SEN, ovvero Strategia Energetica Nazionale

 SEN, ovvero Strategia Energetica Nazionale
Seconda Parte

SEN, ovvero Strategia Energetica Nazionale
Seconda Parte            Prima parte

In questa seconda parte di articolo faremo una valutazione dei pareri ricevuti da alcuni dei principali interlocutori che si sono espressi sulla SEN, partendo dall’Autorità che vigila sui prezzi dell’energia nel mercato elettrico.

 
AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato o Antitrust, http://www.agcm.it/)
 
Apprezza innanzitutto  l’approccio che è stato utilizzato, dopo anni di totale silenzio in materia, dando su molti punti un parere strutturato e chiaro, con un equilibrio dovuto al ruolo ricoperto ma che di fatto bada al sodo: valutare il costo dell’energia ipotetico futuro.

Focalizzandosi soprattutto sull’efficienza energetica, esprime un parere in merito ai processi autorizzativi delle infrastrutture, con l’intento di portare sotto il controllo dello Stato centrale il potere decisionale, lasciando il compito ad assemblee consultive e divulgative l’onere di verificare sul territorio le reazioni della cittadinanza. Un po’ blando come sistema partecipativo delle scelte che impattano, la storia insegna, molto da vicino la gente comune.

Sui passaggi relativi ad mercato europeo elettrico ed il cosiddetto “HUB del gas” italiano, matura interessanti posizione in merito a fare dell’Italia un HUB del gas: se porta effettivi benefici in bolletta ed è condivisa a livello europeo allora l’approccio è sensato, poiché di fatto anche altri membri dell’unione ne sarebbero coinvolti per un beneficio generale e condiviso.

Tutto questo inserito all’interno di un mercato elettrico europeo che pare possa vedere le prime luci nel 2014.

Il mercato europeo può rappresentare la svolta in termini di riequilibrio dei prezzi di mercato, L’autorità suggerisce anche modalità di compravendita diverse del gas, all’interno degli scambi di mercato del gas appunto. La posizione favorevole alla creazione di stoccaggi con lo scopo di creare dei flussi di gas “nord-sud” e verso i paesi limitrofi sono sottesi ai punti di cui sopra, ovvero la valutazione deve essere ormai di respiro europeo.
Quanto è importante avere una rappresentanza politica forte nell’Unione europea tanto ora forse ci rendiamo conto che, non avendola, non riusciamo ad imporre alcuna scelta che porti benefici innanzitutto al nostro paese. In via generale convengono con alcune linee guida indicate dalla SEN come le politiche di incentivazione e le disfunzioni della rete di trasporto, da rivedere in ottica di efficentamento.

Forte la valutazione sul prospettato mix energetico: nel 2020, quasi tutta l’energia elettrica italiana sarà prodotta da gas naturale ed energia rinnovabile, stando alla SEN ovviamente. Quest’ultima dovrebbe coprire il 38% del fabbisogno elettrico, rispetto al circa 27% attuale; il gas dovrebbe coprire un ulteriore 38%, rispetto all’attuale 45%, con il restante 24% coperto da carbone (14%) ed import (10%). Non pare all’Autorità che dato questo mix produttivo, si possa prevedere una sostanziale riduzione del prezzo dell’energia elettrica in Italia a meno di non ottenere risultati straordinari sul fronte della diminuzione del prezzo del gas naturale, obiettivo improbo.

Indispensabile infine per l’AGCOM intervenire sui recenti impianti a ciclo combinato a gas, nuovi, numerosi ed oggi praticamente fermi per sovracapacità produttiva e prezzo non competitivo dell’energia prodotta con il gas.

 

Le Regioni.

Hanno un approccio critico perché non vi sono piani di azione concreti all’interno della SEN. Non vi è integrazioni con il PAN (Piano di Azione Nazionale) e il PAEE (Piano di Azione Efficienze Energetica). Non sono citate o ipotizzate le necessarie manovre fiscali per rendere attraente e incentivante l’investimento nel rinnovabile, anzi, qui solleva un tema aperto sul conflitto tra rinnovabili e settore agroalimentare: i recenti ed ampi investimenti in produzione eolica e fotovoltaica, soprattutto quest’ultima, sono andati in conflitto con le necessità di disporre di aree agricole. Inoltre mancano indicazioni concrete e solide sul credito: efficienza energetica e fonti rinnovabili sono fortemente condizionati da investimenti che ad oggi, per la penuria di capitali disponibili, sono a forte rischio.

