O PARTIGIANO PORTAMI VIA!!!!!

 
 O PARTIGIANO PORTAMI VIA!!!!!
Giovedì sera si è svolta la fiaccolata del 25 aprile nelle Albissole.


O PARTIGIANO PORTAMI VIA!!!!!

Giovedì sera si è svolta la fiaccolata del 25 aprile nelle Albissole.

Come in molte altre città italiane, a sessantanove anni dalla Liberazione, ci si è ritrovati tutti a commemorare l’evento che ha visto protagonisti molte donne e molti uomini pronti a rinunciare alla loro vita per donarci la libertà e la democrazia.

 Una democrazia basata sulla Costituzione, un caposaldo della vita politica italiana, che solo fino a qualche decennio fa nessuno avrebbe osato criticare perché si cambiasse.

Giovedì sera, ad Albisola, c’erano tutti alla fiaccolata, forse anche i meno convinti, ma che spinti dall’opportunismo o precettati, facevano bella mostra di sé nel corteo cittadino.


 Il motivo è comprensibile, quest’anno la ricorrenza capita proprio a ridosso delle elezioni, soprattutto quelle amministrative e quindi in piena campagna elettorale. Motivo per cui erano presenti all’appello i candidati, di destra e di sinistra, magari divisi in gruppetti per mantenere quella fisionomia ben distinta che oramai sono coscienti di avere perso ,nella baraonda di opache e indefinite strutture ideologiche.

I gruppetti dei partinini di sinistra che ammiccavano con quelli che di sinistra non sono più, ma con i quali si vedono costretti a condividere le liste elettorali e i candidati della destra che dichiarano la loro volontà ad abbandonare bandiere e colori, per rivendicare liste civiche dove dentro puoi trovarci chiunque.

C’erano genitori di ragazzi delle scuole, alcuni dei quali giustificavano la loro presenza proprio perché il loro figlio avrebbe, poco più tardi, cantato alla presenza dei loro insegnanti.

Insomma nonostante tutto, una bella manifestazione che si snodava per le vie della città bloccando, a tratti, il traffico cittadino, dando un’idea di quell’unità politica e di sentimenti di solidarietà e unione che forse, neanche i politici accorsi, si sarebbero aspettati di riuscire a dare, consci che  l’unica condivisione e sentimento che li unisce è  quello della spartizione del potere. Quel potere che si attendeva, una volta, di spartire, dopo i risultati elettorali di questa o quella lista vincente e che oggi si spartisce a tavolino, indifferentemente, senza ideologie e bandiere e aldilà del risultato .

Che cosa avrebbe detto il Presidente Pertini oggi, nel vedere annullata quella sana contrapposizione politica che una volta vedeva due progetti diversi presentarsi agli elettori di un paese?


Se lo saranno chiesto quelli che, in corteo alla fiaccolata del 25 aprile, una volta disdegnavano accordi con partiti del centro sinistra solo perché riformisti e oggi familiarizzano e fanno bella mostra di sé nelle liste del centro destra, in compagnia di Sindaci di Forza Italia, partito che fino a qualche anno fa divideva il governo con i nuovi fascisti?

Insomma c’erano tutti alla fiaccolata e questo sarebbe stato un merito se non avesse avuto il sapore di un minestrone per niente amalgamato, che ha reso una bella e amata manifestazione un’odiosa vetrina e passerella per chi non ha voluto perdersi l’occasione di essere visibile a tanta gente.

La musica della banda si avvertiva nelle file più distanti come quella di una marcia funebre e l’unica occasione di poter cantare solo due strofe di “Bella ciao” si è avuta nel centro storico di Albissola Marina, come un atto di dovere, poco sentito e subito concluso.

I ragazzi delle scuole, poi hanno cantato alle dieci, dopo mezz’ora d’intervento dell’on. Russo e pochi li hanno visti e sentiti, perché le note della banda superavano le voci che provenivano da sotto il palco, poiché nessuno ha pensato bene di far salire i ragazzi sopra.

Chi legge potrebbe pensare alla solita sterile  polemica…ma non è così perché ben cinque 25 aprile ho avuto l’onore di organizzare dal 2000, nel Comune di Albisola Superiore, logicamente in collaborazione con l’Anpi e chi ha buona memoria si ricorderà i ragazzi delle scuole e gli scout  recitare dal palco le lettere dei partigiani e il partigiano Gambetta donare loro, tutti emozionati, la medaglietta alla Resistenza.

Molti si ricorderanno la battaglia per cantare “Bella ciao”, non una  ma più volte, anche in piazza a Luceto dal palco, quando l’assessore Molino di Albissola Marina non avrebbe voluto, come giovedì è accaduto addirittura per ordine del  Prefetto di Pordenone. Perché è chiaro, non è un problema di ordine pubblico, come il Prefetto ha ritenuto, affermando che “la canzone della Resistenza e dell’antifascismo può produrre fenomeni eclatanti, turbare la campagna elettorale e ulteriori turpitudini.”,ma il fatto è che questa canzone un significato ce l’ha e non solo per noi che crediamo ancora nei valori della Resistenza, ma anche per coloro che oggi vorrebbero revisionare tutto quello che è accaduto, cominciando proprio col vietarne l’intonazione.

Curioso poi apprendere, che in vista di una campagna elettorale, tutti hanno avuto un partigiano in casa, come se bastasse a garantire l’onestà d’intenti dei nipoti e dei figli.

Forse bisognerebbe lavorare, soprattutto nelle scuole, per fare propri i valori della Resistenza, quelli persi in questi ultimi decenni e non solo per opera del berlusconismo.


 Bisognerebbe raccontare chi era il nostro amato Presidente Pertini che il giorno della Liberazione non avrebbe fatto mai propaganda contro le italiane “pulsioni antimilitariste” e come invece Napolitano ha pensato bene di fare. 

Bisognerebbe raccontare le vite di quei nomi di partigiani morti quasi settant’anni fa e del perché hanno creduto che la vita valesse meno della libertà, anche della nostra.

Bisognerebbe che la storia uscisse, una volta per tutte, dalle pagine di un libro per diventare un valore sociale.

 Bisognerebbe convincere quei genitori che condividere un giorno di Festa, quella della Liberazione, non significa solo essere portati di peso in un corteo, dopo avere fatto un merendino con gli amici, ma significa testimoniare insieme ai propri figli un momento di crescita culturale e valoriale della famiglia.

Così ho sempre fatto io e oggi le mie figlie cantano fiere accanto a me con una commozione che mi onora “…o partigiano portami via…

                       ANTONIA BRIUGLIA

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