A Vado come Taranto

Resoconto incontro
A Vado come Taranto: i cittadini devono sapere!”

Resoconto incontro
“A Vado come Taranto: i cittadini devono sapere!”

Venerdì 2 Novembre 2012 alle ore 21 presso il Teatro Nuovo di Valleggia (Savona) si è svolto l’incontro pubblico dal titolo “ A Vado, come a Taranto, i cittadini devono sapere!”, promosso dall’associazione “ Uniti per la salute ONLUS” con la Rete Savonese Fermiamo il Carbone.

 L’incontro era una serata organizzata per fare informazione e per fare chiarezza, con divulgazione di documenti finora non ancora divulgati ed atti ufficiali, che riguardano la problematica situazione della centrale a carbone di Vado Ligure, per far sì che i cittadini siano consapevoli di ciò che di grave e preoccupante sta succedendo nel loro territorio.
La serata era un incontro pubblico, aperto a tutti, ma nella sala gremita di persone sedute ed in piedi NON ERANO PRESENTI NE’ IL SINDACO DI VADO LIGURE, NE’ IL SINDACO DI QUILIANO NE’ IL SINDACO DI SAVONA.

Come affermato dalla Presidente dell’Associazione “ Uniti per la Salute ONLUS” Emilia Piccardo:

“ Come in altre zone d’Italia soggette ad impianti produttivi particolarmente impattanti riteniamo indispensabile che i cittadini siano sempre informati in modo chiaro, completo ed approfondito riguardo alle decisioni prese per il presente ed il futuro del proprio territorio”.

Il discorso prosegue ed a prendere la parola è Gianfranco Gervino, portavoce dell’Associazione Uniti per la Salute il quale dichiara che:

“ La centrale è in città, luogo in cui abitano famiglie che hanno dei bambini, ma anche famiglie di persone che saranno futuri genitori, quindi il problema non riguarda solamente il presente, ma anche il futuro dei nostri figli.

Gli impianti termoelettrici per poter funzionare devono essere dotati delle migliori tecnologie disponibili (BAT) e devono disporre di un’ AIA ( AUTORIZZAZIONE INTEGRAZIONE AMBIENTALE).

La nostra centrale ha fatto richiesta dell’AIA nel 2007. La centrale ha continuato a funzionare per ben 5 anni, senza autorizzazione.

Il procedimento è passato per la commissione PIC ( parere istruttorio conclusivo), su cui la conferenza dei servizi ha espresso parere favorevole ( non risulta peraltro ancora emesso il decreto Ministeriale).

Era così difficile per i sindaci di Vado Ligure e Quiliano chiedere il rispetto delle leggi italiane ed europee visto che i sindaci sono le prime autorità sanitarie dei Comuni?

La centrale di Vado è al 7 posto in Italia tra gli impianti più inquinanti!

I valori emersi sono tanto inquietanti quanto clamorosi:

il biossido di zolfo (SO2) nel 2010 si è avuta una concentrazione di 336mg/Nm3 a fronte di un limite “prestazioni MTD” (migliori tecnologie disponibili) con un range che va da 20 a 200 come media giornaliera.

I limiti dati per i futuri assetti 1 e 2 e per i vecchi gruppi prevedono invece 350 mg/Nm3 come media mensile ( addirittura  superiore alla media indicata per il 2010 oltre che naturalmente molto al di sopra delle prestazioni MTD di 20-200).

Riteniamo che poiché son già ben 5 anni che questi gruppi non sono adeguati alla MTD l’adeguamento debba avvenire subito e non “entro la vigenza dell’AIA” che, ricordiamo, ha durata di 8 anni!

Inoltre è altrettanto clamoroso che nelle tabelle del PIC approvato in conferenza dei servizi per i tanto decantati gruppi nuovi, per l’inquinante CO  a fronte di prestazioni previste dalle MTD ( migliori tecnologie disponibili) che vanno da 30 a 50 mg/Nm3 sia stato indicato un limite AIA di 120. Ribadiamo che si parla di gruppi nuovi ancora da costruire con cui si partirebbe già con un dato assai superiore alle MTD!

Noi chiediamo e chiederemo in tutte le sedi che sia rispettato il Decreto Legislativo che regola la concessione dell’AIA.

In conferenza dei servizi il PIC ha ottenuto parere positivo anche dalla Regione e dalla Provincia.

