Il volto della memoria (Quarantesima parte)

IL VOLTO DELLA MEMORIA
(Quarantesima parte)
ENERGIA NUCLEARE

 

IL VOLTO DELLA MEMORIA
(Quarantesima parte)

Come comunicato nella precedente Puntata, pubblichiamo, in data odierna l’Articolo di ALDO PASTORE, datato 24 MARZO 2011 avente per TITOLO:
ENERGIA NUCLEARE

Riccardo Casale (Presidente di AMIU Genova), in suo recente commento sull’ATTUALE POLITICA ENERGETICA (vedi: il quotidiano IL SECOLOXIX del 18 – 3 – 2011), ha invitato tutti alla Riflessione; cito testualmente le Sue parole:
“Sul nucleare è il momento della riflessione, forse anche del dubbio, non certo quello dei proclami più o meno strumentali e interessati. Le analisi fatte fino a ieri sui fabbisogni energetici restano valide e non ne riparliamo, l’energia del futuro sarà con grande probabilità un mix di rinnovabili e nucleare, in che proporzioni sotto che forme e che “generazioni” lo vedremo, ma questo è quello che ci dicono non tanto le leggi dell’uomo quanto quelle della fisica e della geologia.”

Io accetto, ben volentieri, questo accorato INVITO ALLA RIFLESSIONE ED AL DUBBIO e cercherò, ancora una volta (in modo coerente con le mie precedenti pubblicazioni) di apportare, su questo argomento, il mio modesto contributo, ben consapevole di non avere la verità in tasca e, soprattutto, di non possedere assolute certezze sul nostro avvenire.

D’altra parte, ho appreso proprio oggi, attraverso i servizi televisivi e la lettura dei quotidiani, che anche il GOVERNO NAZIONALE AVREBBE POSTO LA TREGUA DI UN ANNO ALLE SUE PRECEDENTI DECISIONI.

“ERA ORA!”

Ho istintivamente esclamato, anche se mi sono reso conto che, per far riflettere e per far cambiare idea al nostro Governo, è stato necessario, non già il cortese invito di Riccardo Casale, bensì quel tremendo Sisma dell’11 marzo, che ha sconvolto non soltanto Fukushima, ma l’intero territorio Giapponese.

Ma, torniamo un attimo indietro ed andiamo ad osservare quali erano, sino ad ieri, I SITI IPOTIZZATI DAL GOVERNO PER LA COSTRUZIONE DI NUOVE CENTRALI NUCLEARI SUL NOSTRO TERRITORIO NAZIONALE.

Osserviamo questo grafico, pubblicato dal quotidiano “IL SECOLOXIX” del 28 – 07 – 2010: 

Quali riflessioni e dubbi possono nascere in noi dall’esame di questa MAPPA?

LA PRIMA OSSERVAZIONE che mi sento di fare è la seguente:

Chi, a livello governativo, ha proposto questi siti, quali future sedi di centrali nucleari, non conosce sufficientemente la storia, la fisica e la geologia del nostro territorio nazionale; andiamo a leggere, in proposito, la MAPPA DEI SISMI, pubblicata dal SERVIZIO SISMICO NAZIONALE nell’Aprile 2009 (in occasione dell’evento sismico dell’Aquila):

– IL 67 PER CENTO DEL TERRITORIO ITALIANO (pari a 202.688 Kilometri Quadrati) E’ SOGGETTO A RISCHIO SISMICO;

– IL 66 PER CENTO DELLA POPOLAZIONE NAZIONALE (pari a 37,7 Milioni di persone) DEVE CONSIDERARSI COINVOLTA;

– IL 57 PER CENTO DEI NOSTRI COMUNI (4.610 in cifra reale) PUO’ ESSERE INTERESSATO DAI TERREMOTI;

Riccardo Casale

– IN ITALIA ESISTONO ZONE CARATTERIZZATE DAL GRADO MASSIMO DI RISCHIO (CATEGORIA 1) COME LA SICILIA (colpita, nel 1908, da un terremoto di magnitudo 7,2, il più alto mai registrato nella Penisola) E ZONE DI GRADO MINIMO COME LA SARDEGNA (interamente inserita in CATEGORIA 4 e mai interessata, negli ultimi 2.000 anni, da un terremoto importante);

– IL TERRITORIO LIGURE presenta un rischio sismico oscillante tra le CATEGORIE 2 e 3; infatti, i terremoti, verificatisi in Liguria dal 1882 al 2005, hanno presentato una Magnitudo compresa tra 4 e 5, con una punta massima di 6,5 nel 1920, limitato, però all’area della Garfagnana.

Una pur modesta conoscenza di questi dati scientifici ufficiali, avrebbe dovuto, per lo meno, SCONSIGLIARE  L’UBICAZIONE DI CENTRALI NUCLEARI NELLE ZONE AD ALTO E MEDIO RISCHIO SISMICO, ma…tutto questo non è successo!!

