TRUCIOLI SAVONESI spazio di riflessione per Savona e dintorni ESCLUSIVO/ Sesta e ultima punta: La mia vita nell’Arci savonese2004: sportello delle
donne immigrate 2005: la “Cantina
teatrale” di via Guarda 2006: esplode il “caso
Fuksas” La cronaca di 17 anni di vita in provincia tra ricordi, passione, altruismo, al di fuori di ogni ideologia. Con ineffabili personaggi come Godani e Melgrati. Le lotte perse e quelle vinte. I tre autobus (usati) dell’Acts donati al Marocco
2004, ci lascia improvvisamente Tom Benetollo
In
collaborazione con la cooperativa ArciMedia avviamo il progetto dello
sportello Integrazione, finanziato
dalla Regione Liguria. Marisa Ghersi è la coordinatrice, lavoreranno con lei
tre mediatrici culturali, la marocchina Wafaa (sostituita poi da Fatiha),
Mbarime (per tutti Mara), di origine albanese e l’equadoriana Esther Olaya.
Il
gruppo delle nostre “ragazze” è di quelli che lasciano il segno. Lo
sportello è aperto presso l’ufficio di Informagiovani di Savona e si occupa
di fornire servizi alle donne immigrate. Si lavora sull’orientamento al
lavoro e alla formazione professionale, sugli aspetti relativi alla
prevenzione sociale e sanitaria, sulla contraccezione per prevenire gli
aborti, fenomeno in crescita tra le donne migranti. Ovviamente non siamo il
CIF, e per chiarire siamo per la difesa ad oltranza della 194, ma è per
spiegare che chi è favorevole
alla legge sull’interruzione volontaria di gravidanza non è contento se si
praticano gli aborti al posto della contraccezione, su questo è persino
troppo facile cogliere le contraddizioni della chiesa, che se è contraria
all’aborto dovrebbe appunto promuovere campagne sulla contraccezione e l’uso
del preservativo, ma i tempi sono quelli di un alto medioevo tecnologico.
Nei primi mesi dello sportello arriveranno signore di tutti i continenti, e
per la prima volta molte donne argentine, in fuga dal loro paese devastato
dal crack economico causato anche dalla banca mondiale e da speculatori
internazionali senza scrupoli, oltrechè da un proprio governo corrotto e
incapace.
Con Andrea
Tessitore progettiamo invece MusicLab, su mandato dell’amministrazione
comunale di Savona.
Si tratta di
un centro di produzioni musicali, con sale prove e studio di registrazione,
che dovrebbe essere finanziato nel
Contratto di quartiere due, un progettone con risorse dell’Unione
Europea che vedrà la luce, forse, nel 2010. Se ne parlerà diffusamente su
tutti i quotidiani, il Comune darà la notizia come se si facesse tutto in
poche settimane. In realtà scopriremo negli anni a venire che il progetto
non è stato finanziato sul serio, e dovremo ricontrattare il budget con la
nuova amministrazione Berruti, che metterà finalmente nero su bianco gli
impegni finanziari per realizzare un progetto che dovrebbe interessare
centinaia di giovani musicisti di tutta la provincia.
Alle 6 di
mattina di una maledetta domenica di giugno squilla il cellulare che avevo
dimenticato acceso, è Giuliano Rossi dell’Arci nazionale, un caro compagno
ed amico, non riesce a parlare, quando ci riesce è per dirmi che un’ora
prima è morto Tom, al policlinico Umberto I di Roma. Il giorno prima era
stato colpito da un aneurisma durante una conferenza dibattito contro la
guerra in Iraq, ha lottato per ore sotto i ferri, ma non ce l’ha fatta. Non
posso spiegarvi il dolore e lo sgomento. Come ho avuto già occasione di
scrivere di lui Tom è una delle figure politiche più importanti degli ultimi
20 anni di storia del nostro paese e l’affetto, la stima nei suoi confronti
era per me, come per chi lo ha conosciuto, quasi incondizionata, nella mia
vita mi è capitato solo con Enrico Berlinguer, al funerale del quale
partecipai ragazzino con mio nonno Bacicin Spotorno, vecchio compagno della
compagnia portuale.
