versione stampabile Esclusivo- Quarta puntata: la mia vita
nell’Arci savonese, il mio grazie <Con Ruggeri muro di incomunicabilità
La crociata del
monarchico Melgrati> Dal 1998 ad oggi, tra ricordi,
citazioni. Tutti i nomi che hanno avuto un ruolo
di Giovanni Durante *
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Giovanni Durante* |
1998: cresce la nuova Arci di Tom Benetollo, il CESAVO e tante altro..
L’anno comincia con una serie di attività in collaborazione con il circolo
ArciGay Unpostopernoi, infatti, grazie alla collaborazione di un nostro
obiettore, Mario Merlo, ricercatore all’IST di Genova, avviamo dei corsi di counselling telefonico per volontari Arcisolidarietà e ArciGay. La
partecipazione ai corsi permetterà l’avvio della consulenza per la
prevenzione all’HIV. Il SERT di Savona ci finanzierà una serie di attività
(compreso un opuscolo in 5.000 copie ideato da Luca Buffa e illustrato da
Massimo Amicarelli delle quale alcune copie sono rimaste) da svolgere nelle
scuole superiori savonesi, in questo saremo aiutati da un promettente
infettivologo del San Paolo, Valerio Delbono, oggi medico ricercatore alla
Clinica di malattie infettive del San Martino di Genova, tra le altre cose
nel 2003 ha salvato la “pellaccia” del mio babbo curandogli un’endocardite
che ce lo stava “portando” via, che terrà diversi incontri per spiegare ai
ragazzi come evitare l’HIV che in quegli anni faceva tante vittime e tanti
nuovi casi. |
In primavera si tengono le elezioni amministrative a
Savona, il candidato sindaco per il centro sinistra è Carlo Ruggeri,
presidente della LegaCoop savonese. La voglia di riscatto della sinistra
savonese muove tutti (anche noi..) alla riconquista di Palazzo Sisto, e
Carlo vince al primo turno. Sarà l’avvio di un nuovo corso amministrativo
che nel bene e nel male cambierà il volto di Savona negli anni a venire. Nel frattempo la Regione Liguria indice il bando per
l’istituzione dei centri di servizio al volontariato, il CESAVO è già
costituito da tempo dalle associazioni della Consulta e il progetto già
definito e concordato, ma le cose non vanno mai lisce.. Infatti la Provincia di Savona sostiene, non si sa a quale
titolo, un gruppo di associazioni che si candida alla gestione del centro di
Savona. Con Marco Russo affrontiamo il Presidente Chicco Garassini, che
rimane comunque un caro amico, e l’assessore PierLuigi Pesce i quali ci
accolgono negli uffici di Palazzo Nervi con una crisi di nervi surreale tipo
Almodovar, con Marco usciamo dalla riunione esterefatti, ma anche
consapevoli della nostra forza. Saranno mesi di grandissima tensione, il bando regionale
verrà bloccato su richiesta della Provincia e da lì cominceremo una
trattativa difficile con i portavoce del gruppo “concorrente”, costituito
tra l’altro dalle squadre di antincendio boschivo-AIB, dall’AVO, dall’AIDO. Grazie all’opera di mediazione dell’assessore Carlo
Giacobbe, e ad un sistema nervoso mio e di Marco allora granitico, riusciamo
infine a far confluire tutti nel progetto CESAVO, recuperando quindi una
parte consistente del volontariato savonese. Da un prologo negativo
riusciamo dunque con un percorso tutto nuovo ed inclusivo del volontariato
savonese, che rafforzerà il CESAVO negli anni a venire. Vengo dunque eletto anche presidente
del CESAVO (non mi scappano le cariche gratuite!!!) oltrechè della Consulta
savonese del terzo settore. Vice presidente del CESAVO sarà per un lungo
periodo Claudio Gallo, dell’ALA Liguria, portavoce del gruppo
patrocinato dalla Provincia. Per l’Arci è un successo politico importante, siamo un
punto di riferimento serio e progettuale per tutto il terzo settore,
riusciamo a far convivere le varie anime del nonprofit, a promuovere spazi
autonomi di rappresentanza e di autorganizzazione. Si tratta di un momento
di grande fermento per l’intero mondo dell’associazionismo e del
volontariato che cambierà definitivamente l’approccio tra terzo settore e le
istituzioni. Come Arci ci dedichiamo anima e corpo alla costruzione di una
rete stabile del nonprofit, si tratta di una scelta non facile perché una
parte dell’associazione, alcune Società di Mutuo Soccorso soprattutto, non
