Alassio
Alassio, in collina vendesi ville di lusso
al mare offresi gratis spiaggia e discarica
Esclusivo reportage fotografico di convivenza ‘anarchica’
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Alassio, in collina vendesi ville di lusso
al mare offresi gratis spiaggia e discarica
Esclusivo reportage fotografico di convivenza ‘anarchica’
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Alassio – Non bisogna stupirsi più di nulla. Senza parole. Senza autocritica. Quale speranza? Se una della dozzina di massaggiatrici cinesi da spiaggia annuncia ai suoi affezionati clienti settembrini che presto tornerà a Milano dove vive il marito. Se può vantare, orgogliosa, di aver raggiunto il settimo anno consecutivo di “lavoro” sul litorale alassino, con un crescendo di massaggi “terapeutici” (tra i 5 e i 10 euro a seduta). Se ci tiene a ricordare che per un migliore servizio, non manca chi ricorre all’appuntamento. |
Se fa parte della nutrita comunità capace di resistere alle retate e alla legge dello Stato. Se ‘i massaggi cinesi-alassini’ hanno perso il predellino della cronaca estiva 2011, contrariamente agli ‘ambulanti’ perseguitati…ma non invisi agli acquirenti… Ebbene forse l’ultimo caso, più eclatante, vergognoso, riguarda un ‘disperato’ e diseredato vu cumprà che da qualche mese sbarca il lunario – si dice cosi? – all’estremità della spiaggia di ponente. E tutto intorno fa da corollario una stravagante, estesa discarica-mostra con vista diretta sull’acqua azzurra; spettacolo incapace persino di stupire, di scandalizzare. Convivenza e connivenza all’inerzia, all’indifferenza. Rassegnazione? (Vedi a fondo pezzo qualche istantanea datata mercoledì 21 settembre). Trucioli Savonesi da cinque anni, tra le peculiarità della Baia del Sole, mostra ai suoi navigatori immagini fantasmagoriche di vita del più “ricercato” e blasonato arenile della costa ligure. Capace di produrre posti di lavoro, attrazione, ricchezza perpetua, ma anche il più tenace tormentone politico/commerciale, a leggere (non da oggi) le cronache quotidiane estive. Secondo solo, all’edilizia galoppante e con vento in poppa. All’assolto del mattone pure in collina, ultimo polmone di verde. Sul numero della scorsa settimana Trucioli ha pubblicato oltre una ventina di foto (vedi….), a testimonianza di abituali scene di “folklore”. Definiamolo pure così, per stemperare, ripetiamo, mesi di feroci polemiche, rimbalzo di responsabilità, tra chi amministrava prima e chi si trova l’eredità del passato. Ieri a te, ora a me. Cosa è cambiato? E cambierà? Appuntamento già alla prossima stagione. Tra l’efficacia dei provvedimenti e la puntuale, tambureggiante, campagna di annunci, interventi, provvedimenti, difficoltà, ostacoli; aggiungiamo qualche pizzico di dubbio sulle capacità individuali e sulle cause vere delle sconfitte. A volte sommando brutte figure. Ad esempio, la scarsa umiltà di ammettere l’impotenza, anziché privilegiare le scusanti. Questa settimana a “descrivere”, raccontare, è la indignitosa, quanto sorprendente situazione che proponiamo – ovviamente per molti cittadini e bagnanti non sarà una novità – sotto la passeggiata Ciccione. Nella zona tra i Bagni Corner Beach e La Scogliera, spiaggia, ristorante e bar che per anni ha riproposto le foto di cene di fine stagione da megagruppo di amici, riprese dallo storico fotoreporter alassino, Silvio Fasano. E pubblicate sulla stampa locale. In quel tratto di litorale, di costa, quasi ai confini di Laigueglia, c’è pure la concessione demaniale della Colonia di Busto Arsizio (Varese). L’immobile ristrutturato