TERRENI, HOCKEY, ESPOSTI IN PROCURA

 TERRENI, HOCKEY, ESPOSTI IN PROCURA E
 QUELL’AMPIA  “ZONA GRIGIA” DELLA POLITICA.

TERRENI, HOCKEY, ESPOSTI IN PROCURA
E QUELL’AMPIA “ZONA GRIGIA” DELLA POLITICA.

In un quartiere strategico di una città un terreno di un ettaro circa, di proprietà privata, adibito, fino a poco tempo prima, a campo da calcio diventa oggetto di trattativa per l’eventuale acquisto, da parte del Comune, che intende realizzarvi un campo da hockey.

 Il campo sarebbe dovuto nascere in un altro terreno, destinato a questa funzione e già proprietà del Comune, ma per oscuri motivi, l’Amministrazione Comunale cambia idea e decide che proprio quell’area privata dovrà diventare il futuro campo.

La giunta comunale si affretta in una delibera ( la 151 del 10 maggio 2011) ad affermare che il valore di acquisto di tale terreno sarà di 230.000 euro, valore già contrattato col privato, proprietario del terreno, e che questo prezzo  “appare congruo perché il terreno (10.000 mq) è paragonabile,  alle aree PAIP” ( edificabili !!!) che sono valorizzate a 23 euro/mq.

 Nella stessa delibera, di cui si riporta qui sotto uno stralcio, infatti, è riportato il prezzo di acquisto come fatto acquisito nell’importo dei lavori.

Nessuno, in Comune, fa rilevare che tale terreno avendo zero indici di edificabilità non può equivalere alle aree PAIP che sono aree produttive con alto indice di edificabilità.

Questa delibera non arriverà mai in Consiglio Comunale, solo perché ci saranno le elezioni  amministrative e tutto sarà rinviato nella convinzione che saranno le stesse persone a gestirla.

Infatti, il 15 novembre 2011, viene redatta la delibera di giunta 281, che sarà un’esatta  copia della precedente, al di fuori di un piccolo, quanto fondamentale, paragrafo dove si elimina l’affermazione della equivalenza del valore del terreno alle aree PAIP  e si dichiara che il suo valore di acquisto è congruo perche c’è una perizia allegata che lo stabilisce.

 Guarda caso, però, il valore non si sposterà di una virgola e rimarrà sempre quello pattuito con la proprietà, di 230.000 euro.

La stima è quella contenuta nella perizia redatta da un noto studio professionale, che il Comune decide di incaricare, ignorando gli Uffici pubblici comunali competenti in materia, che avrebbero potuto assolvere lo stesso ruolo.

  L’architetto, già Presidente dell’Ordine, afferma nella stessa che il valore del terreno non si può calcolare per analogia con terreni aventi caratteristiche simili, ma bisogna valutarlo per quello che è, e per l’architetto non è un campo sterrato, dove da anni non nasce nulla e definibile, come si evince dal Glossario dell’Agenzia del Territorio, e con generosità, un terreno “incolto produttivo”, ma è definito dall’architetto, terreno agricolo “seminativo irriguo”, aggirandone la vera e oggettiva identità.

Mentre si sbilancia in questa dubbia affermazione, nell’intento di far quadrare i conti, commette anche un grossolano, ulteriore, errore perché lo valuta, leggendo in maniera errata la VAM 2011, 26,34 euro/mq.


Nell’intento di giustificare la cifra già definita dal Comune di 230.000, perde la lucidità professionale e legge la tabella ( che si allega sotto) della Commissione Provinciale Espropri, dove  vengono indicati i valori agricoli medi per il 2011, alla voce seminativo irriguo, il valore di 26.345,49 euro/ mq, invece che 26.345.49 euro/ l’ettaro !

E’ chiaro a tutti che in un ettaro ci sono 10.000 mq. e il valore sarà di 26.345,49:10.000 = 2,63 euro/mq ! e non 26,34 euro/mq come indicato in perizia!

 

Nessuno, né l’Assessore, né il Sindaco, né la Giunta, né alcun politico della  maggioranza, se ne accorge. Nessuno controlla.

Nessuno denuncia che, nella pratica, è presente una palese e ingiustificata sovrastima di un terreno con il chiaro intento di regalare 200.000 euro al proprietario.  