capirà subito questa scelta e il conseguente impegno, fortunatamente
troveremo al nostro fianco le Acli di Marco Russo, con le quali divideremo
fatiche, speranze e progetti. A febbraio inauguriamo presso l’atrio
della Sala Consiliare del Comune di Vado Ligure la mostra “Le bandiere della
solidarietà e del progresso”, i simboli e i motti delle Società Operaie di
Mutuo Soccorso di Savona e della provincia dal 1866 al 1954. Di quella
mostra pubblichiamo il catalogo, dove vengono fotografate e raccontate le
bandiere delle SMS, il lavoro è a cura di Anna Camposeragna e
Mimmo Turchi,
l’allestimento fu dell’obiettore Luca
“cocciolone”
Perrone e di Nicoletta Negro. Il catalogo andò a ruba,
a noi ne è rimasta una sola preziosissima copia. Uno scrollone inaspettato arriva
dalla nuova amministrazione comunale, che
bacchettiamo
come Consulta del terzo settore a causa delle nomine del nuovo consiglio
d’amministrazione delle Opere Sociali, visto che ci saremmo aspettati un
incontro per discutere insieme programmi futuri e criteri di scelta per i
nuovi amministratori. Carlo Ruggeri e Lorena Rambaudi, neo assessore ai
servizi sociali, la prendono malissimo, e tentano un “putsch”, convocando
d’imperio le associazioni aderenti alla Consulta per sfiduciare “de facto”
il direttivo in carica. Il fatto mi pare ancora oggi un tentativo maldestro, ma
pesante, di assoggettare la Consulta. Si apre un braccio di ferro “duro”, dove le cooperative
sociali della Lega fanno fatica a mantenere una posizione autonoma dalle
posizioni politiche dell’amministrazione comunale (non solo Ruggeri veniva
da LegaCoop, anche Lorena era presidente di CooperArci). In una tesissima assemblea presso la SMS Generale
approviamo un documento duro nei confronti della giunta Ruggeri con la
mediazione alla disponibilità ad un incontro di chiarimento concordato con
l’amministrazione comunale. Questa prova rafforzerà, a mio modesto parere,
la piena autonomia della Consulta del terzo settore negli anni a venire e
offrirà un senso di appartenenza che diventerà parte integrante del DNA del
terzo settore savonese. Tutto sommato servirà anche per costruire un buon
rapporto con la stessa amministrazione comunale, certo che sul piano
personale ci vorranno anni per ricostruire un buon rapporto con Lorena, con
Carlo Ruggeri invece è rimasto un muro di incomunicabilità che persiste
ancor oggi.. In questo clima di fermento e diciamolo pure, anche un po’
di casino, l’Arci di Savona và a congresso, per rinnovare statuto e
organismi dirigenti. Presidente del congresso è Maxin Minuto, il quale si
congeda definitivamente dall’Arci per impegnarsi a tempo pieno nell’Auser.
Il congresso confermerà presidente provinciale di Arci-nuova associazione
Mimmo Turchi, mentre io vengo confermato segretario provinciale, gli altri
componenti della segreteria saranno Anna Camposeragna, la quale si occuperà
di cultura e delle attività editoriali, Angelo Berio per le politiche
associative delle SMS, Marisa Ghersi che comincerà la propria “carriera” di
esperta del mondo dell’immigrazione coordinando il progetto Baia del re e
Davide Pesce, il quale si occuperà di politiche giovanili e di cooperazione
internazionale. Di quel congresso (come di quello del
1994) esistono in comitato gli atti, le modalità di convocazione, un
documento tipografico curato da Anna contenente i progetti, il nuovo
statuto, la mia relazione, gli organismi eletti. Alla prima giornata
congressuale, presso la nuova sala dell’Ipercoop, partecipa attivamente
Nuccio Iovene, un caro amico e compagno, coordinatore del Forum nazionale
del terzo settore, il quale oggi è
autorevole senatore della Repubblica Italiana ed
ha mantenuto stretti contatti sia con l’Arci che con i compagni con i quali
ha condiviso un percorso di lotte e di impegno, Da quel rinnovato gruppo dirigente esce progressivamente
Nico Isetta, che nel frattempo è diventato assessore ai servizi sociali del
Comune di Quiliano e con il quale rimarranno rapporti di profonda stima ed
amicizia. Il 1998 è l’anno del decreto legislativo 460. Si tratta di
una riforma importante che disciplina l’istituzione delle organizzazioni non
lucrative di utilità sociali (ONLUS), ma che nella prima parte mette ordine
