quando era in pieno atto la “guerra” tra le grandi società e quelle minori con le prime che richiedevano la restrizione del numero delle formazioni ammesse al campionato più importante allo scopo di “migliorare la qualità e il livello del calcio”; mentre le altre si opponevano a quel tipo di selezione severa perché ne avrebbe risentito la propaganda di una disciplina sportiva che cominciava a polarizzare l’attenzione generale. Fu il “santone” Vittorio Pozzo (1921) che cercò di trovare una soluzione; invano; per cui fu costituita la Confederazione Calcistica Italiana (C.C.I.) cui aderirono le grandi, mentre le cosiddette piccole rimasero iscritte alla FIGC. In attesa che ritornasse la pace tra Grandi e Piccole, queste ultime (trentasei tra squadre di prima categoria, promozione e terza categoria) parteciparono alla prima Coppa Italia in calendario dal 2 aprile al 16 luglio del 1922). Il regolamento della prima Coppa Italia era piuttosto confusionario a cominciare dal numero di squadre ammesse (37), che non permise un facile accoppiamento per gli incontri da disputare. Per risolvere tale problema si dovette procedere a sorteggi con passaggi diretti e ripescaggi nei confronti di alcune squadre. Il regolamento di quella prima edizione era il seguente: Iscrizione gratuita per tutti i club che ne fanno richiesta purché siano in possesso del terreno di gioco recintato. Le gare verranno sorteggiate e se le società sono d’accordo possono invertire il campo. Ma perché il Vado ha giocato in casa cinque delle sei vittoriose gare? Perché la Società che gioca sul proprio campo deve garantire lire cento per FIGC, inoltre consegnare alla formazione avversaria il rimborso del viaggio in treno in terza classe e lire trenta cadauna per le dodici persone che compongono la squadra (undici giocatori più un dirigente). Questo handicap faceva tremare più di un cassiere e quindi il Vado con la sua capacità imprenditoriale, pur giovane di regolamenti, si fece avanti e alla fine ebbe ragione. Al via ben trentacinque squadre, poi lungo il cammino persero per ripensamento squadre dalle simpatie per la CCI come l’audace Livorno, Casalecchio, e nei quarti di finale la Valenzana (allora molto competitiva) e la Novese, ma quest’ultima (che fu poi campione della FIGC per il 1921) per incompatibilità con torneo e campionato, le cui date si accavallavano. Le squadre partecipanti furono: Aeronautica Torino Audace Livorno Crema Cotogno Casalecchio Carpi Enotria Goliardo C.S. Firenze Feltrese Edera Trieste Fanfulla Lodi Fiorente Genova Juventus Italia Milano Forti e Liberi Forlì Molassana Novese Mantovana Lucchese Libertas Pol. Firenze (futura Fiorentina) Pro Livorno Valenzana Pastore Torino Parma Rivarolese Triestina Sestrese Saronno Spes Genova Speranza Savona Treviglio Torinese Udinese Vercellesi Erranti Virtus Bologna Vado FBC La manifestazione si svolse da 2 aprile 1922 al 16 luglio 1922. Ci furono tre fasi eliminatorie , più quarti di finali e finale. La più sconosciuta delle squadre vincitrici della Coppa Italia. La prima, vera vincitrice della competizione. Il Vado è il primo club ad aver vinto la coppa nazionale, trionfando contro un Udinese sulla carta lanciato verso la vittoria. Ma veniamo all’Udinese: Gli anni ’20 coincidono con il debutto del leggendario Gino Bellotto, che ha riempito numerose pagine di gloria della storia bianconera. Bellotto giocatore tutto fare, disputò qualcosa come diciassette campionati con l’Udinese. Un record! Record che, degli attuali bianconeri, potrebbe essere avvicinato o eguagliato dal solo Valerio Bertotto, alla sua tredicesima, consecutiva stagione a Udine. Bellotto esordì nel torneo di prima categoria 1920-21. L’Udinese rimase in prima categoria (girone e si classificò all’ultimo posto con 5 punti (il girone fu vinto dal Genoa). Fu quella una stagione davvero sfortunata per i colori bianconeri: nel luglio del 1922 l’Udinese è finalista della prima Coppa Italia. A Vado Ligure affronta i locali e viene sconfitta per 1 a 0 con rete del celeberrimo Felice Levratto nei supplementari.
