Alassio

 DE CONTRARIORUM
 ADVOGADRORUM  INTER SE  MALEDICTIS

 DE CONTRARIORUM

ADVOGADRORUM  INTER SE  MALEDICTIS 

         Narrasi nelle cronache di “Riviera” de “Il Secolo XIX”, addì 18 gennaio 2012,  dell’ira funesta intercorsa tra gli esponenti avogadreschi del governo alassino Lucchini e Bogliolo, con alte grida trapassanti i portali dell’ufficio del secondo, diffusione extra moenia e conturbate, ma compiaciute, espressioni di Monica Zioni già assessore della pregressa Giunta Melgrati.

         Il gustoso pezzo a firma Luca Rebagliati ci ha riportato alla memoria fatti e gesta d’antica ed anche recente istoria della amena cittadina le cui fortune risalgono agli Hanbury, essendo gli inglesi, i primi viaggiatori fondatori del moderno “Turismo”,   grandi estimatori del territorio alassino.

         Come tutti sanno, ma ci piace tuttavia ricordarlo a noi stessi, il borgo assunse tal nome da “Adelasia”, figlia di Ottone I° di Sassonia, imperatore del Sacro Romano Impero dal 936 al 972. La  fanciulla si innamorò  di un coppiere di corte, “Aleramo”, contrastata ovviamente dalla regale famiglia. I due amanti si rifugiarono nelle nostre contrade , dopo varie peripezie l’amore e il coraggio di  Aleramo vinsero ed egli ebbe la signoria del Monferrato, donde i versi di Carducci in “Piemonte” (ottava strofa):

         –Cuneo possente e paziente, e al vago

         declivio il dolce Mondovì ridente,

         e l’esultante di castella e vigne

         suol d’Aleramo-

Dunque “Alaxia”, poi Alassio.

 

Fabio Lucchini 

Roberto Avogadro
Domenico Bogliolo

 

 Non sappiamo come si sia potuto  trasformare tale chiara denominazione nella dialettale “Arasce”. Pare che qualcuno, a livello istituzionale, ami tale sboccata versione (saranno stati quelli della Lega), tanto è vero che la si ritrova nelle indicazioni stradali, all’inizio del territorio, sul capo S.Croce. Orrore.  

 

         Per tornare ai nostri personaggi che, come diceva Petrolini, “liticheno”, noi siamo fermamente persuasi che le accuse reciproche siano parte sostanziale della struttura delle attuali alleanze politiche (si fa per dire). Infatti il percorso d’andirivieni dal centro alla sinistra, dal centro alla destra , dalla sinistra alla destra e dalla destra alla sinistra ha ormai fatto perdere i connotati di cotali antiche indicazioni che, come cantava Gaber, sono diventate scatole vuote .

Noi tentiamo di ribellarci a tali minestroni mal cotti ma c’è poco da fare. Quando Rebagliati scrive che il Sindaco di Alassio Roberto Avogadro “…pensa soprattutto a far collimare (ohilà!) la visione della città della componente PD della sua maggioranza con quella proveniente dalla vecchia amministrazione Melgrati…la cui estrazione è senza dubbio di centrodestra” – voi capite  che ogni distinzione è perduta, la confusione è al massimo e non ci resta che il…Governo tecnico.

Ma il merito della diatriba qual è? Perché liticheno? Anche questo è spesso difficile da capire. Qui sembrerebbe che Bogliolo abbia accusato Lucchini di aver passato al rivale Melgrati informazioni e documenti relativi all’affido di lavori pubblici.

         E’ assolutamente incomprensibile: non può essere che l’amministrazione Avogadro abbia carte segrete da nascondere a chicchessia in materia di “lavori pubblici”.  Tutti, evidentemente, compreso Melgrati, hanno diritto –e a volte anche il dovere- di conoscere qualsiasi informazione o documento in relazione a lavori pubblici.  Ci mancherebbe altro. Ci rifiutiamo di credere ad un simile paradossale impatto della limpida amministrazione avogadresca in meschine vicende d’affido.

Noi siamo sicuri che non vi sia nulla da nascondere a rivali.

A questo punto, ci perdoni Rebagliati, ma siccome è nostro diritto sapere ciò che avviene negli Uffici Pubblici di qualsiasi amministrazione delle nostre istituzioni locali , ci si vuole spiegare su che cosa si sono scontrati  con “ tono sempre più alt(r)o”  (il refuso di stampa assume qui una sua valenza) i due esimi rappresentanti del popolo alassino?

         Perché, non dimentichiamolo, i più antichi abitanti del territorio adelasiano furono i profughi delle tribù ingaune fuggiti alle stragi romane da Albenga. E Albenga, con la creazione della provincia Grandimperial, ha pretese rosaliane di dominio. Non vorremmo che si affermasse una volontà di padronaggio da parte della vicina città turrita.

  Attention please!

                                                                   BELLAMIGO

22 gennaio 2012

 

 

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