30 novembre una giornata contro la pena di morte

30 NOVEMBRE
UNA GIORNATA CONTRO LA PENA DI MORTE

 

30 NOVEMBRE
UNA GIORNATA CONTRO LA PENA DI MORTE

Venerdì 4 dicembre presso la Biblioteca Civica di Albenga “Simonetta Comanedi” si è tenuto un incontro riguardo alla giornata contro la pena di morte.

Il signor Carosio della Comunità di Sant’Egidio di Genova ha rilevato come la giornata contro la pena di morte, istituita il 30 novembre, non sia una data casuale: il 30 novembre del 1786 il Granducato di Toscana fu il primo stato al mondo ad abolire la pena di morte con l’emanazione del Nuovo Codice Penale Toscano (Riforma Criminale Leopoldina) voluto dal Granduca di Toscana Pietro Leopoldo.

La città di Albenga ha aderito al progetto “Città per la vita” accendendo un monumento della città. Questo progetto, che si svolge dal 2002 e al quale hanno aderito oltre 2000 città, ha visto partecipare anche la città di Parigi, duramente colpita dai recenti attacchi terroristici.

Per i terroristi la pena di morte non è un deterrente poiché Loro sono consapevolmente votati alla morte.


La campagna di quest’anno ha visto ad Albenga una testimonianza diretta di un condannato a morte poi risultato innocente e si è, inoltre, resa evidente l’esperienza del signor Carosio come amico di penna di un detenuto statunitense povero e condannato a morte; e di come la corrispondenza dall’esterno sia per queste persone quasi l’unico legame al di fuori del carcere.

Nel 1998 è stata promossa una moratoria per l’abolizione della pena di morte; sono state raccolte 5 milioni di firme e successivamente l’appello è stato consegnato alle Nazioni Unite.

L’assessore alle politiche sociali della città di Albenga, Simona Vespo, in rappresentanza dell’amministrazione comunale, ha ringraziato i presenti e ha espresso il desiderio di vedere ripetersi l’iniziativa, anche in collaborazione con le scuole e come il comune abbia aderito al comunicato ANCI (associazione nazionale comuni italiani) che invitava i singoli comuni ad appoggiare eventuali iniziative contro la pena di morte.


L’assessore ha dichiarato l’importanza della materia e di come lei, in accordo con il sindaco Giorgio Cangiano, creda fermamente alla sacralità del diritto alla vita anche come diritto fondamentale e di come, purtroppo, questo tema sia poco sentito dalla collettività.

La pena di morte corrode il diritto alla vita e nel 2015 alcuni paesi, come l’Egitto, il Ciad, il Pakistan ed altri, introducano o reintroducano la pena di morte e di come nel solo Pakistan da dicembre 2014 a giugno 2015 sono state impiccate ben 181 persone.

Papa Francesco, durante l’intervento del 24 settembre 2015 al Congresso degli Stati Uniti,[1] un paese in cui è presente la pena di morte, ha dichiarato come sia una buona cosa aiutare gli altri, sostenere l’abolizione della pena di morte ed essere disponibili alla riabilitazione dei detenuti.

Nel 2015 negli Stati Uniti vi sono state meno di 60 condanne a morte e questo dimostra come l’abolizione della stessa sia uno standard globale molto importante.

Nel 2002 la Corte Suprema statunitense [2] ha dichiarato incostituzionale la pena di morte per i malati di mente e in seguito il governatore dell’Illinois ha abolito la pena capitale portando a 19 gli stati che hanno abolito questa pratica.

Il Nebraska, governato dai repubblicani[3], ha abolito la pena capitale anche perché si è potuto notare come le persone nel braccio della morte cambiano e i condannati sono spesso poveri ed emarginati, senza un’adeguata difesa e alle quali troppo spesso il test del dna è negato.

Il giubileo della misericordia, iniziato l’8 dicembre, è una buona possibilità per portare questa priorità inalienabile sulle prime pagine della cronaca e all’attenzione dell’opinione pubblica mondiale; anche per dare a chiunque la possibilità di cambiare e redimersi.

 

Il signor Joachim, condannato a morte poi risultato innocente, ha portato ad Albenga la sua testimonianza e ha dichiarato come sia difficile parlare della pena di morte in una nazione come l’Italia in cui essa non è prevista dall’ordinamento.

La sua situazione difficile, soprattutto anche per i genitori, che sono andati da Papa Giovanni Paolo II, dall’ex re di Spagna Juan Carlos[4],  al Parlamento Europeo ed in alcune piccole città spagnole per mettere al corrente più persone possibile della situazione del loro figlio, ha interessato anche la Comunità di Sant’Egidio che ha aiutato Joachim ed altri detenuti nel braccio della morte in tutto il mondo.

Per Joachim, la pena di morte significa odio, vendetta e, dopo i terribili fatti di Parigi può giustificare la rabbia dei sopravvissuti. Alcune persone chiedono il ripristino della pena di morte anche in Spagna e inizialmente possono essere capiti, ma la pena di morte non è mai un’ottima soluzione.