La formazione dell’Udinese che partecipò alla finale del 1922
L’Udinese sfiorò il colpaccio: dopo aver sconfitto dapprima la Feltrese (4-0), quindi la Triestina (3-0), l’Edera di Trieste (3-0), la Novese (2-0 per rinuncia) e la Lucchese (1-0) approdò alla finalissima di Vado Ligure contro i locali da grande favorita. Nei tempi regolamentari, che si chiusero sullo 0-0, il Vado resistette caparbiamente a tutti gli attacchi della squadra udinese e anche nei supplementari il risultato non cambiò. Per cui si giocò ad oltranza e l’arbitro (certo Pasquinelli di Bologna) avrebbe imposto lo stop all’imbrunire (con la gara che sarebbe stata rigiocata a Udine)nel caso che nessuna delle due squadre fosse riuscita a segnare; ma ecco che al 127′ il Vado Ligure trovò il gol-vittoria con l’ allora diciassettenne Felice Levratto che poi fu protagonista di una fulgida carriera nel Verona, nel Genoa e nell’Inter, oltre che in nazionale. Levratto trovò il gol con un autentico bolide che “buco” la rete, tanto che poi su soprannominato “Sfondatore di reti”. IL TABELLINO VADO LIGURE-UDINESE: 1-0 dts. VADO: Babboni I, Masio, Babboni III, Negro, Romano, Cabiati, Roletti, Babbioni II, Marchese, Esposito, Levratto. – Presidente: Giovanni Ferrando. – Segretario: Rag. Stanzani. – Dirigenti: Morixe, Repetto, Pesaro, Dott. Fusconi. UDINESE: Lodolo, Tosolini, Cantarutti, Da Dalt IV, Barbieri, Liuzzi II, Bellotto, Semintendi, Moretti, Melchior, Gerace. ARBITRO: Pasquinelli di Bologna. MARCATORE: al 127′ Levratto. Con il successo finale dell’outsider Vado iscritto al campionato di Promozione, i liguri divennero i primi sia a vincere la maggiore coppa nazionale nonché a conquistarla pur non militando in massima divisione; quest’ultimo, un record in seguito eguagliato dal solo Napoli nell’edizione del 1961-1962.
Un miracolo calcistico a tutti gli effetti, quello della squadra rossoblù. Vado Ligure è diventata ormai la periferia industriale di Savona nonostante abbia caratterizzazioni storiche e etniche tutte sue, ma può vantare un traguardo raggiunto da un elitè scelta di squadre. Di certo questa fu la vittoria più sorprendente. Primo nel girone G della Promozione Ligure e nel girone finale, è promosso in Prima Categoria per la stagione successiva. E la raggiungerà portando con sè il trofeo col tricolore strappato ai friulani.
E’ il 16 luglio 1922 in piena epoca fascista. Al “Campo di Leo“, stadio ufficiale del Vado, va in scena una finale dall’esito scontato in teoria. L’Udinese è la grande favorita per la vittoria. Sotto sotto tutti speravano che i friulani, compagine della massima serie, strappasse il trofeo come da pronostico salvando il prestigio della nascente competizione. Ma non fu così. Dopo 90 minuti la partita è ancora sullo 0 a 0.
Succede tutto nei supplementari. I friulani sperano di poter concludere con un pareggio l’incontro, in modo da poter rigiocare la finale a Udine (al tempo non c’era la lotteria dei rigori).Ma al minuto 127 l’allora giovane Levratto fa partire un tiro che si infila in rete. Riporta la cronaca del tempo “la palla carica d’effetto saetta lungo lo specchio della porta, si infila alta nell’angolo sinistro, squarcia vistosamente la rete”. «Ma è gol?» chiese il terzino Cantarutti. «È passa’ e g’ha fatto il buso» replicò in dialetto il portiere dell’Udinese Lodolo sdraiato a terra guardando la rete recisa dal forte tiro ad effetto di Felice Levratto. Era il 17 luglio 1922 e il Vado entrava nella storia del calcio vincendo la prima Coppa Italia.
Fu addirittura scritto un libro sull’impresa dei liguri. “Il grande Vado” (Daner edizioni), scritto da Claudio Caviglia e Nanni De Marco con una prefazione di Gianni Minà, ricostruisce tutti i dettagli di quel torneo che portò i rosso-blu savonesi a comparire tra Juve e Inter, Samp e Roma nell’albo d’oro della Coppa Italia. La consegna ufficiale della Coppa avvenne qualche mese dopo la finale esattamente il 17 settembre 1922 alla presenza di autorità civili e militari, nonché del presidente della FIGC Avv. Lombardi.
La meravigliosa Coppa Italia FIGC del peso di Kg. 8,800 d’argento incastonata in astuccio foderato di seta blù ha per lungo tempo fatto bella mostra a Vado. Il giorno 18 dicembre 1935, giorno “dell’oro alla patria”, i dirigenti di allora regalarono il trofeo alla fusione patriottica. Una copia fedele dell’originale, verrà consegnata dalla FIGC al Vado il 2 aprile 1992 in occasione di una partita amichevole rievocativa dell’evento Vado – Udinese. Da allora la coppa è custodita in una vetrina visibile dall’esterno dell’agenzia della Cassa di Risparmio di Savona in piazza Cavour a Vado Ligure.
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Coppa_Italia_1922
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