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ESCLUSIVO/ Sesta e ultima punta: La mia vita nell’Arci savonese2004: sportello delle
donne immigrate 2005: la “Cantina
teatrale” di via Guarda 2006: esplode il
“caso Fuksas” La cronaca di 17 anni di vita in provincia tra ricordi, passione, altruismo, al di fuori di ogni ideologia. Con ineffabili personaggi come Godani e Melgrati. Le lotte perse e quelle vinte. I tre autobus (usati) dell’Acts donati al Marocco
di Giovanni Durante *
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Giovanni Durante* | 2004, ci lascia improvvisamente Tom Benetollo In collaborazione con la cooperativa ArciMedia avviamo il progetto dello sportello Integrazione, finanziato dalla Regione Liguria. Marisa Ghersi è la coordinatrice, lavoreranno con lei tre mediatrici culturali, la marocchina Wafaa (sostituita poi da Fatiha), Mbarime (per tutti Mara), di origine albanese e l’equadoriana Esther Olaya. |
Si lavora sull’orientamento al lavoro e alla formazione professionale, sugli aspetti relativi alla prevenzione sociale e sanitaria, sulla contraccezione per prevenire gli aborti, fenomeno in crescita tra le donne migranti. Ovviamente non siamo il CIF, e per chiarire siamo per la difesa ad oltranza della 194, ma è per spiegare che chi è favorevole alla legge sull’interruzione volontaria di gravidanza non è contento se si praticano gli aborti al posto della contraccezione, su questo è persino troppo facile cogliere le contraddizioni della chiesa, che se è contraria all’aborto dovrebbe appunto promuovere campagne sulla contraccezione e l’uso del preservativo, ma i tempi sono quelli di un alto medioevo tecnologico. Nei primi mesi dello sportello arriveranno signore di tutti i continenti, e per la prima volta molte donne argentine, in fuga dal loro paese devastato dal crack economico causato anche dalla banca mondiale e da speculatori internazionali senza scrupoli, oltrechè da un proprio governo corrotto e incapace. Con Andrea Tessitore progettiamo invece MusicLab, su mandato dell’amministrazione comunale di Savona. Si tratta di un centro di produzioni musicali, con sale prove e studio di registrazione, che dovrebbe essere finanziato nel Contratto di quartiere due, un progettone con risorse dell’Unione Europea che vedrà la luce, forse, nel 2010. Se ne parlerà diffusamente su tutti i quotidiani, il Comune darà la notizia come se si facesse tutto in poche settimane. In realtà scopriremo negli anni a venire che il progetto non è stato finanziato sul serio, e dovremo ricontrattare il budget con la nuova amministrazione Berruti, che metterà finalmente nero su bianco gli impegni finanziari per realizzare un progetto che dovrebbe interessare centinaia di giovani musicisti di tutta la provincia. Alle 6 di mattina di una maledetta domenica di giugno squilla il cellulare che avevo dimenticato acceso, è Giuliano Rossi dell’Arci nazionale, un caro compagno ed amico, non riesce a parlare, quando ci riesce è per dirmi che un’ora prima è morto Tom, al policlinico Umberto I di Roma. Il giorno prima era stato colpito da un aneurisma durante una conferenza dibattito contro la guerra in Iraq, ha lottato per ore sotto i ferri, ma non ce l’ha fatta. Non posso spiegarvi il dolore e lo sgomento. Come ho avuto già occasione di scrivere di lui Tom è una delle figure politiche più importanti degli ultimi 20 anni di storia del nostro paese e l’affetto, la stima nei suoi confronti era per me, come per chi lo ha conosciuto, quasi incondizionata, nella mia vita mi è capitato solo con Enrico Berlinguer, al funerale del quale partecipai ragazzino con mio nonno Bacicin Spotorno, vecchio compagno della compagnia portuale. Monica, mia moglie, che lo ha conosciuto, è incredula e sgomenta, ma cerca di consolarmi. Il pensiero va subito a Eva, la compagna di Tom e al suo bambino di tre anni. Monica verrà con me a Roma, al funerale. Sarà il funerale più bello, lo so può sembrare ossimorico e quasi offensivo, al quale abbia mai partecipato. C’è tutta l’Arci, e ancora il sindaco di Roma Walter Veltroni, Moni Ovadia, Pietro Folena, Giovanna Melandri, Massimo D’Alema, Pietro Ingrao, Gino Strada, Achille Occhetto, Fausto Bertinotti, con Monica seguiremo in disparte le orazioni laiche di Nuccio Novene, di don Ciotti e dei nipoti di Tom, in piedi, vicino a Fassino (alto e magrissimo e devo dire anche poco simpatico..), Epifani e Cofferati. L’atmosfera è triste e gioiosa insieme, se n’è andato un uomo giusto, un uomo colto, un uomo di pace. Ce ne andiamo con She’s a Rainbow dei Rolling Stones che riecheggia in via dei Monti di Pietralata, amava i Rolling, Bob Dylan, era un libertario, un rivoluzionario non violento (e questo non è affatto un ossimoro). L’immortalità è questa, lasciare un segno negli altri, fare il proprio dovere con onestà e sincerità, il paradiso può attendere… |
