Bomba su Berruti e A Campanassa

Qui ”Radio silenzio-stampa”
1) Bomba su Berruti e A Campanassa
2) Accecato nel cantiere edile di Loano

Qui ”Radio silenzio-stampa”
1) Bomba su Berruti e A Campanassa
2) Accecato nel cantiere edile di Loano
 
Savona – Il mio regno prediletto è la Baia del Sole, oasi del ‘miracolo immobiliare-edilizio’ dei carissimi  & fedeli ‘fratelli muratori’.  Valore medio immobiliare, aprile 2011,  7.552 euro al mq, dopo Capri e S. Margherita, recita  Il Sole 24 Ore, con 259 compravendite nel 2010. Sia lodato il mio seguace Marco Melgrati, unico difensore savonese degli innocenti perseguitati dalle “br giudiziarie rosse”.

Peccato per la loggia formaggiaia che non pratica la massima “Ben pensare, ben dire, ben fare”. Neppure in quel di Ceriale dove Campagnolo, già dallo scorso anno, inosservato dalle diligenti cronache nostrane, aveva abbandonato il Nucerone per approdare dagli amici miei Orserani. Assistiti da Melgrati. In arte edilizia vedi Piccardo che ricordo lavorare alle Caravelle, prima di tanta fortuna coniugale.

Belfagor ha già supervisionato qualche ‘battesimo’ alassino, cerimonia con cui si addotta il figlio di un iniziato per curarlo come un ulivello. Ricordo Emanuele. Il neofita Ordo ab chao, esce dal caos della vita profana per cercare la luce avendo in se,  Adhuc stat, i mezzi per purificarsi. Nel silenzio e nella speranza, con Vigilanza e perseveranza, giacché solo così potrà Sapere, osare, volare e tacere.

Io Maestro Libero Muratore che siede nella Camera di mezzo, perché vero uomo che sa mediare fra terra e cielo. Il mio trono situato ad oriente, fonte della ‘vera luce’, tra la bandiera nazionale e quella massonica.

VI RACCONTO IL “CARA SAVONA”

Questa volta sono stato chiamato d’urgenza, a Savona, in missione “anti silenzio stampa”. Per abbattere un muro di Berlino indistruttibile.

Unico re del diavoli con il potere e la forza per sbertucciare la trasparenza. Il giornalista è un testimone. I fatti prima delle opinioni. Non sarà possibile dire tutta la verità, scriveva il mio idolo Cavallari, ma possiamo raccontare sempre una non  menzogna. Lo ammetto è un’impresa titanica per Belfagor.

Eccovi. Ho saputo del rigido “silenzio stampa” calato a Palazzo Sisto IV e nella sede della  A Campanassa, ma fortunatamente trasgredito all’Udc. Qui raccontano di un siluro micidiale.

Obiettivo:  azzoppare la corsa elettorale del sindaco commercialista Federico Berruti e magari del suo amico (?) Carlo Cerva,  presidente della storica e benemerita associazione, unica in provincia di questa levatura (mille iscritti, 2 mila copie del notiziario trimestrale di storia, arte, cultura, economia e vita sociale).

Cerva del quale non posso dimenticare il lontano passato da vice e poi segretario regionale della Democrazia Cristiana  (unico savonese) ai tempi del mio protetto Paolo Emilio Taviani.  Noi uniti da Gladio in versione democratica, non quella golpista alla Edgardo Sogno.

Il Cerva fedele custode di tanti “segreti  del potere democristiano” pure in quel di Genova Roma.

Oggi fonti riservate parlano di un suo colloquio, nell’ufficio del sindaco, in occasione della recente tappa, a Savona, del leader-presidente dell’Api (minuscola), Francesco Rutelli, giorno del signore giovedì 31 marzo 2011. 

Rutelli in visita a Savona (IVG.it)

 Una talpa ha registrato la conversazione, tra i presenti Marisa Carcheri di Albenga, segretario provinciale Api. Cognome noto in terra ingauna e famiglia prestigiosa.

Nel momento in cui Berruti si è assentato, Cerva, mai più pensando alle cimici, pare abbia espresso a Rutelli giudizi poco lusinghieri su alcuni esponenti dell’Udc locale e provinciale, con ruoli di comando, in pista per le comunali più spendaccione e carnevalesche.

Uno dei big Udc  (candidato) in due circostanze, prima al sindaco, poi al segretario provinciale Roberto Pizzorno, avrebbe chiesto la poltrona di futuro assessore al Commercio. Ottenendo un  gentile, ‘non possumus” per motivi vari. 

