LA PIAGA DELL’UCCISIONE DEI GATTI RANDAGI

BORZONASCA (GE):
LA PIAGA DELL’UCCISIONE DEI GATTI RANDAGI

BORZONASCA (GE): LA PIAGA DELL’UCCISIONE DEI GATTI RANDAGI.

  http://www.unaecoanimali.it/materiale/legge28191.htm

http://www.overlex.com/leggiarticolo.asp?id=1740

Quando si rende necessario argomentare fatti, chiamiamoli pure di cronaca, che sono afferenti alla parte più abietta dell’essere umano, è bene partire dai dati oggettivi. Il primo dei due link che aprono questo scritto rimanda alla legge 281 promulgata nel 1991 e sancisce quelli che sono i doveri delle autorità comunali nei confronti degli animali randagi, il secondo alla definizione del reato di maltrattamento ed uccisione di animali.
Questi sono i dati incontrovertibili che valgono su tutto il territorio nazionale, ivi compreso quello del Comune di Borzonasca nell’entroterra di Chiavari (GE). Piccola cittadina che spesso sale alla triste ribalta della cronaca per disgustosi episodi che riguardano il maltrattamento e l’uccisione di animali. Questo un primo esempio…LEGGIche trova un riscontro-beffa in questa notizia, secondo la quale l’assassino bracconiere di lupi godrebbe persino del gratuito patrocinio…LEGGI...

Altro caso, recentissimo…LEGGI

Invito tutti i Lettori  di Trucioli Savonesi a leggere con attenzione, in particolare le dichiarazioni del primo cittadino di Borzonasca, ovvero colui che per legge ha la responsabilità di tutelare il benessere degli animali randagi presenti nel suo Comune. Ad ognuno le proprie considerazioni.

 Da tenere presente che Borzonasca non è  New York: tutti sanno tutto di tutti, e magari, ovviamente in via del tutto ipotetica naturalmente, si fanno apprezzamenti sugli stranieri, magari persino su i cittadini italiani che provengono da zone tristemente note per il clima omertoso che li contraddistingue. Un classico caso di trave nell’occhio bellamente ignorata a tutto vantaggio della pagliuzza in quella del vicino. Ipotesi, ovvio, le mie. Ciò che è certo è che, al momento in cui scrivo, dell’assassino (o degli assassini) dei poveri gatti non vi è traccia. Che dire? Certamente il pregiudizio socio-culturale-religioso che attanaglia le anime meno acculturate secondo il quale l’uomo è signore e padrone del creato può essere preso a parziale pretesto per simili atti di nefandezza. Come dire, che colpa ne ha una comunità se non si evolve? Qualcuno potrebbe pesare ciò, ma siccome le leggi esistono e la legge non ammette ignoranza, signori cari, chi è a conoscenza di un reato e non lo denuncia diviene correo, e con ciò mi riferisco in particolare al Decreto del Ministero Dell’Interno n. 362 del 2001. Da sempre provo un’incoercibile ripulsa nei confronti di tutti coloro che sfogano i loro turpi e malati istinti verso i deboli e gli inermi, ma debbo dire che questa storia mi disgusta ancora di più per il fatto che siamo nel 2012, e mi chiedo come sia possibile che simili atti restino impuniti. Lo zoosadismo, di cui varrà la pena parlare con cura, è un disturbo riconducibile all’antisocialità. Mi auguro che questo scritto tocchi animi che credono, come me, che la vita è un diritto per tutti, e che non vi può essere spazio in una società civile per chi compie atti come quelli che stanno pesantemente connotando Borzonasca.

Giovanna Rezzoagli Ganci

http://www.foglidicounseling.ssep.it

 

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