ARPAL
ARPAL: l’inchiesta, la centralina, e la bolla dimenticata… |
ARPAL: l’inchiesta, la centralina, e la bolla dimenticata…
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Toc toc. Chi è? Carabinieri. Buongiorno… Buongiorno. Abbiamo un mandato di perquisizione. |
E’ la mattina di giovedì 29 aprile. L’Autorità Giudiziaria bussa alle porte dell’Agenzia Regionale Protezione Ambientale Liguria – ARPAL. Perquisizioni a tappeto. Quindici indagati, tra i quali il direttore generale Bruno Soracco. Le accuse – a vario titolo – sono falso, abuso di ufficio, turbativa d’asta e corruzione. A che punto è l’inchiesta? Il pubblico ministero di Genova Paola Calleri è di quelli che parlano per atti e non per proclami.
I giornali parlano apertamente di “ANALISI ADDOMESTICATE”
Il direttore generale ARPAL Bruno Soracco avrà a dichiarare: “L’Agenzia è affidabile e ha sempre operato con trasparenza”. Sarà, ma senza offesa della trasparenza abbiamo un’altra idea, anche rispetto alla pubblicazione dei dati d’inquinamento atmosferico: praticamente introvabili ed illeggibili. Certo, in rete ci sono e risultano formalmente pubblicati, ma stiamo morbidi e diciamo che la volontà di chiarezza e divulgazione è un’altra cosa. Cercare per credere su www.arpal.it
ARPAL è la chiave. Da lì passano i dati. Lì si decreta se i parametri di legge dell’inquinamento sono rispettati o meno, con tutte le conseguenze del caso. Se ARPAL dice: “OK”, hai voglia a chiamar periti e dimostrare il contrario. Lo sanno bene. L'”inquinamento a norma di legge” ha in questi uffici il controllo e lo Snodo Primario. |
E’ il pomeriggio di qualche settimana or sono. 44°17′ 13,61″ Nord / 8° 25′ 54,96″ Est. Quiliano. La centralina di rilevazione della qualità dell’aria è quella collocata strategicamente in via Silvio Torcello, loc. Pilalunga, un km a nord delle Ciminiere di Tirreno Power, a 700 metri dal depuratore consortile e a meno di 600 metri dai depositi Petrolig. Chimicamente, un bel crocevia. Una sosta, un’occhiata, un imballo in cartone, buttato sul retro del manufatto. |
Ancora appiccicata nella busta di nylon e sopravvissuta alle piogge, un’interessante bolla di accompagnamento (vedi foto). Il documento di trasporto è della padovana ORION Srl, che si occupa della vendita e della manutenzione di strumenti per le analisi ambientali della qualità dell’aria. Leggiamo il destinatario: “Spett.le ARPA Liguria, Via Bombrini 8 – 16149 – Genova” La data del documento di trasporto è 18/03/2010 la Partita Iva 01305930107 (ARPAL) Pochi dubbi.
