ALBISSOLA: BOX FUORILEGGE

ALBISSOLA: BOX FUORILEGGE 
E LA PERSECUZIONE DEL CEMENTO
Anche i box sotterranei e i parcheggi sono cementificazione

ALBISSOLA: BOX FUORILEGGE E LA PERSECUZIONE DEL CEMENTO
Anche i box sotterranei e i parcheggi sono cementificazione

Non riusciamo a volare più in alto, non riusciamo neppure lontanamente a capire quali siano stati gli errori commessi per imperizia, per ignoranza o per superficialità e quanto dolore e quanti danni abbiano procurato a persone e cose.

Insomma si continua imperterriti a promuovere progetti di sfruttamento e consumo del nostro territorio e ci si rammarica di aver perso l’occasione di realizzarne altri.

Ad Albissola possono ancora essere costruzioni residenziali come a Grana nell’ex zona campeggio oppure essere box interrati nella zona dei Ceramisti.

Ad Albissola come in altri luoghi e non solo liguri, si continua imperterriti a perseguire un copione che dal centro destra al centro sinistra non muta strategie, termine forse troppo ambizioso per chiamare la cementificazione che nel nostro territorio sembra inverosimilmente ancora possibile.

Qui, dove il carico insediativo e soprattutto le volumetrie non riescono, ormai da tempo, ad essere sopportate dal punto di vista ambientale e morfologico; qui, dove i centri urbani , nell’impossibilità di espandersi a macchia d’olio invadono luoghi spesso tutelati o fortemente fragili sotto il profilo idrogeologico da regalarci, sempre più spesso, paurose frane , temibili allagamenti, cedimenti strutturali di difficile soluzione; qui sembra sia ancora possibile.

Si continua imperterriti, con un’ottusità amministrativa e politica tale da far pensare che una maledizione si sia abbattuta su di noi, dove politici, indistintamente eletti, si esercitano in aggressioni autorizzate del territorio che, proprio ora che di danari ne circolano pochi nelle casse comunali , diventa sempre più l’ultima risorsa possibile.

La solita storia delle facili concessioni, in cambio di oneri di urbanizzazione che si potranno gestire poi, come si vorrà e non necessariamente per ottimizzare servizi e manutenzioni nella stessa città come scuole, strade, illuminazione o quant’altro. Il consumo e l’impoverimento del suolo potrebbe addirittura tornare utile per sovvenzionare anche qualche povera e miserevole scelta di visibilità di un’Amministrazione Comunale che sopravvive nella speranza di essere rieletta.

Così assistiamo a proprietari di aree diventare costruttori, proprio come nell’area dell’ex campeggio, dove si costruiranno ben due palazzi in un’area già fortemente urbanizzata con l’aggravante di essere adiacente ad un corso d’acqua.

Così viene presentato in questi giorni il progetto di realizzazione di box interrati e di parcheggi di superficie in fregio a via dei Ceramisti .

“Lo sviluppo insostenibile”
 Un dipinto di Serena Salino

Un progetto puntualmente realizzato da privati, su aree della società Alpar srl dove si prevederà una variante al piano regolatore. Un’azienda, l’Alpar, che a Brescia, guarda caso, produce pareti divisorie in alluminio, proprio quelle utilizzate per costruire autorimesse e che doveva credere molto nella variante albissolese per buttarsi in un’impresa che le consentisse di crearle sicuro profitto.

Il solito business di box sotterranei in una collina già compromessa come lo sono molte in Liguria e che, in particolare nel territorio savonese, sono state oggetto di frane, smottamenti e pericolosi indebolimenti da comprometterne in molti casi, tutto l’abitato circostante.

Interventi dove le relazioni geologiche e di compatibilità ambientali o sono latenti o redatte con superficialità inspiegabile, poiché spesso si tratta di vere e proprie trasformazioni territoriali tanto sensibili, non nella loro quantificazione perimetrale, ma nella loro capacità di alterare un delicato equilibrio e creare dissesto territoriale

 

Trattandosi di un progetto che contempla una trasformazione, anche se piccola, del territorio, riteniamo corretto portare i cittadini di Albissola a conoscenza delle scelte che intendiamo compiere, secondo quanto stabilito nelle linee programmatiche della nostra amministrazione” spiega il vice sindaco Gianluca Nasuti, che si affretta a puntualizzare che“la variante, i dettagli, le modalità dell’intervento , includeranno anche la riqualificazione completa delle aree esterne, oggi degradate, la cessione del territorio e di tutti i parcheggi in superficie al Comune, l’acquisizione, sempre da parte dell’ente locale di trenta posti auto coperti, la creazione di un nuovo collegamento” .

