Una giornata come le altre …
Una giornata come le altre …
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Una giornata come le altre … |
Mi trovo all’aereoporto in partenza per quel Paese dove un Presidente, eletto democraticamente dal popolo, viene aspramente criticato dai ricchi del Paese direttamente o attaverso le loro emanazioni (per lo più poveri), perché sta attuando scrupolosamente il programma per cui è stato eletto, in particolare sul tema della legalità e della lotta alla immigrazione clandestina, e in attesa di imbarcare leggo sui giornali la cronaca italiana del giorno: “Clandestini mettono a ferro e fuoco un traghetto causando migliaia di euro di danni; la tassa di soggiorno degli immigrati dovrà essere rimborsata dopo una battaglia condotta dalla CGIL, si parla di 500 milioni di Euro; finanziamenti per le orge gay, si dimette il Presidente dell’UNAR dopo il servizio delle Iene”….mi fermo, per oggi il mio fegato ne ha gia’ a sufficienza. Al di là di considerazioni di tipo etico e giuridico, che investono l’andazzo in cui il nostro Paese sta precipitando, che non intendo affrontare al momento, ma che mi propongo di affrontare prossimamente, mi voglio invece soffermare su considerazioni di carattere meramente economico, alla luce anche delle notizie lette ieri sulla stampa locale. Pochi giorni fa si sono riunite a Savona tutte le organizzazioni cittadine onlus e presunte tali, per un forum con lo scopo di trovare delle soluzioni a quella che viene definita, a ragione, la crisi del welfare savonese. Il forum ha avuto lo scopo di promuove un’azione comune per sollecitare l’amministrazione cittadina a non limitarsi a tagliare i fondi al sociale, dovendo obbligatoriamente ripianare i debiti lasciati dalle passate giunte, ma, in considerazione della profonda crisi della nostra area, ad attivarsi a recuperare finanziamenti per la tutela di quei cittadini piu’ fragili, onde evitare il rischio che la situazione sociale possa esplodere. Nello stesse ore il Ministro Padoan garantiva i Commissari UE sull’approvazione di interventi pari al 2% del PIL per ripianare il gap dei conti pubblici, evidenziato dai tecnici di Bruxelles, malgrado la già ulteriore flessibilità accordata all’Italia precedentemente, sia per il terremoto che per l’ “emergenza migranti”. Il Ministro Padoan ha garantito i Commissari UE
Insomma, credo che ormai tutti sappiano che la coperta non solo e’ piu’ corta ma non vi e’ proprio piu’ coperta. Di questo dobbiamo farcene una ragione; al di la’ di quello che ci ha voluto narrare per mesi il contaballe nazionale, siamo diventati poveri. Il bel Paese sarà pure bello ma è povero, direi profondamente povero e le lagnanze di quelle associazioni di volontariato vero, che aiutano i nostri anziani e le persone disabili, ne sono la prova. Un Paese che non ha le risorse per assistere i propri cittadini anziani e portatori di handicap non è un Paese civile, è un Paese vigliacco. Noi Liguri non siamo mai stati molto ricchi perché la nostra terra è una terra non facile, i nostri avi hanno dovuto sudare non poco per renderla perlomerno adatta a produrre il minimo indispensabile per sfamare intere generazioni. I nostri avi hanno terrazzato l’intera regione lavorando sodo, hanno dovuto difendere la proria terra dalle razzie prima dei romani poi dei saraceni (ora peraltro dai “nuovi romani”), hanno solcato i mari di tutto il pianeta per sopravvivere e fare soparavvivere le proprie famiglie; i miei trisavoli, nativi di Roviasca, vivevano tutto l’anno mangiando castagne. Poi e’ arrivata l’industria inquinante, che, oltre all’inquinamento e alla silicosi, ha portato anche ricchezza e Savona ha raggiunto un certo benessere, quel benessere che, malgrado le guerre, ha avuto il suo apice alla fine degli anni 60, quando la città di Savona si trovava al secondo posto nella classifica di benessere pro capite del Paese. Dagli anni 70 e’ cominciato il lento declino sino ai giorni nostri, un declino che temo non avrà più fine, perché noi non siamo più quel popolo, che, nella sua lunga storia, è stato laborioso, legato a una profonda etica del lavoro, quasi incapace di sentire la fatica; noi non abbiamo piu’ quel culto del dovere, che assieme ai fratelli di tutta la Padania, e’ stato alla base del miracolo economico di tutto il Paese; il senso di responsabilità, il senso della appartenenza, il senso civico dei vecchi liguri, negli anni si sono fortemente indeboliti. I nostri vecchi lavoravano sodo per lasciare ai loro figli e nipoti un mondo migliore, al contrario noi ormai, come peraltro sta succedendo in tutta Italia, dopo aver dilapidato ciò che ci è stato lasciato dai nostri avi, stiamo dilapidando il futuro dei nostri figli e nipoti. La nostra povertà ha delle origini ben precise e, come già detto, inizia negli anni 70, quando si concretizza un fatto politico ben significativo e cioè l’inizio della presa del potere della sinistra, prima attraverso la periferia, e cioè dai Comuni e dalle Regioni fino al raggiungimento del Governo centrale.
