QUEI POLITICI CHE MERITIAMO

QUEI POLITICI CHE MERITIAMO

QUEI POLITICI CHE MERITIAMO

Sindaci che intascano “brevi mani” oneri di urbanizzazione di maxi-lottizzazioni “ da milioni di euro”, che solo a sostenerlo avrebbero diritto ad appellarsi alla seminfermità mentale, così come ha già fatto colui che li avrebbe versati.

Sindaci che dichiarano di non avere i mezzi necessari a impedire un’ulteriore strage di cittadini per le emissioni di una centrale a Carbone, mentre  pubblicamente ammettono Siamo stati costretti ad accettare quei valori alti e fuori norma perché avrebbero chiuso la centrale”.

Politici che mentre pubblicamente dichiarano la loro contrarietà alla combustione del carbone, firmano accordi sottobanco o avvallano con l’assenza di azioni concrete, le intenzioni e gli interessi della proprietà.

Sindaci e amministratori incapaci di dare una svolta alle politiche urbane, facilmente realizzabili solo imitando le amministrazioni più virtuose.

Incapaci di promuovere nuovi progetti di viabilità e di percorsi, permettendoci di viaggiare ancora nelle nostre auto “in solitaria” in code interminabili e cercando affannosamente posteggi in un centro città congestionato, inquinato e confuso, dove pedoni e bici sono un pericolo.

Incapaci di dare una svolta alla raccolta differenziata e allo smaltimento dei rifiuti, continuando ad allargare discariche a partecipazione privata e aumentare le tasse in attesa di una soluzione quanto mai indifendibile come la combustione.

Sindaci che in barba a crisi e a difficoltà economiche dei Comuni, aumentano, con metodi clientelari, le persone del loro staff, pagate dalla cittadinanza con stipendi annui anche pari a dirigenti ( 38.000 euro annui) o superiori a docenti di scuola secondaria con esperienza trentennale, Sindaci e politici distratti mentre la criminalità organizzata operava sul loro territorio, anche in appalti pubblici, indisturbata se non da indagini della Magistratura.

Sindaci, amministratori e politici, in questi giorni insolitamente impegnati, ma ad accogliere leader di partito in vista di primarie, mentre la vera politica si allontana sempre più dalla gente.

 Politici affannati a conquistare un posto in prima fila nella loro “improbabile rivoluzione di piazza” organizzata dalla CGIL, a affermare schizofrenici no all’agenda Monti e magari per accaparrarsi le simpatie giovanili, che la scuola pubblica non si tocca denunciandone  l’assenza di fondi per sostenerla in vita, nella speranza che quei giovani non scoprano mai che l’on. Simonetta Rubinato del PD, negli stessi giorni, presentando un emendamento in Parlamento, che neanche Monti avrebbe voluto approvare, regalava 223 milioni di euro alle scuole private.

Questi sono i politici che meritiamo, incapaci di vedere che nel loro decidere, amministrare, agire personale c’è la continua mancata costruzione di un mondo in prospettiva e l’incapacità sempre più insopportabile di parlare al mondo.

Un mondo apparentemente piccolo, ma con esigenze e problemi universali.

Questa la modernità del fare politica oggi.

 

Ecco perché, a Savona, mentre c’è chi continua a sostenere che la piattaforma Maersk, che inutilmente distruggerà l’ecosistema marino di un’intera costa per diventare l’ennesima cattedrale nel deserto e l’ampliamento della centrale a carbone che inquinerà e produrrà morte per altri 50 anni, faranno da ammortizzatori sociali per la forza lavoro fuoriuscita da numerosissime industrie savonesi chiuse o traslocate altrove, c’è chi si oppone.

Chi non ci crede più.

Chi non è più disposto a cedere per il lavoro, la salute e la qualità della vita.

Manca tuttavia ancora un forte comune terreno di discussione, capace di attrarre tutte le problematiche in un’unica azione per costruire un nuovo modello, una visione politica generale.

Un’utopia a Savona dove anche le battaglie sono targate e dove solo il M5S sta riuscendo a essere movimento comune.

I nostri politici  lo sanno e quando serve fingono di dialogare , ora con Italia Nostra, ora con Legambiente, ora con quell’altra associazione, per avere l’alibi di aver discusso con la società civile, nella piena convinzione che , a Savona , la capacità di anticipare il futuro, non ci sia  e che tutto resti utopia.

Ma quel comune sentire ha contaminato anche Savona, lentamente e inesorabilmente coinvolgerà, com’è già accaduto altrove, la gente.

Per ora, intanto, i politici che meritiamo, giocano ignari ancora alla vecchia politica, tifano per quel o quell’altro capo corrente, s’incontrano in piccoli gruppi nei palazzi o in riunioni autoreferenziali.

Si ritrovano nei ristoranti della città e lì decidono i “designati” delle liste, cioè coloro che potranno candidarsi ad essere i politici che meritiamo.

 

ANTONIA BRIUGLIA

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