nella confusione della fiscalità degli enti non commerciali. Con il nostro consulente legale Roberto Ghione avviamo un
programma di lavoro di grande impegno, si tratta di revisionare tutti gli
statuti dei circoli e trovare una soluzione per le Società di Mutuo Soccorso
che non vengono ricompresse negli Enti non commerciali. Dopo settimane di studio e approfondimento, confronto con
Arci nazionale, consulenze varie proponiamo alle SMS lo “sdoppiamento”, una
proposta che potrebbe sembrare schizofrenica, ma che il tempo ci confermerà
come intuizione geniale. Si tratta infatti di riportare le Società di Mutuo Soccorso a promuovere la propria mission storica, la solidarietà e il mutualismo. Proponiamo la creazione di circoli Arci interni alle SMS ai quali demandare l’attività di somministrazione alimenti e bevande ai soci, rafforzando la base sociale delle SMS e fornendo spazi di democraticità reale ai soci dei circoli. Sarà una proposta seguita da parecchie Società, e sarà anche il motivo per una diaspora definitiva da parte di altre che sceglieranno di non aderire più all’ARCI come se il decreto lo avessimo fatto noi…
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Marco Russo Carlo Ruggeri |
1999: l’anno del caso dei minori marocchini in stato d’abbandono
A
febbraio il coordinamento savonese delle società di mutuo soccorso (la mia
Nemesi) esce sui quotidiani per rimarcare la propria differenza dai circoli.
I contenuti sono confusi, contradditori, insinceri. Come già detto è “fumo”
negli occhi per permettere ad alcune SMS storiche una deriva commerciale,
senza contenuti culturali e sociali.
Il
portavoce del coordinamento, il
celodurista Luciano Saettone, afferma che gli introiti da attività
commerciali verranno reinvestiti in attività mutualistiche, a distanza di
tanti anni stiamo ancora aspettando…
La
SMS Fornaci cerca di svolgere una funzione di mediazione tra il
coordinamento delle SMS e l’ARCI, per darci un mano decideranno di lì a poco
di non aderire più…prosit. |
Fortunatamente gran parte delle SMS rimarranno, e con loro organizziamo, a
partire da aprile, una rete di aiuti umanitari ai profughi del Kosovo, eh
già, perché con il governo D’Alema cade anche l’ultimo tabù, l’articolo 11
della Costituzione Repubblicana (l’italia
ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e
come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali), e anche
l’Italia partecipa ad una guerra, bombardiamo, facendoci vanto, Belgrado,
una città europea, culla di civiltà mitteleuropea. Non contenti, il nostro
governo organizza la missione Arcobaleno facendo concorrenza alle ONG che da
anni lavorano in Bosnia, in Kosovo..finirà in uno scandalo vergognoso dove,
come sempre, nessuno risponderà delle proprie azioni, mi chiedo come sia
possibile che in un paese “normale” il nostro
baffetto possa ancora girare con quella spocchia da primo della classe.
Don Barbacini ci spiega infatti che un gruppo di minori marocchini in stato
di abbandono alloggia e vive nell’appartamento della Migrantes, senza che il
Comune se ne occupi, anzi per i quali l’amministrazione sta preparando un
rimpatrio forzato.
Per noi, e devo ammettere, per me, diventa la madre di tutte le battaglie
politiche. Mimmo, Davide e
Marisa mi sosterranno con forza nella battaglia per i diritti di questi
bambini, infatti pensiamo che se una città non è in grado di occuparsi di
una decina di minori in stato di disagio è allora una città che non è in
grado di occuparsi dei propri cittadini. Con Don Giorgio ci si vede spesso e
si pianifica una strategia per fare in modo che il Comune si faccia carico
di un progetto di intervento a lungo termine. Il 25 ottobre organizziamo
come Arcisolidarietà un convegno in provincia al quale parteciperanno il
nostro presidente nazionale Tom Benetollo, l’onorevole
Marida Bolognesi, in
allora presidente della commissione affari sociali della Camera, Roberto Sgalla, presidente dell’osservatorio nazionale sulle legalità e
Donatella Ramello, assessore alle politiche sociali della Provincia di Savona. Il tema
sarà quello delle politiche di integrazione degli immigrati extracomunitari
nella nostra provincia, ovviamente con il caso dei minori immigrati in prima
istanza.
