Un unico progettista per le aree Piaggio e Ghigliazza

UN UNICO PROGETTISTA
PER LE AREE PIAGGIO E GHIGLIAZZA ….
Che conosca profondamente il Finalese è la richiesta dei Verdi…

 
UN UNICO PROGETTISTA
PER LE AREE PIAGGIO E GHIGLIAZZA ….
Che conosca profondamente il Finalese è la richiesta dei Verdi…
Ma l’angoscia continua…progettisti che nella loro disperata vita non hanno mai progettato nulla di “produttivo”, figli di padri che negli anni ’60 hanno progettato uno sviluppo industriale completamente finanziato dallo Stato, mentendo spudoratamente sui costi impiantistici, che venivano così supinamente accettati da un sistema bancario assurdamente riverente, e che oggi ha rivelato tutta la sua disastrosa inconsistenza, propongono a cittadini che non hanno più riferimenti certi…che cosa costruire sulle macerie industriali.

L’obbiettivo progettuale nei detti anni ’60 era “DARE LAVORO” a qualsiasi costo.

E in effetti tutte le iniziative industriali hanno bene o male prodotto “lavoro”….. improduttivo, inquinante, ma tangibile e reale.

Oggi però l’obbiettivo progettuale dei nostri attuali estensori non ha niente a che vedere con il “DARE LAVORO” e si può riassumere nel:

 

Costruire migliaia di abitazioni……. mai richieste da famiglie che vi si dovrebbero insediare stabilmente!!

Costruire insediamenti commerciali……. doppioni di quelli esistenti, faticosamente mantenuti a tutt’oggi da privati che hanno ormai perso tutti i loro orizzonti economici!!

Costruire i conseguenti box…….ricoperti da disperati prati erbosi, deserti, inutili, e inconcludenti, giustificandoli quali polmoni di…. verde attrezzato!!

Costruire un centinaio di camere d’albergo a giustificazione dello scempio territoriale di cui sopra!!

 

Non potrà mai  “DARE LAVORO PRODUTTIVO” in nessun luogo, anche se privilegiato come quelli di Finale Ligure, Celle Ligure, Pietra Ligure, o Savona.

 

Questo i Cittadini Liguri lo hanno capito ma non sanno come districarsi dinanzi a progettisti e soggetti attuatori che con queste cento camere che presuppongono duecento posti letto, qualche struttura di servizio, qualche parcheggio comunale, qualche abbassamento di cubatura, (sicuramente già prevista) chetano le baldanze dei verdi, e di quegli ecologisti che si vantano di sapere che cosa vogliono ed a che cosa vanno incontro.

CHE COSA DEVONO CHIEDERE I CITTADINI NELLE RIUNIONI ORGANIZZATE  (si dice) PER LORO?

Progetto piaggio
 

Che il progettista dichiari se il Comune in oggetto è finalizzato al “TURISMO” …….. o ad altro.
Nel caso naturalmente positivo …. che il progettista descriva le finalità del soggetto attuatore, (nel caso di Savona il soggetto attuatore era un ottimo venditore di banane, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti ).
 
 
Se il soggetto attuattore non ha dimestichezza con le strutture produttive  alberghiere, si “DEVE” richiedere il parere tecnico di progettisti internazionali di catene alberghiere del tipo …….. Thomson Holidays, Sheraton, Hilton……..
E’ implicito che i progettisti internazionali suggerirebbero quale condizione essenziale, che il soggetto attuatore si identifichi nelle predette catene alberghiere, in modo da garantire: la vendita delle unità immobiliari in condizione di Aparthotel  di 18 mq.  la loro gestione, la loro funzionalità, e l’occupazione dei posti letto nell’arco intero dell’anno per garantire “occupazione e lavoro produttivo“.
 
Bene sarebbe dotarsi di copia di quanto da me pubblicato nell’archivio di Trucioli Savonesi n° 191 (Fuskas ed il suo fallimento), il mio articolo da LA STAMPA  e n° 187 ove risulta un progetto da me elaborato nel 1992 per l’Albania che ancor oggi merita una riflessione tecnico – urbanistica!!
 
Questo e solo questo merita il nostro territorio, copiare quanto di funzionale è stato fatto nel mondo abbandonando per sempre quegli schemi urbanistici seguiti e ripetuti sino alla nausea dai nostri progettisti che dovrebbero vergognarsi davanti a noi ed qualsiasi Collegio Professionale per i miserabili risultati ottenuti a tutt’oggi!!!
 
 
Guido Luccini
Savona 18/11/2012
 
 

Il progetto da me elaborato nel 1992 per l’Albania che ancor oggi merita una riflessione tecnico – urbanistica

 

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