Un’innovativa politica energetica

L’avvenire che ci attende   11ª parte
Un’innovativa politica energetica

Howard Odum, nella sua pubblicazione Environment, Power, and Society (pag 27) testualmente scriveva:

 “Tutti i progressi sono legati a speciali sussidi di energia; e il progresso si dissolve dove e quando questi vengono mancare.

Conoscenza e genio sono strumenti per l’applicazione dei sussidi di energia disponibili; e anche lo sviluppo e la conservazione della conoscenza dipendono dalla disponibilità di energia”.

E più avanti:

“Per ogni società nel corso della storia, il vincolo è rappresentato dalla disponibilità di un surplus di energia.

In mancanza di riserve energetiche adeguate da catturare da sfruttare, tutta la creatività dell’uomo finisce inevitabilmente per essere insufficiente al progresso del benessere della specie”

  

Di fronte a queste magistrali considerazioni, sorge, in tutti noi, una spontanea riflessione ed una conseguente domanda:

 

Quale strategia energetica di valutare oggi in Italia?

Rispondo con queste magistrali considerazioni di Vincenzo Balzani (Università di Bologna):

 

“È necessario sviluppare, mediante scelte politiche appropriate. fonti energetiche alternative che siano, per quanto possibile, abbondanti, inesauribili, ben distribuite su tutto il pianeta, non pericolose per l’uomo e per l’ambiente, capaci di sostenere lo sviluppo economico, di colmare le disuguaglianze e di favorire la pace. 

 Allo stato attuale, le possibili fonti di energia alternative ai combustibili fossili sono l’energia nucleare e le energie rinnovabili, ma è chiaro che solo le energie rinnovabili soddisfano i requisiti necessari per la fonte energetica di cui l’umanità ha bisogno. 

 L’Unione europea ha già, da tempo, messo in atto una strategia basata sui punti sopra elencati. L’Italia, che non ha carbone, ha pochissimo petrolio e gas, non ha uranio e, ha tanto sole, può solo trarre vantaggio dalla strategia europea, cogliendo anche le opportunità di sviluppo che, offrono le energie rinnovabili per un rilancio dell’occupazione e delle esportazioni.”

A conclusion simili a quelli di Vincenzo Balzani è giunto, Robert Redford, attore, due volte premio Oscar.

 Cito le sue parole:

“In tutto il mondo ci sono già 55 Paesi che attingono la maggior parte della loro energia da fonti rinnovabili. 

L’energia pulita illumina villaggi dall’India all’Africa. Il problema economico pesa quanto gli argomenti morali, e lo stesso Papa Francesco dice che le stesse fonti energetiche fossili (carbone e petrolio) devono venire rimpiazzate “senza indugio.”

 

 Ma continuando a discutere di fonti energetiche alternative e sulle modalità della loro produzione, fatalmente giunge alla mia attenzione il concittadino Giampiero Suetta, ingegnere, ricercatore, inventore e soprattutto Presidente della Solar Technology Goup di Savona.

Dobbiamo a lui l’invenzione dell’autoclave mobile didattica per la produzione fotovoltaica in centro Africa.

Sentiamo le sue parole:

 «Invece di aiutare le popolazioni, inviando pannelli fotovoltaici per la produzione dell’energia solare, si inviano, in centro Africa, i componenti per il montaggio del pannello fotovoltaico.

Una volta introdotti nel forno dell’autoclave mobile, attraverso un processo di fusione e trasformazione del componente Eva (evinilacetato), il pannello fotovoltaico si forma ed è pronto all’uso».

In seguito egli ha aggiunto

«Nella fase iniziale, il forno contenitore è alimentato da un gruppo elettrogeno a diesel. 

Poi quando l’impianto sarà a regime, l’energia necessaria sarà fornita da una centrale fotovoltaica dedicata»

 

Potrei continuare le citazioni ma mi fermo con ultimo, profondo ricordo di Sergio Marchionne il quale, nel novembre 2013, era giunto dichiarare:

«Ridurre la nostra dipendenza dal petrolio, a favore di forme di energia alternative e pulite, è una sfida che il Gruppo Fiat ha abbracciato da tempo. 

