Priamar per i turisti?

Un articolo de Il Sole 24 Ore NordOvest parla dei 20 milioni spesi
Priamar per i turisti? Neppure la fermata dell’autobus
E sul piazzale non c’è spazio per pullman dei visitatori

Da 30 anni si discute, nel 1996 una proposta della giunta Gervasio, nel 2007 studio di fattibilità. La Consulta culturale chiede interventi per unire ascensori, scale mobili e percorsi, a favore di anziani e diversamente abili

Un articolo de Il Sole 24 Ore NordOvest parla dei 20 milioni spesi
Priamar per i turisti? Neppure la fermata dell’autobus
E sul piazzale non c’è spazio per pullman dei visitatori
Da 30 anni si discute, nel 1996 una proposta della giunta Gervasio, nel 2007 studio di fattibilità.
La Consulta culturale chiede interventi per unire ascensori, scale mobili e percorsi, a favore di anziani e diversamente abili
  

Savona – Se ne parla da quasi 30 anni, e la prima volta è stato proposto nell’ambito di una commissione consiliare, nel 1996, con la giunta del sindaco Gervasio. Nel 2007 si è trasformato in “studio-progetto” di fattibilità. Ovvero, come rendere fruibile ai visitatori-turisti un tesoro di inestimabile pregio e bellezza. Già le prime guide tedesche degli anni ’60 lo citavano tra le “mete” da ammirare.

E’ stato pubblicato anche qualche articolo, su giornali tedeschi e del centro Europa, su questo gioiello così poco sfruttato nell’ambito del turismo ligure e ponentino.

 Un’attrattiva che potrebbe fare sana concorrenza, si è più volte detto, alle “Grotte di Toirano”, con il loro record ligure di visitatori (secondo soltanto all’Acquario di Genova). L’indotto che ne scaturisce per molte attività commerciali.

E’ positiva la notizia che l’inserto de Il Sole 24 Ore NordOvest, di mercoledì 2 febbraio (vedi a fondo pagina), abbia dedicato un servizio, a firma di Angelica Giambelluca, dal titolo “Savona acceleri sul Priamar. In 30 anni spesi 20 milioni, ora prioritario è migliorare l’accesso. Appello della consulta culturale per sbloccare i lavori alla fortezza”.

Nel testo si fa presente che il presidente della Consulta Culturale Savonese (riunisce A Campanassa, Società savonese di storia patria, Istituto internazionale di studi liguri e Italia Nostra) Rinaldo Massucco, sostiene: “ Occorrono ancora interventi importanti per completare la riqualificazione del Priamar. Il Por negli ultimi anni ha messo a disposizione 2,3 milioni per la fortezza destinati principalmente a migliorare l’accesso al sito. In realtà 1,6 milioni sono stati utilizzati per la sala della Sibilla. Almeno i restanti 700 mila euro devono essere destinati allo scopo originario”.

A tale richiesta l’assessore esterno comunale alla Cultura, Ferdinando Molteni, giornalista (in aspettativa da Il Secolo XIX) ha risposto: “Siamo consapevoli che il tema degli accessi sia prioritario, i due ascensori e la rampa non sono sufficienti. Occorre individuare soluzioni innovative. Lo faremo insieme agli studiosi della Consulta Culturale”.

Poiché a Savona, piccole parentesi a parte, il governo della città, negli enti di primo e secondo grado (del forziere Carisa-Fondazione), è detenuto dallo stesso gruppo trasversale di poteri e a volte di “prepotenza” – rafforzato negli ultimi anni da un appoggio, forse poco producente, dei mass media locali più diffusi, per la serie “alla corte del re” – qualcuno potrebbe magari farsi un esame di coscienza e utile autocritica.

Rinaldo Massucco Presidente della Consulta

Chiedersi soprattutto le ragioni dei tanti, troppi ritardi. In una città dove cammina come saetta solo il mercato immobiliare fronte mare, senza creare solide alternative per lo sviluppo occupazionale delle generazioni a venire. Mentre restano inutilizzati tanti contenitori in centro. E a migliaia le case vuote.

