ALBISSOLA : BASTA CEMENTO!

ALBISSOLA : BASTA CEMENTO!
Il popolo del NO per cambiare!!

ALBISSOLA : BASTA CEMENTO!
Il popolo del NO per cambiare!!
 

Il popolo dei “NO”. 

Più volte in questi ultimi tempi sono comparsi riferimenti alle posizioni del popolo del No. Lo si è fatto nei confronti di grandi progetti che dovrebbero dare il tanto atteso scossone allo sviluppo di Savona e provincia.

E’ capitato per la situazione di stallo in cui versa la piattaforma Maersk, non dovuta certo a scelte ambientaliste, ma a reali difficoltà finanziarie.

Il sostegno economico dei privati a queste grandi opere, sistematicamente, in Italia, è di gran lunga inferiore a quello richiesto alla mano pubblica che sembra latitare, e quindi paradossalmente si denigra l’opposizione dei cittadini espressa anche con un referendum popolare, si chiede a questi ultimi di finanziarla pur ritenendola inutile e dannosa per il loro territorio.

 

E’ capitato per l’ampliamento della centrale a carbone, per il quale si è addirittura proposto un improbabile sciopero proprio contro i Comuni e i cittadini che da tempo si oppongono alla permanenza di una situazione di salute gravemente compromessa . Anche qui il popolo del No, non è un gruppo di sparuti cittadini, ma Sindaci e Amministrazioni intere, comitati che da tempo si battono supportati da medici, scienziati anche da più parti d’Italia.

 

Ma a Savona, caparbiamente, si persegue una politica vecchia, superata e logora, con scarsa memoria sulle vere responsabilità di una crisi industriale e occupazionale dovuta a ben altro che a dei NO.

Il fallimento di una politica social liberista che continua a caratterizzare amministrazioni di destra e sinistra è sotto gli occhi di tutti e la presa di coscienza di quelli che sono i veri valori da salvaguardare nella qualità della vita, ha fatto risvegliare le coscienze della gente.

Qualcosa, da tempo, si sta muovendo. Che si voglia o no.

Si sta prendendo coscienza su cosa sia da sostenere e cosa si debba rifiutare. Si sta prendendo coscienza che bisogna vigilare, perchè tutto può accadere, anche le cose più illogiche.

I NO al progetto Margonara. 

Tra Albissola Marina e Savona, il progetto del porticciolo con annessa colata di cemento, spacca addirittura due amministrazioni che da poco si ritrovano dello stesso colore (centro sinistra) e che invece di allearsi, proprio per dare una prova di discontinuità, si scontrano proprio sulle scelte urbanistiche.

Insomma le case progettate da Gambardella , se Savona comincia sempre più decisamente a non volerle più, Albissola le vorrebbe spostate all’interno dei suoi confini comunali, proprio come si augurava la precedente giunta di centro-destra.

 

Chi se ne importa delle criticità ambientali che tanto hanno fatto discutere e che hanno, spesso, sono state motivo di tensioni tra la classe politica e i cosiddetti ambientalisti “pantofolai” ? 30 mila metri cubi di cemento fanno sempre gola e se dovessero decidere di spostare il porticciolo a Miramare, questa ennesima provvidenziale colata svanirebbe.

Che iella!!!

Se si pensa ai Consigli Comunali della passata giunta di centro destra dove il Sindaco Parodi, il Vice Sindaco Gradella erano appoggiati dall’opposizione del PD in un capolavoro di opportunità politica, dove tutti si riscoprivano fans del porto senza doversi neanche tanto dichiarare apertamente , sembra una disdetta che oggi, mentre tutti quelli che ci mettevano la faccia si stanno via via ritirando, lascino soli proprio quelli di Albissola e li critichino pure.

«Se vogliono fare dei palazzi all’inizio di Albissola solo per avere un porto, facciano pure» sostengono a Savona.

Ad Albissola, il Sindaco Vicenzi chiarisce “certamente non si può dire no al porto senza neppure discuterne, dopo tutti questi anni di attesa. Fino a quando non avrò un progetto in mano, non affronterò la questione in consiglio o in un dibattito.”

Ma il Signor Sindaco forse il dibattito di questi anni se l’è perso. 

Il Sindaco di Albissola Vicenzi

Peccato! S’è perso il movimento fatto di famiglie, giovani, anziani e bambini che si sono schierati con determinazione contro il cemento alla Madonnetta. Movimenti come” Margonara viva”, sostenuti da molti altri, che hanno più volte attirato l’attenzione sul delicato problema del salvataggio della costa savonese e in particolar modo di quel poco rimasto ancora integro.