Da ormai sei anni, Fiat è il costruttore di auto più ecologico d’Europa, con il più basso livello di emissioni di Co2 delle proprie vetture»  

 

Ma, giunti a questo punto, consentitemi, carissimi amici lettori, di ripetere quanto già aveva fermato nell’anno 2008:

Numerose sono le ragioni che sollecitano una svolta nelle politiche energetiche, capaci di portare il mondo fuori dalla dipendenza dal petrolio e, più in generale, da tutti i combustibili fossili.

Vediamo quelle più importanti:

1) Portare il pianeta Terra fuori dal petrolio e dalla dipendenza dalle fonti non rinnovabili favorisce la pace.

E’ largamente condivisa la convinzione che sia il terrorismo stragista che le risposte belliche ad esso conseguenti (guerra preventiva) siano alimentate dal “problema petrolio”, cioè dalla pretesa di entrambi i contendenti di possederne il controllo;

2) abbandonare i combustibili fossili permette di governare e proteggere il clima del pianeta.

Come ho già avuto modo di evidenziare in un precedente articolo, i fatti dimostrano, con chiarezza, che il Pianeta subisce oggi (e non in un futuro imprecisato) le conseguenze del riscaldamento del suo suolo;

3) le fonti rinnovabili sono presenti su tutto il Pianeta in modo diffuso e le tecnologie (sempre più sofisticate) consentono di produrre energia senza emissioni inquinanti e negative per il clima.Inoltre esse possono garantire il diritto all’ energia a miliardi di donne e uomini, ai quali, oggi, questo diritto è negato;

4) uscire dai combustibili fossili consente di ridurre l’inquinamento dell’ariache respiriamo, realizzando, così, forti risparmi nelle spese sanitarie ed in quelle di disinquinamento;

5) infine, la svolta energetica potrà consentire la creazione di una nuova economia, attraverso una straordinaria occasione d’ innovazione tecnologica.

Giunti a questo punto, carissimi amici, possiamo chiederci:

Quali sono le fonti energetiche alle quali dobbiamo rincorrere oggi e, soprattutto, quale sarà la politica energetica del futuro?

Rispondo alla prima domanda con il seguente elenco delle fonti energetiche rinnovabili attualmente disponibili:

a) la solare o fotovoltaica;

b) l’eolica;

c) la geotermica;

d) l’idroelettrica;

e) nergia derivata dall’utilizzo delle maree e delle onde marine;

f) energia derivata dalla combustione delle biomasse e della componente secca (non inquinante) dei rifiuti solidi urbani;

g) energia derivata dall’utilizzo delle fibre vegetali e della frutta di scarto, (con conseguente produzione di bioetanolo); 

h) energia fondata sull’ utilizzo dell’idrogeno;

I) olio di palma (carburante per aerei). 

Per quanto concerne le notizie, riguardanti i risultati concreti, sino ad ora ottenuti, e propedeutici alle prospettive future, mi permetto di citare i dati pubblicati dal CDP in data 20 marzo 2018:

Sono state esaminate oltre 570 città nel mondo.

Più di 100 hanno già raggiunto la significativa quota del 70% di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili (l’idroelettrico, il geotermico, il solare e l’eolico).

La lista include grandi centri come Auckland (Nuova Zelanda), Nairobi (Kenya), Oslo (Norvegia), Seattle (USA) e Vancouver (Canada).

La lista, sopracitata, è lunga più del doppio rispetto al 2015, quando erano solo 42 città a dichiarare di aver raggiunto il 70% di alimentazione da fonti pulite.

Tra le città che, secondo i dati CDP, possono vantare di essere alimentate al 100% da energia rinnovabile, vi sono le italiane Bolzano Oristano

La prima ricava la propria elettricità al 100% da fonti idroelettriche, e ha già in atto un programma di generale riduzione delle proprie emissioni del 23% entro il 2020.

Il capoluogo sardo, invece, ricava la propria energia da un mix di idrogeno e solare.

I principali centri urbani 100%, dotati al 100% di energia rinnovabile sono, nel mondo, Burlington, capitale del Vermont (USA), che soddisfa il proprio fabbisogno energetico da eolico, solare, idroelettrico e biomasse ed ancora Reykjavik (Islanda), interamente alimentata da fonti idro e geotermiche, ed, infine, Basilea (Svizzera), alimentata al 100% da fonti rinnovabili (il 90% dell’energia da fonti idroelettriche, il 10% genesi eolica).

Pongo questo mio lungo e complesso articolo alla cortese attenzione dei nostri amici o, se volete, dei nostri amministratori locali.

 Aldo Pastore   24 febbraio 2019

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