PER NIENTE
Mi guardo nello specchio deformante
del vetro gibboso del mio occhio
interno come attraverso il fondo
concavo e vinoso di una bottiglia
a lungo conservata nella fresca
e odorosa di tuberi fioriti e melo-
grani, umida cantina dell’anima
non ancora perduta del fanciullo
che giocava ignaro di bene e di male
nel suo breve terrestre paradiso,
prima di bere in un fiato tutto
il liquore divino a lui destinato
fino all’ultima goccia. E ora che
ho venduto per niente l’anima mia
non ho nemmeno più per consolarmi
quella vecchia bottiglia di vino.