Ampliamento Tirreno Power

LA SVOLTA INDIETRO

Ampliamento della centrale a carbone Tirreno Power di Vado Ligure

LA SVOLTA INDIETRO

Ampliamento della centrale a carbone Tirreno Power di Vado Ligure

16 dicembre 2010 – Roma –Ministero dello Sviluppo Economico-Conferenza dei servizi.

Tema: ampliamento della centrale a carbone Tirreno Power di Vado Ligure.

Presenti i rappresentanti dei Ministeri, la dirigenza Tirreno Power, i Comuni di Vado e Quiliano che hanno appena ribadito l’ennesima contrarietà al progetto con l’ultima delibera di Consiglio Comunale, ampiamente documentata da una relazione dell’Ordine dei medici di Savona che denuncia i rischi per la salute derivanti dall’attuazione del progetto e ancora superiori a quelli attuali.

La Provincia di Savona che mentre chiede un più incisivo abbattimento delle emissioni inquinanti, annuncia il voto favorevole, giustificato forse anche da una ( pilotata) consultazione referendaria telefonica autopromossa e autoprodotta .

La Regione Liguria che, con gli assessori allo Sviluppo Economico Renzo Guccinelli e all’Ambiente Renata Briano, mentre sembra restare formalmente ancorata alla delibera di giunta del 2009 in cui si esprimeva dissenso sul progetto di Tirreno Power, dopo l’incontro di ottobre con l’azienda, attende nuove aperture da parte di quest’ultima, che facciano sbloccare una situazione dove comunque le richieste avanzate da Comuni, Provincia e sindacati sono fortemente diversificate .

 

Rimangono inoltre poco chiare le richieste ufficiali di Regione Liguria che, dopo un ricorso al Tar ,( forse basato solo sull’estromissione dell’Ente dalla procedura?), dopo le consultazioni con le parti, sindacati compresi, in cui si è deciso di escludere i comitati cittadini che da anni sul territorio si battono sui gravi problemi ambientali, escludendo così tutte le forti voci di contrarietà , affronta la conferenza dei servizi, modificata con il “decreto anticrisi” per il rilancio delle opere strategiche, ben sapendo che in questa si potrà rilasciare l’autorizzazione a maggioranza, anche con l’opposizione certa dei due Comuni.

 

Quindi per poter deliberare, a febbraio, sarà solo necessaria un’intesa tra Governo, che considerata l’opera strategica è coinvolto con ben sei diversi ministeri (Ambiente,Beni Culturali, Difesa, Interno, Salute, Sviluppo Economico), e la Regione Liguria.

 

Dopo ampia discussione si decide che il progetto venga riportato a febbraio in un’ulteriore conferenza dei servizi per essere approvato, riveduto e corretto con modifiche che potrebbero anche costare maggiori investimenti, perché come previsto, a risolvere questa situazione di stallo dovrà essere proprio Tirreno Power.

Ing. Gosio

L’ing. Gosio finge di essere sorpreso e un pochino contrariato da questo contrattempo e sostiene di avere tutte le carte in regola, ma sa che, già da tempo, l’azienda sta lavorando a una “golden share” da mettere sul tavolo a febbraio, dove si prevederà di accompagnare la realizzazione del previsto nuovo gruppo a carbone da 460megawatt con la completa ristrutturazione dei due gruppi a carbone obsoleti con tecnologie quarantennali.

Sarebbe impensabile d’altronde poter pensare che un’azienda possa elaborare un progetto del genere in soli due mesi, vacanze natalizie comprese.

Più comprensibile la contrarietà a proporlo visti i costi che da 800 milioni passerebbero a più di un miliardo di euro per garantire ufficialmente l’ abbattimento delle emissioni intorno al 25% a fronte di un 7% previsto nel progetto attuale.

