Vale la pena parlare della stagione del calcio giovanile savonese 2017-2018?
ECCO PERCHE’ NON PARTECIPIAMO AI MONDIALI!
In ambito regionale questo appena conclusosi è stato l’anno della (neanche poi tanto) sorprendente ma trionfale, ben dieci vittorie consecutive nel girone di ritorno, promozione in serie C (e con inconfessabili sogni di B) dell’Albissola, club giunto peraltro alla sua terza promozione consecutiva. Promozione giunta in anticipo rispetto ai programmi e peccato che, probabilmente proprio per tale motivo, i suoi attuali settori juniores-primavera e soprattutto giovanile non siano assolutamente all’altezza di disputare i campionati nazionali, a cui dovranno partecipare l’anno prossimo. Non a caso quest’anno neppure una squadra albissolese è stata capace di giungere a una delle quattro finali regionali giovanili dilettanti, benché per ciascuna leva si qualificassero ben otto formazioni. Dunque i suoi ranghi dovranno essere rivoluzionati ed è prevedibile, anzi inevitabile, che numerosissimi ragazzi tesserati nel corso dell’estate verranno educatamente scaricati per essere sostituiti, se andrà bene, dal meglio di Savona e Vado, le nostre società di élite a livello giovanile, e se, come temiamo più probabile, andrà male, dagli scarti di Genoa e Sampdoria e magari, chissà, perfino del Torino, considerati i rapporti di amicizia che legano il patron Colla e il presidente Cairo, con buona pace dei ragazzi savonesi. Questo è stato inoltre l’anno dell’ennesimo smacco del Savona, che ogni estate lancia arroganti proclami, regolarmente pompato da quegli stessi quotidiani, Stampa e Secolo XIX, che fino a pochi mesi fa non si filavano l’Albissola neppure di striscio, ma poi o fallisce gli intenti o ci riesce ed è allora anche peggio, dato che presto o tardi, ma più presto che tardi, finisce sempre per tornare, con la coda tra le gambe, tra i dilettanti. E ciò, si badi bene, senza che nel frattempo il Savona porti mai ragazzi del proprio vivaio a difendere stabilmente i colori bianco blu in prima squadra. Eppure alcuni suoi giovani in passato sono pur riusciti a emergere nelle categorie superiori, anche se pochissimi e mai in serie A, perlomeno fino a giungere a debuttarvi. Tra parentesi ben tre dei ragazzi citati dal sottoscritto qui su Trucioli nella disamina dello scorso anno, a fine estate sono stati prelevati da club professionistici, il 2003 Insolito, giocatore dalle buone doti di progressione, è andato nei giovanissimi del Genoa, mentre il brillante e completo 2001 Romeo Giovannini è stato acquistato dal Carpi, nei cui allievi in quest’ultimo campionato è stato titolare inamovibile, e ha raggiunto la città emiliana insieme al dinamico Cecon, quest’ultimo giuntovi invece solo in prestito. Vedremo cosa ne verrà fuori. Evidentemente però nel Savona pure a livello giovanile qualcosa finora non ha funzionato. Due domande sorgono allora spontanee: A qual pro accumulare successi e titoli regionali se poi per i ragazzi locali non ci sono sbocchi? E a cosa serve prelevare gli scarti di Genoa e Sampdoria per provare a vincere i suddetti titoli, come è accaduto quest’anno col Savona, quando si sa benissimo che tali ragazzi, una volta cresciuti, quasi di sicuro non resteranno? E perché insistere a portare in prima squadra costosi calciatori forestieri perfino in età da juniores, se il risultato finale è comunque l’insuccesso? A livello giovanile qualcosa di più il Vado ha invece ottenuto, bisogna dargliene atto, e negli ultimi tempi qualche calciatore proveniente dal vivaio in prima squadra c’è sempre stato, tuttavia non in maniera sufficiente e per ora l’ambiente savonese resta “la tomba del calcio” di cui scrivevamo in passato, con un unico giocatore approdato in serie A negli ultimi vent’anni (El Shaarawy, emerso non dalle grandi ma dal “piccolo” Legino). Vincere partite e conquistare coppe serve a poco, se non si sanno far crescere e maturare i propri ragazzi. Speriamo che in proposito l’Albissola in futuro sappia portare una ventata di freschezza.
In ambito nazionale questo è stato invece l’anno della mancata qualificazione dell’Italia ai campionati mondiali, figlia soprattutto del progressivo depauperamento dei vivai nostrani. Dell’accaduto, infatti, non ci si può davvero sorprendere, se si pensa che ormai i giocatori stranieri dominano non soltanto la serie A, dove in ciascun club gli italiani in rosa si contano ormai sulle dita di una mano, ammesso che ve ne siano, e almeno in parte anche la B, ma perfino il campionato Primavera, dove quest’anno tutte le società scendevano in campo presentando in distinta una media di, occhio e croce, otto giocatori stranieri, col record negativo della Sampdoria che ne schierava ogni settimana anche dodici o tredici. E spesso ciò accade, attenzione, non perché tali stranieri siano più bravi, ma perché per arrivare ai veri campioni i club devono vedersela con i loro procuratori, e costoro per far firmare il contratto all’asso Pinco Pallino le obbligano ad acquistare e a far giocare anche i mediocri Tizio, Caio e Sempronio, impedendo così la crescita dei ragazzi locali, i quali trovano meno spazio perfino avendo più talento, e disimparano. I club credono di aver fatto un affare, invece impoveriscono tecnicamente sia sé stessi sia il calcio italiano.