I sindaci di Vado e Quiliano avrebbero dovuto semplicemente dichiarare “si prescrive da subito per i vecchi gruppi e per i nuovi lo scrupoloso rispetto delle norme di legge che prevedono le MTD”. Come ben sanno la conferenza dei servizi avrebbe dovuto acquisire quelle prescrizioni. I sindaci, pur avendo espresso un “no” peraltro “interlocutorio” non hanno fatto osservazioni o alcuna opposizione su quei limiti in concentrazione concessi, anche se molto al di sopra delle prestazioni MTD.

E’ gravissimo che tutte queste informazioni e problematiche debbano essere date ai cittadini tramite associazioni e che non siano le amministrazioni stesse a darle!
E’ diritto del cittadino pretendere di sapere e conoscere i suoi diritti!
La parola passa al dottor Ugo Trucco, Presidente dell’Ordine dei Medici, il quale dichiara che:

“L’ordine dei medici ha dichiarato che il funzionamento dei gruppi 3 e 4 costituisce un pericolo per la salute e la vita dei cittadini di Savona e provincia ed i sindaci lo sanno.

I sindaci sono anche a conoscenza dell’inquinamento della foce del fiume Quiliano, come documentato dall’ARPAL, ma nessuno ha mai fatto nulla.

In un documento dell’ARPAL del 2010 viene dichiarato che sul territorio è concentrata la principale fonte di sedimenti d’idrocarburi e metalli pesanti e che si ritiene che i gruppi 3 e 4 debbano essere dismessi in tempi rapidi e certi ( Dichiarazione fatta dagli ex sindaci di Vado Ligure e Quiliano insieme all’ordine dei medici).

I sindaci sono ben consapevoli di come stano le cose.

Dopo aver analizzato la questione dell’inquinamento marino, si passa alla questione dei licheni.

Per ben 5 anni sono state condotte analisi sui licheni.

I comuni di Vado e Quiliano dichiarano di non essere stati informati della situazione dall’azienda, che invece respinge tutte le accuse.

La Regione, molto probabilmente,  i dati li ha ricevuti, ma tace come fanno anche i comuni.

I dati rilevati vengono anche fatti analizzare da un luminare veneto dell’università di Padova, il Dottor Pamino, il quale dichiara che:” i valori medi dell’inquinamento sono di gran lunga superiori rispetto a quelli della laguna veneta”.

Il dottor Pamino lo scrive ed i sindaci sono a conoscenza anche di questo.

Il dottor Trucco prosegue e dichiara che:

“le polveri sottili si espandono in un raggio di 50 km ed il 35% dell’inquinamento nel territorio savonese è legato alla centrale, solo il 22% è legato a quello dei veicoli.

La radioattività di una centrale a carbone sarebbe superiore rispetto ad una nucleare.

La mortalità in provincia è DOPPIA rispetto alle altre province liguri.

Ci sono 20 morti di + all’anno a causa di ciò.

Tutto questo inquinamento provoca danni respiratori, cardiaci, tumori e sui bambini anche danni celebrali.

Infarti, ipertensione e diabete sono causati dall’inquinamento.

29 morti per 660 MW e questa centrale è di 1300.

Non esiste una soglia rispetto alla quale si sta bene, ma il diritto di vivere in un ambiente salubre è un diritto inalienabile che i cittadini dovrebbero chiedere e pretendere dai propri amministratori.

Alternative al metano non ce ne sono e si vuole portare avanti il danno per altri 50 anni.

E’ pazzesco non voler vedere un risultato del genere.

Chi prende le decisione deve prendere coscienza di tutto ciò. Scatta il doppio applauso della sala.

Gervino riprende la parola: L’associazione ha dichiarato di avere degli ottimi avvocati civilisti e penalisti e di voler intraprendere ricorso contro l’AIA, di voler fare un esposto a livello penale e che se si ravvisassero responsabilità sarebbe anche possibile avanzare delle richieste di risarcimento per danni, in sede civile, tar e tramite esposti con denunce.

 Prende quindi la parola il geologo Giuseppe Boveri che dichiara:

a causa della chiusura del pronto soccorso di Cairo Montenotte c’è stato il primo morto per infarto visto che l’ambulanza per trasportarlo al pronto soccorso di Savona ha impiegato 35 minuti.
Bisogna abbandonare il tavolo a cui sono seduti i nostri politici perché sono anche i nostri carnefici.

