Archivio Storico di Giacomo Accame

CADUTA FASCISMO – 25 LUGLIO 1943  
Il giorno successivo alla caduta del fascismo – un assolato lunedì di fine luglio – anche i Pietresi, come in tutta l’Italia, scesero in piazza esultanti per l’improvviso cambio di Governo

CADUTA FASCISMO – 25 LUGLIO 1943  

Il giorno successivo alla caduta del fascismo – un assolato lunedì di fine luglio – anche i Pietresi, come in tutta l’Italia, scesero in piazza esultanti per l’improvviso cambio di Governo.

Il modo di pensare e le abitudini con cui vent’anni di regime Mussoliniano avevano indottrinato la gente, erano scomparsi.

La camicia nera, il fez, lo stemma col fascio all’occhiello della giacca e tanti altri simboli del regime si volatilizzarono…. Dagli Uffici, sia pubblici che privati, nonché dalle scuole e colonie, vengono frettolosamente tolti i quadri del Duce.

Viene pure abbattuta la lapide in marmo, sormontata dal fascio littorio, affissa sulla facciata del Palazzo Comunale a ricordo delle “Sanzioni”, mentre quella incisa nella pietra, nei pressi dell’archivolto dell’Aurelia, a memoria dell’importante arteria nazionale appena inaugurata, viene aggredita a suon di scalpello.

Stessa sorte subisce lo stemma del fascio affisso sul civico mattatoio sito in via Crispi.

Anche la toponomastica cittadina fu soggetta a rapida trasformazione: sparì il Fascio che incorniciava le targhe col nome delle vie e piazze. Operai del Cantiere Navale e alcuni cittadini si prestarono con moto spontaneo alla bisogna, onde cancellare il più sollecitamente possibile ogni traccia del passato regime.

In quell’indimenticabile 26 Luglio 1943 il popolo Pietrese e della Val Maremola, le maestranze del Cantiere Navale Camed, i dipendenti del Pio Istituto Santa Corona e di altri Enti accorsero nella Piazza Nuova (a Ciassa Növa), per poi dirigersi – Banda Musicale Cittadina in testa – alla Chiesa del Soccorso, per il canto di ringraziamento del “Te Deum”. Al termine della cerimonia religiosa, il corteo festante rientra in Paese.

Sul palco della Banda Musicale di Piazza xx Settembre – oggi San Nicolò – sventola una vistosa bandiera tricolore, messa a disposizione dal locale Cantiere Navale Camed . Seguono i discorsi di circostanza dei concittadini: Mario Sodi, Rag. Amedeo Salvaterra, Prof. Silvio Accame, Cap. Vincenzo De Vincenzi (U Cucciu), Edoardo Ciribì, Giuseppe Ferrando (U Barùn) ed altri ancora. Finalmente dopo tanti anni si riascoltano parole comme : Libertà e Democrazia.

Dal balcone dell’ex “Casa del Fascio” affaciantesi nella piazza del Municipio – nella tarda mattinata – un gruppo di Socialisti ed ex combattenti della Grande Guerra, gettano registri, documenti vari, schedari, e mobili ed anche un busto bronzeo di Mussolini, distruggendo il tutto e dandolo al fuoco purificatore…. Il grande quadro del Duce che troneggiava nell’ampio salone de “Fascio” venne distrutto in mille pezzi, così come altri a soggetto patriottico che adornavano i muri. I fucili in dotazione ai “Balilla Moschettieri”, di cui anch’io avevo fatto parte, la mitragliatrice dell’ex Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale (M.V.S.N.) nonché i relativi moschetti con le munizioni, vengono prontamente prelevati dagli operai del Comune e trasferiti su di un carro presso la caserma dei Reali Carabinieri, sita nel corso “Camicie Nere”.

Un contadino del posto, B.F., contraccambiò i due sonori ceffoni ricevuti dallo squadrista A.P., allorché il 28 Ottobre 1928, durante il corteo commemorativo della Marcia su Roma (1922), non si tolse il cappello in segno di deferenza al gagliardetto. In Pietra, nel complesso, non successero fatti gravi, come accaderro in altri paesi.

Anche nell’allora tranquilla Frazione di Ranzi , non accade nulla di rilevante, se non un pestaggio atipico. Infatti, alcuni antifascisti, sapendo che da sempre R,R, manifestava le sue simpatie per Mussolini, lo convincono ad un radicale cambiamento: attesolo nell’oscuro androne nella antica casa de “Dransciü” e incappucciatolo con un grosso sacco di olive, lo bastonano sonoramente. Da quel momento R.R. non si interesserà più di politica…La lezione era servita.

Così, con la fine di quell’intensa giornata, che aggiunse un ‘altro tassello alla microstoria locale, tramontò un ‘epoca. Nere nubi, tuttavia si affacceranno dopo l’8 settembre 1943.

 Stefania Saule 

Da Archivio Storico personale di Giacomo Accame – Diario Storico Periodo Bellico 1940/1945

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.