Monica, mia
moglie, che lo ha conosciuto, è incredula e sgomenta, ma cerca di
consolarmi. Il pensiero va subito a Eva, la compagna di Tom e al suo bambino
di tre anni.
Monica verrà
con me a Roma, al funerale. Sarà il funerale più bello, lo so può sembrare
ossimorico e quasi offensivo, al quale abbia mai partecipato. C’è tutta
l’Arci, e ancora il sindaco di Roma Walter Veltroni, Moni Ovadia, Pietro
Folena, Giovanna Melandri, Massimo D’Alema, Pietro Ingrao, Gino Strada,
Achille Occhetto, Fausto Bertinotti, con Monica seguiremo in disparte le
orazioni laiche di Nuccio Novene, di don Ciotti e dei nipoti di Tom, in
piedi, vicino a Fassino (alto e magrissimo e devo dire anche poco
simpatico..), Epifani e Cofferati. L’atmosfera è triste e gioiosa insieme,
se n’è andato un uomo giusto, un uomo colto, un uomo di pace.
Ce ne
andiamo con She’s a Rainbow dei
Rolling Stones che riecheggia in via dei Monti di Pietralata, amava i
Rolling, Bob Dylan, era un
libertario, un rivoluzionario non violento (e questo non è affatto un
ossimoro). L’immortalità è questa, lasciare un segno negli altri, fare il
proprio dovere con onestà e sincerità, il paradiso può attendere…
2005, nuovi circoli crescono…
Nel 2005 aprono nuovi circoli, come
Cantina teatrale in via Quarda, dal gruppo dei Cattivi Maestri creato da
Luciana Costantino, nel dicembre 2004 il circolo
Il miglio verde in via Chiodo, che
avrà notorietà nazionale dovuta
al fatto che è gestita da carcerati, il circolo
Bardamù di via Caboto, che
provocherà tra gli abitanti della via una guerra al circolo che durerà a
lungo e che si concluderà con la definitiva chiusura dello stesso nel 2007.
La
Cantina sarà una delle novità savonesi più belle, sul piano culturale e
associativo del primo decennio del nuovo secolo, Gianluca Nasuti, Gabriele
Catalano, Francesca Giacardi, Jacopo Marchisio, Maria Teresa Giacchetta,
Federico Migliardi, Stelvio Varino, Monica Dall’Aglio daranno vita ad un
teatro off dove troveranno spazio
letteralmente centinaia di rappresentazioni e spettacoli, sia prodotti
direttamente dai Cattivi maestri che delle migliori compagnie italiane.
Anche la ristrutturazione di un “basso” di via Quarda è fatta con gusto e i
soffitti a volta sono il “cielo”
di un palcoscenico totale, tutto il circolo è teatro, anche i soci spesso
fanno parte delle scenografie, a volte suntuose anche se sobrie, a volte
minimaliste. Nel piccolo foyer si possono degustare vini chiacchierando con
attori, scenografi e registi prima e dopo gli spettacoli. L’idea è raffinata
e vincente, l’unico che non se ne avvede è l’ineffabile assessore alla
cultura Godani che farà di tutto per emarginare l’esperienza. Confesso di
avere i sensi di colpa per non avere il tempo di frequentarlo abbastanza, ma
questa è l’occasione per manifestare la mia stima incondizionata nel
coraggio, nella creatività e professionalità di questo gruppo di giovani
savonesi, e l’orgoglio che siano nella nostra associazione.
A
Savona si crea una rete virtuosa di produzione e fruizione culturale tutta
nei circoli Arci, il cinema del “redivivo”
NuovoFilmstudio, il teatro “off”
di Cantina, la musica del Miglio Verde e del Bardamù, il neo
situazionismo dadaista di TrueLove in piazzetta Vacciuoli.
