Penalizzati i nuovo alberghi
Nonostante il fallimento di incentivi e promozioni si continua a sbagliare
Le attuali leggi urbanistiche penalizzano i nuovi alberghi
Perché non conviene investire come accade in altri Paesi
Architetti, politici, associazioni di categoria si ostinano a ignorare il vero problema
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Nonostante il fallimento di incentivi e promozioni si continua a sbagliare
Le attuali leggi urbanistiche penalizzano i nuovi alberghi
Perché non conviene investire come accade in altri Paesi
Architetti, politici, associazioni di categoria si ostinano a ignorare il vero problema
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AVETE PRESENTE GLI HOTEL SHERATHON, THOMSON HOLIDAY, HILTON, MEDITERANNE’ ? POTETE LONTANAMENTE RITENERE CHE UNA CASERMA , O UN CARCERE, O UNA COLONIA ( tutti tristemente uguali ) POSSANO ESSERE ADATTATI E ASSIMILATI A QUESTI HOTEL? EPPURE CI SONO ARCHITETTI CHE ABBIAMO FATTO STUDIARE APPOSITAMENTE…..CHE LO SOSTENGONO….. |
Ho cercato di spiegare, dopo un’esperienza di vita e senza interessi da difendere, ai nostri giovani che è perfettamente inutile tentare di progettare strutture alberghiere con le attuali Leggi Urbanistiche, su volumi assolutamente lontani da qualsiasi ipotesi produttiva. Dagli anni settanta ad oggi assistiamo al continuo decadimento di strutture ricettive che agli albori di questi anni venivano trasformate in “residence”, via via sempre inquisiti dalla Magistratura. Diversi sono i processi in corso. Oggi pretendiamo di trasformare ancora queste ultime strutture esistenti, senza ampi spazi, per diversificare adeguati impianti sportivi, di servizi, di programmazione, denominandole R.T.A. (residenze turistico alberghiere), esattamente uguali alle prime! Non vi sembra una follia? Accade soltanto da noi. Quando il volume è contenuto , come per esempio “La Fiorita” tra Varigotti e Finale, si propone, si esegue e si vende il totale del complesso in regime di R.T.A. mentre la Magistratura avvia immediatamente il contenzioso nei riguardi di tutto l’edificio, e la garanzia nei riguardi dell’acquirente è che, essendo un problema ormai nazionale, in qualche modo “all’Italiana”si troverà una soluzione ! Quando il volume è notevole, come per esempio il Grand Hotel di Alassio o le ex Colonie Milanesi di Celle, si applica la seguente formula : una porzione in R.T.A. , una porzione in camere d’albergo, e immancabilmente un centro benessere o talassoterapico. E tutti abbiamo assistito alla tragicomica vicenda del Grand Hotel di Alassio! Ora tocca a Celle! E chissà a quanti altri ancora. Ma a chi conviene pontificare, anche sui mass media più diffusi, questi “affaire immobiliari”? Servono all’industria turistica-alberghiera sempre più crisi? E non bastano certo due o tre nuovi hotel per risollevare il settore ed attrarre investimenti qualificanti, come accade in molte parti del mondo. La tristezza del volume dell’ex Colonia Milanese appare fotograficamente in tutta la sua povertà economico – costruttiva riferita ai suoi tempi . |
Ex Colonie milanesi di Celle |
Solo pensare di trasformarlo in un (centro turistico di categoria “quattro stelle superiore” ) dimostra un’incompetenza al limite della pazzia progettuale; infatti caserme, galere, e colonie hanno da sempre avuto una caratteristica comune, quella di essere stati progettati al risparmio e con profili che nulla hanno a che vedere con le ”stelle turistiche” , quindi destinati al fallimento gestionale Alberghiero diventando poi e irrimediabilmente, un condominio di seconde case! Questa miope strategia a chi conviene? A chi fa comodo? |
Vi ripropongo gli articoli relativi al Grand Hotel di Alassio, alla Fiorita di Finale Ligure, ed alle ex Colonie Milanesi. Il Secolo XIX : Abusi edilizi Grand Hotel di Alassio del 08/luglio/2008 La Fiorita di Finale alloggi = seconde case del 05/giugno/2010 Colonie Milanesi “4 stelle superiore” del22/luglio/2010 Vedi : www trucioli savonesi .it archivio n°220 e n° 222. Siamo così talmente avvezzi ai recuperi che anche un aeroporto militare costruito nel 1922, infossato tra le colline per chiari motivi strategici, forse validi allora, e forse ancora accettabili oggi quale Aeroclub privato, ma con una pista di decollo ormai sita su novant’anni di urbanizzazioni Ingaune, viene considerato ampliabile e riconducibile ad un aumento di traffici, anche turistici, per sanare i bilanci pazzescamente in perdita, di un’opera ormai obsoleta e superata ove, questo aumento di traffici non sarà “mai certamente recepito ed accettato dai residenti di Villanova e di Albenga”. SI PROVI A RICHIEDERLO ( magari velocemente e prima di pontificare ) ! Il Secolo XIX : Aeroporto € 1 500 000 del 22/luglio/2010 pag. 34 Vedi …ancora, su Trucioli, il progetto di aeroporto a mare ing. Berriolo e p.e. Luccini. Guido Luccini
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