 

Tutte le parti convenute sapevano che il 16 dicembre non sarebbe stata una data decisiva, che i Comuni non avrebbero potuto incidere sulle decisioni prese dalla Regione Liguria che convincerà il Ministero a prendere tempo , un tempo utile a dare l’impressione che si stia lavorando per la salute dei cittadini in coerenza con la proclamata opposizione all’ampliamento, ma che di fatto non chiude affatto la strada al progetto presentato da T.P. Sembrerebbe una strada in salita per l’azienda, soprattutto in termini di costi costretta a sobbarcarsi per gli ulteriori accorgimenti in campo ambientale, anche se la situazione fa riflettere.

I DUBBI

I dubbi vengono ad esempio dalla delega a rispettare parametri di emissioni a chi da anni si automonitorizza, si autocertifica , si autoleggittima, pur sapendo di lavorare con impianti decennali sprovvisti di autorizzazioni ministeriali AIA.

 

I dubbi vengono quando Regione Liguria ignora il Piano energetico Regionale, non opponendosi di fatto ad una maggiore produzione di energia da carbone a Vado Ligure e quindi all’ampliamento in un territorio già drammaticamente danneggiato e vilipeso.

I dubbi vengono sulla credibilità dei radicali interventi impiantistici sui due vecchi gruppi a carbone da 330 MW, perché impossibili da modificare con vere tecnologie moderne.

I dubbi vengono quando si torna a legare ancora il grave problema ambientale con la questione occupazionale, che di tutto ha bisogno meno che essere legata a un progetto inutile e ingiustificato, così osteggiato dalla popolazione del territorio.

I dubbi vengono a pensare che il Direttore Generale dell’azienda scopra, solo nella suddetta riunione, l’esistenza di una dura presa di posizione delle istituzioni locali, che chiedono di ridurre le emissioni dei gruppi a carbone oggi in esercizio.

I dubbi soprattutto vengono quando si sente parlare di limiti di emissioni inquinanti che Regione e Ministero dovranno definire , come se per Vado e dintorni i limiti possano essere diversi da quelli stabiliti dalla legge .

Aumentano poi quando l’azienda dichiara di essere disponibile a conoscere quali siano i limiti da rispettare per poterne fare delle valutazioni economiche e ci si chiede: Ma il nuovo progetto da consegnare a febbraio non doveva partire proprio da questo aspetto non poco trascurabile? Su quali limiti di emissioni si sta impostando allora la “golden share” ?

La creatività finanziaria di questo Governo ha contagiato quella della programmazione industriale e soprattutto quella della tutela ambientale e della salute pubblica?

Il 16 dicembre una svolta c’è stata ma una svolta indietro.

Si è tornati a parlare di ambientalizzazione dei gruppi esistenti, la farneticante ipotesi proprio del PD savonese e a quanto pare della Regione Liguria. Si è tornati a contrattare sull’ampliamento, proprio quello che i Comuni, l’Ordine dei medici e i comitati cittadini non volevano.

Si è tornati a monetizzare la salute dei cittadini e poi se i costi e i benefici potrebbero non essere più in equilibrio per l’azienda, se l’operazione non risultasse più appetibile, si potrà tornare a fare pressione sulle forze sindacali per il sempre utile ricatto occupazionale. Quello funziona sempre!

                                                                    ANTONIA BRIUGLIA

Ma il 16 dicembre c’era anche qualcun altro a Roma nella sede del Ministero dello Sviluppo: una delegazione del Movimento Uniti per la salute che si batte civilmente e con competenza e determinazione da anni contro l’inquinamento prodotto dalla combustione del carbone.

Per rispetto nei loro confronti voglio concludere con il loro comunicato, così come lo hanno mandato , efficace e tremendamente significativo.

 

NON APRITE QUELLA PORTA

ROMA Ministero dello Sviluppo Economico – Conferenza dei Servizi per discutere sul progetto di realizzazione di altri 460 MW a carbone nella Centrale Termoettrica di Vado Quiliano.

Noi c’eravamo, fuori dalla porta ma c’eravamo. Abbiamo chiesto di fare un piccolo intervento, come associazione che, tra l’altro, è portatrice delle istanze sottoscritte da oltre 7000 (settemila) persone.

