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ESCLUSIVO/ Sesta e ultima punta: La mia vita nell’Arci savonese

2004: sportello delle donne immigrate

2005: la “Cantina teatrale” di via Guarda

2006: esplode il “caso Fuksas”

La cronaca di 17 anni di vita in provincia tra ricordi, passione, altruismo, al di fuori di ogni ideologia. Con ineffabili personaggi come Godani e Melgrati. Le lotte perse e quelle vinte. I tre autobus (usati) dell’Acts donati  al Marocco

 

 di  Giovanni Durante *

 


Giovanni Durante*

2004, ci lascia improvvisamente Tom Benetollo

In collaborazione con la cooperativa ArciMedia avviamo il progetto dello sportello Integrazione, finanziato dalla Regione Liguria. Marisa Ghersi è la coordinatrice, lavoreranno con lei tre mediatrici culturali, la marocchina Wafaa (sostituita poi da Fatiha), Mbarime (per tutti Mara), di origine albanese e l’equadoriana Esther Olaya.         

Il gruppo delle nostre “ragazze” è di quelli che lasciano il segno. Lo sportello è aperto presso l’ufficio di Informagiovani di Savona e si occupa di fornire servizi alle donne immigrate

Si lavora sull’orientamento al lavoro e alla formazione professionale, sugli aspetti relativi alla prevenzione sociale e sanitaria, sulla contraccezione per prevenire gli aborti, fenomeno in crescita tra le donne migranti. Ovviamente non siamo il CIF, e per chiarire siamo per la difesa ad oltranza della 194, ma è per spiegare che chi è  favorevole alla legge sull’interruzione volontaria di gravidanza non è contento se si praticano gli aborti al posto della contraccezione, su questo è persino troppo facile cogliere le contraddizioni della chiesa, che se è contraria all’aborto dovrebbe appunto promuovere campagne sulla contraccezione e l’uso del preservativo, ma i tempi sono quelli di un alto medioevo tecnologico.

Nei primi mesi dello sportello arriveranno signore di tutti i continenti, e per la prima volta molte donne argentine, in fuga dal loro paese devastato dal crack economico causato anche dalla banca mondiale e da speculatori internazionali senza scrupoli, oltrechè da un proprio governo corrotto e incapace.

Con Andrea Tessitore progettiamo invece MusicLab, su mandato dell’amministrazione comunale di Savona.

Si tratta di un centro di produzioni musicali, con sale prove e studio di registrazione, che dovrebbe essere finanziato nel Contratto di quartiere due, un progettone con risorse dell’Unione Europea che vedrà la luce, forse, nel 2010. Se ne parlerà diffusamente su tutti i quotidiani, il Comune darà la notizia come se si facesse tutto in poche settimane. In realtà scopriremo negli anni a venire che il progetto non è stato finanziato sul serio, e dovremo ricontrattare il budget con la nuova amministrazione Berruti, che metterà finalmente nero su bianco gli impegni finanziari per realizzare un progetto che dovrebbe interessare centinaia di giovani musicisti di tutta la provincia.

Alle 6 di mattina di una maledetta domenica di giugno squilla il cellulare che avevo dimenticato acceso, è Giuliano Rossi dell’Arci nazionale, un caro compagno ed amico, non riesce a parlare, quando ci riesce è per dirmi che un’ora prima è morto Tom, al policlinico Umberto I di Roma. Il giorno prima era stato colpito da un aneurisma durante una conferenza dibattito contro la guerra in Iraq, ha lottato per ore sotto i ferri, ma non ce l’ha fatta. Non posso spiegarvi il dolore e lo sgomento. Come ho avuto già occasione di scrivere di lui Tom è una delle figure politiche più importanti degli ultimi 20 anni di storia del nostro paese e l’affetto, la stima nei suoi confronti era per me, come per chi lo ha conosciuto, quasi incondizionata, nella mia vita mi è capitato solo con Enrico Berlinguer, al funerale del quale partecipai ragazzino con mio nonno Bacicin Spotorno, vecchio compagno della compagnia portuale.

