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Esclusivo- Quarta puntata: la mia vita nell’Arci savonese, il mio grazie

<Con Ruggeri muro di incomunicabilità

La crociata del monarchico Melgrati>

Dal 1998 ad oggi, tra ricordi, citazioni. Tutti i nomi che hanno avuto un ruolo 

 Da Luca Buffa a Massimo Amicarelli, poi Valerio Delbono, Marco Russo, Chicco Garassini, Pierluigi Pesce, Carlo Giacobbe, Nicoletta Negro, Lorenza Rambaudi, Marisa Ghersi, Nico Isetta, Roberto Ghione, Mirko Bottero e gli amici di Film Studio. Giuseppe Casalinuovo, l’integerrimo. Il “mio amico Aziz”.
E tanti altri ai quali va un affettuoso ringraziamento e che vorrei non dimenticare

                                                       di  Giovanni Durante *

 


Giovanni Durante*

1998: cresce la nuova Arci di Tom Benetollo, il CESAVO e tante altro..

L’anno comincia con una serie di attività in collaborazione con il circolo ArciGay Unpostopernoi, infatti, grazie alla collaborazione di un nostro obiettore, Mario Merlo, ricercatore all’IST di Genova, avviamo dei corsi di counselling telefonico per volontari Arcisolidarietà e ArciGay. La partecipazione ai corsi permetterà l’avvio della consulenza per la prevenzione all’HIV. Il SERT di Savona ci finanzierà una serie di attività (compreso un opuscolo in 5.000 copie ideato da Luca Buffa e illustrato da Massimo Amicarelli delle quale alcune copie sono rimaste) da svolgere nelle scuole superiori savonesi, in questo saremo aiutati da un promettente infettivologo del San Paolo, Valerio Delbono, oggi medico ricercatore alla Clinica di malattie infettive del San Martino di Genova, tra le altre cose nel 2003 ha salvato la “pellaccia” del mio babbo curandogli un’endocardite che ce lo stava “portando” via, che terrà diversi incontri per spiegare ai ragazzi come evitare l’HIV che in quegli anni faceva tante vittime e tanti nuovi casi.

In primavera si tengono le elezioni amministrative a Savona, il candidato sindaco per il centro sinistra è Carlo Ruggeri, presidente della LegaCoop savonese. La voglia di riscatto della sinistra savonese muove tutti (anche noi..) alla riconquista di Palazzo Sisto, e Carlo vince al primo turno. Sarà l’avvio di un nuovo corso amministrativo che nel bene e nel male cambierà il volto di Savona negli anni a venire.

Nel frattempo la Regione Liguria indice il bando per l’istituzione dei centri di servizio al volontariato, il CESAVO è già costituito da tempo dalle associazioni della Consulta e il progetto già definito e concordato, ma le cose non vanno mai lisce..

Infatti la Provincia di Savona sostiene, non si sa a quale titolo, un gruppo di associazioni che si candida alla gestione del centro di Savona. Con Marco Russo affrontiamo il Presidente Chicco Garassini, che rimane comunque un caro amico, e l’assessore PierLuigi Pesce i quali ci accolgono negli uffici di Palazzo Nervi con una crisi di nervi surreale tipo Almodovar, con Marco usciamo dalla riunione esterefatti, ma anche consapevoli della nostra forza.

Saranno mesi di grandissima tensione, il bando regionale verrà bloccato su richiesta della Provincia e da lì cominceremo una trattativa difficile con i portavoce del gruppo “concorrente”, costituito tra l’altro dalle squadre di antincendio boschivo-AIB, dall’AVO, dall’AIDO.

Grazie all’opera di mediazione dell’assessore Carlo Giacobbe, e ad un sistema nervoso mio e di Marco allora granitico, riusciamo infine a far confluire tutti nel progetto CESAVO, recuperando quindi una parte consistente del volontariato savonese. Da un prologo negativo riusciamo dunque con un percorso tutto nuovo ed inclusivo del volontariato savonese, che rafforzerà il CESAVO negli anni a venire.

