Ad Amelia Rosselli
Versi dedicati alla grande e infelice poetessa Amelia Rosselli, nel giorno del suo compleanno.
AD AMELIA ROSSELLI
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AD AMELIA ROSSELLI |
“Mi truccai a prete della poesia ma ero morta alla vita”
Che cosa separa l’esser-ci ancora dal non esser-ci più? In fondo prima di essere qui non eravamo in nessun luogo (a meno di non credere che tutti fossimo nella mente di Dio, e che i nostri giorni fossero già contati prima che venissimo alla luce) e verrà il giorno in cui saremo chiusi e immobili in breve e angusto spazio, almeno per un certo tempo. Anche i miei giorni sono contati e prima o poi finiranno, il loro numero è finito e me ne accorgo ogni giorno di più. Tornare indietro è impossibile se non in sogno (e i risvegli sono sempre più amari), il futuro si accorcia anche se si allungano le giornate e la vita, come dice il poeta, fugge e non si arresta un’ora (con quel che segue). Così mi trovo tra due abissi il passato che infinitamente si allontana verso la notte dei tempi e il futuro che mi avvicina all’ infinito aldilà del tempo e dello spazio, dove il naufragar, quando tutto è perduto, può essere dolce. Tra questi due infiniti se “Tu non appari a chiarire il mistero della tua non-presenza, tu non stimoli i fiori in corona attorno al mio polso, rotto perché non posso tenerti vicino…” può accadere che niente abbia più senso, ed è per questo che, per alcune animule vagule, diventa impossibile vivere in un mondo senza grazia e senza poesia. |