Monica, mia moglie, che lo ha conosciuto, è incredula e sgomenta, ma cerca di consolarmi. Il pensiero va subito a Eva, la compagna di Tom e al suo bambino di tre anni.

Monica verrà con me a Roma, al funerale. Sarà il funerale più bello, lo so può sembrare ossimorico e quasi offensivo, al quale abbia mai partecipato. C’è tutta l’Arci, e ancora il sindaco di Roma Walter Veltroni, Moni Ovadia, Pietro Folena, Giovanna Melandri, Massimo D’Alema, Pietro Ingrao, Gino Strada, Achille Occhetto, Fausto Bertinotti, con Monica seguiremo in disparte le orazioni laiche di Nuccio Novene, di don Ciotti e dei nipoti di Tom, in piedi, vicino a Fassino (alto e magrissimo e devo dire anche poco simpatico..), Epifani e Cofferati. L’atmosfera è triste e gioiosa insieme, se n’è andato un uomo giusto, un uomo colto, un uomo di pace.

Ce ne andiamo con She’s a Rainbow dei Rolling Stones che riecheggia in via dei Monti di Pietralata, amava i Rolling, Bob  Dylan, era un libertario, un rivoluzionario non violento (e questo non è affatto un ossimoro). L’immortalità è questa, lasciare un segno negli altri, fare il proprio dovere con onestà e sincerità, il paradiso può attendere… 


Tom Benetollo

2005, nuovi circoli crescono…

Nel 2005 aprono nuovi circoli, come Cantina teatrale in via Quarda, dal gruppo dei Cattivi Maestri creato da Luciana Costantino, nel dicembre 2004 il circolo Il miglio verde in via Chiodo, che avrà  notorietà nazionale dovuta al fatto che è gestita da carcerati, il circolo Bardamù di via Caboto, che provocherà tra gli abitanti della via una guerra al circolo che durerà a lungo e che si concluderà con la definitiva chiusura dello stesso nel 2007.

 La Cantina sarà una delle novità savonesi più belle, sul piano culturale e associativo del primo decennio del nuovo secolo, Gianluca Nasuti, Gabriele Catalano, Francesca Giacardi, Jacopo Marchisio, Maria Teresa Giacchetta, Federico Migliardi, Stelvio Varino, Monica Dall’Aglio daranno vita ad un teatro off dove troveranno spazio letteralmente centinaia di rappresentazioni e spettacoli, sia prodotti direttamente dai Cattivi maestri che delle migliori compagnie italiane.                                           

Anche la ristrutturazione di un “basso” di via Quarda è fatta con gusto e i soffitti a volta sono il “cielo” di un palcoscenico totale, tutto il circolo è teatro, anche i soci spesso fanno parte delle scenografie, a volte suntuose anche se sobrie, a volte minimaliste. Nel piccolo foyer si possono degustare vini chiacchierando con attori, scenografi e registi prima e dopo gli spettacoli. L’idea è raffinata e vincente, l’unico che non se ne avvede è l’ineffabile assessore alla cultura Godani che farà di tutto per emarginare l’esperienza. Confesso di avere i sensi di colpa per non avere il tempo di frequentarlo abbastanza, ma questa è l’occasione per manifestare la mia stima incondizionata nel coraggio, nella creatività e professionalità di questo gruppo di giovani savonesi, e l’orgoglio che siano nella nostra associazione.

A Savona si crea una rete virtuosa di produzione e fruizione culturale tutta nei circoli Arci, il cinema del “redivivo” NuovoFilmstudio, il teatro “off” di Cantina, la musica del Miglio Verde e del Bardamù, il neo situazionismo dadaista di TrueLove in piazzetta Vacciuoli.

Tutto questo mentre il teatro comunale Chiabrera è mestamente chiuso da lungo tempo in attesa di un restyling  milionario. Se non ci fossero i nostri circoli Savona avrebbe la proposta culturale di un paesino della campagna tagika…(senza offesa per il Tagikistan). Riconoscimento da parte dell’amministrazione comunale? Provate ad immaginare..