Tutto questo mentre il teatro comunale Chiabrera è mestamente chiuso da
lungo tempo in attesa di un
restyling milionario.
Se non ci fossero i nostri circoli Savona avrebbe la proposta culturale di
un paesino della campagna tagika…(senza offesa per il Tagikistan).
Riconoscimento da parte dell’amministrazione comunale? Provate ad
immaginare..
Mi permetto
un piccolo aneddoto sulla nascita
del circolo il Miglio verde.
Quando
vengono in comitato due signori a chiedere informazioni per aprire il
circolo si presentano in modo sospetto, mi lasciano fotocopie dei documenti
d’identità e un sacco di dubbi.
Quando
capisco che uno dei due è Leonardo “Dino” Paradiso, che si è fatto almeno
dieci anni per traffico internazionale di stupefacenti sono colto da qualche
piccolo contraccolpo psicologico..
Dopo un
primo approccio molto guardingo da parte di entrambi ci parliamo chiaramente
e diventiamo amiconi.
Dino mi
racconta la sua storia, gli errori, gli eccessi, ma anche la dura detenzione
in Sudamerica, le sofferenze e infine la redenzione. Impossibile non provare
simpatia per Dino, che ha pagato tutte le sue colpe e non pretende di fare
il ministro della Repubblica.
Il progetto
di un circolo ispirato al romanzo-feulleitton
di S.King mi piace da matti, l’ambientazione interna richiama il
carcere, pieno di sbarre, tutto gestito da carcerati che cercano, anche
attraverso l’impegno
autoironico, una via d’uscita al tunnel del carcere.
All’apertura
arrivano televisioni, giornali, dal punto di vista mediatico è un
successone. Il circolo purtroppo non avrà vita lunga, problemi organizzativi
( i carcerati devono rientrare presto a “casa”) e gestionali chiuderanno in
2 anni l’esperienza.
Nell’aprile
comincia la persecuzione nei confronti del circolo Bardamù, il cui nome è
mutuato da una canzone di Vinicio Capossela; il gruppo dei soci è tutto
basato sul volontariato, provano a fare mostre d’arte, presentazione di
libri, musica.
Dopo pochi
giorni iniziano i controlli assillanti e aggressivi da parte dei vigili,
talvolta sostenuti a turno da polizia o carabinieri. Se ne conteranno 21 in
4 mesi!
Un sabato mi
telefonano sul cellulare a mezzanotte, sono già 2 ore che due macchine dei
vigili e una della polizia stazionano davanti al circolo di via Caboto. I
vigili sono dentro, hanno interrotto un concertino, controllato tessere e
documenti a tutti i presenti, tutti con la tessera Arci,
e non se ne vogliono andare. Hanno denunciato alcuni soci presenti
per resistenza e oltraggio. I
facinorosi presenti sono alcuni docenti dell’università di Savona che
chiedono motivazioni per un atteggiamento così aggressivo e presumibilmente
fuori dai canoni professionali.
Mi passano i
vigili al telefono e comincio a trattare per poi passare alle minacce. Alla
fine non troveranno nulla per fare verbali, ma nelle settimane e mesi
successivi i controlli continueranno fino a demotivare l’intero gruppo
dirigente che alla fine capitolerà dando in massa le dimissioni.
Gli
organismi e le gestioni successive saranno sempre pressate e questo porterà
alla chiusura definitiva nell’autunno del 2007.
I giornali
locali daranno ampio risalto a questi fatti, sotto la pressione di alcuni
consiglieri comunali, che andranno all’incasso di preferenze degli elettori
della via dopo un anno, principalmente dell’integerrimo Giuseppe
Casalinuovo. Per questo motivo verrà convocata almeno quattro volte in pochi
mesi la terza commissione consigliare, che ogni volta costerà non meno di
2.000 euro!