Descrizione dei beni: Rif. Ns. comm. 29096 / ANALIZZATORE DI SO2 matr. 2519 MOD. 8850 ML
SO2 = Diossido di Zolfo – Anidride solforosa. Uno dei principali inquinanti di una centrale termoelettrica a carbone. “Per inalazione può causare edema polmonare ed una prolungata esposizione può portare alla morte.” (Wikipedia) La centrale di Vado ne emetterebbe 5.500 (cinquemilacinquecento) Tonnellate ogni anno. (F.te MODA – SV) Oltre al problema della tossicità diretta, vie è quello MOLTO PIU’ IMPORTANTE della trasformazione dell’ SO2 in solfati sotto forma di particolato sottile secondario, con le stesse caratteristiche sotto il profilo tossicologico delle polveri sottili primarie (PM 2,5 primarie: cancerogeno, cardiotossico, pneumotossico, ma anche, diabete, malattie allergiche e autoimmuni, malattie neurodegenerative, ictus, emorragie cerebrali…). Il PM 2,5 secondario assorbe altre sostanze tossiche derivanti dalla combustione del carbone come il benzopirene, i metalli pesanti e gli isotopi radioattivi naturali, che con esso vengono convogliati fino all’ interno dell’ organismo umano. (Dr. P. Franceschi et. Al. 2010) |
La sigla sulla bolla di accompagnamento indica: 8850 ML Monitor Labs Inc. oggi Teledyne. Cerchiamo. La californiana Monitor Labs Inc. negli anni ha cambiato nome. Oggi si chiama TELEDYNE. Chiamiamo la società che si occupa della manutenzione di queste apparecchiature in Italia. Stanno sul vago, ma ci fanno capire che non si tratta di uno strumento “recentissimo”… Di nuovo la sigla, e ne troviamo uno apparentemente identico. Su eBay. 159 dollari. Strano… Cerchiamo l’azienda produttrice, la contattiamo direttamente via posta elettronica, chiedendo informazioni sul fantomatico analizzatore di ossidi di zolfo 8850ML. |
Quando leggiamo la risposta, restiamo di sale (grosso)
“Mr. Molinari- This instrument has been out of production for almost 20 years. It was succeeded by the Model 9850, and the subsequently by the TML50 SO2 analyzer. You can go to our website, www.teleldyne-ml.com for more information. There is no supports or parts available on the 8850.
Mike Morehead Quotations Manager”
(Trad. “Questo strumento è fuori produzione da ALMENO 20 anni (…) Non esiste assistenza né pezzi di ricambio per l’8850” Mike Morehead)
Come sempre speriamo di aver capito male ma risulterebbe che ARPAL, nel 2010 d.C. manderebbe in manutenzione a Padova (ma forse peggio, utilizzerebbe QUI) un misuratore di SO2 – ossidi di zolfo, del quale secondo il fabbricante non esistono più nemmeno i pezzi di ricambio essendo “fuori produzione da almeno 20 anni”.
Ogni commento è superfluo. Ma se la circostanza non viene smentita, ogni sospetto è legittimo.
Non stiamo naturalmente ad annoiare con il lungo e tortuoso corso dei dati acquisiti da queste centraline che vengono prima vagliati, poi validati e infine certificati in un iter… polveroso. E che altrettanto “naturalmente” ben di rado presentano una qualche irregolarità che potrebbe mettere in discussione il Verbo dell’industria chimica ed energetica locale, che dopo un timbrino ISO 14001 / EMAS (per quello AIA – IPPC il paradiso può attendere) ama controllarsi da sé, o quasi.
Chissà (segue).. Qualche tempo fa successe una cosa che potrebbe serenamente ripetersi da queste parti, e a breve, alla quale ho collaborato senza vanti ma in prima persona.
E’ martedì 27 gennaio 2003. Su Striscia la Notizia va in onda un servizio tutt’altro che ridicolo, sull’inquinamento da polveri sottili nell’aria di Milano, misurato dalle centraline dell’ARPAL – Regione Lombardia. A chiamarci in redazione un’associazione di cittadini “Chiamamilano” che fa capo alla moglie del Presidente dell’Inter Massimo Moratti. Milly Moratti è persona deliziosa. L’associazione ha fatto allestire una centralina mobile di rilevamento dei principali inquinanti dell’aria utilizzando le più sofisticate tecnologie presenti sul mercato, ben più accurate di quelle normalmente in uso. Le hanno posizionate nei pressi di quelle “pubbliche” della regione, per qualche settima, per raccogliere dati in parallelo” : Il confronto dei dati raccolti con quelli della Regione, davanti alle telecamere, evidenzia una situazione ben peggiore di quanto divulgato fino ad allora, in particolare alla voce “polveri sottili” (il pm10, all’epoca, era una polvere sottile). Il tutto va in onda.
Passano tre giorni e il governatore della Regione Lombardia vuol dire la sua, ci “convoca”. Ma durante l’ intervista, mentre snocciola i rassicuranti dati “ufficiali” il Gabibbo gliene passa di nuovi, con valori moooolto diversi. Il povero Formigoni impallidisce, tentenna, abbozza una spiegazione (non troppo convincente) che verrà smentita di li a pochi giorni.
