Sulle origini e la costituzione della Podesteria di…
…dalla SUDDITANZA alla CITTADINANZA… dai Ducati e Marchesati ai Comuni…Il lungo e sofferto cammino delle nostre genti per diventare ‘uomini liberi’
Sulle origini e la costituzione della Podesteria
di Varazze, di Celle e delle Albisole
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Presentazione Da oltre un secolo la presente monografia è consultata da chi desideri notizie sulla storia medioevale dei paesi a levante di Savona: le Albisole, Celle e Varazze. Uscita nell’anno 1908, a spese dell’autore, essa era nata come tesi di laurea, peraltro rivista ed arricchita. Insieme con altri saggi fu presentata all’Accademia dei Lincei e premiata. L’autore Niccolò Martino Russo nasceva a Celle il 13 novembre 1872, figlio di Andrea Niccolò e di Caterina Beltrame. Essendo sveglio per ingegno, studioso e riflessivo per indole fu affidato alle Scuole Pie savonesi, dove si distinse fino a meritare la medaglia d’argento nella terza classe ginnasiale. Concluso il corso degli studi superiori, restava l’università e poiché a Torino abitava la sorella maggiore Anita sposata in Ravera, scelse l’ateneo subalpino. Studente alla facoltà di lettere e filosofia – benchè suo primo desiderio fosse quello di abbracciare la professione medica – ebbe amichevoli rapporti con lo storico ed italianista prof. Arturo Graf e fu particolarmente stimato dal latinista Giovanni Battista Gandino, il quale fra l’altro gli affidò alcuni incarichi di fiducia. Si laureò il 10 dicembre 1897, discutendo la tesi dal titolo: “Medio Evo ligure. Il feudalesimo e il risorgimento municipale in Varazze, in Celle ed in Albisola”. Tornato a Celle per la morte del padre, da poco reduce dall’Argentina e piuttosto amareggiato, Niccolò proseguiva gli studi storici e lo studio della lingua tedesca: è verosimile ne fosse stato consigliato dai suoi maestri all’ateneo torinese. Come tutti sappiamo, la conoscenza del tedesco era indispensabile per molti settori disciplinari e può essere che per lo studente studioso si avesse adombrato qualche spiraglio di carriera accademica. Sta di fatto che alla fine del 1900 si recò all’Università di Friburgo nel Granducato di Baden, per seguire corsi di filologia classica e di storia. A questo periodo risale la stesura della memoria sulla lapide bizantina scoperta a Cogoleto nel 1878, sebbene sarà data alle stampe anni dopo. Seguì un anno di perfezionamento all’Università di Berlino, dall’autunno 1901 all’autunno 1902, durante il quale frequentò i corsi dei docenti Kraeger, Wolfflin, Lenz e Vahler. Ma dopo queste prestigiose premesse scientifiche, la vita del Russo conosce una svolta. Con l’anno scolastico 1902-3 intraprende il duro servizio dell’insegnamento medio: dapprima nella Scuola di commercio a Salò; con il 1903-4 nella Scuola Cantonale di commercio a Bellinzona, in Svizzera. In contemporanea insegnava ai giovani tedeschi l’italiano nella scuola privata diretta dal prof. W. Veinig. Con l’anno scolastico 1904-5 torna in Italia ed il Ginnasio delle Scuole Pie savonesi lo rivede in quelle medesime aule dove pochi anni innanzi aveva appreso. Passò poi insegnante di ruolo nel Ginnasio “Gabriello Chiabrera” sempre in Savona, sino alla collocazione a riposo nel 1937. In due parole, all’insegnamento il Nostro dedicò l’intera esistenza. Educatore mai dimenticato da chi lo conobbe: paziente, buono, modesto, uguale in famiglia, coi colleghi, per le strade del paese con gli amici, coi conoscenti, con tutti. La modestia s’incontra nell’altro campo – oltre a quello familiare cui Nicolò ebbe ad agire: quello storico. Sin da giovane, anzi soprattutto da giovane, lo videro ricercatore silenzioso, diligente e perseverante gli archivi dei comuni di Savona, di Celle, di Varazze, di Albisola e quello s di Genova. Da queste ricerche sbocciò la dissertazione della tesi di laurea e la nota monografia “Su le origini e la costituzione della Podestatia Varaqinis, Cellarum & Arbisolae”, data alle stampe nel 1908. Nel frattempo compose un contributo sul toponimo ad navalia della Tabula Peitingeriana dimostrando l’infondatezza dell’attribuzione a Noli, mentre durante il soggiorno germanico aveva steso la memoria sul marmo bizantino in Cogoleto. Compose altresì un articolo sul dominio genovese in Liguria e la revisione della monografia stampata pochi anni prima. Trascritti questi contributi in corsiva inglese e rilegati in volume, li intitolò: Studi di storia ligure e presentandola alla Regia Accademia dei Lincei se lo vide premiato il 1 giugno 1913. Il 3 aprile 1900 era stato nominato socio corrispondente della Regia Deputazione di storia patria di Torino. I restanti interventi gli furono, se ci è consentita l’espressione, strappati per via della modestia quasi eccessiva di cui s’è detto. Ed è un vero peccato. Studioso serio e preparato, quel poco che pubblicò si legge ancor oggi con gusto e, ciò più importa, con frutto. Le sue affermazioni sono fondate e pesate, da vero storico e prive di quello spirito provinciale non infrequente in certa storiografia patria. Non solo, accanto al rigore minuzioso ed analitico, possedeva una visione acuta e sintetica come ci sembra dimostri il poco noto articolo apparso sulla rivista “Piemonte” nel 1912. Un cenno all’articolo Il papa conteso uscito alla vigilia della morte sul quotidiano “Il Lavoro”. Esso fu suscitato da un articoletto anonimo col medesimo titolo che in realtà ripeteva con qualche taglio un articolo di pochi anni prima, certo noto al Prof. Russo, poiché acquistava di solito quel giornale. E per redigerlo utilizzò una sorta di recensione ad una monografia di Jean Louis Barthou (1862-1934) su Gabriel Honorè Mirabeau (1749-91) rimastagli inedita, per quanto mi consta. L’interesse per il personaggio aveva infatti condotto il recensore in un discorso per conto suo, al di là del volume del Barthou e forse per questo motivo lo aveva lasciato nel cassetto. Lo scritto peraltro dimostra non solo la cultura, ma anche il profondo amore per il borgo natio. Ebbe modo di godersi l’amata palazzina incastonata nel podere in località Noce acquistato dal padre l’anno 1878, allora assai silenziosa, ma anche di soffrire i disagi della guerra a Savona e a Celle dove morì il 26 marzo 1946. Per quanto accennato, la presente monografia può ritenersi un frutto della scuola storico-positivista tardottocentesca, come del resto si arguisce dalla formazione avuta nell’ateneo torinese e dal perfezionamento nell’ambiente accademico germanico, allora assai autorevole ed in svariati settori all’avanguardia. L’Autore – è opportuno precisarlo – aveva ulteriormente rivisto questo studio, prova della sua onestà di studioso e della cura profusavi. Gian Luigi Bruzzone Presto, il libro sarà disponibile nelle librerie locali e nazionali, e nelle principali edicole del comprensorio, oltre che presso la sede dell’Associazione ‘3C Centro Culturale Celle’ in Via Matteotti 30 Celle Ligure tel. 019 992464, E-mail 3c.acivetta@gmail.com.
Trucioli savonesi ringrazia Pierino Ratto del 3C Centro Culturale Celle – A Civetta per averci dato l’opportunità di presentare un libro così importante
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