A fine
maggio vengo convocato anch’io ad una di queste commissioni, insieme al
comandate della polizia municipale. Gli interventi dei consiglieri sono
surreali e visionabili nei verbali. Mantengo la calma e faccio proposte di
incontro tra il circolo e gli abitanti della zona. Sarà tutto inutile…
Non nascondo
che il circolo, nelle ore tarde, possa aver provocato anche dei disagi nella
zona, ma il battage politico-mediatico rimane grottesco e sproporzionato,
così come l’intervento vessatorio e sistematico delle forze di sicurezza,
obbligate all’intervento dalle telefonate di pochi, ma risoluti, abitanti
della via.
Anche qui un
aneddoto: nella nottata di intervento con almeno tre auto e 10 agenti Savona
fu lasciata alla mercè di un attacco vandalico senza precedenti, con auto e
motorini dati alle fiamme, cassonetti bruciati…tutto testimoniato dai
quotidiani di quei giorni. Ma sotto il
consiglio di qualche consigliere comunale evidentemente si decise che il
“public enemy” savonese fosse un circolo culturale…adieu.
A settembre,
con il nostro mediatore Brahim Zaidi, vado in Marocco per conto
dell’associazione.
Da alcuni
mesi abbiamo spedito via nave tre autobus “usati ma buoni” donati dall’ACTS.
L’operazione fa parte di un progetto di mini cooperazione decentrata che
vede da tempo impegnata Arcisolidarietà Savona, il comune di Savona, l’ACTS
e la SMS Cantagalletto.
La nostra
mitica SMS, con tanti volontari, delle alture savonesi ha infatti
organizzato una serie di cene dedicate alla solidarietà internazionale, e ci
ha donato 1.500 euro che abbiamo investito nei costi di spedizione dei bus e
per materiale didattico per le
scuole.
I comuni di
Bouznika e Cherrat, due comuni rurali vicini all’oceano, situati tra Rabat e
Casablanca, sono i territori interessati, le associazioni di volontariato
del posto hanno preso in dotazione i tre bus, uno andrà poi alla città di
Khourigba, e li hanno trasformati in scuolabus, portando a scuola e
riportando a casa 800 bambini ogni giorno. L’accoglienza è affettuosa,
curiosa, festosa, insomma persino imbarazzante.
Si gira e
lavora 14 ore al giorno tra incontri istituzionali e con le associazioni,
pranzi a base di cous-cous nelle case dei
compagni delle associazioni. Il
secondo giorno è pronta una cerimonia ufficiale
a sorpresa per la consegna degli
scuolabus. In una enorme tenda “alzata” per l’occasione troverò ad
aspettarci il governatore della Regione, il Sindaco di Cherrat che è anche
il parlamentare del collegio locale, le televisioni nazionali principali
(RTM e 2M), tutti i capifamiglia del paese, i rappresentanti delle
associazioni locali alle quali abbiamo dato in comodato i bus, insomma
centinaia di persone che mi attendono. Sono emozionato e capisco come si
possano fare azioni semplici e utili senza fare la carità, cercando di
capire tutto ciò che ci unisce.
Il giorno
del rientro, nell’aeroporto di Casablanca, sui maxi schermi, vedo al
telegiornale della televisione nazionale 2M il reportage da Cherrat, subito
dopo un servizio su Re Mohammed VI.
La gente in
fila per il check-in mi riconosce e mi fa i complimenti per la bella
iniziativa, ringrazio imbarazzato, anche perché non ho capito nulla del
telegiornale in arabo, ma mi rendo conto dell’importanza che ha avuto
l’iniziativa di cooperazione, soprattutto sul piano simbolico, che sancisce
l’amicizia tra i nostri popoli.
Il merito di
tutto va decisamente a Brahim, che ha pensato, progettato e seguito tutta
l’organizzazione.
Di quei
giorni rimane un video girato da un volontario delle associazioni locali e
montato con Diego Scarponi e Andrea Tessitore del Cesavo che testimonia come
attraverso piccole azioni un mondo
diverso sia possibile. Sono esperienze che lasciano segni indelebili, e
per questo ringrazio questa bizzarra, complessa ma generosa associazione che
è l’Arci.
