FUORILEGGE A NORMA DI LEGGE

FUORILEGGE A NORMA DI LEGGE

FUORILEGGE A NORMA DI LEGGE

 E’ morta pochi giorni fa, Nadia. Era una mia amica. Aveva solo 57 anni, mangiava biologico, non aveva mai fumato, non beveva, si curava con l’omeopatia, viveva ad Albisola e…respirava la nostra aria.
Lascia due figli che dovranno fare a meno, d’ora in poi, della loro mamma: una donna dolce, forte, appassionata della natura e delle cose belle della vita, come tutti noi. Una donna che però, come molti altri, non ha potuto scegliere cosa respirare e un cancro se l’è portata via.

Non si ha voglia di dire altro, perché noi che viviamo qui, sappiamo che Nadia è un nome che si aggiunge alla tragica, infinita, lista di persone e che il dolore che proviamo aumenta nell’assenza di cambiamenti decisionali di chi dovrebbe  e potrebbe decidere.

Così si camuffano studi, s’interpretano se non addirittura rovesciano risultati e noi siamo sempre più consapevoli che la salute è ormai qualcosa che ci  dobbiamo conquistare giorno per giorno, ma non sappiamo come…

 

“ Non c’è più ritegno per questa gente, sono ‘fuorilegge’ a norma di legge, le tabelle di Eurostat – spiega Valerio Gennaro, epidemiologo dell’ Ist (Istituto nazionale per la Ricerca sul Cancro),  cui la Procura di Savona ha di recente sollevato l’incarico di perito nell’inchiesta sull’inquinamento prodotto dalla centrale a carbone, – evidenziano una cosa molto semplice: nel 2003 una donna italiana di 65 anni aveva di fronte circa 13/14 anni in salute. Nel 2008 si è passati a 7. In appena cinque anni, l’aspettativa di vita sana si è dimezzata».
“Ce n’è abbastanza
“ continua il Dott. Gennaro” per allarmare i medici, almeno quella (esigua) parte a conoscenza di tali dati, e gli epidemiologi, che, per professione, indagano le cause delle patologie umane. Tanto più che il peggioramento della salute collettiva arriva nonostante che in Italia il consumo di farmaci sia in costante aumento da ormai più di dieci anni.”

Noi cittadini, invece, siamo già allarmati e ogni giorno viviamo nella speranza di sopravvivere a questa strage silenziosa, mentre chi amministra, chi può e deve prendere decisioni per cominciare a tutelare la salute dei cittadini, non solo non lo fa, ma contribuisce a favorire chi da tutto questo trae solo profitto.

E’ terribile pensare che i morti e i malati, bambini e giovani compresi, che nel nostro territorio sono, come si sostiene da più parti, di gran lunga superiori alla media nazionale , non siano ancora, a Savona, argomento di principale  dibattito politico.

In questi giorni, mentre si respira aria elettorale, si parla di diritto allo studio, diritto dei lavoratori, diritto all’occupazione, ma non di diritto alla salute, di qualità della vita.

 

Eppure da più parti si sta muovendo un nuovo modo di pensare.

 

Questo è l’ultimo manifesto di Greenpeace che unisce la propaganda politica a quella della politica fossile italiana.

 5.000 sono le tonnellate di carbone respirate al giorno a Savona.

Le respirano tutte le persone e non solo a Vado e Quiliano.

Le respirano adulti, anziani, uomini e donne  nelle loro case, ma anche mentre si recano al lavoro, a fare spese percorrendo strade congestionate da un traffico le cui emissioni si sommano a quelle del carbone.

Le respirano giovani e bambini, non solo nelle loro case, nei giardini pubblici e nelle piazze, ma anche mentre si recano nelle loro scuole, nei loro asili, anch’essi circondati dalla stessa aria.

 

Mentre l’Arpal in questi giorni ha pubblicato la valutazione annuale della qualità

dell’aria riferita al 2011evidenziando  alcune situazioni a rischio  soprattutto in Valbormida. Le altre centraline, riportano sforamenti saltuari di questo o quell’altro parametro, tremendamente tossico, mentre, solo per fare un esempio, gli abitanti d Albissola Marina, Albisola Superiore, Luceto, Carpineto ed Ellera possono contare su una vecchia centralina, collocata in Corso Ferrari, che misura solo alcune delle sostanze incriminate.

Ci viene ricordato, inoltre, che l’Italia ha dovuto chiedere una deroga all’Unione Europea per 48 zone del territorio nazionale che sforano i limiti fissati ad esempio per il biossido di azoto (NO2), come se fosse consentito  anche alla salute derogare.

Solo Legambiente, però, dichiara pubblicamente che la Commissione Europea, da due anni ammonisce il nostro Governo per farci rispettare i limiti imposti dalla normativa comunitaria del 2005 e nel novembre scorso è arrivata la definitiva comunicazione della Commissione sul deferimento del nostro paese alla Corte di Giustizia per il non rispetto della Direttiva Europea sulla qualità dell’aria, in particolare rispetto ai limiti del PM10.

Un provvedimento che ci costerà caro sia dal punto di vista economico, per l’ennesima multa che colpirà l’Italia, ma anche e soprattutto in termini di rischi per la salute umana. Per i territori in deroga, il non rispetto dei limiti sarà quindi giustificato, ma solo fino a giugno 2011 in quanto, per la Commissione Europea, non è stata sufficientemente dimostrata la causa della richiesta della deroga e, soprattutto, non è stato dimostrato che le misure adottate sia state e saranno sufficienti a far rispettare i limiti entro il termine stabilito.

 

Insomma l’Europa ci chiede un Piano Nazionale della Qualità dell’aria e questo piano non c’è.

 

Gli abitanti della ValBormida  sembrano, poi, avere un “trattamento di favore” perché, proprio il loro territorio, il più inquinato della Provincia, avrebbe  ricevuto una proroga al  2014  per il biossido di azoto, mentre Savona, Vado e Quiliano, inquinato non da meno, l’avrebbero ottenuta proprio per le polveri sottili (PM10).

 

Intanto mentre i malati aumentano in modo esponenziale, i nostri politici, i nostri Sindaci, i nostri amministratori chiedono deroghe per loro inefficienza, la loro imperizia e la loro superficialità e continuano ad agire in direzione fortemente contraria alla logica.

Noi, però, non possiamo permetterci di aspettare, rivendichiamo a gran voce il rispetto delle norme, subito.

Non derogheremo più la nostra salute e quella dei nostri figli.

Anche a Savona è necessario sfidare  la politica fossile,  per salvare l’ambiente e…..la pelle.

 

ANTONIA BRIUGLIA

 

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