La
tavola rotonda moderata da Marcello Zinola fu l’avvio di una nuova identità
associativa, che guardava al fenomeno migratorio come paradigma di una
società in rapida evoluzione.
Un
mese prima del convegno succede in città un fatto clamoroso. I ragazzi
ospiti della Migrantes si rendono irreperibili e fuggono una sera tutti
insieme. I fatti vanno così: veniamo informati che la Questura, in
collaborazione con il comune sta organizzando un blitz nei locali di via
Manzoni di proprietà della Curia per portare tutti a Milano e poi
rimpatriare i minori, tutto questo senza nessuna preparazione, senza sapere
se in Marocco esistono famiglie pronte a riceverli, senza conoscere i
ragazzi stessi, i loro bisogni, le loro aspettative di vita. In poche ore,
con l’aiuto di Mounir Bouhaouita, un volontario del Marocco che si
affacciava al nuovo mestiere del
mediatore interculturale, spieghiamo ai ragazzi cosa sta per accadere.
Decidono di fuggire, raggiungendo famiglie, parenti ed amici di Torino e del
nord Italia. La Polizia fa irruzione nella notte e trova i letti vuoti e un
sacco di scarpe in giro… per Savona è un vero terremoto. Piombano i
telegiornali nazionali, il sindaco Ruggeri si ritrova assediato da
telecamere, giornalisti, anche Fabio Fazio ne parla nella sua trasmissione
Quelli che il calcio..
Ai
ragazzi in fuga prestiamo un po’ di quattrini e un telefonino per rimanere
in contatto, alcuni verranno ospitati per un lungo periodo presso il circolo
ARCI La cattiva strada di Erli,
un’associazione di “alternativi” frikettoni, che saranno davvero gentili e
pazienti, daranno da dormire ai ragazzi e li sfameranno con affetto. I
giovani carabinieri di Zuccarello li troveranno per caso e si troveranno
coinvolti in un caso nazionale, saranno anche loro comunque gentili e
tratteranno i ragazzini con attenzione e buon senso.
La
tensione con il Comune, principalmente con Lorena Rambaudi (oggi siamo
fortunatamente in ottimi rapporti) e il sindaco Carlo Ruggeri sarà
altissima, e questo forse spiega anche la scarsa simpatia che ancor oggi
suscito nell’ambito “ruggeriano”.
Comunque il Sindaco finì per cedere di fronte alla
pressione dei mezzi di
comunicazione che con Davide Pesce riuscimmo a costruire i quei giorni di
gloria. Il caso finirà sul TG2, sul TG5, ne scriveranno Repubblica e il
Manifesto, Avvenimenti, e ovviamente il Secolo XIX e La Stampa con ampi
spazi per diverse settimane.
Ruggeri, il 4 ottobre, con un “geniale” colpo di scena organizza una
conferenza stampa dove proclama di “adottare” come amministrazione i quattro
minori recuperati ad Erli dai carabinieri. Questa scelta viene condivisa,
credo, con il vescovo di allora, quale mediazione tra le parti, che
significava, suppongo, più soldi alla curia per prendersi cura dei ragazzi…
Tutti contenti dunque? Nemmeno per sogno, infatti torniamo subito alla
carica perché questa, per l’ARCI, non è la soluzione giusta. Elaboriamo un
progetto per la creazione di una casa di accoglienza per minori immigrati in
stato di disagio ed abbandono, troviamoanche i finanziamenti (in Regione
Liguria sono fermi i soldi della legge Turco-Napolitano per gli interventi
in favore delle donne e dei minori immigrati) e convinciamo
l’amministrazione a presentarlo subito. La Consulta del terzo settore con
Marco Russo e MariaLuisa Madini
sposerà in pieno questa impostazione, questo sarà un fattore determinante
che smuoverà l’amministrazione comunale ad un innovativo impegno in questo
settore.
Il
tema generale dell’immigrazione e dei ritardi delle istituzioni nel cogliere
i bisogni di integrazione diventa centrale per la nuova Arci savonese,
infatti, l’anno successivo avviamo il nostro sportello di informazione e
orientamento per le i cittadini immigrati
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Donatella Ramello
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2000, nulla di nuovo nel nuovo millennio?