Mi permetto un piccolo aneddoto sulla nascita del circolo il Miglio verde.

Quando vengono in comitato due signori a chiedere informazioni per aprire il circolo si presentano in modo sospetto, mi lasciano fotocopie dei documenti d’identità e un sacco di dubbi.

Quando capisco che uno dei due è Leonardo “Dino” Paradiso, che si è fatto almeno dieci anni per traffico internazionale di stupefacenti sono colto da qualche piccolo contraccolpo psicologico..

Dopo un primo approccio molto guardingo da parte di entrambi ci parliamo chiaramente e diventiamo amiconi.

Dino mi racconta la sua storia, gli errori, gli eccessi, ma anche la dura detenzione in Sudamerica, le sofferenze e infine la redenzione. Impossibile non provare simpatia per Dino, che ha pagato tutte le sue colpe e non pretende di fare il ministro della Repubblica.

Il progetto di un circolo ispirato al romanzo-feulleitton di S.King mi piace da matti, l’ambientazione interna richiama il carcere, pieno di sbarre, tutto gestito da carcerati che cercano, anche attraverso l’impegno  autoironico, una via d’uscita al tunnel del carcere.

All’apertura arrivano televisioni, giornali, dal punto di vista mediatico è un successone. Il circolo purtroppo non avrà vita lunga, problemi organizzativi ( i carcerati devono rientrare presto a “casa”) e gestionali chiuderanno in 2 anni l’esperienza.                                                                     

 Nell’aprile comincia la persecuzione nei confronti del circolo Bardamù, il cui nome è mutuato da una canzone di Vinicio Capossela; il gruppo dei soci è tutto basato sul volontariato, provano a fare mostre d’arte, presentazione di libri, musica.

Dopo pochi giorni iniziano i controlli assillanti e aggressivi da parte dei vigili, talvolta sostenuti a turno da polizia o carabinieri. Se ne conteranno 21 in 4 mesi!

Un sabato mi telefonano sul cellulare a mezzanotte, sono già 2 ore che due macchine dei vigili e una della polizia stazionano davanti al circolo di via Caboto. I vigili sono dentro, hanno interrotto un concertino, controllato tessere e documenti a tutti i presenti, tutti con la tessera Arci,  e non se ne vogliono andare. Hanno denunciato alcuni soci presenti per resistenza e oltraggio. I facinorosi presenti sono alcuni docenti dell’università di Savona che chiedono motivazioni per un atteggiamento così aggressivo e presumibilmente fuori dai canoni professionali.

Mi passano i vigili al telefono e comincio a trattare per poi passare alle minacce. Alla fine non troveranno nulla per fare verbali, ma nelle settimane e mesi successivi i controlli continueranno fino a demotivare l’intero gruppo dirigente che alla fine capitolerà dando in massa le dimissioni.

Gli organismi e le gestioni successive saranno sempre pressate e questo porterà alla chiusura definitiva nell’autunno del 2007.

I giornali locali daranno ampio risalto a questi fatti, sotto la pressione di alcuni consiglieri comunali, che andranno all’incasso di preferenze degli elettori della via dopo un anno, principalmente dell’integerrimo Giuseppe Casalinuovo. Per questo motivo verrà convocata almeno quattro volte in pochi mesi la terza commissione consigliare, che ogni volta costerà non meno di 2.000 euro!

A fine maggio vengo convocato anch’io ad una di queste commissioni, insieme al comandate della polizia municipale. Gli interventi dei consiglieri sono surreali e visionabili nei verbali. Mantengo la calma e faccio proposte di incontro tra il circolo e gli abitanti della zona. Sarà tutto inutile…

Non nascondo che il circolo, nelle ore tarde, possa aver provocato anche dei disagi nella zona, ma il battage politico-mediatico rimane grottesco e sproporzionato, così come l’intervento vessatorio e sistematico delle forze di sicurezza, obbligate all’intervento dalle telefonate di pochi, ma risoluti, abitanti della via.

