Alluvioni e straripamenti. Di chi sono le responsabilità?

Alluvioni e straripamenti. La Romagna ora in ginocchio come prima altri territori. Di chi sono le responsabilità? Le amministrazioni si nascondono dietro cambiamenti climatici e atmosferici ma, la colpa è dei politici, che non fanno regolarmente manutenzione negli alvei, e puniscono, con multe, il privato che osa, magari, riparare una buca sulla strada…

Nel 1970 avevo da poco aperto un ufficio in Via Struppa, proprio sulla via che costeggia il Lungo Bisagno, a Genova . Il 7 ottobre di quell’anno, dopo ore di intense piogge, il Lungobisagno ed il centro di Genova si trovarono sommersi dall’alluvione che ha allagato gran parte della città. Si contarono 35 morti, 8 dispersi, centinaia di feriti ed incalcolabili danni.

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Fino a quel giorno sul greto del Bisagno si potevano vedere numerosi campi da bocce, molti orti coltivati da privati, e, addirittura, campi di calcio delimitati da alta recinzione. Inoltre il greto del Bisagno era pieno di vegetazione di ogni genere: rovi, canne ed anche alberi di alto fusto.
Le intense piogge ovviamente alzarono il livello del fiume provocando pian piano lo sradicamento degli alberi, dei rami, delle canne trascinandoli verso il mare, fermandosi però contro i ponti andando a creare di fatto una diga che è stata la principale causa dello straripamento. Dopo questa tragedia l’amministrazione di quel tempo, saggiamente, decise di ripulire il greto del fiume eliminando tutta la vegetazione ancora presente, abbassando anche il livello del greto; in questo modo si è creato un invaso più capiente e soprattutto senza ostacoli.
Col tempo il livello del greto si è nuovamente innalzato ed alberi e vegetazione hanno ripreso a crescere. I lavori di sistemazione del Bisagno, fatti oltre 40 anni prima, finalizzati a mantenere nell’alveo le piogge che negli anni sono cadute, hanno consentito alla città di non subire altri danni dovuti a straripamenti del fiume.
Infatti grazie a questi lavori, dal 1970 e per 41 anni a Genova il Torrente Bisagno non è più uscito dagli argini.
Il 4 novembre del 2011 vi è stata una nuova esondazione che ha riempito il centro città di fango, alberi e rami sradicati dalla furia delle acque, allagando auto e attività commerciali e provocando danni incalcolabili, facendo purtroppo anche 6 vittime.
Nel 2014 il 9 di ottobre altra alluvione ancora con una vittima.
Sosteniamo che la cura e la pulizia degli alvei dei corsi d’acqua molte volte può essere decisiva per evitare questi disastri.
Ma qui diventa una questione politica: si preferisce dare la colpa all’inquinamento atmosferico, al riscaldamento globale, ecc., forse per scaricare le proprie coscienze dalle responsabilità che ognuno di noi ha nel curare il territorio dove vive.
Ovviamente contestiamo i divieti che vengono imposti da leggi insensate e che puniscono con salatissime multe chi, per esempio, nell’incuria dell’amministrazione, ripara una piccola buca sulla strada a proprie spese.

Pier Luigi Torielli

Articolo pubblicato sul Blog “Alfieri dei Popoli” Diretto da Gabriella POLI

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