Il tentativo folle di democratizzare il deturpamento territoriale nasconde la solita menzogna del cemento e della manomissione di una vasta area di territorio che diventariqualificazione” che l’avvocato Nasuti ha assimilato bene, mentre sostiene la sua tesi parlando di “degrado” della zona. Espediente ormai fin troppo chiaro è quello di accelerare il degrado di una zona in modo da far apprezzare ai cittadini la sua sistemazione a tutti i costi anche a quello di produrre gravosi e irreversibili danni territoriali e ambientali.

Mentre si sottolinea, con enfasi, il concetto di cessione di parcheggi in superficie da ALPAR srl al Comune che acquisterebbe da quest’ultima anche trenta posti auto si omette di dire che;

– l’area è sottoposta a vincolo Paesistico di Bellezza d’insieme istituita con D.P.R. n.372/1984 in relazione al notevole interesse pubblico della località Bruciati ai sensi della Legge 1497/39;

– nell’area di progetto é presente il Rio Basci iscritto negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e tutelati dal Dlgs. 42/04 e relative fasce di rispetto inedificabili;

– l’area ricade nella fascia di rispetto costiera tutelata ai sensi del Dlgs. 42/04 art. 142 comma 1 lettera a: i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i terreni elevati sul mare; 

– l’area progettuale ricade entro la fascia di rispetto cimiteriale. Il progetto contrasterebbe con la normativa vigente.

  

– Considerato inoltre che rientra nella nozione di costruzione il manufatto ospitante i box, ancorché interrato, in relazione alla distanza dalle acque pubbliche, si sensi dell’articolo 96, lettera g), R.D. 25 luglio 1904, n. 523, la quale recita :

-sono lavori ed atti vietati in modo assoluto sulle acque pubbliche, loro alvei, sponde e difese i seguenti: g) Qualunque opera o fatto che possa alterare lo stato, la forma, le dimensioni, la resistenza e la convenienza all’uso, a cui sono destinati gli argini e loro accessori come sopra, e manufatti attinenti.

 

– Il progetto presentato inoltre è carente di studio di sostenibilità ambientale e la stessa relazione paesaggistica non è conforme con i dettati disposti dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 12 dicembre 2005 recante “Individuazione della documentazione necessaria alla verifica della compatibilità paesaggistica degli interventi proposti, ai sensi dell’articolo 146, comma 3, del Codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42.”

– Presenza di copertura forestale ( fonte: portale cartografico Regione Liguria) e documentazione progettuale che evidenzia la presenza di aree con alberature di alto fusto in estensione alla collina sovrastante lato Rio Basci e area cimiteriale.

–  L’area quindi risulterebbe essere sottoposta a vincolo ai sensi del D.lgs 42/04, art. 142 comma G in quanto territorio coperto da foreste e boschi; nonché dalla lettera c) in quanto presente corso d’acqua iscritto negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna. 

La realizzazione dei box interrati e relativa viabilità di servizio nonchè di infrastrutture ed opere connesse si configurerebbero in contrasto con le succitate discipline normative di salvaguardia e tutela del territorio.

Queste le preoccupazioni e le criticità contenute in un esposto presentato dal WWF e inviato a tutti gli Enti territoriali preposti, Provincia e Regione compresi. 

Preoccupazioni e criticità fortemente condivisibili visto, tra l’altro, che il Rio Basci , che dalla collina dei Bruciati scende fino al centro storico e la zona “Ceramisti”, fu protagonista non molti anni fa di un’ evento alluvionale che causò gravi danni al nostro centro urbano e che la situazione di rischio idrogeologico si è ulteriormente aggravata con la recente frana in Loc. Poggio del Sole, dove secondo le relazioni tecniche,il movimento di terra potrebbe aver interferito con l’alveo del sottostante Rio Marchesina strettamente correlato con la zona in oggetto.

Avrebbe dovuto insegnarci qualcosa l’evento Poggio al Sole, con famiglie per mesi sfollate dalle loro case pagate con sacrifici, con imprese che facilmente acquisiscono concessioni a costruire ma meno facilmente si accollano gli oneri legati a queste, con Amministrazioni che fanno “ a scarica barile”, con responsabili che mal si riescono a individuare e meno che mai pagano i danni commessi.

Anche i box sotterranei e i parcheggi sono cementificazione e non sono i cittadini in un’Assemblea a doversi prendere la responsabilità legale e amministrativa di questo delicato intervento che rimane e deve rimanere dell’Amministrazione che ne dovrà rispondere.

Che i box sotterranei sono spesso causa di danni idrogeologici non è un mistero: Noli insegna!

Ma noi non impariamo: l’erosione del nostro patrimonio territoriale, l’imbruttimento portato da cemento, dall’asfalto e dalle serrande d’alluminio ci perseguita così come ci perseguita l’inettitudine dei nostri politici.

                                                                  ANTONIA BRIUGLIA

 

Si ringrazia il WWF nella persona del Presidente Marco Piombo per le informazioni formite. 

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