Anche qui un aneddoto: nella nottata di intervento con almeno tre auto e 10 agenti Savona fu lasciata alla mercè di un attacco vandalico senza precedenti, con auto e motorini dati alle fiamme, cassonetti bruciati…tutto testimoniato dai quotidiani di quei giorni. Ma sotto il consiglio di qualche consigliere comunale evidentemente si decise che il “public enemy” savonese fosse un circolo culturale…adieu.

A settembre, con il nostro mediatore Brahim Zaidi, vado in Marocco per conto dell’associazione.

Da alcuni mesi abbiamo spedito via nave tre autobus “usati ma buoni” donati dall’ACTS. L’operazione fa parte di un progetto di mini cooperazione decentrata che vede da tempo impegnata Arcisolidarietà Savona, il comune di Savona, l’ACTS e la SMS Cantagalletto.

La nostra mitica SMS, con tanti volontari, delle alture savonesi ha infatti organizzato una serie di cene dedicate alla solidarietà internazionale, e ci ha donato 1.500 euro che abbiamo investito nei costi di spedizione dei bus e per  materiale didattico per le scuole.

I comuni di Bouznika e Cherrat, due comuni rurali vicini all’oceano, situati tra Rabat e Casablanca, sono i territori interessati, le associazioni di volontariato del posto hanno preso in dotazione i tre bus, uno andrà poi alla città di Khourigba, e li hanno trasformati in scuolabus, portando a scuola e riportando a casa 800 bambini ogni giorno. L’accoglienza è affettuosa, curiosa, festosa, insomma persino imbarazzante.

Si gira e lavora 14 ore al giorno tra incontri istituzionali e con le associazioni, pranzi a base di cous-cous nelle case dei compagni delle associazioni. Il secondo giorno è pronta una cerimonia ufficiale a sorpresa per la consegna degli scuolabus. In una enorme tenda “alzata” per l’occasione troverò ad aspettarci il governatore della Regione, il Sindaco di Cherrat che è anche il parlamentare del collegio locale, le televisioni nazionali principali (RTM e 2M), tutti i capifamiglia del paese, i rappresentanti delle associazioni locali alle quali abbiamo dato in comodato i bus, insomma centinaia di persone che mi attendono. Sono emozionato e capisco come si possano fare azioni semplici e utili senza fare la carità, cercando di capire tutto ciò che ci unisce.

Il giorno del rientro, nell’aeroporto di Casablanca, sui maxi schermi, vedo al telegiornale della televisione nazionale 2M il reportage da Cherrat, subito dopo un servizio su Re Mohammed VI.

 La gente in fila per il check-in mi riconosce e mi fa i complimenti per la bella iniziativa, ringrazio imbarazzato, anche perché non ho capito nulla del telegiornale in arabo, ma mi rendo conto dell’importanza che ha avuto l’iniziativa di cooperazione, soprattutto sul piano simbolico, che sancisce l’amicizia tra i nostri popoli.

Il merito di tutto va decisamente a Brahim, che ha pensato, progettato e seguito tutta l’organizzazione.

Di quei giorni rimane un video girato da un volontario delle associazioni locali e montato con Diego Scarponi e Andrea Tessitore del Cesavo che testimonia come attraverso piccole azioni un mondo diverso sia possibile. Sono esperienze che lasciano segni indelebili, e per questo ringrazio questa bizzarra, complessa ma generosa associazione che è l’Arci.   

Federico Berruti

2006, la torre di Fuksas e il nostro congresso

L’anno si apre con i movimenti per le prossime elezioni amministrative che si svolgeranno a maggio. Candidato sindaco sarà Federico Berruti, vice presidente della Provincia di Savona in ticket con il presidente Marco Bertolotto. Federico la spunterà dopo mesi turbolenti e ne farà parzialmente le spese Lorena Rambaudi, candidata in pectore per mesi, la quale ripiegherà sulla vice presidenza della Provincia.
Comunque sia, la candidatura unitaria del centro sinistra ci costringe ad una serrata discussione interna. Infatti una parte del gruppo dirigente dell’Arci non dimentica la pessima uscita di Ruggeri e lo scarso dialogo con noi. Dovremo discutere in diversi consigli provinciali la linea.