 Cose dette e ritrite, ma che con la “storia Priamar” riconfermano una buona dose di incapacità, mediocrità, improvvisazione, predilezione alla “politica degli annunci” anziché a quella “del fare e poi annunciare”. Molto miopia. Nessun rinnovamento della classe politica dirigente e di meritocrazia indipendente.

Non abbiamo mai letto che, ad esempio, davanti al Priamar – per decenni trascurato – non esiste neppure la fermata autobus. Le più vicine sono all’asilo delle Piramidi e dopo il mercato del pesce (discesa di via Gramsci). Bisogna essere degli scienziati per rendersene conto? E che dire dell’assenza, nelle immediate vicinanze, di un qualche parcheggio capace ed “autorizzato” ad ospitare almeno due o tre pullman di turisti?

La Consulta Culturale, stando a quanto si legge dagli atti del convegno di novembre al Priamar e poi nel dibattito del 22 gennaio alla Campanassa, ha proposto di seguire i buoni esempi messi in atto in alcune città italiane. In Umbria, con la caratteristica di “centri di attrazione storica” arroccati in collina.

O ancora, soluzioni innovative sul tipo di Assisi, Perugia, Gubbio e Roma (Nuovo accesso ai Musei Vaticani).

La Consulta propone che all’incrocio tra Corso Italia, corso Mazzini ci sia spazio per realizzare un parcheggio. Non solo, può essere utilizzata l’apertura-tunnel del rifugio antiaereo, da sistemare, e supplire ad una dislivello di circa 12 metri, per superare i problemi dell’attuale scalinata. Attraverso altri interventi fattibili e senza costi proibitivi rendere possibile una scala mobile in grado di far fronte alle reali esigenze. Come “unire” la “scala” a Piazza del Maschio.

Forse a qualcuno potrebbe essere sfuggito la scena vissuta tra il 29 settembre al 3 ottobre 2010 in occasione del congresso della “chirurgia della mano”. Quando i bus, attendevano i congressisti, in sosta anche per mezzora, occupando una corsia di marcia di corso Mazzini. Con intralci immaginabili.

  

Da qui, sempre seguendo la documentazione della Consulta, utilizzare parte dell’attuale piazzale a parcheggio libero per consentire la sosta a 2-3 bus turistici. Inoltre intervenire per un tratto di una cinquantina di metri in modo da arrivare ed unire il “percorso” tra ascensori e scale mobili, soprattutto a beneficio di anziani e diversamente abili, con l’obiettivo di rendere “visitabili” tutte le piazze della Fortezza.

E ancora, eliminare un cumulo di terraferma per sistemare un montacarichi, rendendo fruibile la vecchia galleria per una novantina di metri. Creando un’uscita “all’interno della fortezza”, eliminando il via vai di automezzi della logistica. Nuovi accessi insomma, per risolvere problemi che non sono ostacoli da grossi investimenti, né da tecnologie estreme.

Certo è che, nonostante gli ormai abituali silenzi che seguono documentati articoli di Trucioli Savonesi, anche in merito al Priamar, e dintorni, non c’è da farsi troppe illusioni. Il ritornello è la carenza di fondi. Non a favore della casta, ma di “tesori poco sfruttati” in tutto il loro potenziale. Con l’urgenza che meritano.

Magari una semplice domanda ai “grandi pensatori, intellettuali, scribacchini di varia estrazione” pare sempre attuale, visto la perdita di memoria: la costruzione e l’urbanizzazione conseguente alla Torre Bofil quanto ha reso in “soldini” alla comunità savonese? La sistemazione delle aree esterne, ottimo intervento e un tratto di rete fognaria.

E quanto ha reso il colosso “Crescent” di oneri a scomputo? Al di là dei milioni di cui si era scritto per sistemazione di aree attigue, restano, a quanto pare, 130 mila euro che nell’era Ruggeri dovevano essere destinati per il “secondo cubo” al quale ha rinunciato il successore Berruti.

E’ questo l’estremismo “ambientalista”, in senso deteriore, dei “pantofolai” savonesi?

Con le prossime elezioni, questa formidabile èlite, i savonesi se la ritroveranno alla stregua di “arrivano i salvatori” della Patria? Oppure, eccovi i “rottamatori”?

R.T.   20 febbraio 2011

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