2006, la torre di Fuksas e il nostro congresso
L’anno si
apre con i movimenti per le prossime elezioni amministrative che si
svolgeranno a maggio. Candidato sindaco sarà Federico Berruti, vice
presidente della Provincia di Savona in ticket con il presidente Marco
Bertolotto. Federico la spunterà dopo mesi turbolenti e ne farà parzialmente
le spese Lorena Rambaudi, candidata in pectore per mesi, la quale ripiegherà
sulla vice presidenza della Provincia. Comunque sia, la candidatura unitaria
del centro sinistra ci costringe ad una serrata discussione interna. Infatti
una parte del gruppo dirigente dell’Arci non dimentica la pessima uscita di
Ruggeri e lo scarso dialogo con noi. Dovremo discutere in diversi consigli
provinciali la linea. Sulla proposta di sostegno a Federico vado sotto in un
tesissimo Consiglio provinciale. Diversi dirigenti Arci sono impegnati nella
lista che vede Patrizia Turchi candidata sindaco, fuoriuscita da
Rifondazione Comunista, e facciamo fatica a far passare la linea di sostegno
ad un centro sinistra unito elettoralmente, ma piuttosto debole
politicamente.
Alla fine
passa il documento di sostegno, ma il dibattito interno lascia il segno e
qualche rapporto in Arci s’incrina…
Berruti
vincerà con un’ampia maggioranza al primo turno. Daremo un contributo di
idee e progettualità che rimarranno nei cassetti pre-elettorali. Il 10
giugno celebriamo il nostro congresso. Presso NuovoFilmstudio apriamo alla
presenza del presidente nazionale Paolo Beni, del neo Sindaco Federico
Berruti. Interverranno anche Giovanni Lunardon, segretario dei DS, GianLuigi
Granero per LegaCoop, Riccardo Viaggi portavoce del Forum del terzo settore,
Anna Traverso per CGIL, Anna Camposeragna, direttrice del Cesavo.
Apro il
congresso facendo proiettare un breve video su Tom. Quando tocca a me non
riesco a parlare. Ci provo, ma piango in modo patetico. La gente in sala mi
guarda basita. Dopo qualche minuto
d’imbarazzo parto e sviluppo il mio discorso. L’applauso finale mi sembra
sincero e liberatorio.
Il congresso
eleggerà un nuovo consiglio provinciale e riunirà in un’unica figura il
dualismo precedente. Praticamente per la prima volta vengo eletto presidente
dell’associazione, mi affiancherà come vice presidente provinciale Marisa
Ghersi, che per anni ha svolto un prezioso lavoro sui temi dell’immigrazione
e che si è costruita un bagaglio di competenze importante e riconosciute
anche fuori dall’associazione.
Il consiglio
provinciale eleggerà l’ufficio di presidenza composto oltrechè da me, da
Mimmo, Marisa, Andrea Tessitore (eletto da poco presidente di
nuovoFilmstudio, il circolo con più iscritti Arci in provincia), Roberto
Costagli e Sandra Sonaglia.
Del
consiglio faranno parte anche Antonio Prato, Francesca Giacardi, Simona di
Tullio, Ida Bortolini, Ada Berta, Marco Aschero, Franco Agosto, Simone Mara,
Fabio Pastorino, Giovanni De Benedetti, Brahim Zaidi, Giorgio Crocco,
Daniela Galatolo, Gianluca Varacalli, Giampaolo Grollero.
Per i
Revisori dei Conti saranno eletti Romana Ratto, Marcello Falco, Angelo
Ghersi, Antonio Fabbri e Ascanio Magi, mentre saranno Garanti Anna
Camposeragna, Gabriele Catalano, Albino Veirana, Nicoletta Griffo e Angelo
Berio.
Durante
l’estate esplode il caso Fuksas. Viene infatti presentato presso l’Unione
industriali il progetto di massima per la realizzazione del porto turistico
della Margonara che comprende anche un grattacielo di 130 metri disegnato
dall’architetto di origine lituana Massimiliano Fuksas. Partono di dafault
anche le lettere di sgombero di tutta la zona che interessa anche il nostro
piccolo circolo di pescatori della
Madunetta.
