Emergenza acqua in Italia: dispersione, infrastrutture obsolete e sfida tecnologica

L’Italia si trova ad affrontare un problema sempre più pressante: la gestione e la conservazione dell’acqua. Nonostante sia un paese con un significativo livello di precipitazioni, solo l’11% delle piogge viene effettivamente conservato nei bacini, un dato che evidenzia una grave inefficienza nella raccolta e nello stoccaggio delle risorse idriche.
A peggiorare la situazione c’è una rete di distribuzione spesso obsoleta e fatiscente, con percentuali di dispersione che in alcune zone del Paese superano il 40%. In pratica, quasi metà dell’acqua immessa nei sistemi di distribuzione si perde prima di arrivare ai rubinetti delle case, delle imprese e delle attività agricole. Un problema che non riguarda solo il Sud, storicamente più fragile dal punto di vista infrastrutturale, ma anche il Centro-Nord, dove le reti idriche, sebbene più moderne, soffrono comunque di manutenzione insufficiente e investimenti inadeguati.

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L’aumento della richiesta idrica e la sfida tecnologica
ltre ai problemi strutturali, il fabbisogno idrico sta crescendo esponenzialmente, non solo per l’uso domestico e agricolo, ma anche per il settore industriale e per le nuove tecnologie. La transizione digitale, lo sviluppo dell’intelligenza artificiale e la crescita delle infrastrutture per il cloud computing richiedono sempre più acqua per il raffreddamento dei data center e dei sistemi elettronici. Questo rappresenta una nuova sfida, che si somma all’emergenza climatica e alla necessità di razionalizzare il consumo di acqua nelle attività tradizionali.

Gli investimenti sono la chiave per il futuro
Di fronte a questa situazione, diventa sempre più urgente un piano nazionale di investimenti per la modernizzazione della rete idrica e la creazione di nuove infrastrutture di raccolta e conservazione dell’acqua. Gli esperti sottolineano la necessità di:

  • Ridurre la dispersione idrica attraverso il rifacimento delle tubature e sistemi di monitoraggio avanzati per individuare le perdite in tempo reale.
  • Potenziamento dei bacini di raccolta per immagazzinare una maggiore quantità di acqua piovana, riducendo la dipendenza dalle falde sotterranee, sempre più sfruttate.
  • Innovazione tecnologica con il riciclo delle acque reflue e sistemi di desalinizzazione più efficienti, già diffusi in altri paesi mediterranei come Israele e Spagna.
  • Maggiori incentivi per l’uso razionale dell’acqua in agricoltura e industria, settori che assorbono la maggior parte delle risorse idriche.

Un problema che non può più essere ignorato
L’acqua è una risorsa essenziale per la vita e per l’economia, ma in Italia viene trattata ancora con troppa leggerezza. Il cambiamento climatico e l’aumento della domanda idrica impongono scelte rapide e lungimiranti. Continuare a rimandare gli investimenti significa condannare il Paese a emergenze idriche sempre più frequenti e a un rischio concreto di crisi sistemiche nei prossimi decenni.
La domanda è: si agirà prima che sia troppo tardi o ci ritroveremo a gestire l’ennesima emergenza annunciata?

Italo Armenti

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One thought on “Emergenza acqua in Italia: dispersione, infrastrutture obsolete e sfida tecnologica”

  1. Parole sacrosante, che io penso da diversi anni, avevo anche meditato di scriverci su qualcosa, ma non lo avrei di certo fatto bene come qui. Non un governo che negli ultimi decenni se ne sia preoccupato. Invece di buttare i soldi degli italiani sul superfluo ponte di Messina (che richiederà decine di miliardi), l’attuale governo farebbe meglio a reindirizzare il denaro già finanziato e quello futuro al rifacimento delle tubature e al potenzimento dei bacini di raccolta. Ed è inutile chidere alle famiglie di non sprecare l’acqua di casa quando loro consumano solo una minima parte delle’acqua utilizzata in Italia (12-15%?) e di questa il 40% va pure perduto. Prima si trovi la maniera di ridurre i consumi abnormi nell’industria (10.000 litri di acqua per produrre un unico paio di jeans!) e nell’agricoltura e si riducano le perdite nelle tubature, altrimenti qualsiasi sacrificio personale sarebbe inutile. Complimenti, Massimo Bianco

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