 La Sig.ra Adriana Caviglia interviene dichiarando che:

“ mio marito è morto tre anni fa a causa di un cancro, sul referto medico è stato scritto morte per attacco cardiocircolatorio, ma la verità è un’altra in quanto invece è morto per un microcitoma pleurico dopo aver lavorato per anni da Stoppani e Tirreno Power”.

Il dottor Trucco riprende la parola ed ammette: “ queste cose non devono succedere”

Interviene un altro cittadino il quale sostiene che bisognerebbe manifestare come è stato fatto a Taranto e Gervino dichiara che con tutte le informazioni ed i dati inquietanti e preoccupanti venuti a galla stasera sicuramente la gente avrà una maggiore consapevolezza del grave problema che affligge il territorio in cui vive.

Oltretutto a fine serata viene anche data l’informazione che la Tirreno Power sia per metà controllata dalla Francia ( 50% GDF) e per l’altra metà dalla Sorgenia.

Si parla anche della cessione della centrale, che se fatta con le carte in regola, varrebbe molto di più.

Prende la parola anche l’ex assessore provinciale Filippi il quale dichiara che:

“ Tre anni fa il PD fece una raccolta firme contro l’ampliamento della centrale, ma ancora oggi non si sa che fine ha fatto…! Inoltre, c’è il problema dell’accumulo perché TUTTI i metalli pesanti sono sopra la legge 152 sull’ambiente”.

In seguito la parola passa a Renzo Briano che dichiara che:

“ 18 comuni hanno votato contro l’ampliamento della centrale ed il comune di Savona si è espresso per la metanizzazione completa. Perché dovremmo ampliare una centrale a carbone se tutto il mondo sta passando alle energie rinnovabili? Il piano rifiuti concederebbe l’uso del CDR. Dichiara di essere stato “ fatto fuori” proprio per aver sostenuto questo. Il CDR dicono che venga trasportato nel cementificio di Borgo San Dalmazzo (CN), ma il nuovo gruppo potrebbe essere compatibile con la combustione del combustibile dei rifiuti”

Interviene anche Riccardo Dabinovich del Movimento 5 Stelle il quale dichiara che:

“ Bisogna rompere le scatole! Venti di Savona di partecipazione potrebbe essere un’ottima occasione!

Milena Debenedetti aggiunge che:

“ non bastano le prese di posizione formali, difendere la salute dei cittadini è il primo dovere degli amministratori, che non devono lasciar nulla d’intentato!”

Prende la parola Giovanni Durante dell’ARCI il quale dichiara che:

“ Perché dire stop al carbone?

 

L’utilizzo del carbone per la produzione di energia elettrica è una SCELTA NOCIVA E SBAGLIATA. Il carbone è il combustibile fossile più inquinante e pericoloso al mondo.

IL CARBONE AVVELENA NOI E IL NOSTRO AMBIENTE: è la più grave minaccia per la salute di tutti. Numerosissimi studi scientifici confermano che la combustione del carbone causa in modo diffuso malattie cardiache e respiratorie, cancro, ictus e minaccia addirittura i feti ai primi stadi evolutivi.

IL CARBONE AVVELENA IL LAVORO: le centrali a carbone deprimono settori economici fondamentali. Non è affatto vero che una centrale a carbone fornisce maggiore occupazione delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, anzi è vero il contrario. Basandosi sui calcoli di Confindustria, ad esempio, se i soldi previsti per la riconversione della centrale di Porto Tolle si investissero in Efficienza Energetica si avrebbero 10 volte più posti di lavoro. Analogo discorso per le rinnovabili. Ma il carbone avvelena anche altre attività economiche, minacciando l’occupazione di chi lavora nei settori della pesca, dell’agricoltura e del turismo, attività fondamentali dell’economia savonese.

 

IL CARBONE DANNEGGIA LE COMUNITA’: i costi ambientali ricadono sulla società e non sulle aziende produttrici.Il carbone è conveniente solo per le grandi lobby proprietarie delle centrali, che non rispondono dell’inquinamento causato e usano un combustibile a buon mercato grazie anche allo sfruttamento dei minatori. L’industria del carbone non sostiene i costi economici, sociali e ambientali collegati a questi impatti, che ricadono sulle comunità locali e sulla società in genere (140 milioni di euro di costi ‘esterni’ all’anno per una centrale come quella di Vado Ligure, secondo lo studio Externe dell’UE). Questa “omissione” è fondamentale per mantenere basso il prezzo di mercato del carbone: se, al contrario, questi costi venissero contabilizzati nei costi delle aziende energetiche, la convenienza di realizzare nuove centrali verrebbe meno, a vantaggio delle fonti rinnovabili. Non esiste infatti il “carbone pulito”.