Sentiamo, in proposito, questa esemplare testimonianza di Vittorio Emiliani:

Montalto di Castro si trova ad una ventina di chilometri da Tuscania che, nel 1971 (non secoli fa), venne rasa praticamente al suolo da un forte terremoto che fece 34 vitti­me. Era fra i Comuni classificati fra quelli mediamente sismici. Come per incanto è stato in anni più recenti de­classato fra quelli a bassa sismicità. Per quali motivi non saprei spiegare. Montalto di Castro sorge a pochi chilometri da città importanti come Tarquinia e come Civitavecchia che, ol­tre ad essere diventata il primo porto turistico italiano per navi da crociera, presenta già la più alta densità di centrali elettriche del Paese. Montalto in­fine dista soltanto un’ottantina di chi­lometri dal cuore di Roma. Tralascio di sottolineare che sorge in una zona di grande bellezza paesaggistica (la costa e l’interno della Maremma), di eccezionali valori archeologici e storico-artistici (Vulci, Tarquinia, Tuscania…). Nonché di grande pregio agri­colo per vino, olio d’oliva, carni. Non dico altro. Ma perseverare nel nuclea­re e perseverare in questi siti così delicati, mi sembra davvero una follia.
Con gli affari messi davanti ad ogni cosa”.

Nasce da queste parole di Vittorio Emiliani, LA MIA SECONDA OSSERVAZIONE ( da porre alla cortese attenzione di Riccardo Casale ed Altri):

DIETRO LA SCELTA DEI SITI DESTINATI AL NUCLEARE, NON VI E’ SOLTANTO LA SCARSA CONOSCENZA DELLA STORIA, DELLA FISICA E DELLA GEOLOGIA, MA VI E’ ANCHE IL SOTTERFUGIO ED IL CONSEGUENTE MALAFFARE.

Ma, di QUALE TIPO DI CENTRALI NUCLEARI stiamo parlando, oggi, in Italia?

Secondo le intenzioni del Governo Nazionale, dovrebbero entrare in funzione, sul nostro territorio, CENTRALI ERP DI TERZA GENERAZIONE, dotate di un REATTORE A FISSIONE: un NUCLEO, dove, con una reazione nucleare a catena, avviene, in maniera controllata, la divisione (fissione) del nucleo di un atomo (di uranio ed, in alcuni casi, di plutonio) con forte liberazione di energia.

Tuttavia, per tenere sotto controllo la reazione ed impedire che avvenga un’esplosione, il combustibile viene “refrigerato ad acqua”; il metodo adottato viene considerato sufficientemente sicuro, perché in queste centrali dovrebbero esservi ben quattro sistemi indipendenti di refrigerazione, ciascuno dei quali, in emergenza, dovrebbe bastare, da solo, a spegnere il nocciolo in maniera passiva e ad impedire una disastrosa fusione con conseguente esplosione.

Guenther Oettinger

Ma, proprio in questi giorni, IL COMMISARIO UE DELL’ENERGIA GUENTHER OETTINGER ha evidenziato che:

“Il test sulla capacità di resistenza dei 143 reattori centrali nucleari, esistenti in Europa, ha dimostrato che non tutti rientrano nelle norme di sicurezza più elevata.

Nello specifico: LE CENTRALI DI TERZA GENERAZIONE PRESENTANO, TUTTORA, I SEGUENTI LIMITI E DIFETTI:

– debbono essere costruite in località, dotate di SUOLO geologicamente stabile ed in un RAGGIO di almeno 15 chilometri di distanza da Città o Paesi o da Grandi Snodi di Comunicazione;

– debbono essere localizzate in ZONE MOLTO RICCHE DI ACQUA (per il raffreddamento dell’impianto) e, quindi, in corrispondenza di un grande Fiume o vicine al mare;

– presentano tuttora un’eccessiva elevatezza dei COSTI;

– producono SCORIE RADIOATTIVE, per le quali non è stata ancora trovata un’idonea e sicura modalità di smaltimento.

In effetti, quest’ultimo tema deve essere ulteriormente analizzato ed approfondito; occorre ricordare, in proposito, che, a differenza di altre attività, la produzione di energia dalla FISSIONE DEL NUCLEO ATOMICO, lascia dietro di sé, delle “CODE DI MATERIALI RADIOATTIVI”, che debbono essere tenuti lontani dagli esseri viventi e dalla biosfera, per un tempo infinito.

In particolare, le centrali nucleari attuali, alla fine della loro vita utile, contengono, al loro interno, materiali radioattivi che debbono essere “SEPOLTI” con tecniche non sufficientemente sicure; inoltre, sta viepiù crescendo il numero dei reattori nucleari fuori esercizio, al punto che molti esperti affermano, con paradossale ironia, che l’occupazione futura sarà stimolata non tanto dalla produzione di elettricità, quanto, invece dalla sepoltura delle scorie.

