Perche’ ancora destra e sinistra

PERCHE’ ANCORA DESTRA E SINISTRA

PERCHE’ ANCORA DESTRA E SINISTRA

L’amico Marco Giacinto Pellifroni si interroga, nell’articolo uscito domenica scorsa su “Trucioli savonesi” (Ancora destra e sinistra?) sul senso e sul significato della persistente, storica dicotomia etico-politica destra-sinistra, dicotomia definita da tempo obsoleta e ormai inattuale ma, a quanto pare, ancora in campo con i suoi schieramenti l’un contro l’altro armato. 

 

Pellifroni prende lo spunto da una recente copertina dell’Espresso che ha come titolo “Chi si rivede. Destra e sinistra” e come sottotitolo “Da una parte i nazionalisti. I sovranisti, i nostalgici. Dall’altra le donne. I ragazzi, gli ambientalisti. E’ finita la corsa al centro. E il nuovo conflitto sarà radicale”, per denunciare, in una specie di sotto-sottotitolo il nuovo manicheismo propugnato dai giornalisti de L’Espresso, Pellifroni riformula a modo suo il significato di quel sottotitolo: “a sinistra i buoni, a destra i cattivoni”.

Messa la questione in questi termini, l’amico Marco ha buon gioco nello smantellare una divisione così netta tra intere categorie di persone: è chiaro che non tutte le donne sono di sinistra, come non lo sono tutti i ragazzi e nemmeno tutti gli ambientalisti (esiste anche un ambientalismo di estrema destra, chi non lo sa?); il sottotitolo dell’Espresso si riferiva –  basta leggere l’articolo introduttivo di Marco Damilano – allo stato embrionale “di organizzazione politica di quel pezzo di società che non si rassegna alla destra sovranista e che sta prendendo forma in alcune zone d’Europa.

La sindaca di Danzica Aleksandra Dulkiewicz, la neopresidente della Slovacchia Zuzana Caputova, entrambe elette dopo un dramma: a Danzica l’assassinio di Pawel Adamowicz, il sindaco predecessore della Dulkiewicz, in Slovacchia l’eliminazione del giornalista Jàn Kuciak e della fidanzata Martina Kusnirova che ha scatenato un movimento di protesta contro la corruzione del governo. Sono i volti di una reazione europeista e femminista, nel nome della gioia, parola di sinistra, come ricorda Wlodek Goldkorn nelle pagine che seguono. Non hanno niente a che vedere con le famiglie tradizionali, socialiste o socialdemocratiche. Ma, come prevede Massimo Cacciari, il conflitto è destinato a radicalizzarsi e non avrà niente in comune con le categorie del passato. 


 Destra e sinistra rinascono, dunque, ma non sono più quelle del secolo precedente. La destra sarà sovranista e sociale, anti-liberista e populista, si presenterà come vicina al popolo e distante dalle élites. La sinistra sarà invece femminista, ecologista, dovrà proporsi come garante di un altro tipo di sicurezza, quella che passa per l’uguaglianza tra le persone senza distinzione di condizioni economiche, genere, orientamenti sessuali, come prevede l’articolo 3 della nostra Costituzione scritto più di settant’anni fa. La nuova sinistra dovrà essere eco-sociale, non potrà cioè mettere in contraddizione la difesa dell’ambiente con la giustizia sociale e con le condizioni di vita concrete delle persone. La nuova sinistra sarà al femminile.

La nuova sinistra sarà solidale, la parola che racchiude tutti i filoni, vecchi e nuovi”. Ecco, se cominciassimo a ragionare sui tratti che oggettivamente distinguono la nuova destra dalla nuova sinistra, forse potremmo evitare gli schematismi e i manicheismi deprecati da Pellifroni: nel brano su citato non si dividono moralisticamente – e polemicamente – i buoni (a sinistra) dai cattivi, anzi, dai cattivoni (a destra) ma si tracciano delle differenze che, tra l’altro, sono viste in prospettiva (“la destra sarà…la sinistra sarà).

Certo è che lo stato attuale della nostra classe politica di destra e di sinistra (il famoso centro da chi è rappresentato oggi? Da Berlusconi?) è quanto mai desolante: manca una visione che vada oltre il cortile di casa o l’immediato tornaconto elettorale o persino personale, a forza di inseguire il facile consenso popolare si è perso di vista il bene comune e il senso delle proporzioni e della giustizia ( penso al degrado ambientale e culturale, allo stato miserando – salvo eccezioni – in cui versa  la scuola, alla corruzione endemica e alla diffusione della criminalità organizzata).

  Prendiamo il tema spinoso dell’immigrazione su cui insiste l’amico Pellifroni: che senso ha, chiedo,  dividersi tra chi è favorevole a una accoglienza compatibile e chi invece invoca un blocco navale per risolvere il problema alla radice? Semplificando: tra Laura Boldrini da una parte e Giorgia Meloni (“donna – chiosa Pellifroni – eppur di destra” e ultrasovranista) dalla parte opposta con chi stiamo?