 

L’assessore Martino

 Anzi si afferma, con tutta tranquillità, che il prezzo di 230.000 euro per quasi 10.000 metri quadrati di terreno sia da saldo(!) e visto che  il Comune sta facendo un affare, può spingersi oltre e impegnarsi, con lo stesso privato, a pagargli le opere di consolidamento dell’area privata confinante per altri 100.000 euro, e garantirgli intatti  i 2 mila metri edificabili che il Puc avrebbe tolto dall’area in oggetto, trasferendoli nell’area della futura cittadella.

 Insomma, gli si paga a prezzo d’oro un campo dove giocavano a calcio i ragazzi della città, gli si paga un lavoro di consolidamento in casa sua e gli si garantisce il diritto a cementificare in altro luogo  per non fargli  perdere l’ulteriore affare.

Qualcuno penserebbe che la vicenda in questione si svolga in una cittadina della locride o nel palermitano, ma non è così.

 Siamo a Savona e il terreno è quello di Legino, dove c’era il campo da calcio frequentato dalle squadre giovanili, opportunamente sfrattate.

Il privato in questione è la Curia vescovile, avvezza da qualche tempo al consumo di territorio in chiave immobiliare, da Albisola a Celle e alla stessa Savona.

L’acquirente è il Comune di Savona, il cui assessore allo Sport Martino, promotore della delibera, intervistato da un quotidiano sulla vicenda, fa un pronto “scaricabarile” dichiarando di non conoscere i dati tecnici contenuti nella delibera, che sarebbero dovuti, invece, essere controllati dagli Uffici Comunali.

 L’autore della perizia è l’architetto Poggio che davanti all’imbarazzante errore, non potendo spiegare la sovrastima, prima si defila poi (lo stesso giorno) presenta una seconda perizia, in sostituzione della prima, commettendo uno straordinario quanto incredibile effetto “boomerang”.

Per fortuna, frutto delle ultime Elezioni Amministrative, nel nuovo Consiglio Comunale di Savona sono presenti i… Consiglieri della Lista Civica Cinque Stelle ..che com’era prevedibile, denunciano la cosa e fanno un esposto in Procura e alla Corte dei Conti.

  E’ proprio lì che scoppia il caos e Poggio ammette: «È vero, c’è stato un errore macroscopico nel calcolo della stima ma confermo il valore finale di 260 mila euro,  ma non il calcolo matematico fatto per giustificarlo né l’indicazione del terreno in oggetto come “agricolo irriguo” perché ovviamente non lo è».

In un colpo solo ammette di non aver saputo fare un semplice calcolo matematico e di aver classificato male anche il terreno. 

Così nell’ultima perizia a correzione della prima, siccome il terreno non è “seminativo irriguo”, l’architetto dichiara che il terreno diventa “orticolo irriguo” e quindi vale più di 200 mila euro perché sopra ci si potrebbero coltivare 53 mila stelle di Natale che, vendute a 1,2 euro l’una, possono rendere 63 mila euro. La Curia diventa, improvvisamente in possesso di una redditizia attività di floricoltura senza saperlo, dopo ovviamente l’aratura e la concimatura del terreno stesso.

Un vero autogol  i cui effetti macroscopici si sono registrati  nel Consiglio Comunale del 26 gennaio.

Il video del Consiglio non ha bisogno di ulteriori commenti perché parla da sé.

 C’è, comunque, da chiedersi come si possa stare seduti nei banchi della maggioranza, diligentemente in silenzio, senza prendere parte alla discussione della pratica che, per errore dello stesso Assessore Martino, era diventata di ampia discussione Consigliare?

Come abbiano potuto tacere i diversi Consiglieri architetti, ingegneri, avvocati, nelle file di Rifondazione Comunista, SEL, API e dello stesso PD che sicuramente avranno avuto modo di costatare la gravità nel metodo di fare politica, con questi presupposti che poco si discostano da quel luogo mentale che favorisce l’illegalità e l’ingiustizia?

Come si riesca a non sentirsi umiliati, offesi nel partecipare a un sistema politico che mentre parla di legalità, e patrocina iniziative sull’argomento,  riesce a calpestarla, in modo così spudorato, senza sentirne la vergogna?

Essere omertosi, non prendere parte alla denuncia di operazioni come queste, equivale a essere conniventi, sapendo di concorrere, con tale atteggiamento, a nutrire le file di quella già troppo ampia “ zona grigia” sottolineata, con preoccupazione, da Don Ciotti al Chiabrera qualche giorno fa.

     ANTONIA BRIUGLIA                               29 gennaio2012

 

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