Vengo dunque eletto anche presidente del CESAVO (non mi scappano le cariche gratuite!!!) oltrechè della Consulta savonese del terzo settore. Vice presidente del CESAVO sarà per un lungo periodo Claudio Gallo, dell’ALA Liguria, portavoce del gruppo patrocinato dalla Provincia.

Per l’Arci è un successo politico importante, siamo un punto di riferimento serio e progettuale per tutto il terzo settore, riusciamo a far convivere le varie anime del nonprofit, a promuovere spazi autonomi di rappresentanza e di autorganizzazione. Si tratta di un momento di grande fermento per l’intero mondo dell’associazionismo e del volontariato che cambierà definitivamente l’approccio tra terzo settore e le istituzioni. Come Arci ci dedichiamo anima e corpo alla costruzione di una rete stabile del nonprofit, si tratta di una scelta non facile perché una parte dell’associazione, alcune Società di Mutuo Soccorso soprattutto, non capirà subito questa scelta e il conseguente impegno, fortunatamente troveremo al nostro fianco le Acli di Marco Russo, con le quali divideremo fatiche, speranze e progetti.

A febbraio inauguriamo presso l’atrio della Sala Consiliare del Comune di Vado Ligure la mostra “Le bandiere della solidarietà e del progresso”, i simboli e i motti delle Società Operaie di Mutuo Soccorso di Savona e della provincia dal 1866 al 1954. Di quella mostra pubblichiamo il catalogo, dove vengono fotografate e raccontate le bandiere delle SMS, il lavoro è a cura di Anna Camposeragna e Mimmo Turchi, l’allestimento fu dell’obiettore Luca cocciolone” Perrone e di Nicoletta Negro. Il catalogo andò a ruba, a noi ne è rimasta una sola preziosissima copia.

Uno scrollone inaspettato arriva dalla nuova amministrazione comunale, che bacchettiamo come Consulta del terzo settore a causa delle nomine del nuovo consiglio d’amministrazione delle Opere Sociali, visto che ci saremmo aspettati un incontro per discutere insieme programmi futuri e criteri di scelta per i nuovi amministratori. Carlo Ruggeri e Lorena Rambaudi, neo assessore ai servizi sociali, la prendono malissimo, e tentano un “putsch”, convocando d’imperio le associazioni aderenti alla Consulta per sfiduciare “de facto” il direttivo in carica.

Il fatto mi pare ancora oggi un tentativo maldestro, ma pesante, di assoggettare la Consulta.

Si apre un braccio di ferro “duro”, dove le cooperative sociali della Lega fanno fatica a mantenere una posizione autonoma dalle posizioni politiche dell’amministrazione comunale (non solo Ruggeri veniva da LegaCoop, anche Lorena era presidente di CooperArci).

In una tesissima assemblea presso la SMS Generale approviamo un documento duro nei confronti della giunta Ruggeri con la mediazione alla disponibilità ad un incontro di chiarimento concordato con l’amministrazione comunale. Questa prova rafforzerà, a mio modesto parere, la piena autonomia della Consulta del terzo settore negli anni a venire e offrirà un senso di appartenenza che diventerà parte integrante del DNA del terzo settore savonese. Tutto sommato servirà anche per costruire un buon rapporto con la stessa amministrazione comunale, certo che sul piano personale ci vorranno anni per ricostruire un buon rapporto con Lorena, con Carlo Ruggeri invece è rimasto un muro di incomunicabilità che persiste ancor oggi..