Levate perplessità anche dagli aspetti di politiche integrative tra Stato e Regioni lamentando l’eccessivo abuso di aree per fonti rinnovabili laddove gli spazi non lo consentirebbero. Viene poi citata la Sardegna che soffre la cronica assenza di fornitura di gas, con tutte le limitazioni che ne conseguono: su questo le Regioni colgo favorevolmente il progetto Carbosulcis (estrazione e lavorazione del cosiddetto “carbone pulito” tramite la “cattura della CO2).

Le Regioni guardano con favore alle strategie quali puntare fortemente sull’efficienze energetica e le energia rinnovabili, sono perplesse sullo scarso orizzonte temporale della strategia, dubbiose quindi sul concetto di HUB europeo. Contrarie ai percorsi di ricerca ed estrazione idrocarburi sul nostro territorio, rilevano nelle “smart grid” un passaggio importante insieme ai sistemi di accumulo che stanno lentamente prendendo piede.

Veniamo alle associazioni del mondo dell’impresa.

Confindustria ANIE lancia una proposta molto chiara: sostituire il parco elettrico esistente, sia in ambito industriale che nell’edilizia, cioè mettere in atto un grande piano di efficentamento energetico per rimettere immediatamente in moto il sistema produttivo del Paese
AiCARR, l’Associazione italiana Condizionamento dell’Aria, Riscaldamento, Refrigerazione, si concentra sugli edifici terziari.
In questi edifici – spiega – caratterizzati da carichi endogeni rilevanti, un eccessivo livello di isolamento porta ad un aumento dei consumi per la climatizzazione estiva, spesso superiore al risparmio energetico ottenuto nel periodo di riscaldamento. È quindi necessario – secondo AiCARR – intervenire sull’involucro per limitare gli apporti solari estivi e utilizzare sistemi di climatizzazione gratuita o ad altissima efficienza.

ANIT, Associazione nazionale per l’isolamento termico e acustico, chiede di favorire la riqualificazione energetica degli edifici esistenti, puntando sulla riduzione deiconsumi di energia e non solo sulla diversificazione dell’approvvigionamento.

La proposta di Confindustria FINCO, la Federazione delle industrie dei prodotti, impianti e servizi per le costruzioni, riguarda il “nuovo” bonus del 55% per la riqualificazione energetica, da sfruttare a piene mani per incentivare gli investimenti in questo ambito.

Queste delle imprese sono un sottoinsieme dei vari pareri ma risulta interessante notare come sostanzialmente rilevano in modo concorde che è sull’efficienze energetica su cui si deve puntare. Ne consegue che anche la SEN, deve essere fortemente rivista alla luce di questa considerazione.

Infine, il parere di chi scrive, in alcuni sintetici punti:

–      Rivedere la SEN con una pianificazione al 2050, utilizzando PAN e PAEE con obiettivi quinquennali misurabili 

 –   Insistere con molta più intensità sull’efficentamento energetico a partire dalle linee di trasmissione e distribuzione, dove alcune stime parlano di perdite oltre il 20% dal produttore al consumatore. Per poi arrivare al domestico, tramite incentivi e sgravi fiscali, sia dallo Stato centrale, che dalle Regioni e le amministrazioni locali, senza tralasciare la gestione dei rifiuti che deve essere parte integrante della strategia in questione.

        Sulle rinnovabili si può fare ancora moltissimo, anche e soprattutto sul domestico, per arrivare perché no all’eolico “off shore” con opportune regole e laddove compatibile con l’industria del turismo. Nel Nord Europa sono già realtà.

        Se dalle importazioni di gas vogliamo avere una fetta importante della nostra dipendenza energetica, è indispensabile affrontare la questione a livello europeo, insieme al cosiddetto mercato elettrico europeo. Gli stoccaggi di gas vanno poi valutati insieme agli stati membri. Se vogliamo avere una Europa unita veramente, si passa anche dalla politiche energetiche.

         Idrocarburi ed estrazione sul territorio italiano francamente possono dare poche risposte al futuro del paese e porre più problemi ambientali, con ricadute sulla salute, che benefici.

–    La Governance del sistema elettrico, anche tramite sistemi di controllo intelligente, è tecnicamente alla portata, non può che portare benefici.

Ora che si apre una nuova stagione politica e che ci sono nuove forze pronte a mettere in discussione vecchi dogmi, è possibile e doveroso riprendere in mano la pianificazione del sistema energetico nazionale.

Andrea Melis   17/03/2013


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