Nasce, da tutte queste inconfutabili motivazioni, LA MIA TERZA ED ULTIMA OSSERVAZIONE, che mi porta a pronunciare UN CONVINTO PARERE NEGATIVO SULL’ATTUALE NUCLEARE.

In parole molto semplici: LE ATTUALI MODALITA’ DI PRODUZIONE DELL’ENERGIA NUCLEARE COMPORTANO, PER L’INTERA UMANITA’, PIU’ DANNI CHE BENEFICI.

– Occorre, dunque, un NUCLEARE NUOVO e, cioè, quello definito di IVª GENERAZIONE , capace di guarire i mali strutturali di cui soffre il Nucleare Attuale e di proporsi non già come “l’unica soluzione”, bensì come componente di un complesso di soluzioni energetiche” (dal solare all’eolico, dalle biomasse alla geotermia ed all’idro-elettricità).

Maria Betti

Mi permetto di ricordare che già nell’Aprile 2004 (vedi: Pubblicazione: SCIENZA E UTOPIA, pagina 202) avevo evidenziato che, attraverso l’utilizzo futuro del NUCLEARE di IV° GENERAZIONE sarebbe stato possibile raggiungere TRE TRAGUARDI:

 – CREARE CENTRALI PICCOLE, POCO COSTOSE E FACILMENTE GESTIBILI;

– CREARE CENTRALI INTRINSICAMENTE SICURE;

– EVITARE IN TOTO LA PRODUZIONE DI RIFIUTI RADIOATTIVI E, QUINDI, RISOLVERE ALLA RADICE IL PROBLERMA DELLE SCORIE.

 Oggi aggiungo che ho letto, con grande interesse, l’intervista, concessa, al quotidiano “IL SECOLOXIX” del 18 Marzo 2011, da Alessandro Piniprato (Docente di “ SISTEMI ENERGETICI” ALL’UNIVERSITA’ DI GENOVA E CONSULENTE DELL’ANSALDO NELLA PROGETTAZIONE DEI NUOVI IMPIANTI NUCLEARI).

Propongo ai nostri Amici Lettori la parte finale delle Dichiarazioni (particolarmente significative) di questo Docente, le quali vengono a coincidere (mi permetto di dire) con le mie precedenti Affermazioni di allora:

“La transizione alla quarta generazione consi­ste nell’eliminazione della probabili­tà della fusione del nocciolo. Finora abbiamo pensato a confinarla dentro 4 livelli di contenimento dei reattori. L’evoluzione sarà renderli esenti dal­la fusione. La quarta generazione, che vedremo all’opera tra una decina di anni, ha ancora due obiettivi:

– con­sumare tutto l’uranio, centuplicando così le riserve energetiche

– ridurre la massa delle scorie, riutilizzandole come materiale combustibile”

Infine, va riservata una grande attenzione alle innovazioni scientifiche e tecnologiche, che si stanno attuando nel campo della FUSIONE NUCLEARE.

A fine novembre 2010, si è svolta, nel Principato di Monaco, la prima edizione di MIIFED (MONACO ITER INTERNATIONAL FUSION ENERGY DAYS), vale a dire una riunione dei rappresentanti del PROGETTO ITER, il Reattore Sperimentale a Fusione Nucleare, la cui costruzione è iniziata recentemente in Francia, a Cadarache, nella vicina Regione PACA.

Il PROGETTO ITER (come già avevo scritto per “TRUCIOLI SAVONESI” in data 8 Giugno 2006) punta a riprodurre il processo che si sviluppa nelle Stelle che consiste nella FUSIONE NUCLEARE, una reazione molto più sicura e vantaggiosa rispetto alla FISSIONE DELL’URANIO, sia perché l’Energia Prodotta non provoca reazioni a catena incontrollata, ma anche perché non esiste rischio di esplosione e, di conseguenza, tutto si svolge in sicurezza.

Il progetto ITER è la più grande installazione sperimentale di Fusione Nucleare mai costruita, al quale partecipano 34 Nazioni, tra le quali la Comunità Europea, gli Stati Uniti, la Cina e l’India, vale a dire oltre la metà della popolazione mondiale.

L’Italia può offrire un significativo contributo alla futura evoluzione del progetto, grazie all’apporto scientifico di alcuni studiosi, tra i quali mi permetto di segnalare il nominativo di Maria Betti, la quale, dal 2008, è a capo dell’Ufficio di Monaco dell’IAEA (INTERNATIONAL ATOMIC ENERGY AGENCY).

Credo che noi tutti possiamo guardare con fiducia all’evoluzione tecnico – scientifica dell’avvenire, perché, finalmente, l’ENERGIA, PRODOTTA DA ITER, potrà essere, contemporaneamente, SICURA ED INESAURIBILE

24 Marzo 2011   Aldo Pastore

 


Progetto ITER

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