Sulla proposta di sostegno a Federico vado sotto in un tesissimo Consiglio provinciale. Diversi dirigenti Arci sono impegnati nella lista che vede Patrizia Turchi candidata sindaco, fuoriuscita da Rifondazione Comunista, e facciamo fatica a far passare la linea di sostegno ad un centro sinistra unito elettoralmente, ma piuttosto debole politicamente.

Alla fine passa il documento di sostegno, ma il dibattito interno lascia il segno e qualche rapporto in Arci s’incrina…

Berruti vincerà con un’ampia maggioranza al primo turno. Daremo un contributo di idee e progettualità che rimarranno nei cassetti pre-elettorali. Il 10 giugno celebriamo il nostro congresso. Presso NuovoFilmstudio apriamo alla presenza del presidente nazionale Paolo Beni, del neo Sindaco Federico Berruti. Interverranno anche Giovanni Lunardon, segretario dei DS, GianLuigi Granero per LegaCoop, Riccardo Viaggi portavoce del Forum del terzo settore, Anna Traverso per CGIL, Anna Camposeragna,, direttrice del Cesavo.

Apro il congresso facendo proiettare un breve video su Tom. Quando tocca a me non riesco a parlare. Ci provo, ma piango in modo patetico. La gente in sala mi guarda i style="mso-bidi-font-style:normal">basita. Dopo qualche minuto d’imbarazzo parto e sviluppo il mio discorso. L’applauso finale mi sembra sincero e liberatorio.                         

Il congresso eleggerà un nuovo consiglio provinciale e riunirà in un’unica figura il dualismo precedente. Praticamente per la prima volta vengo eletto presidente dell’associazione, mi affiancherà come vice presidente provinciale Marisa Ghersi, che per anni ha svolto un prezioso lavoro sui temi dell’immigrazione e che si è costruita un bagaglio di competenze importante e riconosciute anche fuori dall’associazione.

Il consiglio provinciale eleggerà l’ufficio di presidenza composto oltrechè da me, da Mimmo, Marisa, Andrea Tessitore (eletto da poco presidente di nuovoFilmstudio, il circolo con più iscritti Arci in provincia), Roberto Costagli e Sandra Sonaglia.

Del consiglio faranno parte anche Antonio Prato, Francesca Giacardi, Simona di Tullio, Ida Bortolini, Ada Berta, Marco Aschero, Franco Agosto, Simone Mara, Fabio Pastorino, Giovanni De Benedetti, Brahim Zaidi, Giorgio Crocco, Daniela Galatolo, Gianluca Varacalli, Giampaolo Grollero.

Per i Revisori dei Conti saranno eletti Romana Ratto, Marcello Falco, Angelo Ghersi, Antonio Fabbri e Ascanio Magi, mentre saranno Garanti Anna Camposeragna, Gabriele Catalano, Albino Veirana, Nicoletta Griffo e Angelo Berio.

Durante l’estate esplode il caso Fuksas. Viene infatti presentato presso l’Unione industriali il progetto di massima per la realizzazione del porto turistico della Margonara che comprende anche un grattacielo di 130 metri disegnato dall’architetto di origine lituana Massimiliano Fuksas. Partono di dafault anche le lettere di sgombero di tutta la zona che interessa anche il nostro piccolo circolo di pescatori della Madunetta.

Partecipiamo ad un’iniziativa dimostrativa con Legambiente proprio nella sede del circolo. L’impressione è che il progettone sia ineluttabile, tuttavia proprio da quell’occasione nasce il comitato contro il porto turistico e il “belino attorcigliato” di Fuksas, così come lo ha definito Beppe Grillo.

IIl circolo verrà abbattuto da lì ad un anno. Finisce mestamente la storia di un sodalizio che ha visto generazioni di savonesi trovare lì il proprio rapporto con il mare. L’autorità portuale avrebbe almeno potuto proporre un nuovo sito dove spostare il circolo, ma evidentemente il tutto presuppone troppa attenzione ad un approccio non speculativo alla vita del mare.