Abbiamo chiesto in modo rispettoso di essere ascoltati (non siamo arrivati per fare una sorpresa, ma avevamo annunciato il nostro arrivo via fax). C’è stata una votazione tra gli intervenuti e, nonostante la cortesia apprezzabile del responsabile del procedimento ing Saralli e nonostante il voto a noi favorevole dei sindaci di Quiliano e Vado, ci è stato comunicato che la maggioranza aveva votato per non ascoltarci .

E quindi siamo rimasti fuori della porta ad aspettare.

Quando finalmente la porta s’è aperta abbiamo capito, dalle interviste rilasciate dal presidente della provincia e dall’assessore regionale perché siamo stati lasciati fuori , nonostante la nostra rispettosa richiesta , nonostante la levataccia (ore 3,30 del mattino) nonostante avessimo chiesto di parlare per 5 minuti 5.

Riteniamo avessero timore di sentirsi dire:

CERCHIAMO DI FARE UN PO’ DI CHIAREZZA

1)  attualmente per i vecchi gruppi a carbone è in corso un procedimento previsto dalla legge italiana (che discende dalla normativa europea), si chiama Autorizzazione Integrata Ambientale. Il Decreto che la norma, prevede l’adeguamento alle Migliori Tecnologie Disponibili. ai fini di ridurne e minimizzarne gli impatti ambientali, sia in fase di combustione che al camino emissivo.

 Quindi lo Stato deve disporre l’adeguamento degli impianti esistenti secondo le citate norme di  legge. PUNTO.

2)  Quando fu concessa, l’autorizzazione per il ciclo combinato a turbogas fu subordinata al rispetto di alcune prescrizioni . I lavori sono stati ultimati e i gruppi sono in funzione da ben tre anni ma ad oggi non abbiamo ancora certezza della ottemperanza a quelle prescrizioni condizionanti.

  • Anche i Comuni di Vado e Quiliano, e gli stessi Ministeri continuano a manifestare più che perplessità su questo grave problema.

     Quindi prima di parlare di potenziamento è necessario che sia data finalmente pubblica conferma con la produzione della documentazione comprovante la verifica di ciascuna prescrizione, debitamente firmata dal funzionario pubblico responsabile incaricato delle verifiche, completa   delle date in cui dette verifiche sono state effettuate, nonché i verbali dei relativi sopralluoghi .

    3) La Centrale ha chiesto un ulteriore potenziamento a carbone (oggetto della presente Conferenza)

     

  •   4) Abbiamo appreso che si intende differire la presente conferenza a febbraio, e nel frattempo sarà studiato dall’azienda un nuovo progetto che dovrebbe ridurre un po’ l’emissione degli attuali gruppi a carbone

  •  

    QUI NON CI SIAMO! Non si puo’ condizionare l’adeguamento dei vecchi impianti con la concessione del potenziamento: né l’azienda e nemmeno regione e provincia possono decidere le modalità di adeguamento dei vecchi gruppi: l’adeguamento è DOVUTO PER LEGGE con il procedimento AIA attualmente in corso SENZA CONDIZIONI applicando al più presto le Migliori Tecnologie Disponibili. – Questa non è solo la nostra posizione, ma anche quella del Comune di Quiliano, sede della centrale.

    In ogni caso se sarà presentato un nuovo progetto , non potrà passare alla chetichella con accordi tra azienda, provincia e regione, ma dovrà seguire l’iter di legge, essere reso pubblico per permettere ai cittadini di produrre le loro osservazioni. Oggi quanto mai necessarie, oltre che per legge, anche per precedenti esperienze (ricordate la perizia del dott. Stevanin che vi abbiamo inviato?)

    Questo avremmo detto e lo ribadiremo perché in un Paese dove tutti si riempiono la bocca di rispetto della legalità, le legge venga rispettata veramente. Ma i cittadini vigileranno attenti. Da parte nostra ci riserviamo di agire in tutte le sedi consentite affinché la legge sia scrupolosamente osservata da tutti gli Enti e le persone coinvolti.

      

    Colgo l’occasione per fare a tutti gli AUGURI di BUONE FESTE e di un ANNO NUOVO che porti al nostro territorio più salute, più tutele, più onestà, più cultura, più informazione e soprattutto più……… intelligenza!!!!!!!

    Condividi

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.