Sciopero, e poi?

 Il giorno successivo allo sciopero della P.A. è iniziato il confronto tra sindacati e Fabiana Dadone. Fermo restando che non ci saranno risorse aggiuntive rispetto ai 400 milioni già definiti la ministra ha fatto alcune aperture. 

Il governo intende riallocare i risparmi da lavoro agile sulla contrattazione integrativa, sebbene difficilmente stimabili a breve. 

E’ stato inoltre stabilito l’avvio di due tavoli: uno sulla riforma della Pa: elemento perequativo, assunzioni e stabilizzazione e riclassificazione personale, il tutto in vista del Recovery plan, l’altro sulla contrattazione nazionale, quella integrativa fino alla formazione.

E’ di questi giornil’esito della rilevazione “Lavoro agile tra presente e futuro”. L’indagine, a cui hanno risposto 2.681 dipendenti pubblici, è stata promossa dal Ministro per la Pubblica amministrazione attraverso la piattaforma ParteciPa curata da FormezPA.

Ricordo che lo smartworking, a partire da marzo, è diventata realtà, ed è la vera prima svolta del rinnovamento della pubblica amministrazione. E’ il primo passo verso quella digitalizzazione agognata da anni.

IlCodice dell’Amministrazione Digitale (CAD) fu istituito nel lontano 2005. 

Questo testo unico riunisce e organizza le norme riguardanti l’informatizzazione della Pubblica Amministrazione nei rapporti con i cittadini e le imprese. 

Che la digitalizzazione, abbia dovuto aspettare 15 anni e si inizi a realizzare solo grazie all’emergenza Covid la dice lunga sull’efficacia e la programmazione del governo centrale e su quanto possa risultare rapida la macchina Italia quanto deve raggiungere un obiettivo che sente importante. 

Sicuramente qualcuno penserà che i lavativi della pubblica amministrazione trovano il modo di agire prontamente se intravedono un miglioramento a loro favore anche se, è tutto da dimostrare che lavorare da casa sia davvero un vantaggio.

In realtà l’azione della così detta burocrazia può essere rapida e incisiva se vengono impartite direttive chiare e precise a livello centrale.

Quel che emerge dal rapporto è l’equa distribuzione di questa nuova modalità lavorativa: nessuna differenza tra nord e sud (40% dei lavoratori) e un comprensibile aumento nel centro dovuto al maggior numero di dipendenti ministeriali (73%  dei lavoratori).

La conferma che è partita l’informatizzazione della pubblica amministrazione si legge nel fatto che l’87% degli amministrazioni è dotato di firma digitale per tutti i dirigenti, che l’83% dichiara di avere banche dati condivisibili e accessibili e che finalmente il  60% ha digitalizzato i procedimenti amministrativi. 

Tasto dolente solo il 43% eroga servizi on line.

Anche l’interoperabilità dei sistemi informativi risulta ancora troppo bassa (le varie p.a. non riescono a scambiare i dati tra loro); quasi inesistente è la messa a disposizione al pubblico dei dati raccolti nell’esercizio della funzione pubblica. Tra questi si ricordano, ad esempio, il tempo medio dei procedimenti, il tasso di assenteismo, il costo pro-capite della macchina pubblica. Solo avendo a disposizione queste notizie in forma omogenea si può realizzare la così detta “casa di cristallo” rendendo trasparente buona parte dell’operato della pubblica amministrazione. 

Per circa il 54% delle amministrazioni il lavoro agile ha consentito di ridurre le spese di funzionamento e di realizzare alcune economie.

Dichiara una riduzione delle spese il 38% degli enti fino ai 10 dipendenti; sopra i 500 dipendenti questo valore sale fin sopra l’80%.

Questa difformità di giudizio emerge anche nell’analisi per comparto. Nella PA centrale e nel comparto Università e Ricerca si dichiara una riduzione delle spese, rispettivamente l’81% e l’85% degli enti. Nella PA locale questa percentuale scende al 51%.

I risparmi sono così suddivisi

 

 

A fronte di tutto ciò emerge quante poche siano le risorse investite in questa modalità imposta per decreto. Scrivo imposta perché nel decreto legge 18 del 17 marzo scorso si legge che il lavoro agile costituisce la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa delle pubbliche amministrazioni.

Questi i dati che indicano con quali mezzi si realizza il piano del governo

Lette le tabelle si può dire che, seppur la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa delle pubbliche amministrazioni debba essere il lavoro agile questo è finanziato con i mezzi dei lavoratori, ossia dei privati che gratuitamente mettono a disposizione dello stato italiano mezzi personali per svolgere attività di pubblica utilità.

In altre parole, ancora una volta, armiamoci e partite.

Fonte

CRISTINA RICCI

I LIBRI DI CRISTINA RICCI

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