Tom Benetollo | 2005, nuovi circoli crescono… Nel 2005 aprono nuovi circoli, come Cantina teatrale in via Quarda, dal gruppo dei Cattivi Maestri creato da Luciana Costantino, nel dicembre 2004 il circolo Il miglio verde in via Chiodo, che avrà notorietà nazionale dovuta al fatto che è gestita da carcerati, il circolo Bardamù di via Caboto, che provocherà tra gli abitanti della via una guerra al circolo che durerà a lungo e che si concluderà con la definitiva chiusura dello stesso nel 2007. |
La Cantina sarà una delle novità savonesi più belle, sul piano culturale e associativo del primo decennio del nuovo secolo, Gianluca Nasuti, Gabriele Catalano, Francesca Giacardi, Jacopo Marchisio, Maria Teresa Giacchetta, Federico Migliardi, Stelvio Varino, Monica Dall’Aglio daranno vita ad un teatro off dove troveranno spazio letteralmente centinaia di rappresentazioni e spettacoli, sia prodotti direttamente dai Cattivi maestri che delle migliori compagnie italiane. Anche la ristrutturazione di un “basso” di via Quarda è fatta con gusto e i soffitti a volta sono il “cielo” di un palcoscenico totale, tutto il circolo è teatro, anche i soci spesso fanno parte delle scenografie, a volte suntuose anche se sobrie, a volte minimaliste. Nel piccolo foyer si possono degustare vini chiacchierando con attori, scenografi e registi prima e dopo gli spettacoli. L’idea è raffinata e vincente, l’unico che non se ne avvede è l’ineffabile assessore alla cultura Godani che farà di tutto per emarginare l’esperienza. Confesso di avere i sensi di colpa per non avere il tempo di frequentarlo abbastanza, ma questa è l’occasione per manifestare la mia stima incondizionata nel coraggio, nella creatività e professionalità di questo gruppo di giovani savonesi, e l’orgoglio che siano nella nostra associazione. A Savona si crea una rete virtuosa di produzione e fruizione culturale tutta nei circoli Arci, il cinema del “redivivo” NuovoFilmstudio, il teatro “off” di Cantina, la musica del Miglio Verde e del Bardamù, il neo situazionismo dadaista di TrueLove in piazzetta Vacciuoli. Tutto questo mentre il teatro comunale Chiabrera è mestamente chiuso da lungo tempo in attesa di un restyling milionario. Se non ci fossero i nostri circoli Savona avrebbe la proposta culturale di un paesino della campagna tagika…(senza offesa per il Tagikistan). Riconoscimento da parte dell’amministrazione comunale? Provate ad immaginare.. Mi permetto un piccolo aneddoto sulla nascita del circolo il Miglio verde. Quando vengono in comitato due signori a chiedere informazioni per aprire il circolo si presentano in modo sospetto, mi lasciano fotocopie dei documenti d’identità e un sacco di dubbi. Quando capisco che uno dei due è Leonardo “Dino” Paradiso, che si è fatto almeno dieci anni per traffico internazionale di stupefacenti sono colto da qualche piccolo contraccolpo psicologico.. Dopo un primo approccio molto guardingo da parte di entrambi ci parliamo chiaramente e diventiamo amiconi. Dino mi racconta la sua storia, gli errori, gli eccessi, ma anche la dura detenzione in Sudamerica, le sofferenze e infine la redenzione. Impossibile non provare simpatia per Dino, che ha pagato tutte le sue colpe e non pretende di fare il ministro della Repubblica. Il progetto di un circolo ispirato al romanzo-feulleitton di S.King mi piace da matti, l’ambientazione interna richiama il carcere, pieno di sbarre, tutto gestito da carcerati che cercano, anche attraverso l’impegno autoironico, una via d’uscita al tunnel del carcere. All’apertura arrivano televisioni, giornali, dal punto di vista mediatico è un successone. Il circolo purtroppo non avrà vita lunga, problemi organizzativi ( i carcerati devono rientrare presto a “casa”) e gestionali chiuderanno in 2 anni l’esperienza. Dopo pochi giorni iniziano i controlli assillanti e aggressivi da parte dei vigili, talvolta sostenuti a turno da polizia o carabinieri. Se ne conteranno 21 in 4 mesi! Un sabato mi telefonano sul cellulare a mezzanotte, sono già 2 ore che due macchine dei vigili e una della polizia stazionano davanti al circolo di via Caboto. I vigili sono dentro, hanno