Cerva, inoltre, avrebbe  riferito che delle quattro ‘case madri di suore’, presenti a Savona, almeno in tre casi obbediscono al richiamo del grande benefattore Claudio Scajola e del suo “ambasciatore casalingo, Santi, detto il Santo”. Dunque nessuna illusione  di strepitoso successo Udc-Api, alleati. E no categorico a coinvolgere A Campanassa nei riti della campagna elettorale, per tirare la volata a qualcuno. Neanche ai candidati del consiglio direttivo.

SI CONSUMA LA VENDETTA?

Quali le conseguenze tra il serio e il faceto?  Belfagor ha bussato, senza ottenere udienza. Solo la collaborazione udicista ha permesso di recuperare materiale probatorio. Carta canta, mentre il silenzio conferma ed imbarazza.

I fatti. L’invito (vedi) destinato ad alcune centinaia di destinatari (forse 400) con gli stemmi della “Città di Savona e “A Campanassa”.  Testo: “10 aprile 1191. 820° Anniversario ‘Savona Libero Comune’ . Invito. Domenica 10 aprile 2011- Programma. Ore 10,00 raduno in piazza del Brandale. Ore 10,30 partenza del corteo e sfilata lungo le vie  cittadine al suono dei rintocchi della Campanassa. Ore 11 Piazza Sisto. Ore 11,30 Rinfresco nell’atrio del palazzo comunale”.

Come è finita? Niente corteo storico, niente sfilata in costume per le vie e, secondariamente, neppure lo spuntino. Hanno risparmiato. Solo la campana ha fatto il suo dovere alle 11 in punto.

Secondo:  l’annuncio-articolo contenuto (vedi)  su A Campanassa, n. 1 del 2011. Eppure tutti zitti! Felici e contenti?

Belfagor annusa raccomandate con ricevuta di ritorno. Destinatari, si dice, i cinque componenti del Gruppo Storico (vedi ) e all’ufficio della mitica maschera Ciciolin. Proprio lui, Fulvio Lori. Si aggiunga che durante il carnevale c’è stato un giro in barca, partenza dalla Darsena, in assenza dei requisiti che tutelano gli ospiti, vedi assicurazione obbligatoria. Altra miccia che potrebbe avere risvolti in altre sedi. Silenzio stampa bis.

Tra i protagonisti della “corrida” i coniugi Franco Zino e la moglie Maria Puglisi? Lui, personaggio di primo piano a Savona e provincia. Operatore commerciale di lungo corso, presidente Conferesercenti, Assonautica, vice in Camera di Commercio, indicato dal Secolo XIX tra gli “appoggi forti che portano a palazzo Sisto”.

Un’autorità nella Udc, come conferma la circostanza in cui riuscì ad imporsi capolista  neutralizzando un big della stazza di Alessandro Garassini, avvocato in quel di Loano, due volte presidente della Provincia. Espulso dal ring.

Che figuraccia per A Campanassa e per il sindaco Berruti annullare, praticamente alla vigilia, il tradizionale corteo storico del 10 aprile per festeggiare l’820° anniversario di Savona Libero Comune!  E i 400 inviti. Le telefonate a pioggia.

Una tradizione che si ripete da 87 anni,  saltata in quanto Maria Puglisi cinque giorni prima ha inviato una raccomandata (a chi?) con tanto di dimissioni dal suo ruolo di presidente del Gruppo storico. E pensare che i gruppi storici, in costume, dovevano arrivare da mezza Liguria e mezzo Piemonte. Con tanto di bande musicali.

 Alle scene di panico alla Campanassa– del consiglio direttivo il referente per i gruppi storici è proprio Zino – , sono seguite ore febbrili nella già oberata segreteria particolare del sindaco Berruti.

Benedetti loro, Berruti & Cerva, non hanno osato neppure vergare una nota scritta, per chiedere scusa ai soci, ai cittadini savonesi che aspettavano la celebrazione, il corteo, il rinfresco. Evviva soprattutto al coordinamento del Gruppo storico (Puglisi-Zino).  Savona vi è riconoscente e senza la mia Udc non avremmo saputo nulla.

Fateci scrivere dagli avvocati, noi risponderemo alla Pannella: sciopero della fame e della sete, alloggiati nell’atrio grande di Palazzo Sisto in attesa della mobilitazione-indignazione del media trattati da camerieri.

 E al mitico Franco Zino assicuro il fraterno appoggio, sarà mio assessore al Commercio del Comune di Savona, e non si permetta Marisa Ghersi dell’Arci gay di fare la voce grossa, altrimenti chiedo rinforzi al nostro Roberto al quale affiderò l’assessorato ai Camposanti, becchini e Cure ricostituenti

TELEGRAMMA URGENTE DA LOANO

Non ho neppure avuto il tempo di ambientarmi nella città della Torretta che ricevo un telegramma da Loano.