Ancora non abbiamo capito che, volenti o nolenti, dovremo in qualche modo attrezzarci tutti per “gestire”, come si dice, i flussi migratori che non si fermeranno certo per la chiusura (illegale)  dei porti ordinata da Salvini ma esclusa da Di Maio, dalla ministra della difesa Trenta e dai vertici militari della marina? I sovranisti parlano di invasione; ma si rendono conto che se fosse in atto una vera invasione bisognerebbe dichiarare lo stato di guerra? E’ questo che vogliono? Una bella dichiarazione di guerra contro i migranti? No, non contro i migranti, obiettano, ma contro i trafficanti di esseri umani.

Già, il problema è che, per colpire i trafficanti, i sovranisti colpiscono, o vorrebbero colpire, i naufraghi e le Ong che li salvano da morte sicura, e siccome, secondo la teoria del complotto, dietro le Ong c’è il magnate ebreo Soros, è giocoforza, per prosciugare l’acqua in cui prosperano i trafficanti, eliminare Soros e possibilmente tutti i volontari, gli opinion makers e i giornalisti che lavorano per lui, e, anche se a malincuore, tutti quegli ingenui intellettuali che, come Massimo Cacciari, ritengono addirittura un imperativo categorico salvare vite umane dalla morte per acqua nel Mediterraneo (a proposito di intellettuali, tu citi a sostegno delle tue tesi l’autorità di Umberto Galimberti, ma non mi risulta che l’autore della Casa di Psiche abbia mai avuto simpatia per il sovranismo, anzi, caso mai, antipatia) Il ragionamento dei sovranisti è molto semplice: se nessun migrante  potrà più partire dalle coste libiche e quindi sbarcare sulle coste italiane anche i traffici di esseri umani finiranno e così non ci saranno più naufraghi e morti in mare tertium non datur

 

Boldrini – Meloni

Chi è più umanitario, chiede retoricamente Salvini, chi vuol impedire ai migranti di partire e di sbarcare sulle nostre amata sponde o chi, per un malinteso sentimento di pietà o, meglio,  per ben precisi e inconfessabili interessi politici ed economici, li raccoglie per poi farli sbarcare in un porto sicuro italiano? Questa domanda retorica avrebbe senso se non si sapesse la condizione disumana in cui sono tenuti i profughi e i migranti “economici” nei campi di detenzione libici: veri e propri lager dimenticati da Dio e dagli uomini, ma che cosa importa ai sovranisti? L’importante è che stiano lontani dai nostri porti (e dalla nostra vista).

Purtroppo, mi dispiace per gli italiani e le italiane che credono in Salvini, ma le immagini che vengono dalla Libia e dall’Africa ci parlano di un’umanità sofferente e bisognosa di cure  sempre in fuga da guerre, epidemie e carestie a fronte di un Occidente che sarà pure al tramonto ma in cui sono concentrate le maggiori ricchezze del pianeta; noi possiamo anche girarci da un’altra parte quando compaiono quelle immagini sui nostri teleschermi, ma non possiamo certo pensare che, nel mondo globalizzato in cui viviamo, quell’umanità sofferente non si metta in cammino  sperando in  una vita migliore. 

 Tu dici che tra noi ci sono dei lupi travestiti da agnelli che, sotto la maschera del buonismo fanno “affari sulla pelle dei migranti; senza naturalmente accomunare questi lupi agli agnelli veri, ossia a coloro che, in buona fede, fanno appello all’umanitarismo, astenendosi però da un’analisi più approfondita della situazione, e cioè risalendo il percorso di morte fino a quelle nazioni dove spadroneggiano ancora i colonialisti moderni, a cominciare dalla solita Francia, che sfruttano il territorio e i suoi abitanti, costringendoli alla fuga.

Una fuga senza speranza, vista la chiusura di tutte le nazioni europee…”. Ma allora non è colpa di Soros se tanti disperati tentano la fuga dalle loro terre inospitali, e comunque non basterebbe eliminare il magnate ebreo con le sue Ong per fermare i flussi migratori verso l’Europa, bisognerebbe dichiarare guerra anche alla Francia e a quelle nazioni ancora colonialiste che sottraggono risorse preziose agli africani , e, già che ci siamo, siccome l’Italia  è stata lasciata sola “a far fronte a questa fuga indotta, … mentre  le “fanfare ‘di sinistra’ facevano discorsi non dissimili dalle omelie papali e vescovili” bisognerebbe mettere anche il papa e i vescovi in condizione di non nuocere con le loro prediche i loro sermoni buonisti, non credi? Ora voglio farti una domanda: tu, che ti dichiari da sempre ambientalista, che cosa pensi del movimento giovanile Fridays for future e della sua leader sedicenne  Greta Thunberg? Grazie.   

FULVIO SGUERSO

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