In questo clima di fermento e diciamolo pure, anche un po’ di casino, l’Arci di Savona và a congresso, per rinnovare statuto e organismi dirigenti. Presidente del congresso è Maxin Minuto, il quale si congeda definitivamente dall’Arci per impegnarsi a tempo pieno nell’Auser. Il congresso confermerà presidente provinciale di Arci-nuova associazione Mimmo Turchi, mentre io vengo confermato segretario provinciale, gli altri componenti della segreteria saranno Anna Camposeragna, la quale si occuperà di cultura e delle attività editoriali, Angelo Berio per le politiche associative delle SMS, Marisa Ghersi che comincerà la propria “carriera” di esperta del mondo dell’immigrazione coordinando il progetto Baia del re e Davide Pesce, il quale si occuperà di politiche giovanili e di cooperazione internazionale.

Di quel congresso (come di quello del 1994) esistono in comitato gli atti, le modalità di convocazione, un documento tipografico curato da Anna contenente i progetti, il nuovo statuto, la mia relazione, gli organismi eletti. Alla prima giornata congressuale, presso la nuova sala dell’Ipercoop, partecipa attivamente Nuccio Iovene, un caro amico e compagno, coordinatore del Forum nazionale del terzo settore, il quale oggi è  autorevole senatore della Repubblica Italiana ed ha mantenuto stretti contatti sia con l’Arci che con i compagni con i quali ha condiviso un percorso di lotte e di impegno,

Da quel rinnovato gruppo dirigente esce progressivamente Nico Isetta, che nel frattempo è diventato assessore ai servizi sociali del Comune di Quiliano e con il quale rimarranno rapporti di profonda stima ed amicizia.

Il 1998 è l’anno del decreto legislativo 460. Si tratta di una riforma importante che disciplina l’istituzione delle organizzazioni non lucrative di utilità sociali (ONLUS), ma che nella prima parte mette ordine nella confusione della fiscalità degli enti non commerciali.

Con il nostro consulente legale Roberto Ghione avviamo un programma di lavoro di grande impegno, si tratta di revisionare tutti gli statuti dei circoli e trovare una soluzione per le Società di Mutuo Soccorso che non vengono ricompresse negli Enti non commerciali.

Dopo settimane di studio e approfondimento, confronto con Arci nazionale, consulenze varie proponiamo alle SMS lo “sdoppiamento”, una proposta che potrebbe sembrare schizofrenica, ma che il tempo ci confermerà come intuizione geniale.

Si tratta infatti di riportare le Società di Mutuo Soccorso a promuovere la propria mission storica, la solidarietà e il mutualismo. Proponiamo la creazione di circoli Arci interni alle SMS ai quali demandare l’attività di somministrazione alimenti e bevande ai soci, rafforzando la base sociale delle SMS e fornendo spazi di democraticità reale ai soci dei circoli. Sarà una proposta seguita da parecchie Società, e sarà anche il motivo per una diaspora definitiva da parte di altre che sceglieranno di non aderire più all’ARCI come se il decreto lo avessimo fatto noi…  

 


Marco Russo


Carlo Ruggeri


1999: l’anno del caso dei minori marocchini in stato d’abbandono

A febbraio il coordinamento savonese delle società di mutuo soccorso (la mia Nemesi) esce sui quotidiani per rimarcare la propria differenza dai circoli. I contenuti sono confusi, contradditori, insinceri. Come già detto è “fumo” negli occhi per permettere ad alcune SMS storiche una deriva commerciale, senza contenuti culturali e sociali.

Il portavoce del coordinamento, il celodurista Luciano Saettone, afferma che gli introiti da attività commerciali verranno reinvestiti in attività mutualistiche, a distanza di tanti anni stiamo ancora aspettando…

La SMS Fornaci cerca di svolgere una funzione di mediazione tra il coordinamento delle SMS e l’ARCI, per darci un mano decideranno di lì a poco di non aderire più…prosit.

