Cinema: Le mura di Malapaga (Au-delà des grilles)

Le mura di Malapaga (Au-delà des grilles) è un film del 1949 diretto da René Clément.
Titolo originale Au-delà des grilles
Paese di produzione Francia, Italia
Anno 1949
Durata 87 min
Dati tecnici bianco e nero
Genere drammatico
Regia René Clément
Soggetto Jean Aurenche, Pierre Bost
Sceneggiatura Jean Aurenche, Pierre Bost, Cesare Zavattini, Suso Cecchi d’Amico, Alfredo Guarini
Produttore Alfredo Guarini
Distribuzione in italiano Metro-Goldwyn-Mayer
Fotografia Louis Page

Interpreti e personaggi:
Jean Gabin: Pierre Arrignon, il marinaio
Isa Miranda: Marta Manfredini
Vera Talchi: Cecchina, figlia di Marta
Andrea Checchi: Giuseppe, marito di Marta
Robert Dalban: Bosco, il marinaio
Ave Ninchi: Maria, la vicina
Checco Rissone: uomo dei soldi falsi

Attenzione commento con spoiler

Pierre è un marinaio di una certa età (Jean Gabin), fugge da Marsiglia perché ha ucciso la propria amante che lo aveva lasciato per un altro più giovane.
Arriva nel porto di Genova su una vecchia nave, dove, dietro un compenso, i suoi compagni lo avevano sistemato (con la sua grossa valigia contenente abiti signorili e una grossa somma di denaro) nel vano contenente le enormi catene dell’ancora.
Sceso a terra senza valigia (pur di passare inosservato), tormentato da un insopportabile dolore a un dente, ha estremo bisogno di toglierselo. Nelle vicinanze del porto chiede informazioni ai gestori di una trattoria su come trovare un dentista.
Una bambina la cui madre (Marta interpretata da Isa Miranda) lavora nel locale lo guida dal dentista indicatogli dai gestori, gli fa attraversare parte del quartiere povero di Malapaga (dove da un convento abbandonato diversi poveri finita la guerra sono riusciti a ricavare una dignitosa seppur modestissima abitazione).

PUBBLICITA’

Qualcosa però va storto, viene raggirato da un abile borseggiatore venditore di stoffa pregiata che gli rifila, proponendogli un cambio con i franchi, due mila lire false, inoltre il delinquente non si fa scrupoli di portargli via anche il portafoglio.
Pierre, giunto dal dentista in uno stato di disperazione, spiega al dottore quel che gli è successo, e dopo averlo ripetutamente minacciato riesce a farsi togliere il dente gratuitamente.
Per sfamarsi Pierre trova aiuto dalla madre della bambina che lo aveva accompagnato, (come cameriera della trattoria in cui lavorava Marta riuscirà a trovare il modo di sfamarlo gratis).
La donna trova compassione per Pierre che ricontraccambia l’interesse difendendola dagli assalti violenti del marito, Giuseppe, separato, che vuole a tutti i costi riprendersi la figlia che sta con lei.
Pierre, ospitato in casa di Marta finirà per raccontargli tutta la sua storia, la donna non si scomporrà, è attratta dall’uomo, ed essendo anche lei oberata da problemi gravi propone a Pierre di stare insieme, di unire le forze per affrontare meglio la vita.
L’uomo recupera la sua valigia dalla nave con cui era giunto a Genova, e con i contenuti di essa la coppia si fa bella, si veste elegante e sogna, immagina con fervore una vita di riscatto sia dal male patito sia da quello ancora vigente.
Ma il destino dei due nuovi amanti è segnato?
Pierre vuol pensare che l’innamoramento della donna nei suoi confronti basterà a farli entrambi felici, con quell’amore così forte e già provato nella sua autenticità non sarà più ossessionato dal fantasma della ragazza che lui ha ucciso, nonostante egli non abbia ricevuto una adeguata punizione carceraria.
L’arresto dell’uomo che avviene al ritorno da una bella giornata di sole vissuta con lei nei pressi del mare di Genova, non farà che riportare brutalmente le cose al loro posto, cioè alla realtà foriera di coscienza per entrambi di un futuro impossibile per la coppia.
Pierre con l’arresto si sente improvvisamente sollevato, ritorna a sapere ciò che venendo a contatto con la bellezza di Marta aveva finito per relegare nell’inconscio, e cioè sa che senza espiazione del delitto compiuto non avrebbe potuto far felice alcuna donna.
Film in bianco e nero di grande interesse storico-cinematografico, che amalgama assai bene diversi stili storicizzatisi, omaggiandoli alla storia con il prezioso risultato d’insieme ottenuto. Sono presenti: neorealismo, realismo poetico, realismo americano anni ’30, romanticismo-verità postbellico.
Il carisma di Jean Gabin e la bellezza di Isa Miranda (unito alle suggestive location di Genova) calati nella miseria sociale postbellica hanno l’effetto esplosivo di conferire alla realtà difficile dei numerosi abitanti di allora (frequentatori di cinema) una voce di speranza, di riscatto, è questa la magia del cinema di quei tempi oggi andata perduta…

Locandina tratta da amazon che vende il film on line

 Biagio Giordano

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.