Agli inizi degli anni ’80 Riyadh era abitata da circa un milione di persone, nel 2010 la popolazione ha raggiunto 6.800.000 abitanti, di cui molti gli stranieri, quest’ultimi operosi, attivi, dediti agli affari e al commercio.

Riyadh, è una città la cui costruzione è stata resa possibile grazie alla sua posizione territoriale-orografica, in quanto facente parte di una grande oasi ricca di vegetazione.

Essa, insieme alla parte più vecchia dl paese, era ancora in uno stato sociale di tipo tribale-primitivo, quando, con la scoperta di una quantità enorme di petrolio nel 1944-’45, si prospettavano nuovi sviluppi della città e dello Stato stesso arabo.

Dal 1952 in poi, l’amministrazione del territorio e dei cittadini, divenne più moderna ed efficace, si eliminarono tasse assurde, da pura sopravvivenza, ossia di un significato del tutto fuori da ogni logica stimolatrice dell’economia, quale la tassa sui pellegrinaggi religiosi.

Riyadh, antica capitale dello Stato, venne praticamente interamente demolita intorno agli anni cinquanta, e ricostruita con architetture miste, in stile occidentale moderno e architettura araba di pregio, con la sorprendente creazione di intere zone-quartiere del tutto nuove.

La straordinaria modernizzazione urbana fu resa possibile grazie all’ingegno degli architetti arabi e ai guadagni ricavati dal petrolio, frutto quest’ultimi di nuovi più convenienti accordi con le multinazionali dell’estrazione. La prova di questo nuovo corso urbano-tecnologico è il gigantesco serbatoio d’acqua dell’ampia valle del Wadi Hanifa (vedi foto pagina 5), che rappresenta religiosamente una sorta di inedita potenza umana, mai raggiunta, con raggi d’orati slanciati verso il cielo ad omaggiare Dio della grazia ricevuta, qualcosa di veramente grandioso che oscura il minareto posto nella foto in secondo piano.

Biagio Giordano

La cartina

La città

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Serbatoio d’acqua

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