  Fortunatamente gran parte delle SMS rimarranno, e con loro organizziamo, a partire da aprile, una rete di aiuti umanitari ai profughi del Kosovo, eh già, perché con il governo D’Alema cade anche l’ultimo tabù, l’articolo 11 della Costituzione Repubblicana (l’italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali), e anche l’Italia partecipa ad una guerra, bombardiamo, facendoci vanto, Belgrado, una città europea, culla di civiltà mitteleuropea. Non contenti, il nostro governo organizza la missione Arcobaleno facendo concorrenza alle ONG che da anni lavorano in Bosnia, in Kosovo..finirà in uno scandalo vergognoso dove, come sempre, nessuno risponderà delle proprie azioni, mi chiedo come sia possibile che in un paese “normale” il nostro baffetto possa ancora girare con quella spocchia da primo della classe.

 Durante l’estate veniamo contattati dal sacerdote responsabile della Pastorale Migrantes, don Giorgio Barbacini per un fatto che diventerà prima battaglia politica, dopo una turpe storia di cronaca nera.

Don Barbacini ci spiega infatti che un gruppo di minori marocchini in stato di abbandono alloggia e vive nell’appartamento della Migrantes, senza che il Comune se ne occupi, anzi per i quali l’amministrazione sta preparando un rimpatrio forzato.

Per noi, e devo ammettere, per me, diventa la madre di tutte le battaglie politiche. Mimmo, Davide  e Marisa mi sosterranno con forza nella battaglia per i diritti di questi bambini, infatti pensiamo che se una città non è in grado di occuparsi di una decina di minori in stato di disagio è allora una città che non è in grado di occuparsi dei propri cittadini. Con Don Giorgio ci si vede spesso e si pianifica una strategia per fare in modo che il Comune si faccia carico di un progetto di intervento a lungo termine. Il 25 ottobre organizziamo come Arcisolidarietà un convegno in provincia al quale parteciperanno il nostro presidente nazionale Tom Benetollo, l’onorevole Marida Bolognesi, in allora presidente della commissione affari sociali della Camera, Roberto Sgalla, presidente dell’osservatorio nazionale sulle legalità e Donatella Ramello, assessore alle politiche sociali della Provincia di Savona. Il tema sarà quello delle politiche di integrazione degli immigrati extracomunitari nella nostra provincia, ovviamente con il caso dei minori immigrati in prima istanza.

La tavola rotonda moderata da Marcello Zinola fu l’avvio di una nuova identità associativa, che guardava al fenomeno migratorio come paradigma di una società in rapida evoluzione.

Un mese prima del convegno succede in città un fatto clamoroso. I ragazzi ospiti della Migrantes si rendono irreperibili e fuggono una sera tutti insieme. I fatti vanno così: veniamo informati che la Questura, in collaborazione con il comune sta organizzando un blitz nei locali di via Manzoni di proprietà della Curia per portare tutti a Milano e poi rimpatriare i minori, tutto questo senza nessuna preparazione, senza sapere se in Marocco esistono famiglie pronte a riceverli, senza conoscere i ragazzi stessi, i loro bisogni, le loro aspettative di vita. In poche ore, con l’aiuto di Mounir Bouhaouita, un volontario del Marocco che si affacciava al nuovo mestiere del mediatore interculturale, spieghiamo ai ragazzi cosa sta per accadere. Decidono di fuggire, raggiungendo famiglie, parenti ed amici di Torino e del nord Italia. La Polizia fa irruzione nella notte e trova i letti vuoti e un sacco di scarpe in giro… per Savona è un vero terremoto. Piombano i telegiornali nazionali, il sindaco Ruggeri si ritrova assediato da telecamere, giornalisti, anche Fabio Fazio ne parla nella sua trasmissione Quelli che il calcio..

Ai ragazzi in fuga prestiamo un po’ di quattrini e un telefonino per rimanere in contatto, alcuni verranno ospitati per un lungo periodo presso il circolo ARCI La cattiva strada di Erli, un’associazione di “alternativi” frikettoni, che saranno davvero gentili e pazienti, daranno da dormire ai ragazzi e li sfameranno con affetto. I giovani carabinieri di Zuccarello li troveranno per caso e si troveranno coinvolti in un caso nazionale, saranno anche loro comunque gentili e tratteranno i ragazzini con attenzione e buon senso.

