LETTURA DI UN’IMMAGINE: Pastori dell’Arcadia di Nicolas Poussin. Olio su tela (1650) Museo del Louvre – Parigi

Nella scena all’aria aperta dipinta da Nicolas Poussin (Les Andelys in Normandia, 1594 – Roma, 1665) vediamo tre giovani pastori e una figura femminile intorno a un sepolcro edificato in stile classicheggiante. La loro attenzione è tutta rivolta all’iscrizione che compare sul lato della tomba che dà verso chi guarda la scena, cioè, come già abbiamo visto nel dipinto del Guercino, ET IN ARCADIA EGO; ma la visione di Poussin è ben diversa: in questo quadro, è il caso di dire, si respira un’altra aria: dal barocco cupo, macabro, segnato da un  forte contrasto tra luci e ombre  del Guercino passiamo all’idillio neoclassico e solare di un’ Arcadia ideale dove regna l’armonia tra le figure umane e il paesaggio in cui sono immerse e quasi scolpite dalla piena luce del giorno.  Le pieghe dei mantelli e del peplo della giovane donna, con il loro gioco di ombreggiature, danno spessore e rilievo ai quattro personeggi. Quanto alla struttura del dipinto notiamo la simmetria che lo caratterizza: le due figure in piedi ai lati del piccolo gruppo in abiti neoclassici e variamente colorati, formano due triangoli con i vertici orientati in direzione delle mani dei pastori chinatisi per leggere meglio l’iscrizione. Sullo sfondo, la linea frastagliata dell’orizzonte forma un arco convesso che divide tutta la scena in due sezioni orizzontali, quella con le figure in primo piano e l’altra dietro e sopra di loro dove emergono i grigi e i verdi della vegetazione e l’azzurro pallido del cielo. Così nell’impianto geometrico dello spazio come nella monumentalità delle figure scolpite dalla luce naturale del giorno è ravvisabile  l’influsso di Raffaello, il pittore più amato da Poussin come, dopo di lui, da tutti i pittori neoclessici.

FULVIO SGUERSO

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