Il progetto definitivo verrà presentato nel 2007 con ulteriori nuovi volumi (la “nuvola” congressuale di Fuksas), dal punto di vista estetico ammetto che sia interessante, ma l’opera continua a sembrarmi faraonica e sovradimensionata per una piccola città come Savona, comunque vedremo.


Emanuele Luzzati

2007, l’anno del cinquantesimo dell’Arci

Il 26 gennaio muore improvvisamente Emanuele Luzzati, pittore, scenografo. Uno dei più grandi artisti italiani del novecento. Con l’Arci di Savona ha sempre avuto un legame affettivo costruito nei decenni da Mimmo Turchi che coinvolse Lele già nei primissimi anni ottanta con le attività di ArciRagazzi nazionale. Infatti il sole che ride, da sempre simbolo di Arciragazzi è proprio di Luzzati, come la prima campagna di tesseramento, il calendario perpetuo del 1983…

Per noi Luzzati ha realizzato anche le tavole illustrative di una fiaba di Marino Lagorio raccolte in un bellissimo libro di banca Etica Savona mai distribuito dal GIT savonese, tavole che credo siano ancora custodite da qualcuno a Savona... La fiaba, scritta per la promozione della finanza etica e per la gestione consapevole del risparmio, giace in qualche magazzino, e siccome il libro è sempre valido spero un giorno veda la luce e finisca magari per essere distribuito nelle scuole savonesi.

Venerdi 30 marzo il nuovo circolo Arci Raindogs, in zona porto, viene attaccato senza motivo da un gruppo di naziskin. Il circolo aperto da poche settimane diventa da subito un punto di riferimento per la buona musica e la cultura savonese. Nato dall’impegno di Sergio Vallarino, in arte Zibba, noto e apprezzato musicista varazzino, e da Marco Traverso, in arte Mr. Garcia, giornalista-musicologo, il circolo si segnala per le tante iniziative che vanno dai reading poetici al blues (vera anima del sodalizio), dal cinema cult al teatro.

L’aggressione dei naziskin è quindi tanto inspiegabile quanto allarmante. I quotidiani locali dedicano le prime pagine e le locandine dell’edicole. Giungeranno da tutta Italia attestazioni di solidarietà al circolo e all’Arci, come dall’Anpi e dai partiti politici della sinistra savonese. La polizia arresta già nella notte tre giovani, e le indagini serrate della questura di Savona porteranno rapidamente all’individuazione della banda degli aggressori che verranno denunciati. Solo uno degli incriminati è savonese, gli altri risulteranno imperiesi e di Casarza Ligure. Ancora oggi risultano oscure le motivazioni dell’agguato, che conosceremo meglio quando verrà celebrato il processo. Devo segnalare il comportamento esemplare del direttivo e dei soci del Raindogs, i quali risposero alla violenza con atteggiamento ghandiano, isolando in modo inequivocabile il gruppo di giovani, confusi  e imbecilli neofascisti.

Proprio con il Raindogs organizziamo il concerto del 24 aprile, in Piazza Sisto IV. Con il neo assessore alla cultura strong>Ferdinando Molteni, con l’Anpi e il comitato per le manifestazioni proponiamo infatti di organizzare il concentramento finale della serata tradizionale del 24 aprile (data dell’insurrezione e liberazione della Città medaglia d’oro alla Resistenza) con un concerto musicale dedicato ai ragazzi. Suoneranno per l’occasione Zibba e Almalibre, gli Eazy Skankers e i JollyRoger. Dopo il vigliacco assalto al circolo siamo tutti un po’ tesi, fortunatamente filerà tutto liscio e il corteo proveniente da Piazza Martiri verrà accolto da oltre 300 ragazzi in Piazza Sisto. Gli oratori non vedevano tanto pubblico da parecchi anni…

Esattamente dieci anno dopo la storia si ripete, Cambia il sindaco di Alassio, ma non le manie di persecuzione nei confronti del circolo Arci Brixton. Infatti il monarchico Marco Melgrati, in una conferenza stampa, lancia la crociata contro il punto di riferimento delle culture giovanili del ponente.

