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CINQUE BUONI MOTIVI PER FAR STUDIARE
 ALL’ESTERO IL PROPRIO FIGLIO

CINQUE BUONI MOTIVI PER FAR STUDIARE
 ALL’ESTERO IL PROPRIO FIGLIO
 
Negli ultimi anni si è affermata la dicitura “Fuga di cervelli all’estero”. Chi ne argomenta è solito rilevare l’ambivalenza della questione: una perdita per l’Italia, che vede impoverirsi il proprio patrimonio culturale, spesso un vantaggio per il singolo, che vede aprirsi porte troppe volte precluse a priori nel nostro Paese.
La questione è serissima e riguarda ciascuno di noi, sia esso genitore o meno. la riforma dell’Università riporta prepotentemente la questione alla ribalta: che si approvi o meno l’operato del Ministro Gelmini, chi si appresta ad iniziare un corso di laurea non sa cosa aspettarsi. Però è davanti agli occhi di chi vuol vedere il profondo degrado della cultura italiana. Giovani che non sanno parlare la loro madrelingua, giovani che intraprendono un corso di studi e poi vivacchiano fuori corso per anni, studenti che peregrinano tra un corso e l’altro prima di buttare tutto alle ortiche. Un esempio per tutti? Qualche giorno fa alla trasmissione radiofonica “Radio anch’io” di Rai Radiouno interviene nel dibattito in corso tra il conduttore ed il Ministro Gelmini una ricercatrice dell’Università di Palermo, la giovane presenta le proprie argomentazioni e costella il discorso di “ A me mi”, passiamo l’emozione, passiamo la concitazione dell’attimo, ma il dubbio resta: come si giunge a ricoprire un ruolo di prestigio non sapendo comunicare in italiano corretto? Italico mistero, primo ed ottimo motivo per cominciare a valutare gli studi all’estero. Ed ecco il famoso nodo della meritocrazia. In verità, in un Paese ove non si boccia quasi più nessuno alle scuole primarie e secondarie, il dubbio diventa amletico: essere tutti bravissimi a scuola o essere molto più comodo far finta che tutti siano “omogeneamente” preparati? Con buona pace di Shakespeare, personalmente il dubbio non lo ho più: opzione due, sempre. Alle superiori, la situazione sembra ragionevolmente diversa. In ogni caso, viva l’appiattimento verso il basso: ecco il secondo buon motivo per studiare fuori dal nostro protettivo Paese, dove credendo di aiutare i ragazzi con la politica del “nessuno escluso”, si finisce con l’illuderne tanti e deluderne molti.
Terzo ottimo, spinosissimo, motivo per valutare di far fuggire all’estero il proprio figlio è il nepotismo imperante. Essere figli di qualcuno che conta (cosa come e perché non è rilevante)… conta sempre più. Ma come, si può accettare che un Docente o un Medico o un Politico abbia un figlio operaio? Disonore. Peccato che la genetica insegni che non è scontato il trasferimento delle doti intellettive da genitori a figli, sempre partendo dal presupposto, tutt’altro che scontato, che i genitori “arrivati” siano poi così intellettualmente dotati. In Italia, chissà come mai, si notano vere e proprie dinastie di professionisti, politici, tuttologi,… come dire il paradiso del povero Mendel.

Quarto motivo? Semplice: all’estero le Università offrono corsi forse meno fantasiosi che da noi (storico quello di “Scienze equine” a Parma), ma in compenso hanno molti più Docenti che insegnano con l’umiltà di non essere seduti sulla vetta del sapere e che dopo di loro sia pure il diluvio. Quinto motivo: all’estero le ammissioni ai corsi a numero chiuso contemplano, sul serio, il curriculum scolastico del candidato. Non basta la telefonata del mafioso di turno a far ammettere la testa di legno di turno. Ovviamente non è detto che siano tutte rose e fiori, ma le italiche spine graffiano a sangue l’onestà e l’impegno di tanti giovani figli di gente normale, il cui obiettivo nella vita è conseguire risultati e non avere più “amicizie” possibili su Facebook. Cinque buoni motivi per sognare Cambridge, per sognare un futuro vero, dolorosamente lontano dal proprio Paese, ma la vita è una, ogni genitore degno di questo nome non può far altro che sperarla piena e ricca di soddisfazioni per il proprio figlio. Costi quello che costi, in tutti i sensi.

Giovanna Rezzoagli Ganci

http://www.foglidicounseling.org/

giovannarezzoagli@foglidicounseling.org

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