Renata Cuneo, artista savonese
RENATA CUNEO
Artista savonese
e una foto, da me scattata, di una sua opera
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RENATA CUNEO
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La scultura di Renata Cuneo (Savona, 5 ottobre 1903 – 16 maggio 1995) è tra le più rappresentative del XX secolo in Italia. L’artista frequentò l’Accademia di Belle Arti di Firenze, ricevendo riconoscimenti dai suoi maestri Domenico Trentacoste e Giuseppe Graziosi, e da Adolfo Wildt in visita alla scuola. Dopo il diploma, nel 1927 prese in affitto uno studio a Firenze, ma appena due anni dopo tornò definitivamente a casa. Renata Cuneo partecipò con successo alle Biennali di Venezia degli anni 1934, 1936 (in quell’occasione Arturo Martini apprezzò particolarmente Allodola), 1940, 1942 (quando fu la prima scultrice italiana ad ottenere una sala personale con 22 sculture e 56 disegni), 1948 e alla Mostra d’Arte Italiana a Budapest del 1936.
Tenne una personale a Torino nel 1942 e una a Milano alla Galleria della Spiga nel 1946 (fu l’ultimo incontro con Martini che espresse il suo pieno consenso dichiarando la sua stima per la giovane collega alla quale riconosceva doti visionarie e intensità lirica di modellato). In seguito ad alcune di queste mostre, le Gallerie d’Arte Moderna di Genova Nervi, Torino, Roma e il Museo di Budapest acquistarono sue opere. Renata Cuneo partecipò anche a mostre di scultura a Roma (Quadriennali del 1935, 1939, 1943, 1948), Genova, Padova, Savona, Varese, Novara, Portovenere, Celle Ligure, mentre all’estero sue esposizioni furono ospitate a New York, Edimburgo, Budapest, Varsavia, Cracovia e Sofia.
Opera in bronzo, 200 cm, dal titolo Adone dormiente,
presente all’ingresso della Pinacoteca di savona.
(foto di Biagio Giordano)
Decise poi di non intervenire ulteriormente ad esposizioni e manifestazioni, salvo rare e meditate eccezioni, tra cui la personale alla Galleria di Palazzo Strozzi a Firenze nel 1981. Nel 1986 la scultrice donò alla Città di Savona 50 sculture in bronzo, terracotta, ceramica e cera, 28 gessi e 150 disegni da custodire ed esporre nella Fortezza del Priamàr, nel museo a lei dedicato, inaugurato nel 1990 nel Bastione di S. Bernardo. Renata Cuneo è presentata da Carlo Ragghianti, nel catalogo della mostra antologica di Firenze, come artista schiva e nascosta (come la sua terra), soave e battagliera: “In un panorama discontinuo, precario, occasionale, incerto come è quello della massima parte della produzione visiva contemporanea, l’unità d’arte e di coscienza rappresentata dall’opera di Renata Cuneo ha un significato che non ha bisogno di commento.
L’artista sta nel suo tempo e tra noi come la suscitatrice di un valore della vita che si afferma sempre rinascente, inestinguibile e intangibile oltre ogni evento di negazione o di male”. Donatello e Desiderio da Settignano, Masaccio e Michelangelo, Arnolfo, Giotto e Andrea Pisano, i classici del museo archeologico ed etrusco, in una parola Firenze, furono i maestri di Renata Cuneo. Con umiltà e senza risparmiarsi mai, si misurò sino all’ultimo con la storia e gli esempi del passato, con esercizio instancabile nello studio degli artisti e dal vero. Nel disegno e nella scultura, il soggetto è sempre la figura umana, maschile e femminile, anche trasposta in temi religiosi; moltissimi sono i ritratti e gli autoritratti. Il corpo nudo, quale suprema opera della creazione divina, è al centro della sua ricerca, vibrante dello spirito vitale e del carattere della persona, indagato nell’espressione degli occhi, nelle pieghe delle labbra, nell’atteggiamento delle membra.
Per ragioni di conservazione, i disegni sono consultabili negli archivi della Pinacoteca Civica di Palazzo Gavotti. A Savona sono inoltre conservate altre opere: la fontana di piazza Marconi con L’uomo e lo squalo (1963), la Madonna della Misericordia murata al bivio fra via Crispi e via Garroni (1940), il San Sebastiano sulla facciata dell’omonima cappella di Marmorassi, il Monumento al Marinaio all’ingresso della darsena vecchia del porto (1986), il complesso di statue e arredi sacri della chiesa di San Raffaele al Porto (1952-1973), le Virtù nella Sala dei Matrimoni nel Palazzo Comunale (1937), la cassa lignea Ecce Homo per la Processione del Venerdì Santo (1978) e il Crocefisso di Santa Maria Giuseppe Rossello (1988).
(Fonte ricavata dalla targa informativa sull’artista, presente nel Museo del Priamar di Savona: Sandro Pertini e Renata Cuneo). |
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