La tensione con il Comune, principalmente con Lorena Rambaudi (oggi siamo fortunatamente in ottimi rapporti) e il sindaco Carlo Ruggeri sarà altissima, e questo forse spiega anche la scarsa simpatia che ancor oggi suscito nell’ambito “ruggeriano”.

Comunque il Sindaco finì per cedere di fronte alla pressione dei mezzi di comunicazione che con Davide Pesce riuscimmo a costruire i quei giorni di gloria. Il caso finirà sul TG2, sul TG5, ne scriveranno Repubblica e il Manifesto, Avvenimenti, e ovviamente il Secolo XIX e La Stampa con ampi spazi per diverse settimane.

Ruggeri, il 4 ottobre, con un “geniale” colpo di scena organizza una conferenza stampa dove proclama di “adottare” come amministrazione i quattro minori recuperati ad Erli dai carabinieri. Questa scelta viene condivisa, credo, con il vescovo di allora, quale mediazione tra le parti, che significava, suppongo, più soldi alla curia per prendersi cura dei ragazzi…

Tutti contenti dunque? Nemmeno per sogno, infatti torniamo subito alla carica perché questa, per l’ARCI, non è la soluzione giusta. Elaboriamo un progetto per la creazione di una casa di accoglienza per minori immigrati in stato di disagio ed abbandono, troviamoanche i finanziamenti (in Regione Liguria sono fermi i soldi della legge Turco-Napolitano per gli interventi in favore delle donne e dei minori immigrati) e convinciamo l’amministrazione a presentarlo subito. La Consulta del terzo settore con Marco Russo e MariaLuisa Madini  sposerà in pieno questa impostazione, questo sarà un fattore determinante che smuoverà l’amministrazione comunale ad un innovativo impegno in questo settore.

Il tema generale dell’immigrazione e dei ritardi delle istituzioni nel cogliere i bisogni di integrazione diventa centrale per la nuova Arci savonese, infatti, l’anno successivo avviamo il nostro sportello di informazione e orientamento per le i cittadini immigrati


Donatella Ramello


Lorena Rambaudi

2000, nulla di nuovo nel nuovo millennio?

L’anno duemila inizia con una novità nel campo dell’immigrazione, l’Arci nazionale si aggiudica il finanziamento del progetto pilota per l’inserimento dei cittadini stranieri nel mercato del lavoro.

Questa attività è inserita in un progetto nazionale Arci finanziato dal fondo sociale europeo denominato Baia del re. Verrà ideato e sviluppato interamente da Marisa Ghersi, che si affermerà da quella esperienza come un dirigente affidabile e in progressiva crescita del territoriale. Marisa da tempo collaborava con l’Arci facendo parte della segreteria, negli anni successivi diventerà un punto di riferimento per tutte le attività legate all’integrazione sociale e culturale degli immigrati, soprattutto delle donne e dei minori.

I clamori della vicenda dei ragazzi marocchini non si sono ancora spenti, mentre noi cerchiamo di lavorare concretamente, infatti mettiamo in piedi una struttura composta da volontari, obiettori, mediatori interculturali (nessuno a Savona sapeva ancora cosa fossero..), operatori professionali.

L’obiettivo è quello di intercettare i ragazzi stranieri sulla “strada”, convincendoli a lasciare la vendita di fazzolettini di carta per andare a scuola, per entrare in un percorso di socializzazione e d’integrazione. Si tratta di un progetto molto innovativo, non solo per Savona.

Ci lascia nel frattempo Mounir che andrà a vivere in Francia e si affaccia all’ARCI un giovane studente marocchino appena iscritto alla facoltà di farmacia a Genova, Brahim Zaidi, con il quale negli anni a venire faremo cose davvero importanti.