L’anno duemila inizia con una novità nel campo dell’immigrazione, l’Arci
nazionale si aggiudica il finanziamento del progetto pilota per
l’inserimento dei cittadini stranieri nel mercato del lavoro.
Questa attività è inserita in un progetto nazionale
Arci finanziato dal fondo sociale europeo denominato
Baia del re. Verrà ideato e sviluppato interamente da Marisa Ghersi, che si affermerà da quella esperienza come un dirigente
affidabile e in progressiva crescita del territoriale. Marisa da tempo
collaborava con l’Arci facendo parte della segreteria, negli anni
successivi diventerà un punto di riferimento per tutte le attività
legate all’integrazione sociale e culturale degli immigrati, soprattutto
delle donne e dei minori.
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L’obiettivo è quello di intercettare i ragazzi stranieri sulla
“strada”, convincendoli a lasciare la vendita di fazzolettini di
carta per andare a scuola, per entrare in un percorso di
socializzazione e d’integrazione. Si tratta di un progetto molto
innovativo, non solo per Savona.
Ci lascia nel frattempo Mounir che andrà a vivere in Francia e si
affaccia all’ARCI un giovane studente marocchino appena iscritto
alla facoltà di farmacia a Genova, Brahim Zaidi, con il quale negli
anni a venire faremo cose davvero importanti.
Gli obiettori del gruppo sono due ragazzi in gamba, Massimilano
Giustini e Andrea Alvazzi, coordinati da
Claudia Roncagliene Tet. Lo
staff comincia a seguire il gruppo dei ragazzi ospitati da Migrantes,
comincia un lavoro di inserimento scolastico all’IPSIA di Savona,
dove troviamo degli insegnanti motivati e davvero bravi. Brahim
comincia invece a “battere” le strade alla ricerca dei bambini
ancora in stato abbandono, ne avvicina tanti, ne porta a scuola
parecchi, si rivela come primo mediatore interculturale di strada,
ArciSolidarietà avvia una stagione di lavoro entusiasmante, dalla
parte dei più piccoli, dei più deboli.
Massimiliano, Andrea e Claudia organizzano partite di calcio,
incontri con le amministrazioni, gite, e i giovani maghrebini
rispondono con entusiasmo, a scuola s’impegnano tantissimo, alcuni
di loro prendeno voti alti. Gli insegnanti dell’IPSIA sono bravi e
orgogliosi del gruppo, insomma inventiamo metodologie nuove,
scriviamo un pezzo della storia sociale di Savona…ancora un grazie a
tutti!
Per correttezza aggiungo che il comune di Savona ci diede un
contributo economico che ci permise di prendere in “prestito” dalla
cooperativa sociale Progetto Città un operatore sociale
professionale, Mauro Bandiera, che si integrò
benissimo nello staff di lavoro e diede un contributo
importante alla riuscita del lavoro di mediazione su strada.
A novembre Provincia e Comune organizzano il convegno “Il mio Amico
AZIZ”, per fare il punto
sulle politiche per i minori immigrati in stato di abbandono, le
lega nord intenta un’indegna gazzarra fuori da Palazzo Nervi,
saranno completamente isolati dalla città che risponde con sdegno
agli slogan e ai volantini razzisti, credo che persino Nicolich
convenga oggi sul grave errore commesso.
Il convegno è anche l’occasione per inaugurare l’apertura della
comunità Le terre, casa di
accoglienza che abbiamo fortemente voluto come Arcisolidarietà e
Arci, centro che accoglierà i
nostri ragazzi marocchini, e che verrà gestito dalle cooperative
CooperArci (che nonostante il suffisso non ha nulla a che fare con
l’Arci dal 1986..) e Progetto Città.
Comunque l’Arci non è solo immigrazione, infatti a luglio del 2000
pubblichiamo “I racconti del nuovo millennio”, si tratta della terza
edizione del concorso di narrativa “città di Quiliano”, realizzata
in collaborazione con l’amministrazione comunale di Nico Isetta e
patrocinata dalla ditta Sarpom. Le edizioni precedenti furono
“Il bosco e il fuoco” e
“Il bosco ai confini della
città”. La presentazione del libro e le premiazioni degli autori
sono una vera festa che coinvolge tante persone e la comunità
quilianese, alla quale siamo molto legati come associazione. |
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