Chi scrive, oltre ad essere cresciuto in una famiglia di sinistra, ha partecipato in gioventù attivamente alla politica, credendo ciecamente nella giustezza delle istanze dei lavoratori e delle classi piu’ deboli, che a quel tempo erano il primo obbiettivo e il patrimonio storico dell’allora PCI. Noi combattevamo il clientelismo di quella DC, che dopo la caduta degli ottimi Governi dello Statista Degasperi, attraverso i nuovi leaders di quel partito, per lo piu’ meridionali, inziava a dilapidare il patrimonio creato dalla generazione sopravissuta e, diciamo pure, forgiata dalla seconda guerra mondiale. Dopo di che, dagli anni 70, attraverso le varie trasformazioni, il PCI ha condiviso tutte le politiche clientelari della DC sino ai giorni nostri, dove ormai chi comanda sono proprio quegli arnesi democristiani, che hanno portato il Paese del miracolo economico e dell’Oscar della moneta, paritetico fondatore dell’Unione Eurepea, ad essere il grosso problema dell’Unione Europea e contemporaneamente di fatto colonia della Germania.
Come puo’ vivere un Paese che basa il suo PIL sulla spesa pubblica? Quella spesa pubblica che gli ultimi Governi non hanno mai ridotto, ma hanno spostato da un capitolo all’altro, togliendo oltretutto risorse ai cittadini italiani per beneficiare i cosidetti “migranti”? Come possono le nostre onlus pensare che vi sara’ un futuro migliore quando l’economia non cresce, perche’ le nuove generazioni non sono molto propense a fare impresa, ma anche perché l’enorme spesa pubblica e le conseguenti tasse, ostacolano gli investimenti produttivi. Se Inghilterra, Spagna e Irlanda crescono rispettivamente del 2,3 del 3,2 e 6,9% e l’Italia e’ ferma allo 0,9%, lo si deve innanzi tutto alle politiche di riduzione della spesa pubblica improduttiva addottata da quei Paesi, Paesi, peraltro, ora meta di emigrazione dei nostri giovani migliori. E qui veniamo al nocciolo locale per il quale noi consiglieri della Lega Nord dobbiamo essere vigili, iniziando a controllare olio e diesel alle “ruspe in garage”; il campanello d’allarme ci giunge dal Convegno del CESAVO, dove le varie cooperative, legate al mondo dei cosiddetti “migranti”, si sono mescolate con le organizzazioni di vero volontariato, che si occupano di assistenza ai nostri bisognosi, per lo più persone anziane e invalide con reale bisogno di aiuto e che, grazie a tale volotariato, riescono a sopravvivere fisicamente e vivere la loro situazione difficile con un po’ piu’ di serenità.
Non si possono tuttavia mettere sullo stesso livello i nostri anziani sfortunati e i baldi giovani palestrati, che non scappano da nessuna guerra e che non hanno alcun diritto di restare in Italia, ma che restano a togliere ossigeno agli italiani indigenti, a causa di cavilli, che organizzazioni cattocomuniste, ben pagate con le nostre tasse, sfruttano, per mantenerli sine die a sfruttare il nostro traballante welfare. Non un centesimo delle tasse dei savonesi deve arrivare alle cooperative, che hanno, con i nostri soldi, alimentato il clientelismo del PD e …anche di qualche alleato e hanno portato alla fame in nostri vecchi. I cittadini devono cominciare a riflettere: se le loro tasse vengono usate per pagare gli avvocati della CGIL per innescare continuamente contenziosi a tutto vantaggio degli stranieri, se i danni di vandalismo che causano gli stranieri vengono sistematicamnte pagati dalle amministrazioni, se le tasse dei cittadini vengono usate per pagare le orge di associazioni quantomeno discutibili e tutto questo sotto l’egida dei partiti di sinistra, al solo scopo di raccattare voti, allora occorre mandare un messaggio chiaro e netto: la Lega non accetterà nessun tipo di clientelismo cattocomunista, perché la Lega è orgogliosa di essere un partito populista e tutore degli interessi del Popolo e, considerato che attualmente è il partito chiave dell’attuale amministrazione cittadina, dovra’ comportarsi come tale. SILVIO ROSSI Consigliere LEGA NORD
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