Il 17 maggio partecipo ad un’assemblea pubblica convocata da Stefano Scilironi, presidente del sodalizio, e si presenta l’assessore al turismo, nonché presidente degli albergatori che hanno dichiarato guerra al Brixton.

Finisce a tarallucci e vino, ma il circolo si autolimita nella programmazione come segnale di attenzione ai bisogni emersi dalla zona. Per adesso la pax turistica regge ancora…

A fine maggio organizziamo con la SMS Cantagalletto una riuscitissima serata “cous cous e fainà”, incontro tra le culture liguri e marocchine.

Il gruppo di volontari del sodalizio di Cantagalletto incontra i volontari capitanati da Brahim Zaidi, e si piacciono subito. Il cous cous preparato dai volontari marocchini di Genova accompagna la farinata savonese, e l’abbinamento avvicina tutti. Durante la serata ci sarà spazio per la danza del ventre di Fatiha, un’avvenente mediatrice culturale che di lavoro aiuta gli immigrati maghrebini nelle aule dei tribunali. La serata inserita nel ciclo “solidarietà a settembre” vede la partecipazione di 150 persone paganti e l’incasso ci viene consegnato per realizzare una sala multimediale per le scuole di Bouznika e Cherrat, di cui ho già scritto precedentemente. Il nostro Brahim porterà in Marocco a gennaio 2008 un computer portatile, un videoproiettore e un impianto audio per attrezzare una sala messa a disposizione dal comune di Cherrat realizzando un’aula attrezzata per l’insegnamento dell’informatica e come ludoteca per i bambini delle scuole.

Il 16 aprile esce il numero zero della newsletter elettronica @rcinet. L’idea è quella di realizzare una rivista settimanale da inviare ad una mailing list di soci Arci composta dagli elenchi messi a disposizione dai circoli culturali e giovanili. Da subito gli indirizzi saranno quasi 3000 tra i soci di NuovoFilmstudio, Cantina Teatrale, Brixton e TrueLove. @rcinet ci permette di creare una programmazione comune tra i circoli da proporre ai soci, informando ogni settimana su musica, teatro, cinema, arti visive, performance…

Marisa ogni settimana raccoglie le informazioni e impagina una rivista leggera ed elegante, completa delle occasioni culturali in provincia nei circoli Arci. A parte una quindicina di casi di richiesta di cancellazione dalla mailing list, @rcinet diventa uno strumento d’informazione abituale ed apprezzato per i nostri soci, che nel frattempo diventano 3200. La newsletter diventerà progressivamente una grande potenzialità di comunicazione diretta con il nostro corpo sociale.

A maggio il presidente regionale dell’Arci, Massimiliano Morettini, entra nello staff di Marta Vincenzi (superMarta), neo sindaco di Genova, e diventa assessore.

Massimiliano lascia dopo otto anni di presidenza, con un lavoro alle spalle molto importante, avendo costruito in questo periodo progetti coinvolgenti, coprendo un ruolo di primo piano nelle giornate “drammatiche” del Forum sociale mondiale di Genova, strutturando il regionale molto a sua immagine e somiglianza.

Il nostro comitato ha sempre promosso in modo convinto il ruolo di ArciLiguria sostenendo negli anni la presidenza di Maurizio Maggiani dei primi anni novanta e di Massimo Federici nella seconda metà degli stessi anni.

Maurizio Maggiani è oggi uno dei più apprezzati narratori italiani e per diversi anni ha guidato l’associazione a livello regionale. Il successo del suo romanzo “il coraggio del pettirosso”, vincitore nel 1995 dei premi Viareggio e Campiello, lo convinse che era venuto il momento di lasciare il ruolo di presidente regionale per dedicarsi a tempo pieno al lavoro di scrittore. Al suo posto decidiamo di incaricare Massimo Federici, oggi sindaco della città di La Spezia che traghetterà il regionale fino alla presidenza Morettini.