Gli obiettori del gruppo sono due ragazzi in gamba, Massimilano Giustini e Andrea Alvazzi, coordinati da Claudia Roncagliene Tet. Lo staff comincia a seguire il gruppo dei ragazzi ospitati da Migrantes, comincia un lavoro di inserimento scolastico all’IPSIA di Savona, dove troviamo degli insegnanti motivati e davvero bravi. Brahim comincia invece a “battere” le strade alla ricerca dei bambini ancora in stato abbandono, ne avvicina tanti, ne porta a scuola parecchi, si rivela come primo mediatore interculturale di strada, ArciSolidarietà avvia una stagione di lavoro entusiasmante, dalla parte dei più piccoli, dei più deboli.

Massimiliano, Andrea e Claudia organizzano partite di calcio, incontri con le amministrazioni, gite, e i giovani maghrebini rispondono con entusiasmo, a scuola s’impegnano tantissimo, alcuni di loro prendeno voti alti. Gli insegnanti dell’IPSIA sono bravi e orgogliosi del gruppo, insomma inventiamo metodologie nuove, scriviamo un pezzo della storia sociale di Savona…ancora un grazie a tutti!

Per correttezza aggiungo che il comune di Savona ci diede un contributo economico che ci permise di prendere in “prestito” dalla cooperativa sociale Progetto Città un operatore sociale professionale, Mauro Bandiera, che si integrò  benissimo nello staff di lavoro e diede un contributo importante alla riuscita del lavoro di mediazione su strada.

A novembre Provincia e Comune organizzano il convegno “Il mio Amico AZIZ”,  per fare il punto sulle politiche per i minori immigrati in stato di abbandono, le lega nord intenta un’indegna gazzarra fuori da Palazzo Nervi, saranno completamente isolati dalla città che risponde con sdegno agli slogan e ai volantini razzisti, credo che persino Nicolich convenga oggi sul grave errore commesso.

Il convegno è anche l’occasione per inaugurare l’apertura della comunità Le terre, casa di accoglienza che abbiamo fortemente voluto come Arcisolidarietà e Arci, centro che accoglierà i nostri ragazzi marocchini, e che verrà gestito dalle cooperative CooperArci (che nonostante il suffisso non ha nulla a che fare con l’Arci dal 1986..) e Progetto Città.

Comunque l’Arci non è solo immigrazione, infatti a luglio del 2000 pubblichiamo “I racconti del nuovo millennio”, si tratta della terza edizione del concorso di narrativa “città di Quiliano”, realizzata in collaborazione con l’amministrazione comunale di Nico Isetta e patrocinata dalla ditta Sarpom. Le edizioni precedenti furono “Il bosco e il fuoco” e “Il bosco ai confini della città”. La presentazione del libro e le premiazioni degli autori sono una vera festa che coinvolge tante persone e la comunità quilianese, alla quale siamo molto legati come associazione.

Giovanni Durante

 

(Prosegue a settembre )

A fine estate L' ARCI presenterà il libro "50+1, storia dell'arci savonese", a cura di Marisa Ghersi

* Giovanni Durante  Ha 42 anni, sposato con Monica, il figlio Luca ha 15 anni.

Dal 1990 dirigente dell’ARCI, confermato attraverso 5 congressi.

E’ stato per un breve periodo(dal 1992 al 1994) consigliere comunale e assessore alle politiche sociali e giovanili a Celle Ligure, comune di residenza al quale è molto legato.

Negli anni è diventato dirigente regionale e nazionale dell’ARCI, dove ha svolto diversi incarichi.

Da sempre impegnato nel mondo del terzo settore e del volontariato ha ricoperto per due volte il mandato di portavoce del Forum provinciale del terzo settore; dal 1999 è presidente del CESAVO, inoltre è portavoce del collegamento regionale dei centri di servizio al volontariato, componente del direttivo nazionale dei centri di servizio e membro dell’ufficio di presidenza nazionale.

Inoltre è presidente dell’associazione di volontariato ArciSolidarietà, di Arci Servizio Civile e della cooperativa sociale ArciMedia.