Partecipiamo
ad un’iniziativa dimostrativa con Legambiente proprio nella sede del
circolo. L’impressione è che il progettone sia ineluttabile, tuttavia
proprio da quell’occasione nasce il comitato contro il porto turistico e il
“belino attorcigliato” di Fuksas,
così come lo ha definito Beppe Grillo.
Il circolo
verrà abbattuto da lì ad un anno. Finisce mestamente la storia di un
sodalizio che ha visto generazioni di savonesi trovare lì il proprio
rapporto con il mare. L’autorità portuale avrebbe almeno potuto proporre un
nuovo sito dove spostare il circolo, ma evidentemente il tutto presuppone
troppa attenzione ad un approccio non speculativo alla vita del mare.
Il progetto
definitivo verrà presentato nel 2007 con ulteriori nuovi volumi (la “nuvola” congressuale di Fuksas), dal punto di vista estetico ammetto
che sia interessante, ma l’opera continua a sembrarmi faraonica e
sovradimensionata per una piccola città come Savona, comunque vedremo.
2007, l’anno del cinquantesimo dell’Arci
Il 26
gennaio muore improvvisamente Emanuele Luzzati, pittore, scenografo. Uno dei
più grandi artisti italiani del novecento. Con l’Arci di Savona ha sempre
avuto un legame affettivo costruito nei decenni da Mimmo Turchi che
coinvolse Lele già nei primissimi anni ottanta con le attività di
ArciRagazzi nazionale. Infatti il sole che ride, da sempre simbolo di
Arciragazzi è proprio di Luzzati, come la prima campagna di tesseramento, il
calendario perpetuo del 1983…
Per noi
Luzzati ha realizzato anche le tavole illustrative di una fiaba di Marino
Lagorio raccolte in un bellissimo libro di banca Etica Savona mai
distribuito dal GIT savonese, tavole che credo siano ancora custodite da
qualcuno a Savona... La fiaba, scritta per la promozione della finanza etica
e per la gestione consapevole del risparmio, giace in qualche magazzino, e
siccome il libro è sempre valido spero un giorno veda la luce e finisca
magari per essere distribuito nelle scuole savonesi.
Venerdi 30
marzo il nuovo circolo Arci Raindogs, in zona porto, viene attaccato senza
motivo da un gruppo di naziskin. Il circolo aperto da poche settimane
diventa da subito un punto di riferimento per la buona musica e la cultura
savonese. Nato dall’impegno di Sergio Vallarino, in arte Zibba, noto e
apprezzato musicista varazzino, e da Marco Traverso, in arte Mr. Garcia,
giornalista-musicologo, il circolo si segnala per le tante iniziative che
vanno dai reading poetici al blues (vera anima del sodalizio), dal cinema
cult al teatro.
L’aggressione dei naziskin è quindi tanto inspiegabile quanto allarmante. I
quotidiani locali dedicano le prime pagine e le locandine dell’edicole.
Giungeranno da tutta Italia attestazioni di solidarietà al circolo e
all’Arci, come dall’Anpi e dai partiti politici della sinistra savonese. La
polizia arresta già nella notte tre giovani, e le indagini serrate della
questura di Savona porteranno rapidamente all’individuazione della banda
degli aggressori che verranno denunciati. Solo uno degli incriminati è
savonese, gli altri risulteranno imperiesi e di Casarza Ligure. Ancora oggi
risultano oscure le motivazioni dell’agguato, che conosceremo meglio quando
verrà celebrato il processo. Devo segnalare il comportamento esemplare del
direttivo e dei soci del Raindogs, i quali risposero alla violenza con
atteggiamento ghandiano, isolando
in modo inequivocabile il gruppo di giovani, confusi
e imbecilli neofascisti.