Parentesi: ripetuti sforamenti dei valori limite del pm 10 fanno in Lombardia fanno scattare restrizioni al traffico, cosa assai poco amata dall’elettorato. Meno ce ne sono, meglio è per chi governa. Ma è anche noto a tutti come un semplice “spegnimento” delle automoibili sia una (scomoda e inutile) misura di facciata: le emissioni si abbattono infatti di pochi punti percentuali. Quello che non è mai stato fermato sono le centrali termoelettriche che circondano Milano (Turbigo > 1.779 MW, Piacenza > 880 MW a ciclo combinato a metano, Sermide, da 1154 MW interamente a gas tutti gestiti da E-ON energia, e la centrale di Tavazzano > 1780 MW quasi interamente convertita a gas naturale. Si capirebbe probabilmente da dove piovono le nanopolveri. Ma l’argomento, già allora, era tabù!
Il CODACONS partí con un esposto – denuncia: 73 ricoveri al giorno erano imputabili all’inquinamento. Ne riportiamo alcuni passi:
“In due anni, dall’inizio del 2007 alla fine del 2008, sono stati 53.514 i casi di accesso nei Pronto soccorso avvenuti per cause riconducibili all’inquinamento, per malattie e disturbi correlabili all’inquinamento. Dalla tosse all’asma, passando per bronchiti e polmoniti, fino ad attacchi di cuore e ictus. E’ la prima volta che i dati riportati non sono generiche previsioni sui possibili effetti che l’inquinamento potrebbe avere sulla salute umana. Questa volta ci sono dati precisi ed inconfutabili come il numero di ricoveri e le persone che sono state ricoverate in ospedale. Nello studio viene sottolineato che ai picchi di agenti inquinanti corrisponde un aumento del rischio di visite al pronto soccorso del 10-15 per cento. Nel dettaglio, delle 53.514 malattie da smog, 26.151 riguardano disturbi acuti delle vie respiratorie superiori, 3.569 asma acuta, 8.536 bronchite acuta, 5.689 polmonite, 1.825 riacutizzazione di bronchite cronica ostruttiva Bpco, 4.324 scompenso cardiocircolatorio, 1.697 sindrome coronarica acuta e 1.723 ictus. (…) la normativa prevede espressamente una responsabilità per la violazione dei valori limite di emissione di materiale di particolato (PM10) in capo ai Sindaci e alle Regioni e, quindi, si chiede di aprire un procedimento per accertare eventuali profili penalmente rilevanti. (…)
Violazioni al codice penale. Sia il Comune di Milano che la Regione Lombardia hanno mantenuto un comportamento di grave inerzia, sottovalutando il problema, non attivandosi per tutelare la salute della cittadinanza. E’ chiara la loro inerzia nell’approntare le misure idonee a fronteggiare l’emergenza inquinamento, non essendosi gli stessi attivati per salvaguardare la salute dei propri cittadini messa quotidianamente in pericolo. Era indispensabile un intervento di igiene pubblica per il pericolo alla salute dei cittadini che può derivare dall’inquinamento.
> L’omissione di atti d’ufficio ai sensi dell’art. 328 c.p. (Rifiuto di atti d’ufficio. Omissione) punisce il pubblico ufficiale o l’incaricato del pubblico servizio che “indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che, per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o di igiene e sanità, deve essere compiuto senza ritardo”.
> L’art. 650 del codice penale (Inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità) stabilisce che “Chiunque non osserva un provvedimento legalmente dato dall’Autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o d’igiene, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con l’arresto fino a tre mesi (…)”.
