Albenga

Tre “cosette” su Albenga
da Savonanews

Tre “cosette” su Albenga
Caro Sindaco,
non vorremmo infastidirla anzitempo dopo le fatiche elettorali. Lo interpreti come uno spunto di riflessione e un augurio di buon lavoro, se crede.
Da dieci giorni stiamo tenendo in pentola questa nostra, consapevoli per pura presunzione, del fatto che pubblicarla durante la campagna elettorale avrebbe impattato malamente sulla stessa, o come minimo sarebbe stata strumentalizzata male da entrambi gli schieramenti in lizza.
Ora che i giochi sono fatti, le bocce quasi ferme, ci dica seriamente, cosa conta di fare per Albenga? Perchè sa, domenica scorsa, mentre la sua Cittò era sotto i riflettori della Milano-Sanremo abbiamo approfittato a gara terminata, per fare due passi. Le garantiamo che a due passi dal Grande Ponte Rosso il quadro è sinceramente sconfortante.

Non solo l’antica e bellissima Albenga è diventata base e crocevia di numerosi intrallazzoni piccoli, grandi e non solo “urbanistici”, ma ci è apparsa – specie fuori le mura – piagata da un palpabile degrado che non rende giustizia né al luogo né all’amministrazione. E non ci stiamo riferendo all’immigrazione.

Lungofiume. Un’anziana signora attacca discorso per spiegarci i meravigliosi resti delle terme romane aldilà del Centa. Non li avevamo neppure notati, sommersi da un’edilizia a cubi, confusi con un argine sudicio, senza un’insegna, né una luce. E normale? No.

Nella vicina Francia anche solo una piccola meraviglia come quella diverrebbe meta turistica. Ma forse è “il meno.”

Suggeriamo caldamente un’osservazione delle foto che seguono: a pochi metri dalla corsa ciclistica e dai resti archeologici d’epoca romana, uno spettacolo vergognoso e imbarazzante: sotto il vecchio ospedale l’attenzione cade su un grosso cassone verde. Lì dentro, ammucchiati a caso, tra la gente di passaggio con i bambini in braccio, rifiuti ospedalieri di ogni genere. Lo smaltimento di “questa robaccia” risponde ad un quadro normativo complesso. Ma il buon senso ci dice che non dovrebbero stare lì, e in quel modo.

Nel mucchio, svetta qualche pregevole urinatoio a “pappagallo”, assi da cesso a pezzi e qualche vecchia “padella” (non da cucina). Magari infetti, magari no. Senz’altro una cornice evitabile al passaggio della celebre corsa ciclistica, che attira una folla di curiosi.

Pochi metri, e sotto il vecchio nosocomio un altra discarica “open air” di materiali di ogni genere: pezzi di apparecchiature per analisi, batterie esauste, cannule, cateteri, medicinali scaduti, mascherine e siringhe usate. Ma è possibile, per il pubblico intervenuto, dare anche un’occhiata a corposi tomi di documenti della locale ASL con tanto di bolle, fatture, fornitori; ma anche leggere senza fatica che il signor “Mario Rossi” è stato operato all’anca o che la signora “Concetta Bianchi” in una certa data si è sottoposta ad una colonscopia, videoregistrata, che volendo è anche visibile nelle videocassette accatastate lì accanto, con nomi, cognomi, analisi svolte e dati personali.

Certo. A quest’ora il tutto sarà stato rimosso, ma per quanto questo spettacolo e queste amenità sono rimaste alla mercè di passanti e bambini? Siamo sicuri che lo smaltimento di rifiuti ospedalieri si faccia cosi? E la ASL2 savonese, con i suoi 4600 dipendenti, conserva con questa diligenza i dati dei suoi pazienti?

Il neoeletto sindaco di Albenga Rosy Guarnieri è intervenuto in merito all’inchiesta pubblicata da Savonanews.it.

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