Portasse tale comportamento almeno a ottenere risultati, invece non serve a vincere gli scudetti, perché li vince tutti la Juventus, unica società insieme all’Atalanta a mantenere una Primavera quasi per intero italiana, sarà un caso? Non serve a vincere le coppe Italia, perché le vince (quasi) tutte la Juventus. Non serve a vincere le coppe europee, perché le vincono solo le squadre straniere, tra le quali perfino nell’immenso Real Madrid è presente uno zoccolo duro di giocatori locali, cioè spagnoli. Non serve infine nemmeno a disputare qualche finale, perché delle formazioni italiane ci riesce ormai, di nuovo, solo la Juventus.
Ci si decida allora una buona volta a dedicare la dovuta attenzione ai calciatori italiani. Roberto Mancini sarà anche un ottimo allenatore (e lo è; lodi al merito, tra parentesi, visto che nessun altro voleva prendersi la gatta da pelare mentre lui pur di poter allenare la Nazionale ha perfino accettato di ridurre sostanzialmente i propri emolumenti), ma senza una valida materia prima a disposizione miracoli non ne potrà certo fare.
Sono quindi certo che mi comprenderete e mi scuserete, cari lettori, se quest’anno ho deciso di non parlare della stagione appena conclusasi del calcio giovanile se non assai in breve, e ho trasformato il titolo dell’articolo in una domanda. Non ho potuto, infatti, evitare di pensare che fosse inutile sprecare tempo e fatica sull’argomento. Stando così le cose i nostri ragazzi, per quanto bravi possano essere, non hanno praticamente speranze di emergere oltre la serie C, livello comunque lusinghiero, e di conseguenza non ho avuto nessuna voglia di impegnarmici, se non per mettere in risalto le problematiche sopra citate, sperando che il mondo del calcio si impegni finalmente a risolverle.
A ogni modo è doveroso perlomeno ricordare come anche quest’anno risultati positivi a livello giovanile noi savonesi li abbiamo conseguiti, perché Savona e Vado si sono molto ben comportate, portando ben sette squadre su otto a qualificarsi alle finali regionali! L’unica ad aver fallito il compito, per ragioni contingenti, è stato il Vado leva 2002. Peraltro Savona e Vado sono stati anche gli unici sodalizi della provincia a qualificare proprie formazioni.
Nel Savona la leva 2001 campione regionale in carica quest’anno non è riuscita a ripetersi, benché l’anno scorso fosse fortissima e praticamente imbattibile, ma ciò era forse inevitabile, avendo nel frattempo perso ben quattro giocatori fondamentali e cioè i già citati Giovannini e Cecon trasferiti al Carpi, Negro passato alla Cairese e Bianco passato al Finale, mentre altri come Colombo, Incorvaia, Lazzaretti o Mehemetaj (quest’ultimo apparso anche in prima squadra e speriamo che ciò indichi un cambio di tendenza!) venivano regolarmente impegnati nella juniores ed erano quindi sovente indisponibili nel campionato allievi. Nonostante ciò a riprova delle elevate qualità del gruppo, come si è detto alle fasi finali ci è comunque arrivata.
Nella leva 2003 tra l’altro il Savona, rinforzatosi anche per aver prelevato due dei campioni regionali uscenti del Vado, di conseguenza invece indebolitosi, ha perso il titolo solo ai calci di rigore. A sconfiggerlo è stato il Football Genova, formazione che nella regular season era iscritta nel suo stesso girone, dove era giunta alle spalle del Savona ma aveva vinto lo scontro diretto d’andata. Nella finale i bianco blu si sono fatti raggiungere sul pareggio dopo essere passati per ben tre volte in vantaggio. E in un mondo in cui ogni anno prevalgono sempre più le tensioni e gli eccessi ci piace evidenziare il bel gesto di fair play dei ragazzi di Mister Penna, capaci a fine partita, nonostante la grande delusione della sconfitta, di applaudire gli avversari, chapeau.
E una di queste sette squadre alla fine ha vinto il titolo di campione regionale 2018. A riuscirci è stato il Savona leva 2002 (vedi foto sotto), benché con tutta probabilità fosse, Vado 2004 a parte, il meno accreditato del lotto. Concluso il campionato con un buon secondo posto dietro alla favoritissima Sanremo, ma con ben dieci punti di distacco rispetto a quest’ultima, dalla quale era stato sconfitto sia all’andata sia al ritorno, il Savona 2002 ha vinto tutte e tre le partite del gironcino finale a quattro per poi ritrovare, nella finalissima in campo neutro a Villanova d’Albenga, l’ancora imbattuto Sanremo, che non lamentava neppure assenze di rilievo. Il destino della partita pareva quindi segnato a favore dei sanremesi, invece, grazie a una stratosferica prestazione il Savona si è imposto sui quotatissimi avversari con un clamoroso 5 a 0, maturato attraverso i gol di Nardi e di D’Amoia e una tripletta di Russello.
In futuro qualcuno dei novelli campioni regionali debutterà nella prime squadre del Savona, dell’Albissola o ancor più su oppure il risultato appena conseguito resterà fine a se stesso come è quasi sempre accaduto in passato, quando, ad esempio, agli juniores del Vado nel 2013 non bastò neppure diventare campioni d’Italia per trovare sbocchi nella prima squadra del Vado e di tutti loro si sono presto perdute le tracce? Chi vivrà vedrà.
Arrivederci, forse, all’anno prossimo e, speriamo, di miglior umore.
Autore anche della foto sottostante (e di tutte le foto di calcio giovanile degli anni passati meno una)
Il Savona leva 2002, campione regionale in carica