interrotto un concertino, controllato tessere e documenti a tutti i presenti, tutti con la tessera Arci, e non se ne vogliono andare. Hanno denunciato alcuni soci presenti per resistenza e oltraggio. I facinorosi presenti sono alcuni docenti dell’università di Savona che chiedono motivazioni per un atteggiamento così aggressivo e presumibilmente fuori dai canoni professionali. Mi passano i vigili al telefono e comincio a trattare per poi passare alle minacce. Alla fine non troveranno nulla per fare verbali, ma nelle settimane e mesi successivi i controlli continueranno fino a demotivare l’intero gruppo dirigente che alla fine capitolerà dando in massa le dimissioni. Gli organismi e le gestioni successive saranno sempre pressate e questo porterà alla chiusura definitiva nell’autunno del 2007. I giornali locali daranno ampio risalto a questi fatti, sotto la pressione di alcuni consiglieri comunali, che andranno all’incasso di preferenze degli elettori della via dopo un anno, principalmente dell’integerrimo Giuseppe Casalinuovo. Per questo motivo verrà convocata almeno quattro volte in pochi mesi la terza commissione consigliare, che ogni volta costerà non meno di 2.000 euro! A fine maggio vengo convocato anch’io ad una di queste commissioni, insieme al comandate della polizia municipale. Gli interventi dei consiglieri sono surreali e visionabili nei verbali. Mantengo la calma e faccio proposte di incontro tra il circolo e gli abitanti della zona. Sarà tutto inutile… Non nascondo che il circolo, nelle ore tarde, possa aver provocato anche dei disagi nella zona, ma il battage politico-mediatico rimane grottesco e sproporzionato, così come l’intervento vessatorio e sistematico delle forze di sicurezza, obbligate all’intervento dalle telefonate di pochi, ma risoluti, abitanti della via. Anche qui un aneddoto: nella nottata di intervento con almeno tre auto e 10 agenti Savona fu lasciata alla mercè di un attacco vandalico senza precedenti, con auto e motorini dati alle fiamme, cassonetti bruciati…tutto testimoniato dai quotidiani di quei giorni. Ma sotto il consiglio di qualche consigliere comunale evidentemente si decise che il “public enemy” savonese fosse un circolo culturale…adieu. A settembre, con il nostro mediatore Brahim Zaidi, vado in Marocco per conto dell’associazione. Da alcuni mesi abbiamo spedito via nave tre autobus “usati ma buoni” donati dall’ACTS. L’operazione fa parte di un progetto di mini cooperazione decentrata che vede da tempo impegnata Arcisolidarietà Savona, il comune di Savona, l’ACTS e la SMS Cantagalletto. La nostra mitica SMS, con tanti volontari, delle alture savonesi ha infatti organizzato una serie di cene dedicate alla solidarietà internazionale, e ci ha donato 1.500 euro che abbiamo investito nei costi di spedizione dei bus e per materiale didattico per le scuole. I comuni di Bouznika e Cherrat, due comuni rurali vicini all’oceano, situati tra Rabat e Casablanca, sono i territori interessati, le associazioni di volontariato del posto hanno preso in dotazione i tre bus, uno andrà poi alla città di Khourigba, e li hanno trasformati in scuolabus, portando a scuola e riportando a casa 800 bambini ogni giorno. L’accoglienza è affettuosa, curiosa, festosa, insomma persino imbarazzante. Si gira e lavora 14 ore al giorno tra incontri istituzionali e con le associazioni, pranzi a base di cous-cous nelle case dei compagni delle associazioni. Il secondo giorno è pronta una cerimonia ufficiale a sorpresa per la consegna degli scuolabus. In una enorme tenda “alzata” per l’occasione troverò ad aspettarci il governatore della Regione, il Sindaco di Cherrat che è anche il parlamentare del collegio locale, le televisioni nazionali principali (RTM e 2M), tutti i capifamiglia del paese, i rappresentanti delle associazioni locali alle quali abbiamo dato in comodato i bus, insomma centinaia di persone che mi attendono. Sono emozionato e capisco come si possano fare azioni semplici e utili senza fare la carità, cercando di capire tutto ciò che ci unisce. Il giorno del rientro, nell’aeroporto di Casablanca, sui maxi schermi, vedo al telegiornale della televisione nazionale 2M il reportage da Cherrat, subito dopo un servizio su Re Mohammed VI. Il merito di tutto va decisamente a Brahim, che ha pensato, progettato e seguito tutta l’organizzazione. Di quei giorni rimane un video girato da un volontario delle associazioni locali e montato con Diego Scarponi e Andrea Tessitore del Cesavo che testimonia come attraverso piccole azioni un mondo diverso sia possibile. Sono esperienze che lasciano segni indelebili, e per questo ringrazio questa bizzarra, complessa ma generosa associazione che è l’Arci. |
