Seconde case

Solo Finale tiene, flessione a Alassio, Albenga, Spotorno, Pietra,Varazze, Loano
Forza amici imbattibili! C’è ancora posto per deturpare
I prezzi-termometro delle seconde case dove scendono e salgono
Graduatorie rese note da Il Sole 24 Ore. E Il Secolo XIX rivela il boom cemento

 Solo Finale tiene, flessione a Alassio, Albenga, Spotorno, Pietra,Varazze, Loano

Forza amici imbattibili! C’è ancora posto per deturpare
I prezzi-termometro delle seconde case dove scendono e salgono
Graduatorie rese note da Il Sole 24 Ore. E Il Secolo XIX rivela il boom cemento 

 Negli ultimi due anni in provincia di Savona si è costruito il quadruplo rispetto a Genova. Secondo i dati Istat c’è stato un boom di volumi, soprattutto seconde case.

Un approfondimento, un quadro istruttivo da conoscere e fa riflettere. (vedi l’articolo-inchiesta del 27 agosto 21001).

 Nell’esordio, firmato da Dario Freccero e Renzo Sanna, è scritto: “Colate di cemento. Centinaia di nuove autorizzazioni a costruire, via libera agli ampliamenti di licenze per edificare case, palazzi, fabbricati per agricoltura, industria, terziario. La provincia di Savona ha il record  in Liguria del numero dei progetti approvati, superiori in quasi tutte le voci a quello che riguarda la molto più grande Genova. Lo dicono  gli ultimi dati Istat, appena pubblicati, riferiti al 2009-2010 che analizzano mese per mese l’andamento delle pratiche di tutti gli uffici comunali d’Italia….”.

A queste cifre sarebbe interessante conoscere quante sono le domande edilizie giacenti nei vari comuni. Molte centinaia. Alcune viaggiano con ritardi anche superiori ai due anni. Altre sono incagliate in attesa di migliore sorte.

E sono migliaia di nuovi vani, di ristrutturazioni, ulteriore carico abitativo nelle già caotiche condizioni urbanistiche attuali. Con la distruzione, prima di tutto, di un tessuto turistico sano, non drogato. Ed è ormai noto come falso sviluppo socio economico.

Le conseguenze hanno già sconvolto l’industria alberghiera e non si raccontino più balle sul futuro rilancio, sempre dietro l’angolo. In un prossimo servizio daremo conto di cosa accadrà sul fronte apertura annuale degli alberghi, chi resiste e riduce il periodo di apertura se vuole salvare almeno gli utili minimi. E quali sono destinati nel volgere di pochi anni a chiudere i battenti. Per quale ragione, nonostante la propaganda, da fumo negli occhi, di annunci di aperture (un’ottantina di hotel), tra Varazze e Andora, Strombazzati “soliti noti”, cialtroni anche nell’ambito delle categorie che dovrebbero coscienziosamente difendere e senza conflitti di interesse, economici o politici; di lobby. Di fatto le nuove aperture si contano sulle dite di una mano. Assai interessanti, a questo proposito, i ripetuti articoli di un esperto del settore edile, Guido Luccini, collaboratore di Trucioli Savonesi.

Di pari passo spariscono, nell’indifferenza quasi generale e senza quell’allarme che meriterebbe, le aree destinate all’agricoltura, mentre va ancora peggio quanto sta accadendo nell’entroterra. Dove si salvano solo in pochi casi. E comunque le terre coltivate continuano a diminuire. Desertificazione e offerte di “vendesi” in continuo aumento.

 
In questo scenario, oltre a dati Istat inoppugnabili, ci sono le rassegne stampe. Con i nomi, i volti, le dichiarazioni tambureggianti di quanti hanno continuato ad incoraggiare e foraggiare la cementizzazione ‘senza volto umano’. Chi si ricorda più del libro-denuncia “Partito del cemento”? Chi si ricorda del clamore che aveva suscitato leggere nomi e cognomi di politici trasversali, dei principali “padrini”. Sembrava che finalmente qualcosa potesse cambiare.

 

Invece si è proceduto sulla strada dissennata, destinata a distruggere un intero territorio, buona parte della sua comunità, senza futuro per giovani, soprattutto laureati, ma non solo.

E la rassegna stampa resta a documentare non solo chi ha osannato, oppure continuato a negare la verità, lo stato dei fatti. Esponenti di spicco della sinistra e soprattutto del centro destra, con poche eccezioni. Interessante, ad esempio, la denuncia su quanto sta accadendo nel settore edilizio di Pietra Ligure, di cui si è letto in questi giorni. Vedremo gli sviluppi.

Sta di fatto che ci sarà pure una crisi mondiale, ma nessuno conosce a quanto ammonti l’invenduto immobiliare. E ancora quanti siano gli immobili, le case destinate a finire nel tritacarne delle esecuzioni giudiziarie per insolvenza, quanti siano le vittime della speculazione finanziaria.

E col degrado, con l’invivibilità dovuta ad una qualità complessiva del territorio compromessa, dopo aver colpito a morte lenta il tessuto alberghiero, si finirà per intaccare anche la “seconda casa”. Con perdita di valore, minore possibilità di ricavarne un profitto negli affitti stagionali. La prova di quanto sta accadendo nel comporta commerciale (locali sfitti, sfratti, fallimenti, combio di gestioni) è più che un segnale di cosa accadrà fra qualche anno.

Le mete turistiche che non conoscono crisi, non diciamo nulla di nuovo, sono quelle dove l’ambiente e gli spazi sono tutelati e vivibili secondo un codice culturale da vacanza sempre più gettonata.

Ma non abbiamo dubbi. La forza immobiliare proseguirà la sua corsa. Gli interessi annessi e connessi sono tali da creare una formidabile armata. Che sa muoversi ed usare le pedine giuste. Solo qualche volta può intervenire la magistratura, prevale il rispetto della legge. Ma non è con i processi, i sequestri che si riuscirà a salvare ciò che resta in tema di tutela ambientale ed idrogeologica.

E’ un problema di coscienze e conoscenza, di informazione capillare, popolare. Un movimento che riesca a far prevalere le ragioni degli interessi generali, rispetto a chi pensa solo al denaro, all’arricchimento, a fomentare il clientelismo irrazionale ed irragionevole. L’egoismo personale, di casta, di gruppi di potere.

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