Savona: un museo a cielo aperto poco…

Savona:

un museo a cielo aperto poco valorizzato

Savona:
un museo a cielo aperto poco valorizzato

 Savona è una città assai antica la cui storia comincia ben prima dell’arrivo della civiltà romana. Oggi custodisce con gelosia le testimonianze di uno splendido passato in attesa di tempi migliori per il loro recupero. Savona è la Città della Torretta, Savona è la Città dei Papi, Savona è la Città del Chinotto.


Il complesso del San Giacomo

 Ma la nostra cara Savona è molto altro ancora: è una capitale europea dell’arte e dell’architettura Liberty, una corrente nata a cavallo tra il XIX e XX secolo durante l’industrializzazione massiccia dell’Europa prima della Grande Guerra. Savona è stata bombardata, Savona è medaglia d’oro al valor militare per la Resistenza, Savona ha delle profonde ferite da curare. Ma oggi che cos’è Savona? È una città che forse sta provando ad emergere nel campo turistico, ma il lavoro da fare è tanto e i mezzi e le competenze non sono all’avanguardia rispetto alle altre città italiane ed europee.


Il tempietto Boselli

Per parlare di smart city è obbligatorio recuperare tutti i monumenti e le piccole perle del nostro patrimonio artistico per restituire dignità e orgoglio ai savonesi, avvicinare gli studenti all’arte e alla cultura per contrastare l’abbandono giovanile della nostra città e attirare i visitatori con un piano strategico di marketing turistico-culturale. Mi rattrista molto vedere grandi manufatti savonesi come la Torretta, il complesso del San Giacomo, Palazzo Santa Chiara, il tempietto Boselli, Villa Zanelli e la fontana di Piazza Marconi in declino da tempo.

Savona come la Dublino di James Joyce è il centro della paralisi: ci riempiamo la bocca di belle parole ma non riusciamo mai a fare un salto di qualità per dare inizio ad un vero e proprio cambiamento all’insegna dell’amore per la bellezza e l’impegno per il progresso. Recuperare, conservare e valorizzare è la mia sfida e abbiamo poco tempo prima che il nostro patrimonio sparisca per sempre.

Gabriele Cordì

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