OLOCAUSTO

OLOCAUSTO

OLOCAUSTO

 E’ una sera come tante altre
 si è tutti attorno ad un tavolo rotondo
pronti per un’umile cena,
la candela brilla ed illumina d’ambra la stanza,
le mani sono giunte e qualcuno intona una preghiera.

Poi il buio,
la candela si spegne di colpo,
il fracasso e le grida
di chi ha l’unica colpa d’essere ebreo.

La famiglia è distrutta,
straziata dal dolore e strattonata come la bestia peggiore,
le donne da una parte, gli uomini dall’altra,
un tempo legati dagli stessi valori e dalle stesse paure.

I capelli rasati, le valigie ed i vestiti bruciati,
i denti d’oro ed i possibili averi tutti depredati,
ora ci sono solo file di corpi nudi, scheletrici e spenti,
che camminano ormai senza speranze tra gli urli in una lingua sconosciuta
e le pistole puntate alle tempie, pronti a crivellare i loro corpi.

Di notte dormono stipati ed ammassati su scaffali in legno,
ogni doccia fa’ tremare di paura ed angoscia,
quella che sembrava neve in inverno è grigia,
ed è un macabro ed oscuro presagio di morte dall’odore nauseabondo.

Quante morti innocenti ci saranno stati,
quante persone senza colpa saranno state uccise,
quante famiglie saranno state spezzate per sempre,
quanti bambini ormai diventati anziani avranno sul loro corpo un numero,
segno di riconoscimento della parte più buia del nostro tempo.

Tutto ciò è l’olocausto,
che deve continuare ad esistere nelle nostre memorie,
che non deve smettere di vivere nei nostri ricordi,
per non dimenticare e perchè non venga commessa mai più una simile tragedia.

Laura Candelo

 

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