si trova, tanto per dare un’idea, poco sotto l’ex “Puerta del Sol” (edificio ricco di gloria e oggi di desolazione). E’ nell’area demaniale della colonia che abbiamo ripreso scene di un cittadino straniero che qui vive e dorme, custodisce le sue mercanzie, il suo ‘pane quotidiano’. In quali condizioni di decoro per la stessa città (e la sua spiaggia a peso d’oro) e di dignità della persona umana? Una domanda magari ingenua, retorica. A palazzo civico (delegato al Demanio), o l’organo più istituzionalmente coinvolto come la Capitaneria di Porto, aggiungiamoci Polizia di stato, carabinieri, vigili urbani (tutti lamentano organici all’osso), sono a conoscenza dello “spettacolo”? Sono stati avvertiti, informati, sollecitati? Difficile credere che “nulla sappiano”. La riflessione, meno ardua, può indurre a varie conclusioni. Lo scaricabarile. Uno dei tanti, sistematici, primati negativi del Bel Paese. C’è un’area demaniale data in concessione, con precisi obblighi, trasformata in magazzino-discarica-dormitorio. E’ lecito? Legale? Omissivo? C’è un secondo tratto di litorale, sempre di competenza demaniale, dove è stato accatastato di tutto e di più. Lerciume. In un’area di pregio turistico e balneare. In Italia siamo alle prese con “tante porcherie”, in ogni dove, ma non è una scusante per quanti, ad Alassio, hanno il dovere istituzionale (per alcuni), per altri politico, amministrativo e aggiungiamo morale, di non tollerare, di intervenire. Evitando di offrire ai concittadini ed ai turisti uno spaccato di incuria, un film di pessimo gusto e danno di immagine. Lo stato di abbandono e desolazione – non è certo da quest’anno – prosegue oltre La Scogliera, in corrispondenza, per dare un’idea, ad un piccolo “casotto” di proprietà delle Ferrovie dello Stato. C’è un sottopasso per acque piovane, un tunnel, sotto l’Aurelia che raggiunge il mare. Con un’ulteriore conferma di degrado, sporcizia, pessima igiene pubblica. In bella vista di quanti sono interessati a percorrere, via scogliera, o via mare, il tratto Alassio-Laigueglia. Trucioli, cinque anni fa, aveva indirizzato ai lettori un appello: “aiutateci a mantenere il decoro della passeggiata a mare che unisce le due cittadine”. Alcuni lavori, interventi di riqualificazione, valorizzazione sono stati utili ed apprezzati, ma a che serve se poi non si cura la pulizia, le aiuole, i vasi, i fiori, le piante, la manutenzione. Con erbacce predominanti? Ci appellavamo alla Riviera dei Fiori! Al confronto con i paesi-bombiniera della Mosella, del Reno, della Svizzera, dell’Alto Adige, dell’Austria. E la nostra amata Riviera non merita la stessa cura, diligenza? Oggi non ci appelliamo più a nessuno. Per questo lasciamo la parola e le conclusioni alla “mostra fotografica della vergogna”. Ai lettori-navigatori. In attesa, abbiamo letto di recente, dell’arrivo dei “carabinieri in congedo per aiutare a combattere i venditori di false griffe” (La Stampa del 21 settembre 2011). Coraggio, perché ricordate pure “l’esperienza positiva dei due vigilantes finanziati dai commercianti, per il mese di agosto, come deterrente contro i venditori abusivi”. E lo Stato? Le tante operazioni delle forze dell’ordine, con dispendio di energie e denaro, in una lotta da mulini a vento. A quando i volontari dell’ambiente (con le loro lodevoli iniziative) si accorgeranno di ciò che descrive l’album fotografico di fine estate 2011 lungo un tratto di litorale deturpato, offeso, ignorato, abbandonato. In balia dell’insipienza e del menefreghismo umano. In attesa che l’Italia tutta volti pagina. R.T. 25 settembre 2011 |