| 2006, la torre di Fuksas e il nostro congresso Comunque sia, la candidatura unitaria del centro sinistra ci costringe ad una serrata discussione interna. Infatti una parte del gruppo dirigente dell’Arci non dimentica la pessima uscita di Ruggeri e lo scarso dialogo con noi. Dovremo discutere in diversi consigli provinciali la linea. |
Sulla proposta di sostegno a Federico vado sotto in un tesissimo Consiglio provinciale. Diversi dirigenti Arci sono impegnati nella lista che vede Patrizia Turchi candidata sindaco, fuoriuscita da Rifondazione Comunista, e facciamo fatica a far passare la linea di sostegno ad un centro sinistra unito elettoralmente, ma piuttosto debole politicamente. Alla fine passa il documento di sostegno, ma il dibattito interno lascia il segno e qualche rapporto in Arci s’incrina… Berruti vincerà con un’ampia maggioranza al primo turno. Daremo un contributo di idee e progettualità che rimarranno nei cassetti pre-elettorali. Il 10 giugno celebriamo il nostro congresso. Presso NuovoFilmstudio apriamo alla presenza del presidente nazionale Paolo Beni, del neo Sindaco Federico Berruti. Interverranno anche Giovanni Lunardon, segretario dei DS, GianLuigi Granero per LegaCoop, Riccardo Viaggi portavoce del Forum del terzo settore, Anna Traverso per CGIL, Anna Camposeragna,, direttrice del Cesavo. Apro il congresso facendo proiettare un breve video su Tom. Quando tocca a me non riesco a parlare. Ci provo, ma piango in modo patetico. La gente in sala mi guarda i style="mso-bidi-font-style:normal">basita. Dopo qualche minuto d’imbarazzo parto e sviluppo il mio discorso. L’applauso finale mi sembra sincero e liberatorio. Il congresso eleggerà un nuovo consiglio provinciale e riunirà in un’unica figura il dualismo precedente. Praticamente per la prima volta vengo eletto presidente dell’associazione, mi affiancherà come vice presidente provinciale Marisa Ghersi, che per anni ha svolto un prezioso lavoro sui temi dell’immigrazione e che si è costruita un bagaglio di competenze importante e riconosciute anche fuori dall’associazione. Il consiglio provinciale eleggerà l’ufficio di presidenza composto oltrechè da me, da Mimmo, Marisa, Andrea Tessitore (eletto da poco presidente di nuovoFilmstudio, il circolo con più iscritti Arci in provincia), Roberto Costagli e Sandra Sonaglia. Del consiglio faranno parte anche Antonio Prato, Francesca Giacardi, Simona di Tullio, Ida Bortolini, Ada Berta, Marco Aschero, Franco Agosto, Simone Mara, Fabio Pastorino, Giovanni De Benedetti, Brahim Zaidi, Giorgio Crocco, Daniela Galatolo, Gianluca Varacalli, Giampaolo Grollero. Per i Revisori dei Conti saranno eletti Romana Ratto, Marcello Falco, Angelo Ghersi, Antonio Fabbri e Ascanio Magi, mentre saranno Garanti Anna Camposeragna, Gabriele Catalano, Albino Veirana, Nicoletta Griffo e Angelo Berio. Durante l’estate esplode il caso Fuksas. Viene infatti presentato presso l’Unione industriali il progetto di massima per la realizzazione del porto turistico della Margonara che comprende anche un grattacielo di 130 metri disegnato dall’architetto di origine lituana Massimiliano Fuksas. Partono di dafault anche le lettere di sgombero di tutta la zona che interessa anche il nostro piccolo circolo di pescatori della Madunetta. Partecipiamo ad un’iniziativa dimostrativa con Legambiente proprio nella sede del circolo. L’impressione è che il progettone sia ineluttabile, tuttavia proprio da quell’occasione nasce il comitato contro il porto turistico e il “belino attorcigliato” di Fuksas, così come lo ha definito Beppe Grillo. IIl circolo verrà abbattuto da lì ad un anno. Finisce mestamente la storia di un sodalizio che ha visto generazioni di savonesi trovare lì il proprio rapporto con il mare. L’autorità portuale avrebbe almeno potuto proporre un nuovo sito dove spostare il circolo, ma evidentemente il tutto presuppone troppa attenzione ad un approccio non speculativo alla vita del mare. Il progetto definitivo verrà presentato nel 2007 con ulteriori nuovi volumi (la “nuvola” congressuale di Fuksas), dal punto di vista estetico ammetto che sia interessante, ma l’opera continua a sembrarmi faraonica e sovradimensionata per una piccola città come Savona, comunque vedremo.
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