Proprio con
il Raindogs organizziamo il concerto del 24 aprile, in Piazza Sisto IV. Con
il neo assessore alla cultura Ferdinando Molteni, con l’Anpi e il comitato
per le manifestazioni proponiamo infatti di organizzare il concentramento
finale della serata tradizionale del 24 aprile (data dell’insurrezione e
liberazione della Città medaglia d’oro alla Resistenza) con un concerto
musicale dedicato ai ragazzi. Suoneranno per l’occasione Zibba e Almalibre,
gli Eazy Skankers e i JollyRoger. Dopo il vigliacco assalto al circolo siamo
tutti un po’ tesi, fortunatamente filerà tutto liscio e il corteo
proveniente da Piazza Martiri verrà accolto da oltre 300 ragazzi in Piazza
Sisto. Gli oratori non vedevano tanto pubblico da parecchi anni…
Esattamente
dieci anno dopo la storia si ripete, Cambia il sindaco di Alassio, ma non le
manie di persecuzione nei confronti del circolo Arci Brixton. Infatti il
monarchico Marco Melgrati, in una conferenza stampa, lancia la crociata
contro il punto di riferimento delle culture giovanili del ponente.
Il 17 maggio
partecipo ad un’assemblea pubblica convocata da Stefano Scilironi,
presidente del sodalizio, e si presenta l’assesore al turismo, nonché
presidente degli albergatori che hanno dichiarato guerra al Brixton.
Finisce a
tarallucci e vino, ma il circolo si autolimita nella programmazione come
segnale di attenzione ai bisogni emersi dalla zona. Per adesso la pax
turistica regge ancora…
A fine
maggio organizziamo con la SMS Cantagalletto una riuscitissima serata “cous
cous e fainà”, incontro tra le culture liguri e marocchine.
Il gruppo di
volontari del sodalizio di Cantagalletto incontra i volontari capitanati da
Brahim Zaidi, e si piacciono subito. Il cous cous preparato dai volontari
marocchini di Genova accompagna la farinata savonese, e l’abbinamento
avvicina tutti. Durante la serata ci sarà spazio per la danza del ventre di
Fatiha, un’avvenente mediatrice culturale che di lavoro aiuta gli immigrati
maghrebini nelle aule dei tribunali. La serata inserita nel ciclo
“solidarietà a settembre” vede la partecipazione di 150 persone paganti e
l’incasso ci viene consegnato per realizzare una sala multimediale per le
scuole di Bouznika e Cherrat, di cui ho già scritto precedentemente. Il
nostro Brahim porterà in Marocco a gennaio 2008 un computer portatile, un
videoproiettore e un impianto audio per attrezzare una sala messa a
disposizione dal comune di Cherrat realizzando un’aula attrezzata per
l’insegnamento dell’informatica e come ludoteca per i bambini delle scuole.
Il 16 aprile
esce il numero zero della newsletter elettronica @rcinet. L’idea è quella di
realizzare una rivista settimanale da inviare ad una mailing list di soci
Arci composta dagli elenchi messi a disposizione dai circoli culturali e
giovanili. Da subito gli indirizzi saranno quasi 3000 tra i soci di
NuovoFilmstudio, Cantina Teatrale, Brixton e TrueLove. @rcinet ci permette
di creare una programmazione comune tra i circoli da proporre ai soci,
informando ogni settimana su musica, teatro, cinema, arti visive,
performance…
Marisa ogni
settimana raccoglie le informazioni e impagina una rivista leggera ed
elegante, completa delle occasioni culturali in provincia nei circoli Arci.
A parte una quindicina di casi di richiesta di cancellazione dalla mailing
list, @rcinet diventa uno strumento d’informazione abituale ed apprezzato
per i nostri soci, che nel frattempo diventano 3200. La newsletter diventerà
progressivamente una grande potenzialità di comunicazione diretta con il
nostro corpo sociale.
A maggio il
presidente regionale dell’Arci, Massimiliano Morettini, entra nello staff di
Marta Vincenzi (superMarta), neo sindaco di Genova, e diventa assessore.
