FRANCESCO E NOI
Nel turbinio di apologie, vere o false, sulla figura del papa appena scomparso, sono poche le voci apertamente dissonanti.
Io avvertivo in lui un senso di incompiutezza, di contraddittorietà nei discorsi, negli atteggiamenti, nelle critiche ch’egli rivolgeva ai suoi contemporanei, nonché al paradigma del profitto e del mercato, che purtroppo guida il mondo, e che lui denunciava vagamente a parole, pur facendone parte come Vaticano.

Un impietoso quadro della situazione attuale dell’ambiente e un lodevole programma su come risorgerne. L’impatto che ha avuto, purtroppo, è stato pari a quello di qualsiasi altro libello ambientalista di scarsa tiratura: tutto ha proceduto come se il mondo non fosse una creatura divina data all’uomo in custodia, ma una mera fonte di risorse da saccheggiare in nome del profitto e della concentrazione della ricchezza in sempre meno mani
Se avevo gioito alla rapida uscita dell’enciclica “Laudato sì” sui temi ambientali, non riuscivo più a seguirlo, per usare un eufemismo, quando, quasi fosse un naturale binomio, Francesco non perdeva occasione di invocare porti aperti a chiunque, dedicando molta meno attenzione ai poveri e bisognosi italiani, ai quali i nuovi venuti finivano col lesinare, per via indiretta, le cure di cui necessitavano. Ma a Francesco (e alle sinistre) non importava cosa succedeva a quei carichi umani una volta sbarcati in Italia e ai danni che essi causavano al nostro sistema civile, sociale e culturale. Erano visti come risorse: in pratica possibile manodopera a buon mercato (nel migliore dei casi).
Fondamentalmente, questo papa continuava con la pratica elemosiniera che aveva contraddistinto la Chiesa attraverso tutto il suo percorso, onde lasciare la struttura sociale quale era, prodigandosi poi a distribuire pannicelli caldi ai poveri e sofferenti. Non per niente la Chiesa è sempre stata l’utile instrumentum regni di qualsiasi regime, anche i più dispotici.

Uno dei gesti più improvvidi di Francesco fu la conferma al divieto di celebrare Messe in latino, avvilendo Benedetto XVI, che ne aveva reintrodotta la facoltà nel 2007. [VEDI] La rincorsa della Chiesa ad adeguarsi alla modernità, anche nei riti liturgici, spogliandoli del manto del mistero e della ieraticità, alla base di ogni religione, non ha riavvicinato i fedeli, anzi. La Chiesa Ortodossa non è caduta in questo errore
Dire che Francesco abbia ribaltato questo sistema, meritandosi il plauso di quella sinistra che vedeva in lui la conferma delle sue posizioni, in una riedizione del clima post Concilio Vaticano II, significa dimenticare altri temi che cozzavano con le idee di sinistra, in primis quello sull’aborto.
A questo riguardo, manca ad ogni livello, laico e religioso, la consapevolezza che il male, condannabile da entrambi i tribunali, nasconde quasi sempre anche i germi del bene (e viceversa), che la gente però non vuole né vedere né sentire affermare, perché cozzerebbe contro ciò che essa si aspetta sia condannato da entrambi i fronti, come reato e come peccato, rispettivamente. L’esempio più lampante di questo atteggiamento è il tabù/dogma della crescita.

Donald Trump e consorte arrivano a Fiumicino per partecipare al funerale di papa Francesco. Trump rappresenta la perfetta antitesi, a fatti e parole, del programma esposto in Laudato sì
Quale struttura politica o religiosa ardirebbe mai affermare che c’è un limite alle pretese umane, e che la marcia verso quello che entrambi definiscono il Bene, nasconde i semi del Male prossimo venturo? E che quello che viene visto solo come Male, è il naturale processo per cui gli ecosistemi, uomo compreso, possono sopravvivere.

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Ha mai pensato Francesco, come papa, che questa è la dura lex, sed lex che Dio ha voluto regolasse il mondo, come qualsiasi altro processo naturale, dalle esplosioni delle stelle ai meccanismi di annichilamento nel mondo delle particelle elementari? Ha deplorato, come ogni altro papa moderno, il processo a Galileo, mentre la Chiesa dell’epoca intravvedeva nella nascente scienza i germi dei futuri disastri, nonché, ovviamente, la conseguente secolarizzazione che ne avrebbe arginato il potere temporale?
La nascita di nuovi esseri umani è vista con favore sia in campo laico che religioso; ogni sforzo dev’essere compiuto per facilitarne la moltiplicazione, prodigandosi contro fame e malattie; e condannando l’aborto, anche se tutto ciò porta, col tempo, ad un esubero del genere umano, a scapito di tutti gli altri esseri viventi, considerati inferiori, e quindi votati al macello, diretto o indiretto. Per arrivare, alla fine, al taglio impietoso di tutti quegli umani in esubero rispetto alla biomassa che la Terra è in grado di ospitare.
>Francesco ogni tanto condannava il sistema capitalistico e di mercato, fondato sulla crescita illimitata dei consumi, con ciò accentuando il peso ecologico di ogni umano sulla Terra, l’ecological footprint.