Carlo Belfagor, in un piccolo cantiere edile del centro, a ridosso del magnifico Palarock, è successo un infortunio da non augurare al peggiore nemico. Il proprietario dell’immobile, pensionato, in fase di ampliamento grazie alla legge “casa”, dopo aver ultimato un intero piano box interrato, la piscina, un quinto (o sesto) alloggio della villa unifamiliare, mentre tagliava col flessibile una piastrella, munito di occhiali, una scheggia ha infranto la lente e devastato l’unico occhio vedente, l’altro era già ‘spento’.

E’ arrivata l’ambulanza.  Richiesta riservatezza assoluta. Via al Santa Corona, poi a Genova. Tutto inutile. L’occhio è perso. Addio gioia di potersi godere la vecchia nella bella dimora, quindi ritorno a casa, in Piemonte.

Dopo tante rinunce e sacrifici. E qualche sfida. Come dimostra un esposto-denuncia depositato alla Procura della Repubblica di Savona oltre un anno fa.

Non è successo nulla. Zero. Si segnalava l’anomalo comportamento dei vigili urbani, l’anomala celerità di alcuni permessi, chiusura dell’unica strada (mettendo a repentaglio altri cittadini in casodi calamità ed urgenze, ovvero prevenire), la presenza di un’azienda edile artigiana che figurava sponsor di manifestazione sportive del Comune. Solo coincidenze. Solo un caso.

La Procura, è noto, è ingolfata dal lavoro. Inchieste più pregnanti. Ma chissà se fosse intervenuta, forse  la prevenzione nella città “capitale della Legalità” avrebbe evitato un ceco in più. Un dramma umano. Un costo sociale aggiuntivo.

Importante che tutto avvenga nella dovuta riservatezza, come si addice alla politica del fare, anziché del denigrare e del partito dei magistrati.

Belfagor è vicino ai sofferenti, alla giustizia. Loro avranno il regno dei cieli, io resterò unico padrone dell’inferno. E chi ha voglia di erudirsi sul mio ruolo legga oltre.

Belfagor

 

Unisco una foto personale dell’archivio Taviani, in compagnia del vescovo Alessando Piazza, dell’onorevole Aldo Amadeo, di un generale decorato (Francesco Ronco) e di un grande artista in primo piano che dovrete riconoscere.

 

  

Post Scriptum

Satana [sà-ta-na] (שָׂטָן Ebraico Satan, Σατανς Lingua Greca Satanâs, Latino Sátanas, Ebraico tiberiense Śāān; Aramaico שִׂטְנָא Śaanâ; ﺷﻴﻄﺎﻥ Šayān: presentando in ebraico il significato di “avversario”, “colui che si oppone”[1], “accusatore in giudizio”, “contraddittore”[2]) è un angelo, demone, o divinità minore in molte religioni; in particolare, nelle religioni monoteiste derivate da quella giudaica, è l’incarnazione e la personificazione del principio del male supremo, in contrapposizione a Dio, principio del sommo bene. Nell’ebraico, in cui ogni lettera costituisce pure un numero, il valore numerico del suo nome Ha-Satan è di 364. Giovanni Semerano ne fa derivare il termine dal sumero ša-tām, attraverso il babilonese Šatām dal quale šatān, šatāmu, šatāmmu indicanti “controllore e capo di una amministrazione”, poi nome di una divinità, e successivamente “capo di un tempio” šatān (st. c. di šatāmu, šatāmmu (controllore e capo di una amministrazione, ‘ Verwaltungsdirektor ‘) nome poi anche di divinità (š. ereti Ade, ‘ Unterwelt ‘), successivamente “capo di un tempio” (neob.: ‘ Verwaltu”>[3].

Satana è anche noto come il Diavolo (dal latino Diábolus, -i e dal greco antico Diabolos, -ou, cioè “Colui che divide”) per eccellenza , il Principe delle Tenebre, il Principe di questo Mondo – secondo Cristo; è chiamato anche Belzebù (definizione traente origine dal nome dalla divinità fenicia Baal, e la cui traduzione letterale è “Signore delle Mosche”), Belial, Mefistofele o Lucifero (dal latino Lucifer, cioè “Portatore di luce”). È anche chiamato Mitricoleon poiché, secondo un’antica tradizione ebraica, si fa piccolo con i grandi e grande con i piccoli. Satana è teologicamente un componente “della divina stirpe”.

Molti nomi attribuiti a Satana o agli altri diavoli traggono origine dai nomi di divinità dei culti pagani dell’area fenicio-cananea: gli dèi delle nazioni che si contrapponevano ad Israele diventano avversari del Dio degli ebrei, cosi come il termine Satana è utilizzato in ebraico per indicare i propri nemici di guerra, oppositori, avversari. (da Wikipedia).

 

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