Massimiliano
lascia dopo otto anni di presidenza, con un lavoro alle spalle molto
importante, avendo costruito in questo periodo progetti coinvolgenti,
coprendo un ruolo di primo piano nelle giornate “drammatiche” del Forum
sociale mondiale di Genova, strutturando il regionale molto a sua immagine e
somiglianza.
Il nostro
comitato ha sempre promosso in modo convinto il ruolo di ArciLiguria
sostenendo negli anni la presidenza di Maurizio Maggiani dei primi anni
novanta e di Massimo Federici nella seconda metà degli stessi anni.
Maurizio
Maggiani è oggi uno dei più apprezzati narratori italiani e per diversi anni
ha guidato l’associazione a livello regionale. Il successo del suo romanzo
“il coraggio del pettirosso”, vincitore nel 1995 dei premi Viareggio e
Campiello, lo convinse che era venuto il momento di lasciare il ruolo di
presidente regionale per dedicarsi a tempo pieno al lavoro di scrittore. Al
suo posto decidiamo di incaricare Massimo Federici, oggi sindaco della città
di La Spezia che traghetterà il regionale fino alla presidenza Morettini.
Sia con
Maurizio che con Massimo i rapporti sono stati non solo di lavoro, ma di
amicizia e stima profonda.
Tornando
all’estate 2007 devo dire che si apre una situazione davvero incasinata,
perché l’addio improvviso di Massimilano lascia l’associazione impreparata
al ricambio.
Dopo tanti
anni di lavoro, credo impegnativo e serio, un po’ mi aspetto che mi venga
chiesto di assumere l’incarico di presidente regionale..
E invece no,
i “pretendenti” sono diversi, e il comitato di Savona sostiene convintamene
la mia candidatura.
Il rischio è
la paralisi del comitato ArciLiguria, perché nessuna candidatura ottiene il
consenso convinto degli altri comitati territoriali. Dopo diversi mesi di
confronto, mediazioni, anche brutte azioni sul piano personale, mi convinco
che per il bene dell’associazione sia meglio fare un passo indietro e
convergiamo sulla candidatura di Walter Massa, coordinatore del comitato
genovese. Credo che si tratti di una scelta giusta, e dopo diverse direzioni
regionali alquanto brutte finiamo per eleggerlo presidente regionale nel
mese di ottobre ritrovando un’unità dell’associazione un po’ “pesta”, ma
credo progressivamente piena. Nell’accordo raggiunto diventa con me
vicepresidente regionale Antonella Franciosi del comitato spezzino.
Tutta la
vicenda mi lascia sinceramente con l’amaro in bocca, sia personalmente che
come comitato savonese. Tuttavia la lealtà nei confronti di Walter e di
ArciLiguria sarà assicurata da tutta l’Arci savonese.
Credo che la
“storia” che vi ho raccontato faccia capire il senso di appartenenza, la
serietà, la passione, la professionalità che ho cercato di mettere nel mio
lavoro, i risultati ovviamente giudicateli voi.
Voglio
ringraziare con il cuore tutte le persone che hanno attraversato la vita
dell’Arci, o che sono state attraversate dalle attività. La mission di
questa associazione non è un ideologia, non è il fine per il quale si
giustificano i mezzi, ma la somma di comportamenti individuali, la
condivisione di progetti concreti, il lavoro quotidiano, la passione per ciò
che si fa insieme, e tutto ciò non potrebbe esistere se non ci fossero le
persone, i rapporti umani, la fantasia, l’onestà, il gioco, la
professionalità, la stima, l’amicizia.
L’Arci è
l’insieme delle storie delle persone che hanno fatto tutto ciò, in 17 anni
ho conosciuto centinaia di donne e uomini, ragazze e ragazzi, tutti con
sogni e speranze, che hanno incrociato le proprie vite, progettando e
lavorando per migliorare la vita di tutti. Molti in questa storia che ho
scritto non ci sono, ma devono sapere che hanno comunque lasciato un
ricordo, un segno di sé, a tutti loro va il mio ringraziamento, spero di
aver fatto altrettanto con ognuno di loro.
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