Savona. La mafia nigeriana e le truffe del cuore

Savona. La mafia nigeriana e le truffe del cuore . Giuravano on line amore eterno in cambio di denaro. L’inganno, che ha fruttato circa sei milioni di euro, è solo una delle tante attività illecite che la cosca più feroce del mondo esercita nel nostro Paese. Il reclutamento dei delinquenti, tutti con reddito di cittadinanza, avviene nei centri di accoglienza

E’ di due giorni fa la notizia che, su ordine della Procura di Savona, sono state arrestate dai Carabinieri 19 persone di cittadinanza nigeriana per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ed al riciclaggio internazionale di denaro. A carico degli arrestati sono state raccolte prove dell’esistenza di una organizzazione criminale che ha illecitamente riciclato denaro altrettanto illecitamente ricavato da truffe online a danno per lo più di persone fragili. Si parla delle cosiddette “truffe alla nigeriana” in particolare quella “sentimentale”.
L’inganno perpetrato era costituito da un raggiro nei confronti per lo più di donne sole di età fra i 25 e gli 80 anni, accuratamente scelte dai malviventi anche tra le persone affette da malattie invalidanti o fra persone vedove, divorziate o separate e quindi oberate da situazioni complicate. I nigeriani chiedevano loro l’amicizia sui Social entrando così in confidenza per rappresentare loro un dramma esistenziale che le spingeva ad inviare denaro, proponendosi come persone affidabili (Medici in zone di guerra, militari occidentali, ecc.). Facevano leva in tal modo sul sentimento di partecipazione nei confronti di chi soffre, ottenendo così l’invio di somme di denaro, che mediamente riescono a estorcere 20.000 Euro da ogni vittima.
Sono stati causati danni patrimoniali per quasi “sei milioni di Euro”, illecitamente ricevuti e trasferiti ad altri nigeriani, residenti sempre in Savona chiamati “prestaconto”. Risultano essere quasi tutti individui “richiedenti asilo politico”, senza alcun reddito lavorativo e buona parte di loro gode del reddito di cittadinanza (negato invece a molti italiani che ne hanno necessità e diritto).

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La strategia messa in atto era costituita dal possedere dei conti correnti bancari che ben 30 Istituti di Credito ubicati sul territorio di Savona avevano aperto a loro nome e su questi ricevevano le somme provenienti dalla “truffa sentimentale alla nigeriana”. Tali somme venivano trasferite anche attraverso Money Transfert verso la Nigeria, oppure portandole di persona con voli aerei. Naturalmente gli operatori si trattenevano una percentuale del 25%.
Non dobbiamo fare l’errore di credere che a cedere a queste lusinghe siano state solo persone ingenue o sprovvedute: i truffatori infatti mettevano in atto un meccanismo di plagio, che faceva leva sulle corde più intime della persona, portandola ad abbassare le difese. Lo dimostra il fatto che la casistica è molto eterogenea perché comprende persone di diverse estrazioni sociali ed economica: insegnanti, manager, professionisti, ecc. Ci sono persone che hanno perso ingenti somme, case e patrimoni, per colpa di queste bande di delinquenti che spostano denaro da un continente all’altro attraverso meccanismi di riciclaggio. E’ un business paragonabile al mercato della droga.
Si tratta di uno dei tristi esempi dell’attività della mafia nigeriana nel nostro Paese. La Nigeria ci ha trasferito la sua mafia che si è così alleata con le nostre (camorra, ndrangheta, mafia siciliana). La mafia nigeriana ha fama di essere una delle peggiori al mondo; gestisce in maniera crudele la prostituzione, spesso minorile, che viene tenuta in piedi grazie al continuo rimpinguamento di forze nuove da sfruttare, provenienti con i barconi. Le povere ragazze vengono terrorizzate con riti di magia nera.
La mafia nigeriana mantiene il governo dello spaccio della droga ed ha riportato tra noi l’eroina di cui ci eravamo liberati, vendendola davanti alle scuole, spesso tagliandola con sostanze tossiche. Il peggio si concentra a Castelvolturno dove l’uccisione di persone, per venderne gli organi, si incrocia con i corrieri della droga e con gli organizzatori della mendicità. Vorremmo ricordare i casi delle due ragazzine legate dalla catena della droga ai loro puscher nigeriani che non hanno esitato a violentarle e ad ucciderle, una delle quali è stata fatta trovare a pezzi in due valige. Da nord a sud la mafia nigeriana sta invadendo regioni e città dell’Italia con la presenza delle quattro grandi cosche africane conosciute come “Cult”; un’ascesa partita dal settentrione e che ad oggi registra un impressionante network malavitoso.
Tutto questo è fra noi! Va detto che in tutto questo entrano in gioco i C.A.R.A. Recentemente sono stati fermati a Parigi, Marsiglia, Nizza una decina di nigeriani, tutti ricercati in Italia, membri di un clan dal nome “Vikings” che come base operativa usavano il C.A.R.A. di Mineo. Spesso il primo germoglio criminale nasce proprio nei centri di accoglienza, e l’humus che alimenta questi traffici sono gli sbarchi incontrollati. La Nigeria è il più ricco paese africano, al 26° posto per il Pil nel mondo; le risorse minerarie sono infinite (petrolio, carbone, stagno, piombo, zinco, ecc.), e quelle agricole altrettanto (Olio di palma, canna da zucchero, cocco, agrumi, mais, ecc.) e potrebbe diventare la Svizzera dell’Africa ma ha bisogno della forza di tutti i suoi figli e non che essi vengano in Italia a “guadagnare“ fiumi di denaro attraverso attività illecite e criminali.
La Nigeria era il primo paese produttore ed esportatore al mondo di olio di palma, di arachidi e di zucchero. Dagli anni ’80 è diventato importatore perché manca la manodopera. Manodopera che spesso scappa dal proprio paese per approdare da noi dove, a causa della folle politica migratoria adottata dai nostri governanti, trovano rifugio e dove possono delinquere senza correre rischi eccessivi.

Pier Luigi Torielli
Dal Magazine Federalismosi.com

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