QUELL’ “IDEONA” CHIAMATA CARBONE!

 QUELL’ “IDEONA” CHIAMATA CARBONE!

QUELL’ “IDEONA” CHIAMATA CARBONE!

Mi sembra di vederlo quel bambino che, col naso incollato al finestrino dell’auto, sulla Torino – Savona, andava in vacanza. Tra una curva e l’altra guardava fuori il panorama e la nausea cessava solo alla vista della ciminiera della centrale a carbone di Vado Ligure che annunciava Savona, “Così bella che col tempo ne hanno aggiunta un’altra!”.

 Così esordisce Massimo Gramellini,  giornalista amato soprattutto da quella parte di lettori sempre critica con quel giornalismo teleguidato dai poteri, che, in Italia da molto tempo, nulla più sa dire.

Quella parte di lettori che si riconosce spesso nelle sue considerazioni illuminate della prima pagina.

Così esordisce Massimo Gramellini che, per l’Ideona di Fazio al Priamar di Savona, ribadisce il concetto che anche oggi le sue vacanze stavano cominciando a quel modo, come da bambino, con” l’immagine struggente delle ciminiere che nel frattempo sono diventate gemelle”, quei “tubi rivolti verso il cielo che rappresentano un panorama insostituibile della mia vita”.

 

Molti politici e soprattutto molti sindacalisti avranno gioito a quelle parole, sentendosi finalmente appoggiati nella difesa della combustione del carbone e nella richiesta di potenziamento, ma quegli “ambientalisti” o meglio cittadini , che con una certa leggerezza, Gramellini , cita come “sicuramente inorriditi” dalle sue affermazioni, loro no, non hanno proprio gradito.

Molti suoi assidui lettori si sono sentiti traditi e per questo hanno subissato il suo indirizzo mail con lettere di civile ma sentita protesta.

 

Caro Massimo, dietro le ciminiere ci sono sofferenze e diritti calpestati…” titolavano.

 

Anche loro, bambini al tempo di  Gramellini, ora sono cresciuti.

Cresciuti, troppo spesso, in famiglie con morti e malati a causa di quelle ciminiere.

Ma nulla poteva sapere il giornalista –scrittore che rispondeva scusandosi alle critiche “ Fuori Savona non si sa niente!”

Fuori Savona neanche un giornalista opinionista, che sostiene di essersi recato più volte nella città anche solo di passaggio, poteva sapere che qui in 16 anni sono morte 2664 persone in più della media regionale, che intorno alla centrale si muore di tumore, cinque volte di più che nella media italiana.

Non poteva sapere che qui non si contano i casi di patologie cardiovascolari come infarti, emorragie cerebrali, ictus.

Massimo Gramellini

 Neanche un giornalista, oggi cinquantenne, poteva sapere che quelle “belle ciminiere” tanto tragicamente vecchie da essere le stesse che ammirava da bambino, bruciano ancora 5.000 tonnellate di carbone, una combustione che ormai in tutto il mondo , e non solo a Savona , viene contrastata perché è assodato che il carbone è il peggior  nemico e la sua combustione è quella che provoca le maggiori emissioni di CO2 e grandi emissioni di materiale particolato, cause di gravi danni alla salute del pianeta e delle persone.

 E’ pur vero che chi vive lontano non può sapere che, qui, tutto questo avviene senza controlli pubblici, senza indagini sanitarie, senza le certificazioni ministeriali necessarie e che nonostante ciò si parla di ampliare la centrale con altri tubi rivolti verso quel cielo che di notte si tinge di rosso, non come auspicio al bel tempo del giorno che segue, ma perché è di notte che tutto diventa vero e consistente, come la minaccia alla salute, denunciata a gran voce dall’Ordine dei Medici.

 

Ma è ancora più vero che illudersi di depositare le speranze di una tale drammatica battaglia (e non polemica) ambientale, nelle mani di personaggi pubblici non si è rivelata la migliore delle scelte.

Tempo fa non fu gradita una critica della sottoscritta a quell’inutile calendario savonese contro il Crescent, promosso da noti personaggi del giornalismo e della cultura, ma purtroppo il Crescent è lì con impatto ancora peggiore di quello progettato.

Oggi, in coda alle critiche inviate, si torna a chiedere a Gramellini di farsi tramite di una battaglia ambientale, di cui nulla sembrava sapere fino a ieri, mentre chi poteva fare un intervento pubblico incisivo, vista la tematica per cui era stato invitato e perché a conoscenza della questione, come Luca Mercalli, rilasciava un’intervista privata solo “a margine” dell’iniziativa, come fosse uno sfogo personale.

Le battaglie vere, invece, vanno fatte dai cittadini, come sta succedendo in questi anni attraverso:

Federazione dei Verdi, Rifondazione Comunista, Movimento 5Stelle, Sinistra Ecologia e Libertà, Alleanza per l’Italia, Italia dei Valori, Futuro e Libertà, Unione di Centro, PdCI, PCL, Noi per Savona, ARCI, ACLI, Emergency, Libera, Meetup di Beppe Grillo, Rete Lilliput, Unione Donne in Italia, Donne in Nero, Legambiente, Greenpeace, ANPI, Italia Nostra, UAAR, Comitato Acqua Pubblica, Uniti per la Salute, Amare Vado, FAI fondo ambiente italiano, Banca Etica, GaSSa, acquisto solidale, Bottega della Solidarietà, Vivere Vado, Medicina democratica, Comitato ecologico difesa ambientale, Redazione Uomini liberi, Otherearth, Forum Ambientalista, Comitato MODA, ISDE Associazione Medici per l’Ambiente, Libreria UBIK, NuovoFilmstudio, Timoteoteatro, Cattivi Maestri, Associazione Corelli, Circolo L.Pirandello, Altromondo, Casa della Legalità, Centro culturale P.Impastato, Associazione Energie Rinnovabili Vallebormida, Nuova Solidarietà Finale Ligure, Comunità dei Mussulmani Liguria, Amici del Mediterraneo, USEI Unione Ecuadoriani in Italia, Cittadinanzattiva, Comitato Ambiente e Salute Spotorno Noli, Comitato Ambiente Legino Zinola, Com. Ambiente Salute Valbormida, Mamme della Margonara, Il Melograno-Uniti per Spotorno, ACU Associazione Consumatori Utenti, Associazione Genitori di Spotorno, Collegio professionale provinciale IPASVI Infermieri, Assistenti Sanitari, Vigilatrici d’Infanzia, Movimento Consumatori, Federcasalinghe Liguria, Confconsumatori Liguria, Associazione Consumatori, CIA Confederazione Italiana Agricoltori, Confederazione Cobas, Confederazione Unitaria di Base.

Tutto si può fare fuorché scherzare sul diritto alla salute che i cittadini dei Comuni della Provincia reclamano da anni a gran voce.

Tutto si può fare fuorché scherzare sulle menzogne che i grandi gruppi energetici, supportati da politici e sindacalisti locali, usano per mascherare grandi interessi economici, gli stessi che condizionano anche l’informazione.

Tutto si può fare fuorché scherzare sui rischi della salute che corrono proprio i bambini, quelli che vivono questo territorio e che quelle ciminiere vedono giornalmente.

 

 Per tutti quei bambini che sono morti o che hanno la vita condizionata da patologie legate a questa fonte d’inquinamento “ le vie dell’ambiente “, caro Gramellini, sono proprio finite.

ANTONIA BRIUGLIA

 

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