Tutto il dibattito su Fuksas, col Presidente Canavese, con l’assessore DiTullio quando si sosteneva che il tornado di Fuksas dovesse essere il nuovo simbolo di Savona.

Il signor Sindaco s’è perso anche i tormentati Consigli Comunali di Savona, le trasmissioni televisive da Margonara , le nuotate invernali, i sit-in sulla spiaggia e le occupazioni simboliche dello scoglio da difendere, lui sì diventato simbolo della qualità della vita.  

 

Il signor Sindaco e la sua Amministrazione forse non hanno ancora chiaro che ormai c’è chi pensa che il nostro territorio possa essere ancora meraviglioso, ricco di storia, arte, cultura, gusto, paesaggio, solo afflitto da una malattia molto grave: il consumo.

Un cancro che avanza ogni giorno, e che seppellisce quello che rimane.

E non solo non si fa nulla affinché questo non accada, ma ci si accanisce senza tenere conto che il limite di non ritorno, superato il quale l’ecosistema non è più in grado di auto riprodursi, è sempre più vicino. Nessuno se ne cura, tanto più un Sindaco che rivendica il suo cemento.

Lo fa proprio quando, Regione e comune di Savona, dopo anni di controversie e di opposizione popolare, cominciano a compiere i primi insperati passi per respingere la costruzione di altre volumetrie nell’ultimo tratto di costa marina ancora integra.

Albissola, che per decenni ha visto le sue zone pianeggianti, le sue coste, le sue armoniose curve collinari, sottoposte alla minaccia, all’attacco e al saccheggio da parte del cemento, che non ha un angolo risparmiato da piani urbanistici sempre tolleranti, o peggio da speculazioni edilizie, insediamenti industriali e commerciali, continua il suo percorso di inesorabile consumo.

Nessuno, né dalla maggioranza né dalla minoranza riesce a far capire al Sindaco che non si può andare avanti così? Nessuno solleva che le risorse del territorio non sono infinite? Nessuno riesce a dare un segno di discontinuità tra le politiche urbanistiche tra un amministrazione di un colore e quella di un altro?

Eppure anche ad Albissola il dissesto idrogeologico ha fatto gravi danni, il patrimonio paesaggistico e artistico, rischia di essere irreversibilmente compromesso e le identità culturali e le peculiarità del territorio, sembrano destinate a confluire in un unico, uniforme e grigio contenitore indistinto.

 Bisogna dire basta perché non sono questi i bisogni dei cittadini da soddisfare, perché ci deve convincere che mentre non sono molti a tirare le file del cemento e sono pochi colori che trarranno profitto da questo modo di sfruttare il territorio, sono troppi coloro che ne pagheranno le conseguenze.

Noi dobbiamo dire: Stop al consumo di territorio.

Quindi, se non vogliamo abbandonare ancora il terreno del buonsenso, apriamo democraticamente una discussione, soprattutto prima di avere in mano i progetti degli imprenditori.

Non sono i masterplan a chiarirci cosa vogliamo fare per il territorio e per la gente che lo abita.

Qualcuno proponga, quindi, nel prossimo Consiglio Comunale un Ordine del Giorno da discutere “censire il patrimonio edilizio esistente, sospendere temporaneamente la validità di piani regolatori, lottizzazioni e varianti in corso, per quanto concerne le nuove edificazioni , e  attivare ogni iniziativa utile, coinvolgendo amministratori e cittadini (attraverso un percorso partecipativo che porti all’adozione di un piano regolatore capace di conservare e valorizzare il territorio e le risorse esistenti senza necessariamente prevedere ulteriori espansioni”, questa sarebbe discontinuità col passato.

E’ vero, colui il cui pensiero è in minoranza, è considerato pazzo, ma molti comuni italiani hanno già cominciato ad operare in questo modo, ultimo Firenze , e stanno lavorando per raggiungere un VERO CAMBIAMENTO, cioè un nuovo modello di società … 

Il popolo del NO o meglio del SI alla qualità della vita e alla riscoperta dei veri valori del territorio, continuerà la sua battaglia innanzi tutto culturale, che apra cuori e cervelli e costringa i poteri a non trovarsi più nella condizione di dover sostenere l’insostenibile … 

     ANTONIA BRIUGLIA                     5 dicembre 2010

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