> L’ art. 674 cod. pen. (Getto pericoloso di cose), stabilisce che “Chiunque getta o versa, in un luogo di pubblico transito o in un luogo privato ma di comune o di altrui uso, cose atte a offendere o imbrattare o molestare persone, ovvero, nei casi non consentiti dalla legge, provoca emissioni di gas, di vapori o di fumo, atti a cagionare tali effetti, è punito con l’arresto fino a un mese o con l’ammenda (…). 8) Violazione l. 615/1966 e d.p.r. n. 616/1977 e art. 4 legge 833 del 23/12/1978
> La legge 13 luglio 1966 n. 615 (Provvedimenti contro l’inquinamento atmosferico) individua nell’ “aria, come risorsa, il bene giuridico da proteggere”. La legge si applica a tutte le emissioni in atmosfera di fumi, polveri, gas e odori di qualsiasi tipo e provenienza “atti ad alterare le normali condizioni di salubrità dell’aria e di costituire pertanto pregiudizio diretto o indiretto alla salute dei cittadini e danno ai beni pubblici o privati”.
In modo particolare il Decreto Legislativo n. 206/2005 riconosce come fondamentali i diritti: alla tutela della salute; alla sicurezza e alla qualità dei prodotti e dei servizi; ad una adeguata informazione e ad una corretta pubblicità; all’educazione al consumo; alla correttezza, trasparenza ed equità nei rapporti contrattuali; alla promozione e allo sviluppo dell’associazionismo libero, volontario e democratico tra i consumatori e gli utenti; alla erogazione di servizi pubblici secondo standard di qualità e di efficienza (art. 2 comma 2).
In base al disposto di tale norma, le associazioni dei consumatori e degli utenti rappresentative a livello nazionale, inserite nell’elenco di cui all’art. 137, sono legittimate ad agire a tutela degli interessi collettivi (art. 139), richiedendo al tribunale di inibire gli atti e i comportamenti lesivi degli interessi dei consumatori e degli utenti e di adottare le misure idonee a correggere o eliminare gli effetti dannosi delle violazioni accertate (art. 140). (…) con il presente esposto intende ottenere l’accertamento della violazione denunciata e la condanna dei soggetti responsabili. (Estratto dal’Esposto del CODACONS presentato alla Procura della Repubblica)
Mertedì, 1 dicembre 2009. INQUINAMENTO: FORMIGONI INDAGATO DAI PM DI MILANO (…) AVVISI DI GARANZIA ANCHE A LETIZIA MORATTI (Sindaco n.d.a.) e Guido Podestà (presidente della Provincia, n.d.a.) Mentre i politici parlano (ovviamente) di un atto politico, la Procura precisa che trattasi di atto di garanzia
Il giorno successivo il CODACONS lancia una Class Action: “Non solo a Milano, ma anche nelle altre 12 maggiori città italiane la popolazione subisce i danni dalle eccessive concentrazioni di PM10” (anche dove il carbone non c’è, n.d.a.) Corriere della Sera
Ma il 2 marzo 2010 Formigoni difende l’ARPAL e il CODACONS presenta un ulteriore esposto alla procura della Repubblica, per far accertare come mai i dati dell’Agenzia siano mediamente inferiori a quelli misurati con tecnologie ISPRA (Corriere della Sera)
Il 3 marzo 2010 l’ARPAV (Veneto) si cautela e invia un esposto in Procura “l’articolo penale contestato dagli inquirenti risulta il 674: «Chiunque provoca emissioni di gas, di vapori o di fumo, atti a cagionare effetti pericolosi, è – a norma di legge – punito con l’arresto fino a un mese o con l’ammenda», in base a un articolo che il codice racchiude nella disciplina delle «contravvenzioni concernenti l’incolumità delle persone nei luoghi di pubblico transito».
Le inchieste sono in corso. I PM Nicola Cerrato e Giulio Benedetti hanno chiesto una proroga per le indagini. “Il Codacons, intanto, si prepara a depositare una nuova memoria integrativa, allegando uno studio del centro comune di ricerche della Commissione europea, il cosiddetto “dossier Ispra”, diffuso dai Genitori antismog, nel quale si sostiene che i dati forniti dall´Arpa sull’inquinamento da polveri sottili sarebbero sottostimati (per il Codacons fino al 40 per cento) rispetto alla realtà” (F.te: Repubblica del 11/05/2010) E qui? da Savonanews MARIO MOLINARI |