I discorsi umanitari di Francesco sui migranti facevano eco a quelli della sinistra; e in pratica fungevano da incentivo a sempre maggiori arrivi. Eppure, si tratta di clandestini, che aggirano in modo furbesco le leggi italiane, sotto le mentite spoglie di naufraghi. Agevolarne o incentivarne l’ingresso è quindi un reato, nonché un poderoso assist ai trafficanti, novelli schiavisti
Un footprint che coinvolgeva sia gli ultimi della Terra, per il solo fatto di esistere e di ingrossare il mercato globale, sia i capitalisti, i beneficiari ultimi e massimi: “In generale, in poco più di un’ora e mezza un miliardario emette in atmosfera più CO2 di quella emessa da qualsiasi altra persona nell’arco della sua vita” [VEDI]. Ma Francesco non vedeva, o non voleva vedere, come ogni altro politico di qualunque parte del mondo, che il crescere dei primi ingrassava i secondi, in una morsa che non lascia scampo all’attuale sistema di convivenza o di sopravvivenza vigente a livello globale.
Nel mezzo dei due estremi quanto a ricchezza, c’è poi la fascia crescente dei consumatori “normali”, che ormai più tanto normali non sono, se visti in un’ottica pre-industriale. Le strade pullulano di auto sempre più pesanti e potenti, all’insegna dello spreco materiale ed energetico; e sono di proprietà della fascia mediana della ricchezza, non dei milio-miliardari; mentre sui marciapiedi delle stesse strade è cresciuta a dismisura la presenza di cani i quali, assieme ai gatti di casa, esigono solo dieta carnivora, e quindi incidono in maniera significativa sul consumo globale di carne, con tutte le conseguenze sull’ecosistema [VEDI]. Auto e animali domestici hanno un impatto notevole sull’economia di qualsiasi nazione, e nessuno dei personaggi al vertice della politica o della stessa Chiesa osa denunciare e/o scoraggiare il fenomeno. E mi sono limitato a due esempi. Ma potrei aggiungervi, a pari merito, le cripto-valute e l’Intelligenza artificiale, in quanto consumatori energivori di elettricità, ossia della forma più preziosa di energia. [VEDI]

Quando nel ‘700 Linneo, il “Novello Plinio”, stupiva il mondo con le sue ricerche e classificazioni botaniche, le scienze naturali erano tinte di entusiasmo e di ottimismo. L’odierna ecologia, che ne discende, annuncia a tinte fosche un futuro di cataclismi. E non poteva che esser così, se pensiamo che gli abitanti erano intorno ai 780 milioni, con inquinamento pro capite prossimo a zero. Da allora la CO2, ferma da 6000 anni, è aumentata del 50%, riportandoci indietro di 4 milioni di anni, all’optimum climatico del Pliocene. Senza contare la crescita esponenziale del metano, a effetto serra quadruplo [VEDI]
In sostanza, siamo giunti a un punto forse di non ritorno grazie alla mentalità subentrata a quella pre-illuminista, e cioè quella che ha identificato il progresso con l’aumento quantitativo di tutto, dalle persone alle merci, a carico della natura. Francesco si atteggiava a “buonista”, a fianco delle sinistre, dimenticando lo sconquasso sociale, oltre che culturale ed economico, che le migrazioni di massa comportano. Da vicario di Cristo, a lui si ispirava, sorvolando sul fatto che i 20 secoli intercorsi, e in particolare gli ultimi tre, hanno prodotto un mondo neppure lontanamente paragonabile, se non altro come abitanti, a quello del Redentore: da 250 milioni a oltre 8 miliardi, ossia 32 volte di più!
Francesco è stato prodigo di parole, ma a mio avviso non ha mai voluto entrare troppo a fondo delle cause che hanno sconvolto il pianeta, tra cui il sorgere di mostri tecnologici, e quindi finanziari, quali i padroni del web. Ha denunciato spesso il male, ma non i peccatori, col loro nome e cognome. La diplomazia ha avuto la meglio sulla verità. Un po’ come è successo, a livello politico, alla nostra Giorgia Meloni, di fronte a un colossale inquinatore come Donald Trump.
Marco Giacinto Pellifroni 27 aprile 2025
Esatto. I media nascondono accuratamente il problema, nei club esclusivi se ne parla a vanvera ventilando soluzioni deliranti come guerre e epidemie indotte. Qualche mentecatto che ha visto troppi film immagina colonizzazioni in pianeti lontani perché non sa che l’umanità è inchiodata alla Terra e la Terra è sola nell’universo. L’unica risposta sensata è il controllo globale delle nascite e una ferrea denatalizzazione. Ma non conviene a nessuno e sicuramente non poteva essere Bergoglio a proporla