Joachim, cresciuto negli Stati Uniti, aveva una vita perfetta e inizialmente era a favore della pena di morte, infatti, quando vedeva gli assassini in televisione, voleva fermamente che fossero uccisi anche perché tutti, nel suo mondo, erano a favore della stessa.

L’aver frequentato una scuola cattolica che affermava il consenso alla pena di morte, ha creato in Joachim l’idea che la pena capitale fosse un ottimo sistema di giustizia per le vittime anche perché in questo modo si chiudeva definitivamente un capitolo e si dava alle famiglie delle vittime la tranquillità, ma, tuttavia, oggi Joachim non va fiero di aver detto in passato di essere favorevole alla pena di morte.

La polizia statunitense si è dimostrata molto corrotta e Joachim si è visto condannare a morte per l’omicidio di due persone, tra cui un narcotrafficante di 24 anni, figlio di un poliziotto.

Nel caso in questione era molto importante trovare un colpevole e Joachim è stato condannato proprio dal padre del narcotrafficante, dimostrando che la corruzione esiste in ogni parte del modo.

Joachim credeva nel sistema americano, che reputava perfetto, e riteneva di non aver bisogno di un avvocato perché sapeva, essere innocente; ma ciò non è servito a risparmiargli anni di umiliazioni nel braccio della morte da parte delle guardie, proprio nel periodo in cui si discuteva presso la Corte Suprema (1997) se la sedia elettrica fosse o meno un metodo umano di esecuzione, dato che i condannati soffrono e la testa prende fuoco.


Ogni giorno erano effettuate prove, come si vede nei film, accendendo e spegnendo una lampada e le guardie facevano scherzi con il rasoio e ricordavano quotidianamente ai condannati come l’elettricità fermi il cuore e come il giorno dell’esecuzione i detenuti indossassero una maglia bianca.

Le guardie maltrattavano fisicamente i condannati ed è stata dura per Joachim vedere gli stessi con i famigliari più stretti gli ultimi giorni di vita.

Durante quel periodo Joachim ha avuto dubbi sulla sua fede e la sua stessa famiglia ha perso la speranza su tutto anche perché questa condanna ingiusta è stata vista come un “tradimento” da parte di un sistema, quello statunitense, che si credeva perfetto.

Joachim ha dichiarato come prima di questa vicenda nulla lo preoccupasse e di come la pena di morte non lo interessasse; tuttavia dopo queste vicende la sua prospettiva sia cambiata anche perché i suoi amici lo hanno abbandonato durante questo brutto periodo e la fede sia ritornata presso di lui proprio nel braccio della morte.

Un compagno detenuto, Frank Smith, povero, di colore e accusato per l’omicidio di una ragazzina ha fatto sì che Joachim cambiasse idea riguardo alla pena di morte.

Frank Smith, solo, emarginato e abbandonato da tutti, chiedeva continuamente il test del dna perché professava la sua innocenza e le guardie lo maltrattavano fisicamente e psicologicamente per questo.

 

Durante la notte, inoltre, gridava nel sonno e perciò era punito sia fisicamente, che psicologicamente dalle guardie; aguzzini che lo portavano in infermeria e lì era costretto a rimanere per giorni e giorni.

Il detenuto stava morendo di cancro e, nonostante il terribile decorso della malattia, non fu mai curato e trovò in carcere i suoi unici amici, tra cui Joachim, che condivideva con lui la loro posta e le loro storie.

Un anno dopo la morte di Frank, un avvocato chiese e ottenne maggiori analisi sulle prove riguardanti il suo caso e si scoprì che il signor Smith era innocente, come lui aveva sempre dichiarato di essere: nella civilissima America,  culla delle libertà, dei diritti e della democrazia!

Questa vicenda ha toccato molto Joachim tanto da fargli cambiare idea riguardo alla pena capitale e gli ha insegnato come la pena di morte non sia mai e poi mai una soluzione: nessuno osi toccare Caino!

SELENA BORGNA



[1] Il Congresso degli Stati Uniti d’America è l’organo legislativo del Governo federale degli Stati Uniti d’America, equivalente al parlamento nella maggior parte dei sistemi democratici. Esso ha sede a Washington, nelCampidoglio, e si compone di due camere: il  Senato e la Camera dei rappresentanti, equivalente alla nostra Camera dei Deputati.

[2] LaCorte Suprema degli Stati Uniti d’America(Supreme Court of the United States) è stata istituita nel 1789 come la più alta corte federale degli Stati Uniti. È l’unico tribunale specificamente disciplinato dalla Costituzione. I membri della Corte sono 9: un presidente e otto membri, nominati a vita dal Presidente.

[3] IlPartito Repubblicano(Republican Party), è uno dei due maggiori partiti del sistema politico degli Stati Uniti. Nel contesto politico statunitense, il Partito Repubblicano è considerato come il partito conservatore, in contrapposizione al Partito Democratico, che è invece un partito progressista ed ispirato al liberalismo statunitense.

[4] Juan Carlos Alfonso Víctor María de Borbón y Borbón-Dos Siciliasè statore di Spagna dal 22 novembre1975 al 19 giugno 2014. Gli è succeduto il figlio Felipe VI.

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