IL CARBONE NON SERVE: è inutile per l’Italia perché la capacità di generazione elettrica italiana è quasi doppia rispetto al più alto picco di consumi mai registrato. Ci sono troppe centrali termoelettriche che lavorano per un terzo della loro potenzialità. E’ quindi possibile chiudere le centrali che non servono, a cominciare da quelle più inquinanti, rimpiazzandole con efficienza energetica e fonti pulite e rinnovabili.

Molti Comuni della Provincia di Savona hanno deliberato contro l’ampliamento della centrale di Vado Ligure, una centrale sprovvista della obbligatoria Autorizzazione Integrata Ambientale, che continua da 40 anni a bruciare migliaia di tonnellate di carbone al giorno senza un controllo pubblico sulle emissioni delle ciminiere e agli scarichi idrici.

L’Ordine dei Medici di Savona parla di “minaccia reale e consistente alla salute ed alla vita dei cittadini” e la ormai enorme letteratura scientifica internazionale quantifica i danni alla salute delle polveri ultra fini derivanti dalla combustione del carbone, anche con filtri di nuova generazione.

I GUADAGNI VANNO ALLE GRANDI LOBBY MENTRE AI CITTADINI SAVONESI RESTANO LE MORTI PREMATURE E I COSTI SANITARI. 

È necessario puntare a un modello di sviluppo diverso, fondato sull’efficienza energetica, sul risparmio e sulle rinnovabili. 

È necessario che, a Savona come nel resto del pianeta, non si costruiscano nuovi gruppi a carbone e che si chiudano progressivamente quelli esistenti. 

Le associazioni, i movimenti ed i politici che ci sostengono hanno fatto battaglie sostenendo una spesa finora di 30000.

E’ necessario fare delle raccolte fondi per darci una mano non solo tramite informazioni da cittadino a cittadino, ma anche dal punto di vista economico perché siamo consapevoli che ci stiamo battendo contro poteri enormi sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista politico.

Finora siamo riusciti a tenere testa.

Ci sono delle indagini della magistratura in corso ed abbiamo una speranza ragionevole che giustizia sia fatta.

La battaglia sul piano giuridico è fondamentale, i cittadini parlino con altri cittadini per sostenere le associazioni che lottano per il diritto alla vita.

L’agenzia europea dell’ambiente stima in 54 decessi l’anno con 240 milioni annui di costi esterni su una centrale di pari dimensioni ed ha rilevato 2400 decessi in + dal 1988 al 2004 nella nostra provincia ed è un nostro diritto sapere il perché”.

Gervino prende di nuovo la parola:

“ vorremmo atti concreti da parte del sindaco di Savona, visto il mancato invito c/o la conferenza dei servizi e vorremmo sapere cosa è stato fatto.”

L’incontro si conclude con la proiezione sullo schermo del teatro dell’home page della pagina del Ministero della Salute.

A seguito di questo,  il dottor Trucco dichiara che : “ per troppe cose ci stanno prendendo per i fondelli”.

Alla fine della serata, è giusto ribadire il massimo impegno delle due associazioni che hanno dato vita all’incontro, che hanno chiesto di essere sostenuti anche economicamente nelle loro battaglie.

E’ particolarmente grave il fatto che siano state loro ad invitare i cittadini a questo incontro pubblico, mentre avrebbero dovuto farlo le amministrazioni.

I sindaci di Vado, Quiliano e Savona non erano presenti.

Erano invece presenti in sala il Segretario Ligure di Democrazia Atea Francesco Zanardi, Milena Debenedetti del Movimento 5 Stelle,  Franco Zunino di Rifondazione Comunista, Nicola Isetta di Sel, Giampietro Filippi, ex assessore provinciale ambientale di Savona di Rifondazione Comunista, Giuseppe Boveri dell’Associazione Valbormida Libera.

C’erano anche  due rappresentanti della Tirreno Power che non hanno proferito parola.

La cittadinanza ha risposto molto bene all’incontro ed ha riempito tutta la sala, persone che han deciso di voler sapere come stanno veramente le cose nel nostro territorio e che hanno deciso di non restare indifferenti a questo grave problema!

Laura Candelo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.