Sia con Maurizio che con Massimo i rapporti sono stati non solo di lavoro, ma di amicizia e stima profonda.

Tornando all’estate 2007 devo dire che si apre una situazione davvero incasinata, perché l’addio improvviso di Massimilano lascia l’associazione impreparata al ricambio.

Dopo tanti anni di lavoro, credo impegnativo e serio, un po’ mi aspetto che mi venga chiesto di assumere l’incarico di presidente regionale..

E invece no, i “pretendenti” sono diversi, e il comitato di Savona sostiene convintamene la mia candidatura.

Il rischio è la paralisi del comitato ArciLiguria, perché nessuna candidatura ottiene il consenso convinto degli altri comitati territoriali. Dopo diversi mesi di confronto, mediazioni, anche brutte azioni sul piano personale, mi convinco che per il bene dell’associazione sia meglio fare un passo indietro e convergiamo sulla candidatura di Walter Massa, coordinatore del comitato genovese. Credo che si tratti di una scelta giusta, e dopo diverse direzioni regionali alquanto brutte finiamo per eleggerlo presidente regionale nel mese di ottobre ritrovando un’unità dell’associazione un po’ “pesta”, ma credo progressivamente piena. Nell’accordo raggiunto diventa con me vicepresidente regionale Antonella Franciosi del comitato spezzino.

Tutta la vicenda mi lascia sinceramente con l’amaro in bocca, sia personalmente che come comitato savonese. Tuttavia la lealtà nei confronti di Walter e di ArciLiguria sarà assicurata da tutta l’Arci savonese.

 Credo che la “storia” che vi ho raccontato faccia capire il senso di appartenenza, la serietà, la passione, la professionalità che ho cercato di mettere nel mio lavoro, i risultati ovviamente giudicateli voi.

Voglio ringraziare con il cuore tutte le persone che hanno attraversato la vita dell’Arci, o che sono state attraversate dalle attività. La mission di questa associazione non è un ideologia, non è il fine per il quale si giustificano i mezzi, ma la somma di comportamenti individuali, la condivisione di progetti concreti, il lavoro quotidiano, la passione per ciò che si fa insieme, e tutto ciò non potrebbe esistere se non ci fossero le persone, i rapporti umani, la fantasia, l’onestà, il gioco, la professionalità, la stima, l’amicizia.

L’Arci è l’insieme delle storie delle persone che hanno fatto tutto ciò, in 17 anni ho conosciuto centinaia di donne e uomini, ragazze e ragazzi, tutti con sogni e speranze, che hanno incrociato le proprie vite, progettando e lavorando per migliorare la vita di tutti. Molti in questa storia che ho scritto non ci sono, ma devono sapere che hanno comunque lasciato un ricordo, un segno di sé, a tutti loro va il mio ringraziamento, spero di aver fatto altrettanto con ognuno di loro.

 

Giovanni Durante

A fine estate L' ARCI presenterà il libro "50+1, storia dell'arci savonese", a cura di Marisa Ghersi

* Giovanni Durante  Ha 42 anni, sposato con Monica, il figlio Luca ha 15 anni.

Dal 1990 dirigente dell’ARCI, confermato attraverso 5 congressi.

E’ stato per un breve periodo(dal 1992 al 1994) consigliere comunale e assessore alle politiche sociali e giovanili a Celle Ligure, comune di residenza al quale è molto legato.

Negli anni è diventato dirigente regionale e nazionale dell’ARCI, dove ha svolto diversi incarichi.

Da sempre impegnato nel mondo del terzo settore e del volontariato ha ricoperto per due volte il mandato di portavoce del Forum provinciale del terzo settore; dal 1999 è presidente del CESAVO, inoltre è portavoce del collegamento regionale dei centri di servizio al volontariato, componente del direttivo nazionale dei centri di servizio e membro dell’ufficio di presidenza nazionale.

Inoltre è presidente dell’associazione di volontariato ArciSolidarietà, di Arci Servizio Civile e della cooperativa sociale ArciMedia.